Punta Udine mt. 3022


La Punta Udine è una montagna delle Alpi Cozie ed è una delle punte della cresta Nord del Gruppo del Monviso (a Nord-Ovest di esso), sulla linea di confine tra Italia e Francia o meglio fra Valli Po e Guil. La vetta è delimitata a Nord dal Colle del Coulour del Porco, mentre verso Sud la cresta prosegue fino a raggiungere Punta Roma. Non è una punta particolarmente pronunciata, ed era senza nome quando fu salita per la prima volta. Il primo salitore, il friulano Giuseppe Morassutti, volle chiamarla Punta Udine in onore della sua città natale. La via normale ha difficoltà di tipo alpinistico(F) per il tratto nel Coulour del Porco, ove il sentiero si sviluppa sul bordo del canalone, su alcune cenge attrezzate con corde fisse. Il panorama di vetta offre una meravigliosa visuale sul vicino Monviso.

🏁 Punto di partenza: Pian del Re mt. 2020 circa

⚠️ Difficoltà:          F

Sviluppo:           11,9 Km

📈 Dislivello:           1100 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 5 ore 20 min.

📅 Data escursione:     15/07/2018

🚥 Periodi consigliati:   Da fine Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona ,quindi A6 fino a Fossano.Usciti dall’autostrada procedere su SS28 ,poi ad una rotonda seguire la SP428 fino a superare Genola ,quindi la SP20 fino a Savigliano. Qui si seguono le indicazioni per Saluzzo e superata una rotonda si procede su SP662 fino a raggiungere il paese, al termine del quale si svolta su SP117 che a Sanfront si immette nuovamente sulla SP662.Si segue questa fino a Paesana e da questa su SP26 attraversando Ostana e Crissolo. Al termine del paese si seguono le indicazioni per il Pian del Re su strada che diventa man mano sempre più stretta e si inerpica fino al raggiungimento del Pian del Re, dove vi è un ampio parcheggio a pagamento (in estate € 10,00 per tutto il giorno).

Itinerario:

Dal parcheggio del Pian del Re mt. 2020 bisogna seguire subito l’ampia mulattiera con segnavia V16 con indicazione per il Pian Mait e Colle delle Traversette che in moderata pendenza prende quota, tralasciando a destra il V12 per La Sellaccia e, a sinistra, il V13, dal quale torneremo. Si procede quindi potendo ammirare sulla sinistra l’impressionante mole del Monviso e, dopo aver superato un paio di modesti rii, si giunge in circa 10 min. ad un primo bivio, dove bisogna procedere dritti sempre sul V16 e trascurare a sinistra il V17 con indicazione per il  Rifugio Quintino Sella, il Giacoletti ed il Lago Superiore. In breve la mulattiera conduce ad attraversare un rio (in secca al mio passaggio) ed approda poi ad un successivo bivio, dopo altri 15 min. circa. Qui si abbandona il V16, che continua verso il Colle delle Traversette, e si svolta a sinistra sul V19, che conduce al Rifugio Giacoletti. Il sentiero prende a salire con decisione fra erba e grossi massi puntando verso un ampio canalone, all’inizio del quale si incontra un bivio, in altri 25 min. circa. Si trascura la deviazione a destra per il V21 “sentiero del postino” (EE) e si continua a procedere sul V19 con indicazione anche qui per il Rifugio Giacoletti. Il sentiero ora si fa leggermente più tortuoso, abbandonando le erbette e attraversando con frequenti tornatini una pietraia, attraversata da un rio che bisogna guadare. Terminato il canalone diminuisce la pendenza e si procede in un valloncello dominato dalla mole della Punta Udine, oltre il quale appare il Rifugio Giacoletti mt. 2741, che si raggiunge facilmente con un breve traverso in piano, in 30 min. dal sentiero del postino e 1 ora 20 min. totali. A monte del rifugio inizia il sentiero contrassegnato sempre da segnavia che passa alla base delle pareti di Punta Udine e, dopo aver superato un breve tratto attrezzato con catene e staffe, si effettua un traverso su detriti (o nevaio nel mio caso) raggiungendo così la base del Canale del Coulour del Porco sul suo lato destro. Qui inizia il tratto attrezzato con corde fisse, catene e staffe metalliche (possibilità di assicurarsi con imbrago e longe da ferrata) che permettono di risalire facilmente alcune paretine verticali e cengiette esposte raggiungendo così, dopo 45 min. dal Rifugio e 2 ore 5 min. totali, il Colle del Porco mt. 2920, intaglio fra la Punta Udine e la Punta Venezia. Si trascura il sentiero che discende dritto verso il Refuge du Viso, la traccia a destra che sale a Punta Venezia e si volge invece a sinistra, seguendo le tracce di sentiero sul versante francese con frequenti   che risale un pendio detritico abbastanza semplice che solo in un paio di punti richiede l’utilizzo delle mani ( I°) e, con un ultimo canalino di massi accatastati, si raggiunge l’aerea vetta della Punta Udine mt. 3022, in 20 min. dal Colle e 2 ore 25 min. totali.

Panorama a Nord Punta Venezia, Granero, Meidassa, Gran Combin, Gran Paradiso, Cervino e Rosa, a Nord-Est Punta Sea Bianca, Frioland e Briccas, a Est l’Appennino Ligure, a Sud-Est Viso Mozzo, Monviso, Punta Roma, Punta Gastaldi, a Sud Chersogno, Pelvo d’Elva, Rocca Gialeo, Rocca La Marchisa, Punta Tre Chiosis, a Sud-Ovest Maniglia, Brec de Chambeyron, Salza, Mongioia, Le Peouvou, a Ovest Pic d’Asti e Crete de la Taillante, a Nord-Ovest Ailefroide, Barre des Ecrins, Pic de Rochebrune, Aiguilles d’Arves.

Si ritorna al Colle del Porco e da questo nuovamente fino al Rifugio Giacoletti, in 55 min. circa, per piegare a destra sul V14 che inizia a perdere quota dapprima moderatamente e poi in modo più deciso con numerosi tornantini fino ad incontrare un bivio, in 20 min. circa dal Giacoletti e 3 ore 40 min. totali, dove si trascura la deviazione a destra con indicazione per Punta Roma, Passo del Colonnello e Passo Giacoletti per procedere invece dritti seguendo l’indicazione per il Rifugio Quintino Sella. Dopo ulteriori tornantini si incontra un altro bivio, in altri 20 min. circa, dove si trascura a sinistra il V17 che scende verso il Lago Superiore e si procede a destra ancora sul V14, che in falsopiano o moderata discesa sovrasta il Lago Lausetto e conduce ad intercettare il bivio per il sentiero che scende al Lago (indicazione per il Pian del Re), in 15 min. dal bivio precedente e 4 ore 15 min. totali. Qui si piega a destra, sempre sul V14, e si risale un pendio erboso che conduce alla sommità di un dosso, oltre il quale si scende di poche decine di metri fino ad attraversare un pianoro alla base di un altro modesto dosso erboso (una decina di metri). Se si vuole avere una stupenda visuale dall’alto del meraviglioso Lago Chiaretto conviene volgere a destra e risalire tale dosso, cosa che io ho fatto, in altri 10 min. circa. Da questo, sulla destra, discende una traccetta che conduce alla sommità di una modesta elevazione e da questa senza percorso obbligato per prati si scende fino ad intercettare il V13. Tale sentiero va seguito ora verso sinistra in piano o moderata salita andando così a sovrastare di qualche decina di metri il Lago Chiaretto. Il V13 piega poi decisamente a destra, Nord, e inizia a perdere quota fra belle distese prative fino al raggiungimento del Lago Fiorenza, costeggiandone la sponda orientale, in altri 35 min. e 5 ore totali. Terminato il Lago si scende parallelamente al rio fino ad attraversarlo in un ben segnalato guado, quindi il sentiero prende a scendere con maggiore decisione e con frequenti tornanti fino alle sorgenti del Po, in 15 min. dal Lago Fiorenza. Da qui in 5 min. scarsi e 5 ore 20 min. totali al parcheggio del Pian del Re.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Escursione davvero bella, resa indubbiamente più interessante con la deviazione fino al Lago Chiaretto, una vera e propria meraviglia dalla forma a cuore e dal color turchese (non sempre ha questa tinta, cambia spesso a seconda del mutare delle condizioni meteo e non solo). Anche la salita del Coulour del Porco l’ho trovata piacevole, non molto difficile e divertente. L’attrezzatura da ferrata io non l’ho utilizzata però se si vuole essere maggiormente tranquilli, specie se con terreno bagnato, la si può anche usare. Molto belli anche i laghi Superiore e Lausetto. Il meteo inizialmente piuttosto incerto, stava facendo pensare, giunti al Rifugio Giacoletti, ad un ripiego verso il vicino Losas…poi però è migliorato tutto d’improvviso ed ha consentito di raggiungere la vetta, ammirarne il bel panorama e, soprattutto, di apprezzare a pieno il colore del Lago Chiaretto, nella migliore situazione possibile di luce.

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