Monte Jurin mt. 2188

Il monte Jurin è una montagna delle Alpi Liguri, si trova sul displuvio tra le valli Pesio e Vermenagna nella cresta tra la Cima della Fascia e la Punta Mirauda. Qui propongo un lungo e impegnativo anello ma completo e remunerativo.

🏁 Punto di partenza:  Rifugio Pian delle Gorre mt. 1032

⚠️ Difficoltà:           EE allenati

Sviluppo:            19,8 Km

📈 Dislivello:            1670 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 6 ore 40 min.

📅 Data escursione:       07/06/2015

🚥 Periodi consigliati:     Da Giugno a Ottobre, ma fra Maggio e metà Giugno e’ l’ideale

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona, poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino a Pianfei, dove si prende a destra per Chiusa Pesio. Passata Chiusa Pesio si continua verso la Certosa e Pian delle Gorre, fino al parcheggio al termine della strada asfaltata, che, nei giorni festivi, è a pagamento ( 3 euro).

Itinerario:

Dal Rifugio Pian delle Gorre mt. 1032 bisogna subito trascurare a sinistra la deviazione per il Rifugio Garelli e la Cascata del Saut e piegare a destra seguendo l’indicazione per la Cascata del Pis  H10 (volendo dal parcheggio vi è una scorciatoia che su traccia passa nei pressi di un’area pic-nic e scende poi ripida fino a raggiungere un ponticello in legno ,risparmiando almeno 500 metri di percorso). La sterrata si addentra nel fitto bosco perdendo un po’di quota e attraversando alcuni ponticelli, andando prima a compiere un tornante sulla destra e quindi, all’altezza di un ampio slargo, uno sulla sinistra (qui volendo si sbuca con la scorciatoia precedentemente citata). Dopo 15 min. circa, all’altezza di un ponte in legno, si incontra un primo bivio per l’Osservatorio faunistico, che bisogna trascurare a destra e svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per il Gias Fontana, abbandonando così la sterrata. Il sentiero ora inizia a prendere quota all’interno del fitto bosco sovrastando così il torrente che scorre impetuoso formando numerose cascatelle. In altri 15 min. si incontra un secondo bivio per l’Osservatorio faunistico e anche qui, come prima, bisogna trascurarlo e mantenersi a sinistra seguendo sempre l’indicazione per il Gias Fontana sempre sul H10. Dopo un tratto nel bosco si arriva, in altri 10 min. e 40 min. totali, al Gias Fontana mt. 1218. Superato il Gias si approda subito ad un bivio, dove bisogna trascurare l’ H10 a sinistra, dal quale arriveremo al ritorno per eseguire un anello, e mantenersi a destra sul H11 seguendo le indicazioni per il Passo di Baban e Gias dell’Ortica. Il sentiero perde ora leggermente quota andando a raggiungere dopo circa 5 min. la Cascata Fontana (una traccia sulla sinistra permette di avvicinarsi leggermente ad essa). Attraversato il ponte in legno si ritorna a salire con, di tanto in tanto, qualche tornantino all’interno del bosco, dapprima puntando verso Nord-Ovest poi decisamente a Ovest nella Gorgia de Fournace, uscendo via via dal bosco e giungendo, dopo 50 min. dalla cascata e 1 ora 35 min. totali, ad un bivio con palina (e indicazione su masso) alle pendici della Cima di Baban. Qui bisogna trascurare il H11a sinistra, che conduce al Passo di Baban, per svoltare invece a destra sul H12, seguendo le indicazioni per il Gias Vaccarile e la Colla del Vaccarile. Il sentiero procede ora fra distese prative in moderata salita fin quando, dopo poco e raggiunta una spalla erbosa, il sentiero piega a sinistra su di essa e bisogna prestare attenzione a non procedere invece sull’evidente traccia che continua dritta. Il sentiero sempre segnato ma con sporadici conduce, in altri 15 min. circa, al Gias Vaccarile Sottano mt. 1668, superato il quale prende a salire con maggiore decisione fra distese prative e, di tanto in tanto, qualche roccione, per poi raggiungere un pianoro soprastante, sede del Gias Vaccarile soprano mt. 1911, in altri 35 min. e 2 ore 25 min. totali. Giunti a questo punto si può decidere se proseguire sul pendio erboso seguendo i paletti che conducono alla Colla Vaccarile mt. 2050 oppure, come ho fatto io, seguire una traccia che diparte alla sinistra del Gias e punta verso il dosso soprastante. Questa traccia inizia piuttosto evidente poi, in corrispondenza di un piccolo rio, tende un po’a perdersi fra i prati per poi tornare a farsi piuttosto evidente poco sopra, puntando in diagonale verso un colletto fra due rilievi erbosi, più o meno qualche centinaio di metri più a Sud rispetto alla Punta Melasso, in 20 min. dal Gias. Raggiunto il crinale, che separa la Valle Pesio dalla Val Vermenagna, si piega a sinistra sul sentiero che, puntando verso Sud fra belle distese prative, conduce in moderata salita a rasentare le pareti Ovest della Cima Baban mt. 2100 (che ne si può raggiungere facilmente la rocciosa cima con breve deviazione). Ora il sentiero si impenna ed abbandona il crinale tagliando ad Est le pendici del Monte Jurin, quindi, per raggiungerne la cima, bisogna abbandonare il sentiero e piegare a destra portandosi in quella che è la semplice crestina mista di erba e roccette del Monte Jurin mt. 2188, la cui cima si raggiunge agevolmente in altri 30 min. dal crinale e 3 ore 15 min. totali.

Panorama a Nord su Bric Costa Rossa e Bisalta, a Nord-Est la pianura cuneese, ad Est Mondolè, Seirasso, Mongioie, Saline e Marguareis, a Sud-Est le vicine Rocche del Cros e Cima della Fascia, a Sud-Ovest le Marittime fra le quali spiccano Rocca dell’Abisso, Gelas, Argentera e Matto, a Nord-Ovest le Cozie, dove invece spicca il Monviso.

Dalla cima si discende per una spalletta erbosa senza traccia puntando verso Est, andando così in breve a riallacciarsi al sentiero abbandonato in precedenza e, piegando ora a destra, si inizia a perdere quota seguendo sempre i segnavia , portandosi verso la base delle pareti Est delle Rocche del Cros. Poi, con qualche tornantino, si approda in una conca prativa, dalla quale bisogna risalire di qualche decina di metri fino all’evidente Colle del Carbone mt. 2019 (alla cui destra, risalendo il pendio prativo, si può comodamente in breve raggiungere la sommità della Testa di Baban o Bric Bassa del Carbone), in 30 min. dal Monte Jurin. Dal colle si ritorna a scendere verso il sottostante Gias dell’Ortica mt. 1870, che si raggiunge comodamente in 20 min. circa e dove si incontra un primo bivio. Qui bisogna trascurare la deviazione a destra sul Gta per Capanna Morgantini e procedere dritti fino a raggiungere, in altri 5 min. e 4 ore 10 min. totali, un successivo bivio, dove bisogna trascurare (sempre se non si è troppo stanchi) la deviazione a sinistra sull’ H11 per il Passo del Baban e procedere a destra sul Gta H10 seguendo l’indicazione per il Passo del Duca, che in moderata discesa porta a percorrere la conca prativa. In breve si torna a salire moderatamente ma in modo costante fra i pini mughi portandosi alla base dell’erboso versante Nord della Testa di Murtel e poi con qualche ampio tornante si giunge facilmente dapprima al bivio per il Passo Scarasson e pochi metri dopo il Passo del Duca mt. 1989, dopo altri 35 min. e 4 ore 45 min. totali. Volendo merita una breve deviazione (10 min. totali fra salita e discesa) alla soprastante Testa del Duca mt. 2055 seguendo una traccia, inizialmente evidente ma che dopo poco scompare, che dal Passo risale il ripido pendio erboso fino alla vetta, che permette di ammirare a pieno la bellezza della parete Nord di stampo dolomitico del Marguareis. Dal Passo il sentiero procede rasentando a destra le verticali pareti Nord della Testa del Duca e alcuni grossi torrioni a sinistra, quindi inizia a scendere con numerosi tornantini fino a raggiungere un colletto prativo dove si incontra un bivio. Bisogna abbandonare il Gta, che scende a destra verso il Rifugio Garelli, e mantenersi a sinistra sul H10 con indicazione per Gias degli Arpi e Pian delle Gorre. Il sentiero conduce, fra belle distese di rododendri, al vicino Colle del Prel e da questo iniziano una serie di ampi tornanti su strada ex militare, che volendo di tanto in tanto si può tagliare su evidenti scorciatoie, attraversando così il Vallone degli Arpi con tratti aperti che si alternano ad altri nel bosco di faggi. Dopo 55 min. dal Passo del Duca e 5 ore 50 min. totali si arriva al Gias degli Arpi mt. 1435. Poche decine di metri dopo il Gias si incontra un altro bivio, dove bisogna trascurare il sentiero che procede dritto con indicazione per il Pian delle Gorre (la meta è giusta ma il percorso compie un giro piuttosto lungo) e svoltare invece a sinistra seguendo l’indicazione per la Cascata del Pis del Pesio e Gias Fontana. Dopo 5 min. di ripida discesa all’interno del fitto bosco si giunge al bivio per il Pis del Pesio che, nei giusti periodi (normalmente fra Maggio e Giugno), è uno spettacolo che merita di essere visto. La deviazione comporta circa 10 min. fra andata e ritorno su sentiero che con frequenti ripidi tornanti conduce alla base (e volendo anche dietro) alla Cascata del Pis del Pesio. Dal bivio si segue il sentiero H10 che in breve conduce al Gias Fontana e da qui, come per l’andata, fino al Pian delle Gorre in 35 min. e 6 ore 40 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Bellissimo percorso ad anello senza particolari difficoltà tecniche ma impegnativo dal punto di vista fisico essendo più di 19 km di sviluppo per 1600 metri circa di dislivello. Chi non se la sentisse di effettuare un percorso così lungo può comunque, giunti al Gias dell’Ortica, svoltare per il Passo di Baban risparmiando così almeno 4/5 km e circa 200 metri di dislivello. Così facendo però, tornati al Gias Fontana, bisogna comunque risalire di altri 200 metri per poter ammirare la Cascata del Pis del Pesio…..e non va assolutamente persa perché è davvero uno spettacolo poiché l’acqua sgorga direttamente da una parete rocciosa e compie un salto di oltre 20 metri. Il fenomeno è però tanto bello quanto effimero: infatti si ha la fortuna di ammirarlo solo per alcune settimane l’anno, in primavera, quando l’abbondanza d’acqua dovuta al disgelo riempie le cavità ipogee fino a farle traboccare dal sifone terminale del Pis.

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