Punta Marguareis mt. 2651

La Punta Marguareis (Pointe Marguareis in francese) è una montagna delle Alpi Liguri, la più alta cima della catena, si trova sulla linea di confine italo-francese, punto nodale tra la Valle Pesio, la Val Tanaro e la Val Roia. Il nome “Marguareis” deriva dal gergo dei pastori brigaschi: anticamente era detto Maraguaréz e Maravarez, trasformato poi nel nome attuale. Il versante sud del Marguareis, carsico, che giustifica il nome “Carsene”, è un altopiano morbidamente digradante; il versante nord è invece una parete verticale solcata da canali molto impegnativi. Qui propongo un percorso lungo e impegnativo (più di 24,5 km per quasi 2200 metri di dislivello) ad anello con partenza dal Pian delle Gorre

🏁 Punto di partenza:  Rifugio Pian delle Gorre mt. 1032

⚠️ Difficoltà:          EE allenatissimi

Sviluppo:            24,5 Km

📈 Dislivello:            2160 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 8 ore 35 min.

📅 Data escursione:       25/06/2015

🚥 Periodi consigliati:     Da giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a  Savona, poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e, ad una rotonda, si segue poi la  SP564 fino a Pianfei, dove si prende a destra per Chiusa Pesio. Passata Chiusa Pesio si continua verso la Certosa e Pian delle Gorre, fino al parcheggio al termine della strada asfaltata, che, nei giorni festivi, è a pagamento ( 3 euro).

Itinerario:

Dal Rifugio Pian delle Gorre mt. 1032 bisogna subito trascurare a sinistra la deviazione per il Rifugio Garelli e la Cascata del Saut (dalla quale arriveremo al ritorno) e piegare a destra seguendo l’indicazione per la Cascata del Pis, H10, (volendo dal parcheggio vi è una scorciatoia che su traccia passa nei pressi di un’area pic-nic e scende poi ripida fino a raggiungere un ponticello in legno, risparmiando almeno 500 metri di percorso). La sterrata si addentra nel fitto bosco perdendo un po’ di quota e attraversando alcuni ponticelli, andando prima a compiere un tornante sulla destra e quindi, all’altezza di un ampio slargo, un altro ma sulla sinistra (qui volendo si sbuca con la scorciatoia precedentemente citata). In breve, all’altezza di un ponte in legno, si incontra un primo bivio per l’Osservatorio faunistico, che bisogna trascurare a destra e svoltare invece a sinistra seguendo le indicazioni per il Gias Fontana, abbandonando così la sterrata. Il sentiero ora inizia a prendere quota all’interno del fitto bosco sovrastando così il torrente che scorre impetuoso, formando anche numerose cascatelle. Poi si incontra un secondo bivio per l’Osservatorio faunistico e anche qui, come prima, bisogna trascurarlo e mantenersi a sinistra seguendo sempre l’indicazione per il Gias Fontana, sempre sul H10. Dopo un tratto nel bosco si arriva, in 30 min. totali, al Gias Fontana mt. 1218. Superato il Gias si approda subito ad un bivio, dove bisogna trascurare l’ H11, con indicazioni per il Passo di Baban e Gias dell’Ortica, e mantenersi a sinistra sul H10, seguendo le indicazioni per il Gias Arpi e Passo del Duca. Ci si addentra nuovamente nel bosco approdando dapprima al bivio per il Pis del Pesio, quindi al bivio per il Pian delle Gorre e subito dopo, in altri 20 min. e 50 min. totali, al Gias degli Arpi mt. 1435. Da questo si procede su traccia che diparte in salita alla sinistra del Gias e conduce ad intersecare la strada ex militare che scende con ampi tornanti dal Colle del Prel nel Vallone degli Arpi. Detta sterrata conviene evitarla seguendo opportune scorciatoie (che la intersecano di tanto in tanto) su evidente traccia che attraversa dapprima un fitto bosco, quindi si inerpica fra rade conifere per poi sbucare su un’ampia zona prativa, per poi raggiungere il Colle del Prel mt. 1925, in 45 min. dal Gias degli Arpi. Si procede ora in salita sul sentiero che conduce, fra belle distese di rododendri, ad un colletto erboso dove si incontra il bivio per il Rifugio Garelli, che bisogna trascurare procedendo invece dritti sul sentiero che, con frequenti tornantini, conduce al vicino Passo del Duca mt. 1989, in altri 15 min. ed 1 ora 50 min. totali. Fin qui è lo stesso percorso effettuato recentemente nel giro ad anello del Monte Jurin. Poche decine di metri oltre il passo si incontra l’indicazione per il Passo Scarasson, bisogna pertanto abbandonare l’ampio sentiero che conduce al Gias dell’Ortica e seguire questo esile sentierino contrassegnato sempre con segnavia che, fra pini mughi e roccette carsiche, si addentra nella zona delle Carsene. In un breve tratto la traccia diviene un po`evanescente  e bisogna pertanto prestare attenzione a guardarsi un po`intorno per cercare i segnavia, che qui permettono di districarsi fra le svariate roccette, poi la traccia ritorna evidente fra erba e roccette puntando verso Sud fin quando raggiunge la base di una bastionata rocciosa. Il sentiero piega ora decisamente verso destra attraversando un tratto su facili roccette, ma da non sottovalutare in caso di neve o ghiaccio. Tornati su terreno più agevole si seguono i segnavia e ometti che, con qualche saliscendi, permettono di attraversare una sorta di altopiano prativo e raggiungere il Passo Scarasson (anche se non c’è nessuna indicazione), in 1 ora dal bivio e 2 ore 50 min. totali. Ora il sentiero entra in territorio francese e inizia a perdere quota, ma, tale sentiero, bisogna seguirlo solo per qualche decina di metri. Il sentiero piega a destra mentre una traccia evidente, che ora bisogna seguire, punta a sinistra. In breve la traccia tende a perdersi inizialmente fra i prati tornando evidente e segnata con (in realtà è arancione). Il percorso si snoda fra belle distese prative e particolari roccioni carsici arrotondati e solcati dall’erosione. Dopo aver rasentato un “abisso” (prestare molta attenzione a non avvicinarsi troppo, non se ne vedeva il fondo), finisce il tratto in falsopiano e si attraversa un canalino roccioso, in 35 min. dal Passo e 3 ore 25 min. totali, dopodiché si procede in salita fra erba e roccette. Quindi, superato un intaglio roccioso, la traccia, sempre ottimamente segnata con tacche , prende a salire piuttosto ripida sul pendio erboso fino a raggiungere l’ampia dorsale in corrispondenza di una modesta dolina, superata la quale si incontra la “via normale” proveniente dal Passo Gaina, in altri 50 min. circa. Da qui in 5 min. e 4 ore 20 min. totali, si raggiunge comodamente la vetta della Punta Marguareis mt. 2651. Panorama io purtroppo non ne ho visto a causa della nebbia ma è sicuramente eccezionale. Dalla vetta si segue la traccia con segnavia che, su fini sfasciumi, punta verso Sud-Est e raggiunge, dopo 10 min. circa, un bivio su di un colletto, dove bisogna trascurare la traccia a destra (senza alcuna indicazione), che conduce al Passo Gaina, e piegare a sinistra seguendo l’indicazione per il Colle Palu’ e Colle del Pas. Dopo altri 10 min. di moderata discesa si approda al Colle dei Torinesi mt. 2450, nelle cui vicinanze termina il Canalone dei Torinesi, e si procedere ora in moderata salita fra belle distese prative seguendo l’indicazione per il Colle Palu’. Il sentiero taglia a Sud le pendici erbose di Cima Pareto, poi compie un traverso a tratti un po’ esposto alle pendici di Cima Bozano che poi diventa una cengietta a tratti attrezzata con cavo e staffe di metallo fino al raggiungimento del Colle Palu’ mt. 2520. Il percorso ora discende un breve canalino per poi tagliare le pendici di Punta Emma su placchette inclinate attrezzate con cavi metallici e staffe fino al raggiungimento di una conca erbosa dove si incontra un bivio, in 25 min. dal Colle. Tralasciando il sentiero che piega a destra con indicazione per il Colle dei Signori e Rifugio Don Barbera, si piega invece a sinistra seguendo l’indicazione per il Colle del Pas. Inizia quindi una risalita su comodo sentiero, fra distese prative, che conduce, in altri 15 min. e 5 ore 35 min. totali, al Colle del Pas mt. 2340. Si torna a perdere nuovamente quota fino al raggiungimento del grazioso Lago Ratavolaira, dopo 10 min. circa, quindi si attraversa un piccolo ripiano fra erbette e massi incontrando subito un nuovo bivio, dove bisogna trascurare la deviazione a destra per Porta Sestrera ed il Rifugio Garelli e procedere invece dritti (Nord-Ovest) seguendo l’indicazione per Porta Marguareis. Seguendo sempre le il sentiero porta ad introdursi in un canalino erboso, risalito il quale si raggiunge Porta Marguareis mt. 2288, in 15 min. dal Lago e 6 ore totali. Il percorso inizia ora a farsi decisamente più tortuoso, in ripida discesa fino al raggiungimento di una vasta pietraia di grossi massi, che bisogna attraversare compiendo un lungo traverso verso Ovest saltando da un masso all’altro fin quando questa si esaurisce nei pressi del bivio per il Canale dei Torinesi, dopo 25 min. da Porta Marguareis. Trascurato il bivio per il canale si torna a scendere fra distese di rododendri fino a raggiungere un ripiano, sede del Laghetto del Marguareis mt. 1925, in altri 15 min. e 6 ore 40 min. totali. Nel punto in cui il Lago forma un rio bisogna trascurare il sentiero che attraversa il rio e discende il vallone del Marguareis fino al Gias Sottano Sestrera e seguire invece il sentiero che, con un traverso in falsopiano e moderata salita, porta a raggiungere comodamente il Rifugio Garelli mt. 1990, in 20 min. dal Lago e 7 ore totali. Questo è posto in una posizione eccezionale, il Pian del Lupo, un vero e proprio balcone sulla parete Nord del Marguareis. Il sentiero torna ora a scendere sul H8 che, in 10 min. circa, conduce al Gias Soprano di Sestrera mt. 1842, dove bisogna trascurare la deviazione a destra sul H6 e procedere ancora dritti sempre sul  H8. Attraversata una zona adibita a pascoli si entra in un fitto bosco ed il sentiero inizia a perder quota con numerosi tornantini fino al raggiungimento del Gias Sottano di Sestrera mt. 1331, in 40 min. dal Gias soprano. Qui bisogna trascurare a sinistra il sentiero H1, che conduce al Laghetto del Marguareis, e procedere dritti. In breve si attraversa un ponticello in legno e, con un ulteriore breve tratto in discesa nel bosco, si raggiunge una strada sterrata, in altri 15 min. circa. Qui se si vuole fare una breve deviazione per ammirare le Cascate del Saut (la consiglio vivamente) bisogna andare a sinistra fino al raggiungimento di un ponte in legno, dove si incontra un altro bivio, al quale bisogna tralasciare il sentiero per il Gias degli Arpi, che attraversa il rio, e percorrere invece il ponte oltre il quale il sentiero, con breve risalita, porta a raggiungere una balconata dalla quale è possibile ammirare la meravigliosa e impressionante Cascata del Saut. Volendo un sentierino a sinistra permette di raggiungere un altro ponte in legno dal quale si può ammirare un’altra cascata, bella ma meno entusiasmante della precedente. Questa deviazione comporta circa 10 min. fra andata e ritorno. Ritornati alla sterrata la si segue andando a raggiungere il Rifugio Pian delle Gorre, in altri 20 min. e 8 ore 35 min. totali, concludendo così questo lungo anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Giro ad anello decisamente lungo ed estenuante, adatto ad escursionisti esperti, ma soprattutto allenati in quanto comporta quasi 2200 metri di dislivello per 21,3 km di sviluppo. Punta Marguareis l’avevo nel mirino da parecchi anni ma per un motivo o per l’altro saltava sempre, poi durante l’ultima escursione al Monte Jurin è nata l’idea per questa gita, che permette di aggirare e raggiungere questa bella montagna, la regina delle Alpi Liguri. Peccato solo che il meteo, previsto ottimo, tanto buono non è stato, avendo avuto soltanto un po’ di sole nel versante francese e tanta nebbia in quello italiano…..peccato perché le visuali migliori sul massiccio si hanno proprio da questo versante. Pertanto chi decidesse di intraprendere questa escursione deve tenere presente, oltre al notevole sforzo fisico che comporta (ma questo può essere ovviato dividendola in più giorni pernottando in Rifugi e Bivacchi), anche il particolare clima della zona che spesso, anche con previsioni meteo buone, porta a ritrovarsi con visibilità limitata….ed alcuni tratti del percorso, specie nella zona delle Carsene e nel tratto roccioso sul versante francese, richiedono buona visibilità, in quando attraversare quelle zone fuori sentiero può essere pericoloso per gli innumerevoli abissi presenti.

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