Monte Scaletta mt. 2840

Il Monte Scaletta (Eschaléto in occitano) è una montagna delle Alpi Cozie , sullo spartiacque tra le valli Maira e Stura. Si tratta di una montagna caratterizzata da fianchi scoscesi e dirupati sia sul versante della val Maira che su quello della valle Stura, mentre la sommità è costituita da un cocuzzolo tondeggiante. Qui propongo un percorso ad anello da Prato Ciorliero, con salita per il Colle Scaletta e discesa dal colletto senza nome tra la vetta e la Rocca Peroni. Per raggiungere il Colle Scaletta è possibile salire anche dalla Valle Stura, da Le Pontet o Argentera

🏁 Punto di partenza: Fine asfalto strada per Prato Ciorliero mt. 1813

⚠️ Difficoltà:          EE qualche passaggio attrezzato con catene leggermente esposto

Sviluppo:            12 km

📈 Dislivello:           1030 mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 5 ore 25 min.

📅 Data escursione:      06/10/2010

🚥 Periodi consigliati:   Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona, poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Maira e Val Grana. Dopo un paio di rotonde, seguendo sempre i cartelli marroni indicanti le due valli, si procede poi sulla SP41, che poi confluisce nella SP422 e attraversa Caraglio, Dronero, Cartignano, San Damiano Macra, quindi Prazzo ed infine giunge ad Acceglio. Ad inizio paese si svolta a sinistra su stretta stradina che si inerpica, ben asfaltata, fino a Chialvetta, poi diviene leggermente più dissestata superando le deviazioni per i sottostanti paesi di Pratorotondo e Viviere, procedendo sempre sulla strada principale finché questa diventa sterrata. Qui ci sono alcuni piccoli spiazzi dove si può lasciare l’auto. La sterrata è comunque in buone condizioni e facilmente percorribile fino a Prato Ciorliero.

Itinerario:

Dalla fine dell’asfalto a quota 1813 mt. si segue la sterrata con segnavia (Percorsi Occitani) e , con qualche segnavia . Dopo circa 5 min. si trascura a destra la deviazione per il  S9, che si addentra nella Valle Enchiausa, e si procede dritti sempre su sterrata che, dopo aver costeggiato il pittoresco torrente Unerzio, dopo altri 5 min. incontra un secondo bivio con palina in prossimità di un ponte in pietra. Qui bisogna abbandonare la sterrata e svoltare a destra seguendo sempre le , con ora anche qualche segnavia (Sentiero Roberto Cavallero SRC ), sul sentiero S10,S11 e S27. Ci si addentra ora in un bel bosco di larici in moderata salita sovrastati da imponenti pareti rocciose. Poi si esce dal bosco incontrando in breve una traccia proveniente dal sottostante, a sinistra, Prato Ciorliero (volendo si può partire da quest’ultimo risparmiando più o meno 30 min. di cammino e circa 100 mt. di dislivello). Ora il sentiero piega verso destra e, dopo circa 35 min. dall’abbandono della sterrata e 45 min. totali, si incontra un bivio. Qui si trascura a sinistra l’S11 e si procede dritti sul S27 e S10, seguendo sempre le    e i . Dopo altri 15 min. ed 1 ora totale, si incontra un successivo bivio dove, come prima, si trascura la deviazione a sinistra per il S27 e l’SRC e si continua dritti sul S10, seguendo le sole e . Il sentiero si addentra nel vallone, fra ampi prati e modeste pietraie con di fronte a noi già ben visibile il Monte Scaletta e alla nostra destra la frastagliata Costa Denti. Seguendo sempre l’evidente sentiero, con  , si procede senza grossa fatica arrivando, dopo 35 min. circa, ad incrociare un sentiero non segnato sulla sinistra (S28, dal quale sbucheremo al ritorno per effettuare l’anello). Proseguendo dritti sul sentiero principale si inizia a salire con maggior decisione superando poi un modesto canalino roccioso, ed approdando al Passo dell’Escalon mt. 2415. Ora si procede in falsopiano, al margine di una vasta pietraia sulla sinistra, alla base delle pareti Est dello Scaletta. Dopodiché si compie un ampio semicerchio verso sinistra, ora con maggiore pendenza, giungendo, in altri 40 min. e 2 ore 15 min. totali, al Colle della Scaletta mt. 2614, intaglio fra il Monte Scaletta e il Monte Vanclava. Qui si svolta a sinistra seguendo i segnavia  del SRC che si inerpica con numerosi tornanti su sfasciumi e roccette fino a raggiungere, in altri 15 min. circa, la base della parete rocciosa, in corrispondenza dell’imbocco della galleria scavata nella roccia in tempo di guerra e che bisogna ora percorrere. Questa è breve, ma necessita di una pila frontale in quanto, a parte il primo tratto rettilineo che è discretamente illuminato, dopo aver svoltato a sinistra ci si ritrova in totale assenza di luce fino al piccolo sbocco, raggiunto dopo aver svoltato nuovamente a sinistra. Una volta usciti dalla galleria si procede su roccette che attraversano un paio di volte un canalino, e poi, con ancora alcuni tornantini su pendio detritico, si raggiunge dapprima i resti di un bunker e poi, in circa 30 min. dall’imbocco della galleria e 2 ore 55 min. totali, la vetta del Monte Scaletta mt. 2840.

Bellissimo panorama sui sottostanti Laghi di Roburent e sul vicino Oronaye, Monviso, Rocca la Meja, la zona dell’Ischiator/Tenibres, Enchastraya e Fort Carra.

Per il ritorno o si percorre a ritroso lo stesso percorso dell’andata oppure, come vado ora a descrivere, si può eseguire un interessante anello. Per l’anello bisogna scendere sul versante opposto a quello di salita, seguendo sempre i segnavia , raggiungendo in breve un colletto, dal quale, con qualche tratto leggermente esposto su facili roccette, si risale velocemente in cresta con belle visuali sui sottostanti laghi e su diversi pinnacoli. Dopo circa 10 min. dalla vetta si arriva ad una forcella, superata la quale una catena aiuta a percorre con maggior sicurezza una cengietta leggermente esposta. Poco dopo un’altra catena permette di scendere un piccolo risalto roccioso di circa 2 metri, superato il quale un breve traverso, anch’esso attrezzato con catena, conduce alla base di un particolare torrione dove termina il tratto roccioso, in altri 10 min. dalla forcella. Ora si scende su piccoli sfasciumi in ambiente decisamente più aperto e panoramico. Con diversi tornantini (e qualche ripida scorciatoia) si perviene, in altri 30 min. dalla vetta e 3 ore 45 min. totali, ad un colletto dal vago stampo dolomitico, dove si incontra un bivio con indicazioni su di un masso. Il SRC procede dritto fra i pinnacoli e, con alcuni saliscendi ed un giro piuttosto ampio, conduce al Passo Peroni per poi scendere verso Prato Ciorliero, mentre svoltando a sinistra, seguendo l’indicazione “MAIRA” posta su di un masso, si scende compiendo così un anello più breve e meno faticoso. Seguendo quest’ultima ipotesi si scende su questa esile traccia priva di segnavia, sentiero SX, che perde quota piuttosto velocemente percorrendo un pendio di sfasciumi con ripetuti tornantini, poi, più o meno a metà di tale pendio, sparisce ogni traccia in quanto franato. Con buona visibilità non è difficile ritrovarlo poche decine di metri a valle spostato più sulla sinistra, cosa invece ben più complessa in caso di mancanza di visibilità. Dopo poco si intercetta una traccia che taglia orizzontalmente il pendio, dove si trascura l’S28 a destra che conduce verso la Colletta Vittorio e si procede dritti in moderata discesa andando così in breve a intercettare il sentiero S10, in 35 min. dal colletto. Ora si scende su di esso seguendo le  ritornando in 55 min. alla sterrata e da qui, in altri 10 min. e 5 ore 25 min. totali, all’auto.

Traccia GPS:      

Galleria fotografica:

Commenti:

Meraviglioso giro ad anello che in alcuni tratti del percorso, fatte le dovute proporzioni, mi ha ricordato per molti aspetti gli ambienti visti in Dolomiti. Soprattutto il tratto successivo alla vetta fino al colletto con bivio SRC/MAIRA, fra torrioni, pinnacoli e roccette biancastre, il mio pensiero andava proprio ai vari sentieri dolomitici. Davvero belli i Laghi di Roburent, in special modo quello mediano dai due colori verde e blu. Affascinante anche l’attraversamento della galleria, che necessita di pila frontale per percorrerla. Come già citavo nella descrizione dell’itinerario, se si vuole fare meno dislivello, si può tranquillamente percorrere la comoda sterrata e lasciare l’auto a Prato Ciorliero, oppure ancora lasciare l’auto nei pressi del ponte in pietra. Consiglio comunque vivamente, a chi apprezza le bellezze naturali e non ha eccessivi timori per modeste esposizioni, di effettuare l’anello da me percorso, perché, seppur bello anche il percorso d’andata, quello del ritorno è stato decisamente più interessante.

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