Cima di Test e Becco Grande mt. 2629-2775 anello da Colle Valcavera

La Cima di Test e il Becco Grande sono montagne delle Alpi Cozie, situate fra le Valli Stura, Maira e Grana. La Cima di Test è una vetta poco appariscente, meta prevalentemente scialpinistica, mentre il Becco Grande (o Monte Bandita) è una montagna di forma trapezoidale con due vette poste all’estremità orientale dell’allungata cresta sommitale: la cima Ovest, più facile da raggiungere, e la cima Est, leggermente più ostica anche se con traccia di recente segnatura, separate da una serie di torrioni rocciosi. Qui propongo un percorso ad anello che tocca sia la Cima di test che le due vette del Becco Grande, con la visita alla bellissima finestra sotto alla cima Ovest.

🏁 Punto di partenza: Colle Valcavera mt. 2409 circa

⚠️ Difficoltà:          EE il tratto con catene per Cima di Test, il sent. Claudio Fulcheri e la deviazione alla finestra, F il tratto finale per la cima Est e il tratto fra le due vette, tutto il resto E

Sviluppo:            10,4 Km

📈 Dislivello:           750 Mt. circa

⏱️ Tempi:                      Giro ad anello totale 4 ore 50 min.

📅 Data escursione:      26/06/2021

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo dove, oltrepassate un paio di rotonde, giunti ad un bivio, si svolta a destra seguendo le indicazioni per Demonte su SS20 ed usciti da Borgo San Dalmazzo si procede  quindi su SS21 che percorre la Valle Stura, raggiungendo poi il paese di Demonte. Verso la fine del paese si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Vallone dell’Arma. La strada diventa piuttosto stretta e risale il vallone superando alcune frazioni tra le quali S. Maurizio, Poracchia, Morier, giungendo infine a San Giacomo di Demonte. Quindi risale con frequenti tornanti, rasentando anche il Rif. Carbonetto, fino al Colle Valcavera dove in uno spiazzo si può lasciare l’auto (pochi posti 2/3 auto max.).

Itinerario:

Dal Colle Valcavera mt. 2409 bisogna seguire la strada asfaltata verso il Colle Fauniera per circa 1,4 km per poi abbandonarla (400 metri prima del Colle Fauniera) deviando a sinistra fra prati e roccette andando ad intercettare a monte il sentiero con segnavia e nei pressi di un’insellatura. In breve bisogna superare una paretina rocciosa di 5/6 metri gradinata e ben appigliata al margine di un ripido canalino, attrezzata comunque con catena metallica (utile più che altro in presenza di neve, ghiaccio o fondo bagnato), in 30 min. dalla partenza. Oltrepassato questo punto si procede su crinale erboso con pendenza moderata rasentando alcune grosse e profonde spaccature rocciose giungendo poi ad una elevazione rocciosa senza nome a mt. poi, dopo poco più di 200 metri con qualche saliscendi, si raggiunge comodamente la Cima di Test mt. 2629 dove vi è un ometto con croce di legno, in altri 25 min. e 55 min. totali. Da questa si seguono sempre i che scendono nella conca sottostante e con modesta risalita si perviene all’ampio dosso erboso che sarebbe la seconda Cima di Test mt. 2620 dove è stato posto un grosso ometto di pietre e la Truna “La Tana del Lup”. Il sentiero discende su pendio erboso fino a raggiungere le particolari doline di colore bianco-giallastri tipiche di questa zona, oltrepassate le quali si discende fino a intercettare una sterrata in corrispondenza del Colle del Mulo mt. 2527, in altri 35 min. e 1 ora 30 min. totali. Trascurata a destra la sterrata che conduce al Passo della Valletta, si svolta invece a sinistra in moderata discesa seguendola per circa 200 metri per poi abbandonarla deviando a destra per seguire il Sentiero Claudio Fulcheri, bivio riconoscibile per una piccozza ed una targhetta metallica su grosso masso. La traccia di sentiero contrassegnata da risale il ripido pendio fra erba e detriti puntando alle soprastanti formazioni rocciose. Giunti poi grossomodo a 2650 metri di quota io ho optato per fare una deviazione (che però se si fa il giro come l’ho effettuato io, col senno di poi, ha più senso se effettuata al ritorno dalla Cima Ovest con minor perdita di tempo) per vedere la finestra del Becco Grande. Per fare ciò bisogna abbandonare il sentiero e deviare a sinistra effettuando un traverso un po’ delicata su terreno infido, poi, superati alcuni speroni rocciosi, si può decidere se risalire direttamente e in maniera piuttosto ripida su pendio decisamente instabile di fini detriti oppure se continuare il traverso fino a raggiungere uno spallone erboso (consiglio quest’ultima ipotesi); entrambe le soluzioni portano poi a risalire fino alla bellissima e particolare finestra di roccia a mt. 2735, in 50 min. dal Colle del Mulo e 2 ore 20 min. totali (come già citato prima, ho constatato che la finestra risulta essere solo una trentina di metri sotto la Cima Ovest e ben raggiungibile da una selletta erbosa poco distante ove passa il sentiero, conviene pertanto evitare questa deviazione da me effettuata e andare a vedere la finestra dopo aver raggiunto la Cima Ovest). Tornati al sentiero lo si segue in salita puntando grossomodo verso Nord passando nei pressi di alcuni graziosi pinnacoli fino al raggiungimento di un colletto fra due torrioni. Per raggiungere la Cime Est del Becco Grande bisogna piegare a destra e seguire sempre i segnavia che conducono all’ultimo pendio da risalire aiutandosi in alcuni punti con le mani per superare alcuni semplici passaggi su roccette e seguendo una ripida traccetta fra roccette e fini sfasciumi (prestare attenzione in discesa) fino al raggiungimento della risicata vetta del Becco Grande Cima Est mt. 2775, in 40 min. dalla finestra e 3 ore totali.

Panorama a Nord Monviso, Cervino e Rosa, a Nord-Est Piovosa, Tempesta e Tibert, a Est le Alpi Liguri dalla Bisalta al Marguareis, a Sud-Est Monte Omo, Savi, Salè e Nebius con dietro Rocca dell’Abisso, Gelas, Argentera, Matto e Rocca della Paur, a Sud Malinvern. Punta Maladecia, Cima Piconiera e Tete de l’Autaret, a Sud-Ovest Corborant, Ischiator, Tenibres, Clai Sup. e Cime de Vens, a Ovest Bodoira, Giordano, Oserot, Scaletta, Vanclava, Oronaye e Rocca la Meja, a Nord-Ovest Sautron, Rocca Blancia, Brec e Aiguille de Chambeyron, Cervet, Maniglia, Mongioia, Salza, Chersogno e Pelvo d’Elva.

Si ridiscende con cautela al colletto e da questo ci si porta alla base del torrione giallastro di sinistra dove bisogna discendere di pochi metri nel canalino sottostante per poi svoltare a sinistra e andare a rasentare le pareti settentrionali del torrione su cengietta di roccette. Senza perdere quota si procede verso alcuni spuntoni di roccia dove si avvistano dei chiodi e bolli su esile traccetta di sfasciumi andando a passare fra due spuntoni, oltre i quali si svolta bruscamente a sinistra andando a risalire su esile cengietta di sfasciumi rasentando la parete sulla sinistra che inizialmente risulta un pochino aggettante. Prestando attenzione ad avere piede fermo e cercando appigli per le mani sulla sinistra si supera questo tratto ostico raggiungendo una selletta di detriti dove si intercettano dei  che provengono da un sottostante canalino a sinistra e che ora senza più problemi conducono alla soprastante vetta del Becco Grande Cima Ovest mt. 2773, in altri 20 min. e 3 ore 20 min. totali. Seguendo ora una traccetta contrassegnata da ometti di pietre che procede in direzione Ovest si giunge dopo circa 150 metri una selletta erbosa, in 5 min. circa, dalla quale è evidente la vicina finestra precedentemente raggiunta. La traccia taglia ora le pendici settentrionali di un paio di elevazioni biancastre giungendo poi ad un colletto ove si reperiscono nuovi e frequenti ometti di pietre su spallone erboso sovrastando la conca sede del Lago della Meja. La traccia taglia ora una vasta pietraia discendendo fino a raggiungere il Colletto della Meja mt. 2553, in altri 30 min. circa, punto in cui si trascura a destra la traccia che discende un ripido canalone e si svolta invece a sinistra su comoda traccetta fra distese prative che conduce, in altri 15 min. e 4 ore 10 min. totali, al Lago della Meja mt. 2472. Trascurato il sent. Rosella (tacca rosa) che porta al Becco Nero, si procede su sterrata in moderata salita che conduce in breve al Colle d’Ancoccia mt. 2533, in altri 10 min. circa. Da questo si continua su sterrata, della quale ne si può tagliare qualche tornantino su opportuna traccetta, andando a sovrastare di qualche decina di metri un lago su ampio pianoro erboso giungendo poi ad un bivio. Qui si trascura a sinistra la sterrata che risale al Colle del Mulo e si procede su quella di destra che in moderata discesa, puntando dapprima ad Est e poi a Sud-Est, conduce nuovamente al Colle Valcavera concludendo così l’anello in 30 min. dal colle e 4 ore 50 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Percorso davvero bello, breve con poco sviluppo e dislivello ma con numerosi punti di interesse. Davvero particolare la finestra del Becco Grande, magari meno appariscente della più famosa e vicina finestra della Meja ma comunque di tutto rispetto. Molto interessanti anche le doline sopra al Colle del Mulo, i numerosi torrioni salendo alla Cima Est ed il bel Lago della Meja. Rispetto a qualche anno fa, quando avevo salito la Rocca la Meja per poi raggiungere la Cima Ovest del Becco Grande, ho notato che i percorsi sono stati segnati e rivisti…il tratto dal Colletto della Meja alla Cima Ovest infatti era stato un calvario ravanando nella pietraia alla ricerca del giusto percorso, mentre ora ho trovato una traccia evidente con numerosissimi ometti di pietre; poi per raggiungere la Cima Est non ricordavo nessun sentiero esistente, mentre recentemente è stato segnato il sentiero Claudio Fulcheri, in ricordo dell’alpinista cuneese perito 3 anni fa sul Monviso, e che conduce direttamente al Becco Grande Cima Est. Come già citato nella descrizione, se si vuole andare a vedere la finestra, il percorso più logico è fare una modesta deviazione dopo aver raggiunto la Cima Ovest, essendo proprio poche decine di metri sotto alla vetta, risparmiando così notevolmente tempo e fatica. Il tratto dal colletto sotto alla Cima Est per andare alla Cima Ovest è sicuramente il punto più delicato del percorso, prestare pertanto estrema attenzione per l’esposizione, esistono comunque un paio di chiodi se si volesse fare sicurezza. Volendo questo tratto è evitabile se dal colletto si torna a ritroso sul sentiero ancora per qualche decina di metri per poi svoltare a destra e risalire un canalino di erba e detriti segnato con bolli blu e che conduce alla base della vetta.  

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *