Auto Vallonasso mt. 2885

L’Auto Vallonasso è una montagna delle Alpi Cozie che si trova nelle immediate vicinanze del più alto e maestoso Monte Oronaye (Tete de Moise) e separa i Valloni di Enchiausa e Apzoi con quello di Visaisa. Il tratto di cresta finale dall’anticima alla cima è tutt’altro che banale e da percorre con attenzione.

🏁 Punto di partenza:  Fine asfalto su strada per Prato Ciorliero a mt. 1813

⚠️ Difficoltà:           EE

Sviluppo:            10,7 Km

📈 Dislivello:            1170 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Andata 3 ore 10 min. – Ritorno 2 ore 20 min. – Totale 5 ore 30 min.

📅 Data escursione:       25/10/2014

🚥 Periodi consigliati:     Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona, poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Maira e Val Grana. Dopo un paio di rotonde, seguendo sempre i cartelli marroni indicanti le due valli, si procede poi sulla SP41, che poi confluisce nella SP422 e attraversa Caraglio, Dronero, Cartignano, San Damiano Macra, quindi Prazzo ed infine giunge ad Acceglio. Ad inizio paese si svolta a sinistra su stretta stradina che si inerpica, ben asfaltata, fino a Chialvetta, poi diviene leggermente più dissestata superando le deviazioni per i sottostanti paesi di Pratorotondo e Viviere, procedendo sempre sulla strada principale finché questa diventa sterrata. Qui ci sono alcuni piccoli spiazzi dove si può lasciare l’auto. La sterrata e’ comunque in buone condizioni e facilmente percorribile fino a Prato Ciorliero.

Itinerario:

Dalla fine dell’asfalto a quota 1813 mt. si segue la sterrata con (Percorsi Occitani) e , con qualche segnavia . Dopo circa 5 min. si incontra un bivio, dove bisogna abbandonare la sterrata, che procede dritta verso Prato Ciorliero, e svoltare a destra seguendo l’indicazione per il Colle d’Enchiausa su sentiero con segnavia S9, (Sentiero Roberto Cavallero SRC ) e  che si addentra in un bel bosco di larici. Con qualche ampio tornante si prende lentamente quota fino ad uscire dal bosco, dopo altri 10 min. circa, nelle vicinanze del Grange Gorra mt. 1914. In breve si incontra un bivio non segnalato, dove i piegano a destra e compiono un giro più ampio, mentre il procede dritto e più diretto mantenendosi nel centro del Vallone d’Enchiausa. Vanno bene entrambi e si unisco più a monte (all’andata ho seguito il SRC, mentre al ritorno l’S9). Una volta riuniti il sentiero procede in costante ma non eccessiva pendenza fra gli ultimi radi larici fino ad incontrare un bivio, dopo 30 min. e 45 min. totali. Bisogna ora trascurare a destra il SRC, che procede in direzione del Colletto, e piegare a sinistra seguendo sempre l’S9  . Il sentiero contorna ora una paretina rocciosa (quota 2285), che nel suo versante Ovest è caratterizzata da particolari formazioni rocciose, e sovrasta un ripiano erboso. In breve si raggiunge un dosso erboso dove si incontra un successivo bivio, in altri 10 min. circa. Qui bisogna trascurare a sinistra la deviazione per il S30, che conduce al Bivacco Enrico-Mario ed il Colle Feiullas, procedendo invece a destra sempre sul S9, che ora prende a salire con maggiore decisione con qualche tornantino, per poi compiere un lungo traverso il falsopiano fra distese prative sovrastando il Bivacco Valmaggia, di recente costruzione. Giunti poi alle pendici di una bastionata rocciosa di stampo dolomitico, dopo altri 35 min. circa ed 1 ora 30 min. totali, bisogna abbandonare il S9 e piegare a destra seguendo una labile traccia con frequenti ometti che punta verso Nord-Ovest. La traccia si mantiene su pietraia che, in corrispondenza di un grosso roccione, si impenna ed essendo su finissimi sfasciumi rende il procedere un po’faticoso. Mantenendosi alla sinistra del roccione si sbuca poi su di un ripiano erboso, dove la traccia tende a sparire. Qui bisogna risalire il ripido pendio erboso a vista, e raggiunta la sommità, dopo 1 ora 10 min. dall’abbandono del sentiero, ci si ritrova in cresta, potendo già ammirare la particolare forma della meta di giornata ed il sottostante baratro. Piegando ora a sinistra su traccia si raggiunge facilmente, in altri 5 min. e 2 ore 45 min. totali, l’Anticima Sud-Est mt. 2873. Dall’anticima bisogna seguire l’evidente traccia che segue la cresta e perde momentaneamente quota su erba fino al raggiungimento di un pinnacolo. Il percorso si fa ora roccioso e un po’più complicato fino ad una non evidentissima biforcazione: Procedendo su evidente traccia in piano si incontra il punto più complesso e pericoloso (a mio giudizio) del tratto in cresta, ossia una breve discesa su sfasciumi instabili in un punto esposto e con appigli insicuri; mentre se ci si mantiene a destra in modesta salita si raggiunge la sommità di un canalino (opzione che consiglio vivamente), che bisogna discendere, andando a sbucare dove si conclude il tratto complicato precedentemente descritto. Ora bisogna seguire l’evidente traccia che va a percorrere una breve cengia su masso, quindi con breve risalita su facili roccette ed un successivo tratto con qualche saliscendi, si raggiunge senza problemi la base dell’ultimo pendio erboso che conduce facilmente in vetta all’Auto Vallonasso mt. 2885, in circa 25 min. dall’anticima e 3 ore 10 min. totali.

Panorama a Nord su Mongioia, Salza, Monviso, Rocca la Marchisa, Pelvo d’Elva e Chersogno, ad Est Monte la Bianca, Rocca la Meja, Cassorso, Bric Cassin, con in lontananza le Liguri, a Sud-Est Matto, Argentera e Oserot, a Sud la vicina mole dell’Oronaye, a Nord-Ovest Meyna, Sautron, Rocca Blancia, Brec e Aiguille de Chambeyron, Tete de l’Homme, Pointe Haute de Mary e Maniglia.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata in 2 ore 20 min. circa.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Bella escursione a questa cima dalla forma molto particolare. Bello il tratto iniziale nel bosco di larici in veste autunnale, il Vallone di Enchiausa con l’Oronaye sempre ben visibile ed un discreto panorama di vetta…un po’noioso e (ripido) il tratto dall’abbandono dell’S9 all’anticima. Il tratto di cresta in condizioni “estive” non crea grandi problemi, anche perché il tratto più complicato è aggirabile passando per il canalino, ma in condizioni “invernali”, quindi con neve e ghiaccio, il discorso cambia ed è sicuramente da evitare, limitandosi all’anticima.

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