Monte Gelas mt. 3143


Il Monte Gelas (detto anche Cima dei Gelas) è una montagna delle Alpi Marittime, la terza per altitudine che si trova sul confine fra Italia e Francia. Il nome deriva dai ghiacciai presenti sul fianco settentrionale del monte, che hanno subito un notevole ritiro nell’ultimo secolo ma sono tuttora presenti. La montagna è facilmente riconoscibile per la sua vetta bifida; la vetta nord, quella salita in questa escursione, è la più alta nonché la più accessibile. Qui descrivo la salita per la via normale francese con anello per toccare anche i Lacs Balaour.

🏁 Punto di partenza: Madone de Fenestre mt. 1908 circa

⚠️Difficoltà:          EE fino al canale, F+ dal canale alla vetta

Sviluppo:           12 Km

📈 Dislivello:          1300 Mt. circa

⏱️ Tempi:             Giro ad anello totale 8 ore

📅 Data escursione:    27/08/2020

🚥 Periodi consigliati:  Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Ventimiglia, quindi si continua in territorio francese su E74 fino a Nizza Saint Isidore (52). All’uscita dell’autostrada, dopo una rotonda si volge a destra e su M6202 si segue il corso del Fiume Var fino a Plan du Var, punto in cui ad una rotonda si svolta a destra seguendo le indicazioni per Roquebilliere e San Martin Vesubie. La strada, Route de la Vesubie, inizia a salire piuttosto lentamente all’interno di uno stretto vallone poi, a Le Cros d’Utelle diviene M2565. Questa va seguita fino a raggiungere Gordolon, oltre il quale si trascura a sinistra la deviazione per Roquebilliere e si procede dritti seguendo sempre per St. Martin Vesubie. Trascurata poi la deviazione a destra sull’M71 per Belvedere si continua ancora dritti andando a raggiungere San Martin Vesubie dove, più o meno al termine di esso, si svolta a destra su M94 seguendo l’indicazione per Madone de Fenestre. Si procede lungamente su questa stradina asfaltata che risale il vallone fino al raggiungimento del Santuario de la Madone de Fenestre, nei pressi del quale, lungo la strada, si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio ci si dirige verso il Santuario de la Madone de Fenestre mt. 1908, dove si intercetta il sentiero che va ora seguito con segnavia e indicazione per il Lac de Fenestre. Questo, un’ampia mulattiera, risale moderatamente puntando verso Nord-Est poi, dopo circa 25 min. si giunge ad un bivio, punto in cui si trascura la deviazione a sinistra per il Pas des Ladres e ci si mantiene su quello di destra. Guadato un piccolo rio con poi qualche ampio tornante fra distese prative adibite a pascolo, si prende quota raggiungendo quindi un bivio non segnato. Il sentiero corretto sarebbe quello di destra ma, se si vuole fare una modesta deviazione ed andare a vedere il Lac de Fenestre, bisogna invece mantenersi su quello di sinistra. In circa 35 min. dal bivio iniziale ed 1 ora totale si perviene al Lac de Fenestre mt. 2269, dove, per ritornare sul giusto percorso, bisogna piegare a destra su pietraia seguendo qualche sporadico ometto di pietra puntando grossomodo verso Sud-Est andando così in breve ad intercettare il sentiero trascurato in precedenza e che ora va seguito a sinistra in salita. Il sentierino dapprima risale con qualche tornantino quindi, superato uno spigolo, taglia a mezzacosta in falsopiano il pendio fra erba e modeste pietraie per poi salire in maniera piuttosto decisa andando a sovrastare un paio di piccoli laghetti. Mantenendo sempre più o meno la stessa direzione, Nord-Est, con un traverso si sovrastano i Lacs Balaour (che raggiungeremo al ritorno) per poi risalire su pietraia fino al Lac Mort mt. 2533, al mio passaggio asciutto, in un’ora dal Lac Fenetre e 2 ore totali. Ora con pendenze più accentuate si risale verso le ripide balze rocciose del versante meridionale del Torrione di Saint Robert, sovrastando di pochi metri un piccolo rio che forma dei minuscoli laghetti, fino al raggiungimento di un ripiano a 2628 metri di quota. Qui su un masso vi è una freccia gialla a sinistra (non particolarmente ben visibile), che va trascurata in quanto conduce alla Cime Saint Robert e si svolta invece decisamente a destra, Ovest, seguendo alcuni ometti in pietraia ed una vaga traccetta che conduce ad un ripiano superiore, sede del Lac Blanc mt. 2658 in altri 30 min. circa e 2 ore 30 min. totali. Ne si costeggia la sponda meridionale volgendo a destra e, seguendo i numerosi ometti, si risale il ripido pendio su pietraia stabile puntando ad un colletto all’inizio della cresta Sud della Cima Sud del Gelas. Raggiunto tale colletto si piega a sinistra su traccia che punta verso Nord compiendo un traverso alle pendici della Cima Sud entrando poi nella conca terminale, la Terrasse du Gelas, situata sotto le due cime del Gelas e alla base del ben visibile canale Est. Giunti poi al Lagarot de la Terrasse du Gelas mt. 2925, minuscolo specchio d’acqua su vasta pietraia, si prosegue ancora per poco verso Nord seguendo i numerosi ometti su spallone detritico, che offre ora un bel panorama verso la sottostante Val Gordolasque (in particolar modo Lac Long, Maledia e Clapier). Ci si mantiene su crinale fino ad un punto in cui risulta evidente sulla nostra sinistra l’angusto e ripido canalino, pertanto si abbandona la traccia che punta al Balcone del Gelas per svoltare a sinistra andando così ad intercettare una traccetta di fini sfasciumi su conoide. Tale traccia raggiunge in breve la base del canale, in altri 15 min. e 3 ore 35 min. totali, nel quale è d’obbligo indossare il casco per proteggersi da eventuali scariche si sassi dall’alto e prestare la massima attenzione a non far cadere sassi. Il canale inizia subito con un tratto semplice ma ripido e tecnico, con passaggi di I° ben appigliati, per poi raggiungere una strozzatura con un masso sul quale vi è una scritta con vernice rossa, che bisogna aggirare sulla sinistra (II° ben appigliato) giungendo su un piccolo terrazzino. Si procede ancora nel canale con alternanza di tratti camminabili ma ripidi a modesti passaggi da superare aiutandosi con le mani (passaggi di I/II°) fino ad un punto dove il canale diviene più stretto e sembra ostruito da un grosso masso soprastante compiendo così un salto. Qui ho optato per uscire dal canale effettuando un breve traverso a destra su roccette ben appigliate per poi risalire la soprastante paretina abbattuta scegliendo i punti migliori dove mettere mani e piedi (II°) per qualche decina di metri, ossia dopo aver oltrepassato le due strozzature del canale. Ritornati all’interno di esso con un breve traverso a sinistra, si perviene ad un ampio terrazzino ove si risale su facili roccette sulla sinistra (II°), quindi seguono ancora un paio di passaggini semplici (I°) ed un successivo ripido tratto camminabile su detriti fino al raggiungimento della sommità del canale su stretta forcella a mt. 3105, la Selle du Gelas, in 25 min. circa dall’imbocco. Bisogna ora piegare a destra e risalire una placca di circa 2 metri leggermente esposta (II°), passaggio piuttosto ostico che si supera con l’ausilio di una fessura, che presenta qualche scarno appiglio per i piedi, ed una soprastante fettuccia con cordino che aiuta a tirarsi su. Oltrepassato questo punto si risale quindi su ripida traccia per fini sfasciumi (prestare attenzione, specie in discesa), che supera poi qualche modesto gradino (I°) e conduce sulla cresta sommitale, dalla quale su facili roccette si perviene agevolmente in vetta al Monte Gelas mt. 3143, in 10 min. dalla forcella e 4 ore 10 min. totali.

Panorama a Nord Gran Paradiso, Dent d’Herens, Cervino, Rosa, a Nord-Est Monte Aiera, Carbonè, Bisalta e Bric Costa Rossa, a Est Frisson, Rocca dell’Abisso, Marguareis, Mongioie, Cimes de l’Agnel, Maledia, Bertrand, Missun, Saccarello, Clapier, Cime Lusiere, Cime Chaminey, a Sud-Est Bego, Grande Capelet, Corsica e Cime du Diable, a Sud Cime Cabret e Mont Ponset, a Ovest Grande e Petite Seolane, a Nord-Ovest, Brocan, Baus, Nasta, Argentera, Cima del Chiapous, Asta, Oriol e Monviso.

Per la discesa si può ritornare sullo stesso percorso oppure, come vado ora a descrivere, optare per compiere un anello. In questo caso si ridiscende per il medesimo percorso fino al Lagarot e da questo, dopo poco più di 100 metri, ci si mantiene su di una traccetta sulla sinistra che discende un valloncello laterale in pietraia seguendo alcuni ometti. Puntando più o meno verso Sud si giunge ad un ripiano, in 1 ora 5 min. dalla vetta e 5 ore 15 min. totali, oltre il quale gli ometti conducono a discendere un ripido e sfasciumato canalino con alcuni passaggi di I/II°, privo di esposizione ma da percorrere comunque con cautela onde evitare di farsi male. Oltrepassato il canale si perviene ad una pietraia di grossi massi che bisogna attraversare seguendo sempre gli ometti che portano a mantenersi prevalentemente verso sinistra, finché iniziano una serie di brevi canalini, abbastanza semplici ma comunque da non sottovalutare (I°), che conducono a raggiungere un ripiano dove risiedono un paio di minuscoli laghetti, in altri 40 min. circa. Portandosi anche qui leggermente verso sinistra si discende su scomoda pietraia fino al Lac Cabret mt. 2495, dal quale si volge decisamente a destra e, seguendo sempre alcuni evidenti ometti, si discende fino a raggiungere il bel Lac Balaour Sup. mt. 2364, in 15 min. dal Cabret e 6 ore 25 min. totali. Un sentierino con sporadici segni conduce dapprima sulla sinistra ad un minuscolo laghetto con zolle d’erba affioranti, poi, seguendo il corso del rio si perviene sulle sponde del Lac Balaour mediano. Anche qui con breve deviazione a sinistra si giunge agevolmente ad un secondo laghetto con zolle d’erba e da questo, svoltando verso destra si raggiunge facilmente il Lac Balaour Inf. mt. 2344, caratterizzato da un particolare isolotto erboso al suo interno, in 15 min. da quello superiore. Dalla sponda occidentale si prosegue seguendo un’evidente traccia di sentiero che risale di pochi metri fino ad un colletto dal quale si torna a scendere con numerosi tornantini su pendio erboso fino a rasentare il rio La Vèsubie che, dove il sentiero spiana, bisogna guadare a sinistra intercettando così il sentiero proveniente dal Pas du Mont Colomb e diretto alla Madone de Fenestre provvisto anche di qualche segnavia , in 35 min. dal Lac Balaour inf. e 7 ore 15 min. totali. Questo sentiero, sempre molto evidente, scende in maniera dolce fino ad una passerella in legno che, una volta attraversata, conduce ad un bivio con palina, dove si trascura la deviazione a sinistra per la Baisse des Cinq Lacs, e si procede dritti verso la Madone de Fenestre. Si percorre poi un’altra passerella in legno e con breve discesa si giunge in prossimità della Vacherie de la Madone, prima della quale bisogna svoltare a destra su ponte in legno a mt. 1868 circa. Ora con modesta risalita di circa 40 metri su sentierino si perviene a rasentare il Santuario della Madone de Fenestre e da questo in breve al parcheggio, in altri 45 min. dal guado e 8 ore totali, concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Da parecchi anni sognavo di salire questa prestigiosa vetta ma questi sogni cozzavano con la realtà, ossia che salirla per la via normale italiana era praticamente impossibile viste le mie capacità alpinistiche (praticamente nulle) e la difficoltà del percorso. Due anni fa, dopo l’escursione alla Maledia, avevo studiato la possibilità di salirla dal versante francese, idea di gita rimasta poi nel cassetto e ormai sommersa da altre idee fino a quando mi è stata proposta, quasi inaspettatamente, e subito accettata. Percorso piuttosto semplice fino al canalone, nel quale invece iniziano le difficoltà…..diciamo non eccessive ma neanche da sottovalutare. Questo canale è un’intaglio che separa la Cima Nord dalla quella Sud, inizia intorno ai 3000 metri e termina alla forcella grossomodo a 3100 mt. con pendenza media intorno ai 45° e difficoltà fra il I ed il II°, da aggirare a mio giudizio perlomeno in un punto dove le difficoltà aumentano (un paio di strozzature con salti verticali) utilizzando la paretina di destra. Altro punto delicato è la placca alla destra della forcella a fine canale, con una provvidenziale fettuccia che può aiutare sia per la salita ma ancor più per la discesa. Non avendo portato l’imbragatura ma solo una corda di 10 metri abbiamo utilizzato quest’ultima in discesa passandola nella fettuccia e facendola fungere da corrimano per maggiore sicurezza. Nella fessura per salire non ho avuto grossi problemi a trovare appigli per mani e soprattutto per piedi ma a scendere il discorso è ben diverso, infatti c’è chi ha preferito aggirare la fessura e scendere a destra seppur con molta esposizione ma perlomeno vedendo dove si mettevano i piedi, cosa che invece nella fessura non accade. Per il ritorno si è optato poi per effettuare questo giro alternativo che tocca parecchi laghi, che nel nostro immaginario doveva essere piuttosto soft e invece a posteriori tanto comodo non lo è stato (fra canalini e scomode pietraie), ma i laghi meritavano di essere visti anche se, sfortuna vuole, vi siamo arrivati in corrispondenza dell’arrivo delle nuvole che di certo non li han fatti ammirare nelle migliori condizioni. Escluso il tratto iniziale un po’ monotono la gita è nel complesso molto bella, per certi versi adrenalinica e impreziosita da numerosi laghi.

2 Risposte a “Monte Gelas mt. 3143”

  1. La leggo sempre con enorme piacere. Complimenti per le bellissime fotografie, per le descrizioni dettagliatissime che mi fanno immaginare di esserci, anche se ormai l’età mi limita tantissimo, e soprattutto complimenti per saper valorizzare ogni montagna: dal Sass d’Adam al Gelas, per dire…

    1. Grazie mille dei complimenti, gentilissimo. Sono contento che queste mie escursioni possano suscitare qualcosa nei lettori. Io ci metto tanta passione e mi fa piacere sapere che serva a qualcosa. Grazie ancora

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