Pic de Rochebrune mt. 3320

Il Pic de Rochebrune è una montagna delle Alpi Cozie, che si trova tra il Queyras ed il Briançonnais. E’ una montagna ben riconoscibile e isolata che offre pertanto un bel panorama a 360 gradi. Presenta due cime con un intaglio che le separa e sulla sommità sono stati collocati due ponti radio. In questo percorso ho effettuato il tratto alpinistico a salire e disceso per la via normale, inoltre, giunto al Col des Portes, ho effettuato una deviazione salendo al punto più alto della Crete des Oules procedendo poi per cresta.

🏁 Punto di partenza: Col d’Izoard mt. 2360 circa

⚠️ Difficoltà:          EE fino alla forcella, PD- per la cresta Sud, F per la normale e la salita alla Crete

Sviluppo:           11,5 Km

📈 Dislivello:           1250 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 3 ore 10 min. – Ritorno 3 ore 30 min. – Totale 6 ore 40 min.

📅 Data escursione:     17/08/2019

🚥 Periodi consigliati:   Da fine Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre tutta la Val Susa e si esce a Oulx Est. Usciti dall’autostrada si prosegue su SS24 in direzione del Colle del Monginevro attraversando poi  Cesana Torinese quindi, dopo qualche tornante, ad una rotonda scansare Claviere entrando a destra in una galleria oltre la quale si entra in territorio e su N94 si giunge in breve al Colle del Monginevro. Seguendo ora le indicazioni per Nevache e Briancon. Si procede su di essa che inizialmente perde quota in maniera lineare e poi con numerosi tornanti giunge al fondo del vallone in corrispondenza di La Vachette dove si trascura la deviazione a destra su D994G per Nevache e si procede ancora dritti entrando poi in Briancon. Qui superata la fortezza, alla rotonada, si procede dritti per circa 400 metri, quindi si svolta a destra ora su D2 dapprima su Avenue de la Libération poi in ripida discesa in Avenue de la République fino ad una rotonda prendendo poi la quarta uscita in Rue Centrale. Ad una successiva rotonda si procede dritti su D902 in Avenue du Col de l’Izoard, quindi Chemin de Fontchristianne poi, dopo circa 1 km, svoltare a destra sempre su D902 in Hameau de Font Christiane uscendo così dall’abitato. La strada procede in moderata salita raggiungendo poi Cervières al termine del quale si svolta a destra sempre su D902 che raggiunge poi L’Arpelin oltre il quale prende a salire con maggiore decisione raggiungendo dopo numerosi tornanti il Col d’Izoard dove vi è un ampio spiazzo dove lasciare l’auto. In alternativa si può prendere la A10 fino a Savona e l’A6 fino a Fossano, quindi procedere fino a Villafalletto su SP184 poi Costigliole di Saluzzo e risalire la Val Varaita fino al Colle dell’Agnello. Scendere su D205T fino a Molines en Queyras, poi D5 fino a Ville-Vieille, D947 fino a Chateau Queyras e infine D902 fino al Col d’Izoard (come tempi sono simili ma questo percorso è paesaggisticamente più bello).

Itinerario:

Dal Col d’Izoard si segue il sentiero con indicazione per il Col des Portes che procede verso Nord-Est in moderata ma costante salita passando alla base di alcune rocce dalla forma particolare. Dopo alcuni tornantini segue un lungo traverso in falsopiano che permette di raggiungere il Col Perdu 2490 mt. in 15 min. circa, dal quale appare ad Est la meta di giornata ed il percorso per raggiungerla. Il sentiero scende nel vallone sottostante inizialmente piuttosto ripido per poi perdere quota in maniera abbastanza blanda fino a quota 2370, dove si ritorna a salire. Compiendo ora un lungo traverso a mezzacosta verso Sud-Est si attraversa la pietraia formata dalle colate detritiche che discendono dalla soprastante Crete des Oules, frastagliata e costellata di torrioni. Il sentiero procede in pendenza moderata fino a 2700 mt. circa, quota oltre la quale si impenna su detriti andando così a raggiungere il Col des Portes 2915 mt. circa, in 1 ora 40 min. dal Col Perdu e 1 ora 55 min. totali, alla base delle pareti della punta più alta delle Cretes des Oules. La traccia, molto evidente e indicata da ometti di pietra, risale il pendio detritico compiendo numerosi tornantini procedendo grossomodo verso Est puntando al canalone incassato alla destra delle pareti della cima Nord. Dopo numerosi tornantini su pietraia, si può ammirare sulla sinistra un grosso torrione, quindi con breve risalita si perviene all’ingresso dell’angusto canalone, in altri 40 min. circa. Questo lo si risale su detriti compiendo numerosi tornantini fino al raggiungimento di una forcella fra il Pic de Rochebrune a sinistra e la Cima Sud a destra, dove si può decidere se intraprendere il percorso alpinistico che attraversa la cresta Sud o procedere per la via normale, in altri 15 min. e 2 ore 50 min. totali. Io per la salita ho optato per effettuare il tratto alpinistico (PD-) sulla cresta Sud e la via normale per la discesa (F). Per la cresta Sud, alla forcella bisogna piegare a sinistra incontrando subito quello che secondo me è il punto più impegnativo ossia una paretina di circa 5/6 metri (II°+) abbastanza verticale da attaccare seguendo una spaccatura nella roccia dove bisogna ponderare i giusti appigli per mani e piedi. Alla sommità del salto vi è un moschettone (che può servire anche come appiglio se si procede in libera), punto in cui si piega a destra su di un terrazzino con parapetto roccioso. Qui si piega decisamente a sinistra, Ovest, e si risalgono una serie di paretine (max. 2 metri) che formano dei grossi gradoni dove si risale cercando i migliori appigli per mani e piedi, quasi tutti passi di II°, tranne uno leggermente più impegnativo di II°+, con 4 o 5 moschettoni posti a circa 15 metri l’uno dall’altro. Al termine dei risalti si sbuca poi sulla crestina sommitale in corrispondenza di un’antenna del ponte radio. Si percorre ora la crestina puntando verso Nord fino al raggiungimento della vetta del Pic de Rochebrune mt. 3320, in 20 min. dalla forcella e 3 ore 10 min. totali, dove è posta un’altra antenna.

Panorama a Nord Thabor, Grand Seru, Rocca Bernauda, Punta Melchiorre, Aiguille de Peclet, Dome de Polset, Pointe de l’Echelle, Chaberton, Le Dent Parrachee, Aiguille de Scolette, Monte Bianco, Rognosa d’Etache, Punta Sommeiller, a Nord-Est Pointe Charbonnel, Gran Paradiso, Rosa, Punta Rognosa, Punta Serpentiera, a Est Punta Ramiere, Gran Queyron, Bric Bourcet, a Sud-Est Meidassa, Granero, Rocce Fourioun, Punta Venezia, Punta Udine, Monviso, Le Grand Queyras, a Sud Salza, Mongioia, Pic du Pelvat, Aiguille e Brec de Chambeyron, Pointe de l’Aval, Pic de la Font Sancte, Pelat, a Sud-Ovest Grande Seolane, a Ovest Ailefroide, Pic Sans Nom, Le Petit Pelvoux, Barre des Ecrins, Pic Bourcet, La Grande Ruine, Montagne des Agneaux, Pic de la Meije, a Nord-Ovest Aiguille de Goleon, Aiguilles d’Arves, Pointe des Cerces.

Discesa per la via normale seguendo la traccetta di sfasciumi che discende in maniera piuttosto ripida con numerosi tornantini l’ampio canalone (prestare attenzione a non sganciare pietroni) per circa una trentina di metri, quindi si svolta a destra verso un terrazzino dove si superano alcune semplici roccette (I°). Seguendo gli ometti di pietra si giunge subito ad uno stretto intaglio con un saltino di un paio di metri da effettuare cercando i giusti appigli (I°+). Superato questo punto si risale di qualche metro verso destra raggiungendo così la forcella/bivio di percorsi, in 10 min. circa. Ora come per l’andata si scende fino al Col des Portes in altri 55 min. e 4 ore 5 min. totali, quindi si può decidere se scendere sul sentiero dell’andata o effettuare una variante che vado ora a descrivere. Dal colle bisogna scendere di pochi metri e seguire una traccia a sinistra che si porta alla base delle verticali pareti Ovest della Crete des Oules ed andandole così a rasentare si approda subito ad un antico riparo all’interno della roccia. Procedendo sempre rasente alle pareti si superano, usando le mani, un paio di piccoli e semplici saltini di rocce accatastate per poi pervenire su cengietta pressoché al termine della parete dove sulla sinistra vi è un piccolo ma evidente intaglio nella roccia di circa un metro e mezzo, arrampicando all’interno di esso si giunge su di una cengietta, che va seguita a destra finche` questa termina. Ora piegando decisamente a sinistra e con modesti passaggi su roccette si approda su di un ampio ripiano detritico che attraversandolo adduce alla base del castello sommitale. Questo lo si aggira sulla destra su larga cengia detritica pianeggiante da seguire per circa una trentina di metri poi sulla sinistra si nota un evidente caminetto con detriti ma ben camminabile. Bisogna pertanto risalirlo ed in breve si approda in prossimità delle roccette sommitali della Crete des Oules che si raggiungono agevolmente a mt. 2962, in 20 min. dal colle e 4 ore 25 min. totali. Ritornati all’intaglio si continua per cresta puntando più o meno verso Ovest, mantenendosi sempre ben camminabile su pietre accatastate fino alla base di una parete verticale, punto in cui si interrompe la cresta, in altri 35 min. e 5 ore totali. Ora non resta che piegare a destra discendendo lungamente il ripido pendio di sfasciumi instabili (prestare molta attenzione perché si muove tutto, è inevitabile sganciare delle pietre), mantenendosi tendenzialmente sulla destra, fino ad intercettare il sentiero dell’andata, in 20 min. circa, e da questo a ritroso fino al Col dell’Izoard in 1 ora 20 min. e 6 ore 40 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Escursione che mi ha appagato ben oltre le mie aspettative, ambiente davvero particolare fin dalla partenza fra rocce dalle forme bizzarre e numerosi torrioni in ambiente a tratti dolomitico. Molto bella la Crete des Oules frastagliata e ricca anch’essa di torrioni e pareti verticali. Giunto alla forcella, malgrado fossimo sprovvisti di materiale alpinistico, ci siamo fatti ingolosire dalla cresta Sud e l’abbiamo così percorsa costatando che il passaggio più complicato è all’attacco, poi si mantiene adrenalinica e divertente con passaggi intorno al II° o poco più, abbastanza ben appigliata (dove i moschettoni in alcuni casi fungono anche da maniglia), con un po`di esposizione ma neanche eccessiva. La discesa per la via normale invece è meno divertente essendo molto ripida e su fini sfasciumi senza contare che, malgrado in rete abbia trovato valutazione EE, in almeno un paio di punti e in particolar modo nell’intaglio finale non la definirei escursionistica, un F mi sembra più appropriato, niente di particolarmente difficile ma comunque non del tutto escursionistico. La risalita alla sommita`della Crete des Oules che domina il Col des Portes non è necessaria anche se l’ho trovata piacevole e neanche difficilissima, con passaggi al massimo di II°, privo di traccia ovviamente ma con percorso abbastanza intuitivo. Dalla sommità poi abbiamo optato per procedere per cresta che indubbiamente aggiunge qualche bella visuale ma costringe anche alla discesa per il ripido pendio detritico dove smuove tutto, quindi per chi non se la sentisse si può velocemente ritornare al colle. In conclusione è una gita indubbiamente molto bella in ambiente selvaggio ad una vetta prestigiosa e panoramica.

 

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