Monte Savi e Monte Salè mt. 2615-2630

I monti Savi e Salè sono montagne delle Alpi Cozie, situate fra la Val Serour, diramazione del Vallone dell’Arma, e il Vallone della Madonna, in Valle Stura. Montagne di roccia calcarea che nel versante della Val Serour presentano pareti vertiginose e frastagliate, con pendii più dolci nel versante opposto. Qui propongo un percorso ad anello con partenza dal Colle Valcavera che presenta un dislivello modesto ma con ripetuti saliscendi.

🏁 Punto di partenza: Colle Valcavera mt. 2409 circa

⚠️ Difficoltà:          EE dal Colle alle 2 vette, tutto il resto E

Sviluppo:            16 Km

📈 Dislivello:           1080 Mt. circa

⏱️ Tempi:                   Giro ad anello totale 6 ore

📅 Data escursione:      26/10/2019

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo dove, oltrepassate un paio di rotonde, giunti ad un bivio, si svolta a destra seguendo le indicazioni per Demonte su SS20 ed usciti da Borgo San Dalmazzo si procede  quindi su SS21 che percorre la Valle Stura, raggiungendo poi il paese di Demonte. Verso la fine del paese si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Vallone dell’Arma. La strada diventa piuttosto stretta e risale il vallone superando alcune frazioni tra le quali S. Maurizio, Poracchia, Morier, giungendo infine a San Giacomo di Demonte. Quindi risale con frequenti tornanti, rasentando anche il Rif. Carbonetto, fino al Colle Valcavera dove in uno spiazzo si può lasciare l’auto (pochi posti 2/3 auto max.).

Itinerario:

Dal Colle Valcavera mt. 2409 bisogna seguire il sentiero P46 (percorso naturalistico) che in falsopiano punta verso Sud-Est alla base del Monte Ruissas. Contornato uno sperone si volge a Sud passando nei pressi del Passo d’Eguiette mt. 2443, in 50 min. circa, e da questo il sentiero compie un ampio semicerchio quasi pianeggiante sulle ripide chine settentrionali del Monte Omo, superando il crestone che si spinge alla confluenza Serour-Cavera dal quale, con breve discesa, ci si addentra nella Val Serour. Passando alla base delle Rocce Serour, salto roccioso a Sud del Monte Omo, con qualche modesto tornantino il sentiero raggiunge la zona prativa alla testata del Vallone Serour, incrociando poi a 2180 mt. circa il sentiero che lo risale e conduce al Colle Salè, in altri 25 min. e 1ora 15 min. totali. Si trascura tale sentiero a destra in ripida salita e si procede a sinistra in falsopiano sempre sul P46 (trascurando dopo pochi metri anche il sentiero che scende verso il Gias Serour), per poi, superata la linea d’impluvio, iniziare a salire inoltrandosi nel valloncello laterale, incassato fra il Monte Salè (a destra) e dal Monte Savi (a sinistra). Dopo aver contornato le pendici orientali del Monte Salè il sentiero risale lo sbocco inferiore del valloncello superiore con alcuni tornantini che permettono di raggiungere una spalla erbosa. In breve si perviene ad una conca adibita a pascolo, punto in cui il sentiero svolta decisamente a destra andando a sormontarla e tagliando le pendici meridionali del monte con un lungo traverso in moderata ma costante salita che permette di raggiungere il Colle Serour mt. 2432, sul crinale Serour-Spagnoli, in altri 50 min. e 2 ore 5 min. totali. Per raggiungere il Monte Savi bisogna ora trascurare il sentiero a destra in discesa nel Vallone degli Spagnoli (che seguiremo poi al ritorno), il P12 che scende a sinistra verso il vicino Colle Moura delle Vinche, per seguire invece la traccia che sale a sinistra su pendio erboso. In breve si risale sulla sommità un dosso per poi procedere lungamente verso Est sulla dorsale erbosa del monte in ripida salita. Nell’ultimo tratto si superano alcune asperità rocciose aggirandole sulla sinistra, quindi si giunge sulla cresta rocciosa sommitale e con breve ma semplice risalita fino in vetta al Monte Savi mt. 2615, in altri 20 min. dal colle e 2 ore 25 min. totali.

Panorama a Nord Pan di Zucchero, Pic d’Asti, Monviso, Cima delle Lobbie, Punta Tempesta, Tibert, Punta Parvo, a Nord-Est Viridio, Viribianc, Borel, Punta dell’Omo, Bram, Grum, Gorfi, a Est l’Appennino Ligure, Bric Mindino, Bisalta, Mondolè, Mongioie, Marguareis, a Sud-Est Frisson, Rocca dell’Abisso, Asta, Oriol, Maledia, Gelas, Argentera, Matto, Valmiana, Rocca della Paur, Rocca Pan Perdu, Testa del Claus, Testa del Malinvern, a Sud Testa Gias dei Laghi, Aver, Maladecia, Testa dell’Autaret, a Sud-Ovest Laroussa, Corborant, Cima Sud d’Ischiator, Becco Alto d’Ischiator, Tenibres, Ubac, a Ovest Enciastraia, Cima delle Lose, Bodoira, Piconiera, Monte Salè, a Nord-Ovest Oronaye, Sautron, Rocca Blancia, Brec de Chambeyron, Pointe de l’Aval, Aiguille de Chambeyron, Becco Nero, Rocca la Meja, Becco Grande, Mongioia, Salza, Chersogno, Pelvo d’Elva e Monte Omo.

Ridiscesi fino al Colle Serour, in 20 min. circa, bisogna ora puntare a Nord-Ovest su vaga traccia nel crinale erboso seguendo dei paletti di legno, intercettando dopo poco la traccia evidente che conduce al Monte Salè. Questa, dopo aver risalito una china erbosa, si porta nel versante Ovest della montagna tagliandone con un lungo traverso il suo franoso versante occidentale, dove la traccia diviene un po`meno evidente ma contrassegnata comunque da numerosi ometti. Si risale poi intercettando un paio di evidenti e grossi ometti posti su uno spallone panoramico, in altri 25 min. dal colle, dove bisogna qui svoltare bruscamente a destra e risalire il soprastante pendio detritico, sormontato da alcuni torrioni, su evidente traccia che punta ad uno sperone roccioso. La traccetta supera tale sperone per poi contornarlo verso destra, quindi si procede effettuando un traverso nel ripido pendio di fini detriti su esile traccia, dove bisogna prestare attenzione specie in caso di neve o ghiaccio. Giunti alla base del ripido canalone finale la traccia, ora un po`meno evidente, volge a sinistra e lo si rimonta fra erbetta, detriti e roccette fino ad uscirne su di un colletto roccioso in cresta, dove piegando a sinistra si giunge velocemente in vetta al Monte Salè mt. 2630, in altri 15 min. e 3 ore 25 min. totali. Panorama praticamente uguale al Savi, forse leggermente migliore perché più vicino alla zona della Meja. Ridiscesi al colle, in 35 min. circa e 4 ore totali, bisogna ora seguire il sentiero a destra contrassegnato da segnavia che discende nel Vallone degli Spagnoli. Il sentiero punta verso Nord-Ovest inizialmente su distese prative in moderata discesa, quindi con maggiore decisione fino ad un punto in cui si intercetta sulla destra quello che dovrebbe essere il vecchio sentiero, non molto evidente nell’erba (io non l’ho visto) che va comunque trascurato. Il sentiero, sempre ben segnato con segnavia volge ora decisamente a sinistra puntando alla conca sottostante, alle pendici di vertiginose pareti rocciose, incontrando i primi radi larici. Al fondo del valloncello, in un minuscolo ripiano dove vi è anche un abbeveratoio, il sentiero piega decisamente verso destra addentrandosi nel lariceto ora più fitto puntando decisamente verso Nord, quindi, usciti dal lariceto si intercetta a destra la traccia, arrivo del vecchio sentiero trascurato in precedenza. Con breve discesa si giunge a rasentare una truna nella vicinanze del Gias Salè, in un pianoro erboso oltre il quale ci si immette sulla sterrata, a 1950 mt. circa, che mette in comunicazione il Colle Valcavera col Gias Murè, in altri 50 min. e 4 ore 50 min. totali. Si svolta quindi a destra e la si segue in salita, ora sul P34 , raggiungendo il Grange Bastiera mt. 2067 ora Rifugio Don F. Martini (posto tappa del Gta), nei pressi del quale vi è una fonte di acqua potabile, in altri 20 min. circa. La sterrata, puntando verso Nord-Ovest, raggiunge in breve un piccolo ma grazioso laghetto e poi segue costantemente il fondo della valle detta ora Chiaffrea. Raggiunto un ripiano, dove alla sinistra della sterrata si può avvistare un altro piccolo laghetto, si giunge ad un bivio con palina, in altri 20 min. e 5 ore 30 min. totali, punto in cui il P34 abbandona la sterrata tagliandone un ampio semicerchio ed andando a risalire un pendio erboso approdando poi nella conca pascoliva sede del Gias Chiaffrea mt. 2269, alla base della Testa di Bandia. Qui si intercetta nuovamente la sterrata che bisogna seguire a destra per circa 150 metri, per poi abbandonarla nuovamente risalendo numerose chine erbose su traccia che a tratti scompare ma con percorso intuitivo e ben segnato con posti su pietre. Raggiunta poi nuovamente la sterrata ne si taglia un tornante e si perviene in breve al Colle Valcavera, in altri 30 min. e 6 ore totali, concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Percorso molto bello, vario, piacevole e poco impegnativo, alternativo alle classiche salite da Neraissa (già fatta per salire al Nebius) o dalla Val Serous (già fatta per salire al Monte Omo). Molto belle e panoramiche entrambe le cime anche se fra di esse trovo molto più bello il Monte Salè. Unico neo i continui saliscendi ma il dislivello totale risulta comunque contenuto essendo che la partenza del percorso, il Colle Valcavera, si trova già ad una quota considerevole. Oltre al panorama ho apprezzato molto anche il foliage ammirato nel Vallone degli Spagnoli ed il laghetto che rifletteva la Rocca Salè in Val Chiaffrea. Il periodo migliore per effettuare questo percorso è indubbiamente fra Giugno e Luglio durante le fioriture che qui sono rigogliose, infatti questo percorso è in parte il Lou Viol des Fiour (il sentiero dei fiori).

 

2 Risposte a “Monte Savi e Monte Salè mt. 2615-2630”

  1. Ciao, come sempre le tue descrizioni delle varie escursioni sono le più ben fatte, dettagliate, con i numeri e i colori dei vari sentieri. Ne ho già lette, stampate e portate con me nelle gite, diverse e mi sono sempre state di supporto. Grazie e tantissimi complimenti. Daniele

    1. Grazie mille dei complimenti, son contento che le mie descrizioni possano esserti state utili in alcune occasioni, speriamo che lo siano anche in molte altre circostanze. Un saluto e buone gite. Maurizio

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