Tête de Girardin e Tête de Favière mt. 2876-2866

La Tête de Girardin è una montagna delle Alpi Cozie situata a cavallo fra la Val Ubayette e il Queyras, interamente in territorio francese. La vetta si presenta come un dentino roccioso su di una lunga cresta quasi pianeggiante, oltre però precipita verticale nel versante Nord. Qui propongo un percorso alternativo a quello classico che si sviluppa da Ceillac, partendo infatti da Maljasset che è sicuramente più comodo provenendo dall’Italia.

Dati tecnici:

🏁 Punto di partenza:   Maljasset mt. 1910

⚠️ Difficoltà:            F gli ultimi metri per la vetta, E tutto il resto

Sviluppo:             10 Km

📈 Dislivello:                 1000 Mt. circa

⏱️ Tempi:                Andata 3 ore 10 min. – Ritorno 2 ore 10 min.  – Totale 5 ore 20 min.

📅 Data escursione:        16/04/2022

🚥 Periodi consigliati:      Tutto l’anno

🔎 Valutazione:           ⭐⭐⭐⭐

 

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo. Si svolta ora a destra seguendo le indicazioni per Demonte su SS20 ed usciti da Borgo San Dalmazzo si procede su SS21 che percorre la Valle Stura, raggiungendo Demonte, quindi Aisone, Sambuco, Vinadio, Pietraporzio, Bersezio e Argentera. Terminato il paese iniziano una serie di tornanti che conducono al Colle della Maddalena. Superato il colle si entra in Francia e si scende su D900 superando Larche e Meyronnes giungendo poi ad un bivio in fondovalle dove si prende a destra su D902 per Saint-Paul-sur-Ubaye. Una volta superato quest’ultimo si procede su D25 per qualche km, quindi si trascura la deviazione a destra per Fouillouse e si procede ancora dritti per altri 8 km circa fino all’ampio parcheggio che precede il piccolo borgo di Maljasset.

Itinerario:

Dal parcheggio a mt. 1910 si procede subito in piano su pendio erboso puntando verso Nord-Est fino ad intercettare il sentiero che parte dal sottostante paesino. Qui si svolta a sinistra in ripida salita seguendo il sentierino contrassegnato da segnavia che rimonta il brullo pendio puntando inizialmente verso Nord-Ovest per poi addentrarsi in un lariceto obliquando verso sinistra (Ovest). Usciti dal bosco si procede nella stessa direzione fino ad uno spigolo ove si svolta bruscamente a destra andando a rimontare un terrazzamento con gli ultimi radi larici. Oltrepassato questo punto si risale con frequenti tornantini su ripido pendio di sfasciumi fino a svalicare in un ripiano prativo, dove finalmente si smorza la pendenza. Bisogna ora attraversare tale ripiano giungendo poi ad un bivio al Ravin des Sèchoirs mt. 2388 in corrispondenza del Torrent des Sèchoirs, in 1 ora dal parcheggio. Qui termina il sentiero e si trascura a sinistra il GR5 , che conduce a La Barge, per svoltare invece a destra, sempre su GR5 , con indicazione per il Col Girardin e Ceillac. In breve si raggiunge una conca superiore che va attraversata puntando al ben visibile Col Girardin quindi si rimonta una rampa e alla sommità di essa a 2560 metri circa, in un’ora dal bivio, ho optato per evitare il sentiero che, prima di poter raggiungere i tornantini per il Col Girardin, andava ad attraversare una conca ricolma di neve non portante ed ho pertanto deviato bruscamente a destra obliquando su pendio quasi del tutto sgomberi da neve seguendo una labile traccetta su fini detriti che puntava alla soprastante cresta. Tale traccetta, a tratti evanescente, conduce in corrispondenza del riparo/osservatorio sulla sommità della Tête de Favière mt. 2866, in 50 min. dall’abbandono del GR5 e 2 ore 50 min. totali (perlomeno così indicano alcune mappe, in realtà OSM la vetta la segna circa 200 metri più a Est, dove non vi è alcun rilievo, mentre un ometto è stato posto sempre ad Est del riparo a circa 150 metri, punto in cui pensavo fosse la vera vetta). Proseguendo in cresta per qualche decina di metri si incontra un pannello illustrativo circolare, oltrepassato il quale si continua in cresta con alcuni saliscendi giungendo poi agevolmente alla base delle roccette sommitali della Tête de Girardin mt. 2876 che si può raggiungere con modesta e semplice arrampicata (II°) oppure con una traccia di sfasciumi un po’ esposta che aggira le roccette ma che necessita comunque del superamento di un paio di placchette lisce (è preferibile effettuare l’arrampicata), in altri 20 min. e 3 ore 10 min. totali.

Panorama a Nord Monte Thabor, Aiguille de Peclet, Pic de Rochebrune, Monte Bianco, Punta Ramiere, a Nord-Est Roche de l’Eissassa, Le Peouvou, a Est Mongioia, Testa di Malacosta, a Sud-Est Testa dell’Autaret, Pointe Haute de Mary, Tete de Cialancion, Cervet, Bouiliagna, Ciaslaras, Tete de l’Homme, Pointe des Cirques, Aiguille de Chambeyron, a Sud Pointe de l’Aval, Bec Roux, a Sud-Ovest la Gran Roche, Pic de Panestrel, a Ovest Pics de la Fonte Sancte, Pic des Heuvieres, a Nord-Ovest Ailefroide, Pic Sans Nom, Pelvoux, Barre des Ecrins, La Meije.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata però proseguendo per cresta fino al Col Girardin mt. 2699, in 45 min. dalla Tête de Girardin, colle che offre una bella visuale verso il sottostante Lac Sant Anne. Qui si trascura la deviazione a destra per Ceillac e si svolta invece a sinistra ritrovando nuovamente il GR5 e scendendo ora con alcuni tornantini su di esso tornando così alla conca dove si era deciso di abbandonarlo. Ora come per l’andata fino a Maljasset in 1 ora 25 min. dal colle e 5 ore 20 min. totali.   

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Piacevole escursione su percorso molto semplice anche se un po’ monotono fino all’arrivo in cresta, dove diviene invece notevolmente più interessante in quanto estremamente panoramico. Tutto decisamente semplice esclusi gli ultimi metri per raggiungere la vetta, dove si utilizzano le mani per superare un paio di facili seppur esposti passaggi su roccia che però possono diventare insidiosi in presenza di neve o ghiaccio, pertanto chi non se la sentisse può tranquillamente limitarsi alla base della vetta. Le varianti di percorso da me effettuate vanno ovviamente valutate in loco in base alle condizioni. Prima volta per me a Maljasset, zona molto interessante che offre panorami per me inusuali su vette conosciute.

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