Costabella del Piz e Monte Rouss mt. 2599-2603

La Costabella del Piz e il Monte Rouss sono montagne delle Alpi Marittime situate nel versante meridionale della Valle Stura, a cavallo tra il Vallone di Pontebernardo e il Vallone Inferiore del Piz. Vette ravvicinate e non particolarmente blasonate ne appariscenti ma discretamente panoramiche. Qui vado a descrivere la salita alle due vette con deviazione senza traccia al Lago Scolettas.

🏁 Punto di partenza: Prati del Vallone mt. 1700

⚠️ Difficoltà:          E per il Costabella, EE per il Monte Rouss e la deviazione al Lago Scolettas senza sentiero 

Sviluppo:           11 Km

📈 Dislivello:           1200 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 6 ore

📅 Data escursione:      19/06/2020

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo, all’inizio del quale, dopo un paio di rotonde, bisogna mantenersi a destra seguendo le indicazioni per Demonte su SS20 e, una volta usciti da Borgo San Dalmazzo, si procede su SS21 che percorre la Valle Stura, raggiungendo Demonte, quindi Aisone, Vinadio, Sambuco, Pietraporzio. Oltrepassato quest’ultimo, e dopo aver superato un tornante, poco prima di accedere al paese di Pontebernardo, bisogna deviare a sinistra seguendo l’indicazione per Parti del Vallone. La stretta stradina asfaltata sale moderatamente all’interno di un boschetto e conduce in breve ad un bivio dove bisogna mantenersi a destra seguendo l’indicazione per Parti del Vallone e compiendo un tornante. Ad un successivo bivio si trascura una strada sulla destra per mantenendosi ancora su quella principale che ora si addentra nel Vallone di Pontebernardo. Raggiunto un ponticello termina l’asfalto e si procede su sterrato in buone condizioni fino ai Prati del Vallone, dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio che precede le colonie estive e poco sotto al Rifugio Talarico. 

Itinerario:

Dal parcheggio si procede lungo la sterrata superando le colonie estive ed il Rifugio Prati del Vallone quindi, dopo circa 300 metri, bisogna abbandonare la sterrata che procede dritta e piegare a sinistra oltrepassando poi un piccolo rio su facile guado e portandosi così sulla destra orografica del vallone. Il sentiero, contrassegnato da segnavia P30 Gta, si mantiene a sinistra di una gola e risale con numerosi tornantini all’interno di un rado boschetto fino a circa 1900 metri di quota, sbucando su di un vasto ripiano. Si procede ora in moderata salita su conca prativa mantenendo sempre il rio alla nostra destra per poi, con qualche tornantino, raggiungere fra radi larici un secondo ripiano superiore. Ora in moderata ma costante salita, puntando decisamente verso Sud e seguendo sempre i segnavia , si perviene in circa 1 ora 30 min. al Passo Sottano di Scolettas mt. 2223, valico prativo che mette in comunicazione il Vallone Inferiore del Piz col Vallone di Pontebernardo, nel quale ha sede una ex caserma militare ora adibita a rifugio privato della forestale ( oltre la palina vi è una graziosa fontanella in legno, che al mio passaggio però non erogava acqua). Al passo si trascura la strada militare che scende nel Vallone Inferiore del Piz con indicazione per Gias del Piz e Rifugio Zanotti e si svolta invece a sinistra. La traccia, segnata con numerosi , punta decisamente verso Nord-Est inizialmente su crinale costeggiando lo sbocco di un canalone che scende verso il Vallone del Piz per poi aggirare sulla sinistra alcune protuberanze rocciose. Cercando di seguire sempre i frequenti la traccia risalire ora le chine erbose del Costabella del Piz con frequenti ripidi zigzag fino al raggiungimento di un dosso erboso, oltre il quale bisogna rimontare il castello roccioso sommitale su facili roccette fino alla vetta del Costabella del Piz mt. 2599, in 1 ora dal passo e 2 ore 30 min. totali.

Panorama a Nord Monviso, Giordano, Bodoira, Tempesta a Nord-Ovest Omo, Salè, Savi e Nebius, a Est Bisalta e Bric Costa Rossa, a Sud-Est Matto, Rocca della Paur, Rocca Valmiana, Argentera, Malinvern, a Sud Testa Costabella del Piz, Laroussa, Becco Alto d’Ischiator, Cime Schiantalà, Punta Zanotti, Rocca Rossa e Tenibres, a Sud-Ovest Becco Alto del Piz, Ubac, Clai Superieur, Cime de Vens, Mont Vallonet, ad Ovest Peiron, Bal e Aiga, a Nord-Ovest Enciastraia, Cima delle Lose, La Meyna, Sautron, Brec e Aiguille de Chambeyron, Oronaye e Maniglia.

Per raggiungere il Monte Rouss occorre seguire la traccia segnata ancora con , procedendo solo inizialmente su cresta rocciosa per poi discendere per una decina di metri nel versante del Vallone Inferiore del Piz su ripido canalino di fine e infido terriccio (prestare attenzione), oltre il quale ci si mantiene di pochi metri sotto alla cresta per poi tornare a salire su ripida traccia fra rocce e terriccio fino alla vetta del Monte Rouss mt. 2603, in 10 min. dal Costabella, di pochi metri più alto e dal panorama pressoché identico. Ritornati dapprima alla Costabella e poi al passo, in 1 ora circa e 3 ore 40 min. totali, merita di essere effettuata una deviazione: sovrastando il rifugio si procede sulla sua verticale in quella che sembra una vaga traccetta che, puntando più o meno verso Sud-Ovest, risale con qualche zig zag fra erba e rocce montonate fino al raggiungimento di un primo larice secolare (simile al Lou Merze Gros presente nel sottostante Vallone Inferiore del Piz). Una volta superato bisogna salire moderatamente verso destra raggiungendo in breve un secondo grosso larice ed infine, obliquando decisamente verso sinistra, si perviene al già ben visibile terzo grosso larice a circa 2300 metri di quota. Da questo non vi è più nessuna traccia e si scorgeranno soltanto qualche sporadico ometto di pietre qua e la. Puntando ora grossomodo verso Ovest (destra) si sale superando gli ultimi radi larici e fra rocce montonate e distese prative si approda al margine di una balconata di rocce montonate a quasi 2400 metri di quota, dalla quale si sovrasta il Lago di Scolettas, che visto dall’alto mostra le sue graziose tinte. Per raggiungerlo non vi è una via obbligata, io ho trovato una via di discesa piuttosto semplice spostandomi leggermente verso destra discendendo prevalentemente su pendio prativo alternato a qualche roccia montonata, giungendo così sulle sponde del bel Lago Scolettas mt. 2322, in 40 min. dal passo e 4 ore 20 min. totali. Per la discesa consiglio di tornare a ritroso fino al passo oppure mantenendosi tendenzialmente verso destra e seguire un ampio canalone perlopiù erboso (ben visibile quando si è al passo ma che dal lago non sono riuscito a distinguere e ho mancato) che non dovrebbe presentare grandi difficoltà non essendo particolarmente pendente. Io invece ho eseguito un altro percorso che vado ora a descrivere per onore di cronaca ma che SCONSIGLIO VIVAMENTE DI PERCORRERE, TANTOPIÙ AI MENO ESPERTI O A CHI NON È MUNITO DI NAVIGATORE GPS. Dal lago ho seguito inizialmente il suo emissario che quasi subito forma delle piccole ma graziose cascatelle. Non vi è alcuna traccia e si viaggia a vista, raggiungendo di li a poco un sottostante ripiano dal quale discende sulla destra un canalino roccioso incassato di circa una cinquantina di metri, mediamente ripido ma nel complesso abbastanza semplice, terminato il quale si procede su pendio erboso al margine di un lariceto. Ci si addentra nel rado lariceto puntando più o meno verso Nord fino a quota 2170 mt. circa, punto in cui ci si trova il percorso sbarrato in avanti da una bastionata piuttosto ripida e a sinistra da una forra nella quale scorre impetuoso l’emissario del lago. Qui bisogna individuare il punto più agevole dove attraversarla, io sono appunto riuscito a trovare un unico tratto in cui la forra ha una breve interruzione e per superare il rio basta un breve e facile saltino (attenzione però a non sbagliare il salto). Oltrepassato il rio bisogna proseguire a sinistra (Nord-Ovest) in piano per circa 150 metri alle pendici di una paretina rocciosa, e da qui bisogna ricercare il miglior punto ove scendere evitando le asperità del terreno, dove la via migliore dovrebbe essere puntando decisamente verso Nord-Est approdando così su di una modesta pietraia che adduce ad un pendio erboso. Qui sembrano momentaneamente finite le difficoltà e si intercetta anche una labile traccetta che attraversa la zona prativa e punta anch’essa grossomodo a Nord-Est ma che in breve si perde in corrispondenza di uno sperone roccioso attorniato da alti arbusti. A questo punto bisogna discendere dallo sperone, attraversare un breve e semplice tratto di arbusti dal quale ne si fuoriesce su di un dosso con larice, e da questo discendere sulla sinistra fra erba e roccette approdando infine su distesa prativa adibita un tempo a pascolo, nei pressi dei ruderi della Grangia Scolettas. Ora si punta al rio obliquando fino al suo raggiungimento, per poi guadarlo ed approdare così a circa 2020 mt. sul sentiero P30, dopo circa 1 ora dal lago (quindi oltretutto non si risparmia nemmeno tempo, anzi). Ora sul percorso effettuato all’andata in altri 40 min. e 6 ore totali si torna a Prati del Vallone.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Se ci si limita ai soli monti Costabella del Piz e Rouss l’escursione è abbastanza semplice, che offre dei buoni panorami e un ambiente piacevole (specie se si effettua in questo periodo con le fioriture dei rododendri e non solo) ma nulla di più….se invece si decide per aggiungere la divagazione alla scoperta del Lago Scolettas la gita diviene indubbiamente più interessante. Questo è un piccolo gioiellino, decisamente poco conosciuto, incastonato fra un pendio detritico ed un boschetto di larici e dominato dalla mole del Becco Alto del Piz. In una giornata di bel tempo ne vale davvero la pena, tanto più se per raggiungerlo si decide di passare dai meravigliosi larici secolari, anche se bisogna tenere presente che, non esistendo un vero e proprio sentiero, si procede ad intuito e necessita pertanto di spirito esplorativo (utile un navigatore, scaricando qui la traccia GPS). Esorto pertanto i meno esperti a non avventurarsi quindi alla ricerca del Lago, ma se proprio di decide di raggiungerlo sconsiglio assolutamente di effettuare il percorso da me descritto per il ritorno, è decisamente più tranquillo ritornare dallo stesso percorso dell’andata, a meno che non si abbia una discreta esperienza e una buona dose di masochismo. Insomma gita che sembrava un po’ di ripiego, in quanto le previsioni meteo davano una certa instabilità (che invece non c’è stata) e non invogliavano a intraprendere percorsi molto impegnativi, invece è stata una gita decisamente meritevole….Come ritorno sulle Alpi dopo la fine del Lock down sono piuttosto soddisfatto, merito però soprattutto della scoperta del Lago Scolettas, decisamente un valore aggiunto, senza di esso sarebbe stata una gita fin troppo breve e con pochi spunti di interesse.

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