Monte Bodoira mt. 2747

Il Monte Bodoira è un rilievo delle Alpi Cozie sullo spartiacque fra Valle Stura e Val Maira. Qui descrivo la salita dal Colle del Preit effettuando un anello con tratti fuori traccia al ritorno , ma è salibile anche dalla Valle Stura.

🏁 Punto di partenza:  Parcheggio sotto il Colle del Preit  a mt. 2050 circa

⚠️ Difficoltà:           EE non ci sono particolari difficoltà (a parte il traverso esposto evitabile) ma il percorso e’ quasi interamente senza ne sentiero ne tracce.

Sviluppo:            10,3 Km

📈 Dislivello:           750 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 3 ore 40 min.

📅 Data escursione:      08/06/2014

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Maira e Val Grana. Dopo un paio di rotonde, seguendo sempre i cartelli marroni indicanti le due valli, si procede poi sulla SP41, che poi confluisce nella SP422 e attraversa Caraglio, Dronero, Cartignano, San Damiano Macra, quindi Ponte Marmora. Qui, in corrispondenza della piccola diga si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Canosio su SP113. Si segue questa stretta strada trascurando poi la deviazione per Marmora e si continua fino a Canosio. Oltre il paese si procede su SP283 che risale la valle superando la frazione Preit per poi raggiungere il Colle del Preit dove, in un ampio spiazzo qualche decina di metri sotto al colle del Preit, si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dallo spiazzo poco sotto il colle a mt. 2070 circa si segue una traccetta su prati che in breve conduce appunto al Colle del Preit mt. 2083, e da questo si segue la sterrata a sinistra che scende verso l’Azienda Agrituristica La Meja al Grange Ciampasso mt. 2066, che riporta il segnavia (Percorsi Occitani). Dopo un primo tratto in discesa, la sterrata spiana fino ad un ponte che consente di attraversare un rio. In breve si costeggia il Grange Flip mt. 2084, e si procede sempre su di essa fino al raggiungimento di un tornante, dopo 15 min. circa. Qui bisogna abbandonare la sterrata (dalla quale arriveremo al ritorno) e procedere per prati puntando verso Sud su ripido pendio, senza una vera e propria traccia, mantenendosi a destra del Bric Servagno. In breve il pendio spiana e si approda in una traccia che va seguita verso destra solo per poche decine di metri rasentando le pendici del monte, per poi abbandonarla e puntare decisamente verso sinistra, risalendo così una conca fino a sbucare su di un ripiano. Bisogna ora risalire il pendio puntando ad un intaglio a Sud del Bric Servagno, dove giunge una strada militare che si raggiunge in 40 min. dall’abbandono della sterrata e 55 min. totali. Qui ho seguito la strada che taglia il versante Ovest della vetta senza nome a Sud del Bric Servagno, ma, essendo ricoperta di neve al mio passaggio, costringe ad effettuare un traverso piuttosto esposto (in presenza di neve conviene pertanto oltrepassare l’intaglio, proseguire su strada e, prima che perda troppa quota, svoltare a destra su prati e risalire fino ad un colletto…percorso fatto al ritorno). La strada dopo poco perde quota pertanto bisogna abbandonarla e risalire brevemente fino ad un colletto, in altri 15 min. circa. Ora si risale il pendio soprastante che, una volta superato, conduce ad un ulteriore pianoro superiore. Ora bisogna risalire un ampio canalino mantenendosi sulla sua sinistra, ed una volta concluso si è su ampia cresta, in altri 40 min. e 1 ora 50 min. totali. La si segue puntando verso Sud-Est raggiungendo dapprima la vetta del Monte Bodoira Nord mt. 2746 e poi, dopo aver superato un intaglio roccioso, si procede nella stessa direzione fino a raggiungere il Monte Bodoira Sud mt. 2747, in altri 10 min. e 2 ore totali.

Panorama a Nord su Rocca la Marchisa, Chersogno, Pelvo d’Elva e Monviso, a Nord-Est Rocca la Meja e Becco Grande, ad Est Monte Omo, Salè e Savi, a Sud-Est Monte Matto e Argentera, a Sud Corborant, Ischiator e Tenibres, ad Ovest Enciastraia e Monte Giordano, a Nord-Ovest Oronaye, Sautron, Brec e Aiguille de Chambeyron e Tete de l’Homme.

Si ritorna a ritroso fino al colletto, in 35 min. circa, e da questo, invece di effettuare il traverso, si piega a destra per andare ad intercettare la strada militare, che ora bisogna seguire in moderata salita fino all’intaglio dell’andata. Qui, se si vuole effettuare un anello, bisogna piegare a destra e discendere per prati fino alla conca sottostante poi, puntando verso Nord, si discende su ripido pendio. Raggiunta una modesta conca la si supera per discendere il sottostante pendio fra erba e roccette approdando così su sterrata nei pressi di una piccola cascatella e poco sopra al Gias della Margherina, in altri 30 min. dal colletto. Ora si piega a sinistra seguendo la sterrata riportante segnavia che, dopo circa un km, conduce al tornante dove all’andata l’abbiamo abbandonata e da qui come per l’andata, in 35 min. al parcheggio e 3 ore 40 min. totali, al Colle del Preit concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Bella escursione! Con panorama di primordine su Rocca la Meja per buona parte del percorso. Se si vuole effettuare questa gita bisogna tenere però presente che, una volta abbandonata la sterrata, non vi sono punti di riferimento in quanto non esiste un sentiero che conduca a questa vetta. Pertanto bisogna tenere presente la descrizione e, soprattutto, la traccia GPS senza la quale possono insorgere problemi di orientamento, tanto più se in assenza di visibilità. Come già citato nella descrizione, in presenza di neve, giunti all’intaglio fra il Bric Servagno e la vetta senza nome, è consigliabile svalicare e salire dal versante opposto, Est, evitando così di effettuare un traverso che personalmente mi è piaciuto poco senza ramponi. Il percorso fatto al ritorno l’ho preferito rispetto a quello dell’andata in quanto offriva degli scorci decisamente migliori sulla vicina Rocca La Meja, che è meravigliosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *