Cima di Pertegà mt. 2404 anello da Upega per cresta del Ferà

 

La Cima di Pertega` (Cime de la Pertègue in francese) è una cima delle Alpi Liguri, situata sullo spartiacque che separa il bacino del Tanaro (a est) dalla valle Roia, alla convergenza di tre creste. Qui propongo un percorso ad anello partendo da Upega passando per la cresta del Fera` con ritorno scendendo per il Colle Selle Vecchie e da questo sul sentiero A32.

🏁 Punto di partenza: Upega mt. 1286

⚠️ Difficoltà:          E da Upega alla cresta e dal Colle Selle Vecchie a Upega, EE il resto, F  per il Dente di Carnino ed il tratto su cengia dopo Il Ferà 

Sviluppo:           15,7 Km

📈 Dislivello:           1300 mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 6 ore 45 min. 

📅 Data escursione:      17/11/2022

🚥 Periodi consigliati:   Da Maggio a Novembre, preferibilmente in assenza di neve

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Ceva. Poi da Ceva su SS28 fino a Ponte di Nava e da questo ci si mantiene a destra su SP154 che procede in direzione di Upega superando anche il paese di Viozene. Qualche chilometro dopo Viozene si trascura la deviazione a destra per Carnino e si procede ancora per circa 2 km giungendo a Upega, dove, in uno degli spiazzi alla base del paese si lascia l’auto.

Itinerario:

Dallo spiazzo in fondo al paese di Upega, quello in corrispondenza del ponte, si attraversa la SP154 e si segue la stradina (Via Lanteri) che risale costeggiando il torrente e raggiunge subito un piazzale adibito a parcheggi ove continuando dritti, sempre su asfalto ora in Via Pertega, si aggira il paese raggiungendone la parte alta. Nel punto in cui la strada compie uno slargo si stacca sulla sinistra il sentiero A29, che va intrapreso seguendo le indicazioni per Passo Lagarè e Cima Caplet. In breve la stradina cementata diviene sentiero e prende quota con numerose svolte in ambiente prativo rasentando anche un’edicola votiva per poi addentrarsi in un rado lariceto. Una volta usciti da questo si procede in moderata pendenza puntando perlopiù ad Est in ambiente brullo fino ad una selletta panoramica, ove si svolta bruscamente a sinistra addentrandosi in un bosco misto. Ora in costante ma mai eccessivamente ripida salita si procede fino a pervenire al Pian della Ciappa mt. 1750, in 1 ora dalla partenza. Qui una palina indica un bivio, dove si trascura a destra il A29 che continua verso Carnino e si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Cima del Ferà e Cima Pertegà. Su traccia di sentiero si rimonta un ripido costone erboso che conduce in corrispondenza dell’inizio della Cresta del Ferà, punto in cui con modesta deviazione a destra si può raggiungere il Dente di Carnino mt. 1957, in altri 25 min. circa da Pian della Ciappa (prestare un minimo di attenzione per l’esposizione negli ultimi metri sulle roccette che portano in vetta, F). Tornati al bivio puntando ora a Nord-Est si giunge in breve ad un cippo di pietre e seguendo ora i si procede sulla cresta spartiacque con brevi saliscendi inizialmente all’interno di un lariceto, quindi si supera un tratto in salita su facili roccette per poi addentrarsi in un breve boschetto di pini mughi. Dopo un traverso qualche metro a ridosso della cresta nel versante occidentale, giunti in corrispondenza del margine di una zona sfasciumosa, la traccia volge leggermente a destra nel versante orientale della cresta. Ora con breve ma ripida risalita su percorso da inventare (spariscono bolli e traccia) si raggiunge la sommità di un’elevazione (forse è questa la Cima Caplet? la mappa la dà più o meno qui, però risulta ben più alta dei mt. 1980 indicati, bensì mt. 2029), oltre la quale ci si addentra nuovamente in un bosco fuoriuscendone dopo poco su ampia radura prativa, ove la meta risulta già evidente. Mantenendosi a destra si percorre il facile filo di cresta che alterna tratti erbosi ad altri su roccette (non è necessario, volendo si può restare a sinistra su pendio erboso) e conduce in vetta alla Rocca Ferà mt. 2221, in 1 ora 30 min. dal Dente e 2 ore 55 min. totali. Da questa si discende sempre per filo di cresta (attenzione in alcuni punti all’esposizione sulla destra) fino a raggiungere la base di due torrioni ravvicinati, il Torrione Mader a sinistra ed il piccolo ma scenografico Dente Mader a destra. In corrispondenza del Dente Mader ci si porta nel versante ovest su cengia, in certi punti abbastanza esile, che da qui è stata attrezzata con cavi d’acciaio. Raggiunto in breve un colletto si ritorna a percorrere il filo di cresta che in leggera discesa conduce al Colletto del Ferà, insellatura erbosa alla base della verticale parete Est del Ferà. Il sentiero ne taglia il pendio erboso del versante Occidentale fino a raggiungere la cresta, punto in cui piegando a destra su semplice pendio di erba e roccette si giunge in vetta a Il Ferà mt. 2235, in altri 25 min. e 3 ore 20 min. totali. Tornati a ritroso si seguono sempre i percorrendo il filo di cresta fin quando poi la traccia, per evitare un dente di roccia, volge leggermente a sinistra e si porta più in basso andando così a compiere un traverso fra erba e roccette diventando infine un’esile cengia in corrispondenza di una paretina di roccia di campi carreggiati (prestare molta attenzione, F). Oltrepassato questo delicato punto si discende fino ad una selletta erbosa, dalla quale si possono scorgere le sottostanti Selle di Carnino, per poi risalire fino ad un’elevazione senza nome con piccola croce metallica (da me ribattezzata “Cima Framargal”) e da questa discendere fino ad intercettare la sterrata al Passo di Framargal mt. 2179, in altri 30 min. circa. Si attraversa la strada e risalendo il facile ed erboso crinale si raggiunge la Cima di Pertegà mt. 2404, in  altri 40 min. e 4 ore 30 min. totali, contraddistinta dalla presenza di un piccolo cippo di confine (il n.251).

Panorama a Nord Punta Marguareis, a Nord-Est Cima Pian Ballaur, Cima dellla Brignola, Monte Mongioie, Monte Rotondo e Bric Conoia, a Est Monte Galero e Armetta con in lontananza le Apuane, Cima Piancavallo e Cantalupo, a Sud Est Cima Garlenda, Monte Frontè e Cima Missun, a Sud Monte Bertrand, a Sud-Ovest Cime du Diable, Monte Bego, Grand Capelet, Cime Chamineye, Cime Lusiere, Clapier, a Ovest Cima della Maledia, Gelas, Rocca dell’Abisso, Argentera, Oriol, Matto, a Nord-Ovest Cima della Fascia, Monviso, Bric Costa Rossa, Bisalta e, molto distanti, Rocciamelone e Gran Paradiso. 

Proseguendo per facile filo di cresta per circa 200 metri si giunge alla piccola croce del Pertegà dalla quale, piegando a sinistra, inizia la discesa senza traccia alcuna del ripido ma semplice pendio Sud. Zigzagando inizialmente su sfasciumi gradinati e nel tratto finale su fondo erboso si perviene al Colle delle Selle Vecchie mt. 2098, in 30 min. circa, dal quale si discende di pochi metri fino ad intercettare la strada sterrata sottostante, A32, che si percorre a destra in direzione sud (discesa) per circa 500 metri, ossia fino al raggiungimento di un bivio con palina. Qui bisogna abbandonare la sterrata e piegare a sinistra seguendo l’indicazione per Upega entrando in un bel bosco di larici, su comodo e ben segnato sentiero. Si percorre il costone in direzione Est fino a quota mt. 1850, punto in cui il sentiero piega decisamente a destra e conduce in breve ad uscire dal bosco ed approdare in una radura solcata dal piccolo Rio Nivorina. Attraversato il rio il sentiero sparisce momentaneamente nella radura, bisogna pertanto mantenersi sul margine sinistro di essa fino ad intercettare nuovamente la traccia in corrispondenza dei segni sui primi alberi. Il sentiero procede puntando verso Est in moderata ma costante discesa mantenendosi più o meno parallelo al corso d’acqua, quindi dopo essere entrato in un bel lariceto conduce ad un bivio con palina, in altri 40 min. circa, ove si trascura a destra la deviazione per Case Cacciatori e ci si mantiene ancora sul A32 con indicazione per Case Nivorina e Upega (va bene anche l’altro percorso ma fa un giro più ampio, consigliato invece in inverno perché decisamente più sicuro di quello che andremo a percorrere). Si discende fino ad attraversare il Rio Nivorina ed in breve si rasentano i ruderi di Case Nivorina mt. 1606, in 15 min. dal bivio e 5 ore 55 min. totali. Da qui il sentiero diviene ancor più piacevole percorrendo il versante idrografico sinistro del vallone con, sulla sinistra sopra di noi, la cresta percorsa all’andata (tratto molto esposto alle valanghe, da evitare con innevamento), mantenendosi alto rispetto al Rio per poi raggiungerlo in corrispondenza del grosso ponte metallico nelle vicinanze delle prime casette di Upega, in altri 40 min. circa. Seguendo ora la sterrata che rasenta alcuni ruderi in breve si perviene alla graziosa Cappelletta di Madonna della Neve, punto in cui si sbuca su asfalto, che va ora seguito in discesa fino a giungere in altri 10 min. e 6 ore 45 min. totali allo spiazzo di Upega, concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Percorso piacevole e molto panoramico che porta ad effettuare la cresta spartiacque tra la Valle di Upega e il Vallone di Carnino chiamata cresta del Ferà. Non presenta particolari difficoltà se si escludono i pochi metri per il Dente di Carnino (volendo evitabile) ed il traverso su esile cengia per raggiungere il Passo Framargal, ma mi sento di sconsigliarlo ai meno esperti in presenza di neve o ghiaccio. Indubbiamente è un percorso ideale per la primavera inoltrata e l’autunno, quote un po’ troppo basse per l’estate e relativamente pericoloso per l’inverno. Bella indubbiamente la cresta, soprattutto il tratto dalla Rocca del Ferà al Passo Framargal, abbastanza insignificante invece la Cima di Pertegà. Meteo ottimo fino al raggiungimento della Pertegà, poi dalla Francia ha iniziato a sopraggiungere nuvolaglia che ci ha avvolto nella nebbia (fenomeno frequente purtroppo nelle Liguri) fino al Colle di Selle Vecchie. In conclusione direi che è una bella gita, non eclatante, ma ideale per questa stagione.

 

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