Rocca la Meja , Becco Grande e Becco Nero mt. 2831-2773-2629

Rocca la Meja è una montagna delle Alpi Cozie situata in alta Valle Maira, sovrasta gli altipiani della Gardetta, della Margherina e della Bandia. La montagna, come tutta la cresta su cui sorge, è costituita da calcari dolomitici, a stratificazione quasi verticale. Il nome, di origine occitana, si riferisce alla posizione della montagna, che si eleva in posizione centrale rispetto al territorio circostante. Qui propongo la salita per la via normale che si sviluppa sul versante sud, e segue una cengia che si sviluppa in diagonale da sinistra a destra fino quasi a raggiungere la cresta sud-est. Inoltre in questa gita ho raggiunto anche il Becco Grande, con buona parte di percorso primo di traccia,  ed il Becco Nero.

🏁 Punto di partenza:  Caserma Bandia  mt. 2426

⚠️ Difficoltà:          EE per Rocca la Meja, F il tratto con tacca rossa (finestra), E tutto il resto

Sviluppo:            10,7 Km

📈 Dislivello:           1050 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 4 ore 40 min.

📅 Data escursione:      30/06/2012

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo dove, oltrepassate un paio di rotonde, giunti ad un bivio, si svolta a destra seguendo le indicazioni per Demonte su SS20 ed usciti da Borgo San Dalmazzo si procede  quindi su SS21 che percorre la Valle Stura, raggiungendo poi il paese di Demonte. Verso la fine del paese si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Vallone dell’Arma. La strada diventa piuttosto stretta e risale il vallone superando alcune frazioni tra le quali S. Maurizio, Poracchia, Morier, giungendo infine a San Giacomo di Demonte. Quindi risale con frequenti tornanti, rasentando anche il Rif. Carbonetto, fino al Colle Valcavera dove bisogna svoltare a sinistra. Dopo poco termina l’asfalto e si prosegue su sterrata fino ai ruderi della Caserma Bandia, dove in uno spiazzo si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dallo spiazzo nelle vicinanze della Caserma Bandia mt. 2426, si segue la sterrata in salita che compie un tornante, oppure si può tagliare per prati puntando verso l’evidente Colle d’Ancoccia (colle che separa il Becco Grande dal Becco Nero) costeggiando un laghetto, per poi sbucare su un’altra sterrata proveniente dal Colle del Mulo con segnavia TRM (Tour di Rocca la Meja, Sentiero Gino Gertosio) e (Percorsi Occitani). La si segue in salita raggiungendo il Colle d’Ancoccia mt. 2533 in 15 min. circa, dal quale si può ammirare la meravigliosa parete meridionale della Rocca la Meja, di stampo dolomitico. Si procede sempre su sterrata, ora in discesa fra stupende distese prative, costeggiando alcuni piccoli laghetti. Più o meno in corrispondenza del Lago della Meja si abbandona la sterrata per seguire una traccia a destra che, su distese prative, punta al conoide di sfasciumi alla base delle pareti della Meja. Raggiunti gli sfasciumi, in altri 15 min. dal Colle d’Ancoccia, bisogna seguire il sentiero contrassegnato con   che taglia in diagonale il pendio detritico fino ad un piccolo ripiano, dove volge bruscamente a destra e, con qualche tornantino, conduce all’inizio del cengione, non prima però di dover superare quello che, a mio giudizio, è il punto più ostico di tutto il percorso, ossia un passaggio un poco esposto e con roccia unta da superare con l’ausilio delle mani (prestare attenzione soprattutto al ritorno), in altri 15 min. circa. Superato questo punto inizia l’ampio e semplice cengione che taglia in diagonale tutta l’imponente parete meridionale della montagna. Una volta terminato il cengione, con qualche zig-zag su piccoli sfasciumi, si giunge in breve alla base dell’evidente e ripido canale, in ulteriori 20 min. dal tratto impegnativo. Si piega quindi a sinistra e lo si percorre con facilità, stando attenti però a non sganciare rocce, fino ad un punto in cui il canale si interrompe a causa di un masso incastrato, dove è stata posta una catene che permette di superarlo agevolmente, in 10 min. dall’inizio del canale, oltre il quale ci si ritrova su di un piccolo ripiano. Se si vuole andare a vedere la meravigliosa “finestra della Meja” bisogna svoltare a destra seguendo una traccia che risale ripida su sfasciumi friabilissimi (prestare molta attenzione) ed in breve, seguendo delle , la si raggiunge in 5 min. circa. Si procede seguendo sempre le che in breve conducono ad una paretina inclinata ben appigliata e con poca esposizione con passaggi di II° grado, semplice ma su roccia marcia (prestare molta attenzione e verificare bene le rocce alle quali si fa presa). Superato questo tratto si è in cresta ed in 5 min. dalla finestra ed 1 ora 25 min. totali si raggiunge comodamente la vetta di Rocca la Meja mt. 2831.

Panorama nel mio caso limitato dalla foschia, comunque intuibile a Nord sul Monviso, a Nord-Est Monte La Bianca, Piovosa,Tempesta e Tibert, ad Est Viribianc, Viridio e Punta Parvo, a Sud-Est Becco Grande, Omo, Savi, Sale’, Nebius e Becco Nero con, in lontananza, le Alpi Marittime (tra le quali Argentera e Matto), a Sud le Alpi Marittime della Valle Stura (tra le quali Corborant e Becco Alto d’Ischiator), a Sud-Ovest il Bodoira, ad Ovest Oserot, Scaletta, Vanclava, Oronaye, Auto Vallonasso ed il vicino Cassorso e a Nord-Ovest Brec e Aiguille de Chambeyron, Mongioia, Salza, Rocca la Marchisa, Chersogno e Pelvo d’Elva (oltre ad i sottostanti Bert, Baret ed il Lago Nero).

Per il ritorno si seguono le che, con qualche zig-zag, conducono alla sommità del canale, che ora va ridisceso per intero, quindi come per l’andata in 50 min. nuovamente alle distese prative alla base della Meja. Ora, essendo la gita piuttosto breve, se la si vuole allungare sono possibili alcuni varianti, come per esempio raggiungere il Becco Grande ed il Becco Nero. Per raggiungere il Becco Grande bisogna puntare ora al Colletto della Meja, posto fra la Meja ed il Becco Grande appunto, tagliando per prati fino ad allacciarsi ad un’evidente traccia che conduce, in 15 min. e 2 ore 30 min. totali, al Colletto della Meja mt. 2551. Qui si piega a destra su labile traccia di sfasciumi che in breve scompare, quindi bisogna tagliare il pendio portandosi verso destra puntando al margine erboso sulla sommità del pendio dovesi incontra un grosso ometto, ma anche oltre tale ometto la traccia rimane comunque labile e a tratti inesistente. Bisogna pertanto mantenersi sul margine erboso, puntando ora alla sommità di una conca prativa, che si raggiunge in 35 min. dal Colletto della Meja. La traccia diviene ora esile ma evidente e volge nel versante settentrionale della montagna, tagliando le pendici delle anticime del Becco Grande. Quindi approda ad una selletta erbosa fra un’anticima e la cima vera e propria, dopodiché procede sempre evidente e semplice in ambiente roccioso fino alla vetta del Becco Grande mt. 2773, in altri 10 min. e 3 ore 15 min. totali. Si ritorna al Colletto della Meja e qui si segue la traccia che riporta sulla sterrata nelle vicinanze del Lago della Meja mt.2476, in 45 min. dalla vetta. Ora, se non si è stanchi e si vuol conquistare anche il Becco Nero, bisogna scendere fino al Lago e da questo un’evidente traccia risale il pendio di grossi sfasciumi che, con qualche tornante, prende quota fra i rododendri. Una volta raggiunta la cresta si punta all’Osservatorio posto in prossimità della vetta del Becco Nero mt. 2629, che si raggiunge in 20 min. dal Lago e 4 ore 20 min. totali. Per scendere conviene seguire la traccia che punta verso Sud-Ovest e perde quota con numerosi tornantini. Giunti ad un bivio di tracce bisogna svoltare a sinistra, puntando ora verso Nord-Ovest, raggiungendo così il Colle d’Ancoccia e da questo come per l’andata, in altri 20 min. dal Becco Nero e 4 ore 40 min. totali, alla Caserma Bandia.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Rocca la Meja non ha pari, è una meraviglia della natura, bella da qualsiasi parte la si guardi, anche se a mio giudizio il versante meridionale, come appare dal Colle d’Ancoccia e dal Lago della Meja, è sicuramente il più bello….straordinario! Bellissimo poter percorrere il canale ripido e sfasciumoso ma assai particolare, per non parlare della “finestra” davvero spettacolare, seconda in bellezza soltanto alla più famosa del Latemar in Dolomiti. Consiglio a chi voglia vedere la “finestra” di fare come ho descritto, ossia il percorso con tacche rosse a salire, in quanto a scendere potrebbe essere pericoloso…quindi conviene vederla, per poi salire in vetta. Tolto questo tratto alpinistico (comunque sia evitabile se non si intende vedere la “finestra”) l’unica difficoltà del percorso è il tratto che precede l’inizio del cengione, dove bisogna prestare molta attenzione a causa della roccia unta e dell’esposizione senza protezione. Peccato solo che il panorama risultasse fortemente limitato dalla foschia, malgrado ciò quello che si vede da vicino basta e avanza. Essendo il percorso dalla Caserma Bandia alla Meja piuttosto breve ho pensato di allungarlo raggiungendo dapprima il Becco Grande e poi il Becco Nero. Per il Becco Nero non ci sono problemi, vi è una traccia più che evidente sia dal Lago che dal Colle d’Ancoccia, mentre per il Becco Grande dal Colletto della Meja all’insellatura erbosa alla base dell’anticima la traccia direi che non esiste o perlomeno non è abbastanza evidente (io non l’ho più trovata), quindi sconsiglio di effettuare questo tratto in caso di scarsa visibilità. In conclusione la Meja è unica, andateci non vi deluderà.

2 Risposte a “Rocca la Meja , Becco Grande e Becco Nero mt. 2831-2773-2629”

  1. Condivido pienamente il tuo giudizio sulla Meja, la mia montagna preferita che ho salito due volte e cui ho dedicato un articolo sul mio sito sia a lei sia al Becco nero, da cui la si ammira in tutta la sua bellezza. Complimenti per le foto e il sito molto dettagliato e utile

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