Monte Meidassa mt. 3105 e Buco di Viso

Il Monte Meidassa è una montagna Alpi Cozie e si trova non lontano dal più importante Monte Granero lungo lo spartiacque tra la Val Pellice e la Valle Po, in prossimità della testata di entrambe. Interamente compresa in territorio italiano la vetta si presenta come un “panettone” detritico tondeggiante, di facile accesso, che garantisce un’ottima visuale sia sull’alta Valle Po che sul gruppo del Monviso. Il nome sembra derivare da un errore di trascrizione da parte dei topografi che realizzarono la cartografia della zona. Meidassa significa infatti pascolo cattivo in lingua occitana, e si riferirebbe ad una zona sottostante la montagna; questa era invece chiamata localmente Granero Mozzo. Il Buco di Viso o Buco delle Traversette è una galleria scavata nella roccia lunga circa 75 metri che collega l’Italia con la Francia. È noto per essere stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna. Lo scopo del Buco di Viso fu quello di incrementare i traffici commerciali permettendo un passaggio più agevole alle carovane mercantili che necessitavano di attraversare le Alpi. In tal modo si creava una valida alternativa al più pericoloso Colle delle Traversette, il cui difficoltoso attraversamento procurava non pochi danni alle spedizioni. Inoltre il transito attraverso il traforo, realizzato ad una quota più bassa del valico, avrebbe incrementato anche i giorni utili per i passaggi delle merci poiché già con le prime nevicate il Colle delle Traversette diveniva impraticabile. I lavori pr la realizzazione vennero completati alla fine dell’estate del 1480. Dopo un iniziale forte utilizzo, in seguito al Trattato di Lione del 1601 il Buco di Viso perse la sua importanza strategica vedendo alternare sporadiche aperture a lunghi periodi di chiusura. Il Buco di Viso vide la riapertura definitiva il 25 agosto del 1907.

🏁 Punto di partenza: Pian del Re mt. 2020

⚠️ Difficoltà:          E

Sviluppo:           11,6 Km

📈 Dislivello:           1310 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 2 ore 10 min. – Ritorno 1 ora 35 min. + 20 min. Buco di Viso – Totale 3 ore 55 min.

📅 Data escursione:     27/08/2015

🚥 Periodi consigliati:   Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona, quindi A6 fino a Fossano. Usciti dall’autostrada procedere su SS28 ,poi ad una rotonda seguire la SP428 fino a superare Genola, quindi la SP20 fino a Savigliano. Qui si seguono le indicazioni per Saluzzo e superata una rotonda si procede su SP662 fino a raggiungere il paese, al termine del quale si svolta su SP117 che a Sanfront si immette nuovamente sulla SP662. Si segue questa fino a Paesana e da questa su SP26 attraversando Ostana e Crissolo. Al termine del paese si seguono le indicazioni per il Pian del Re su strada che diventa man mano sempre più stretta e si inerpica fino al raggiungimento del Pian del Re, dove vi e’ un ampio parcheggio a pagamento (in estate € 5,00 per tutto il giorno).

Itinerario:

Dal parcheggio del Pian del Re mt. 2020 bisogna seguire subito l’ampia mulattiera con segnavia V16 con indicazione per il Pian Mait e Colle delle Traversette che, in moderata pendenza, inizia a prendere quota, potendo ammirare sulla sinistra l’impressionante mole del Monviso. Dopo aver superato un paio di modesti rii si giunge in circa 10 min. un primo bivio, dove bisogna procedere dritti sempre sul V16 e trascurare a sinistra il V17 con indicazione per il  Rifugio Quintino Sella, il Giacoletti ed il Lago Superiore. In breve la mulattiera conduce ad attraversare un rio (in secca al mio passaggio) e, dopo aver compiuto un traverso, si approda ad un successivo bivio, dopo altri 15 min. circa. Qui si trascura a sinistra il V19, che conduce anch’esso al Rifugio Giacoletti, e si procede ancora sul V16 che compie ora qualche ampio tornante arrivando così, in 25 min. circa, al bivio col sentiero V20 per il Col d’Armoine, che bisogna trascurare e mantenersi sempre sul V16. La mulattiera si restringe a sentierino, sempre evidente e ottimamente segnato, che procede in moderata salita rasentando delle pareti rocciose fino ad una strozzatura, dopo altri 10 min. ed un’ora totale, dove si incontra un ulteriore bivio, quello con il V21, anch’esso con indicazione per il Rifugio Vitale Giacoletti ed il Sentiero del Postino (sentiero per EE, tratti attrezzati). Bisogna mantenersi sempre sul V16 (seguendo però l’indicazione per il V20A) che ora prende a salire con maggiore decisione con frequenti tornantini fra erba e roccette andando a raggiungere un pianoro erboso chiamato Pian Mait, nelle cui vicinanze si incontra un altro bivio, in altri 15 min. circa. Si trascura la deviazione a destra sul V20A per il Col d’Armoine e si procede ancora dritti sul  V16, ora su fondo più tortuoso che, con qualche saliscendi, conduce ad una conca detritica per poi salire in maniera piuttosto decisa fino ai ruderi di una casermetta, in 15 min. ed 1 ora 30 min. totali. Qui si abbandona il V16, che piega a sinistra verso il Buco di Viso ed il Colle delle Traversette, e si procede invece sul V22, con indicazione per il Colle Luisas ed il Monte Meidassa, che permette di risalire un ampio canalone detritico. Seguendo le con parecchie ripide svolte si giunge agevolmente, dopo 30 min. circa, al Colle Luisas mt. 3019, intaglio fra il Monte Granero a sinistra ed più semplice Monte Meidassa a destra. Si svolta appunto a destra su comoda traccia che risale la dorsale di comodi sfasciumi e conduce in vetta al Monte Meidassa mt. 3105 (sulla vetta con grosso cippo di pietre), in circa 10 min. dal colle e 2 ore 10 min. totali. Raggiunto l’altopiano sommitale ci si può spostare comodamente più a Sud potendo così godere di un migliore panorama sul Monviso ed i suoi satelliti.

Panorama a Nord Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino e Rosa, a Sud-Est Viso Mozzo e Monviso, a Sud i satelliti del Monviso ossia, Punta Gastaldi, Roma, Udine, Venezia e Rocche Fourion, a Sud-Ovest Salza e Mongioia ad Ovest Granero e le vette del Delfinato tra le quali Ailefroide, Pelvoux e Barre des Ecrins.

Ora o si ridiscende dallo stesso percorso dell’andata oppure, come ho fatto io (ma si può anche evitare soprattutto se con scarsa visibilità), nella depressione fra le due sommità principali ed in corrispondenza di un evidente ometto, si può seguire una traccia che all’inizio è piuttosto evidente e poi però tende a perdersi e punta verso Ovest andando poi a riallacciare il sentiero principale una cinquantina di metri a valle del Colle Luisas. Da qui si procede sul sentiero dell’andata fino alla casermetta, in 30 min. dalla vetta, e si può scegliere se effettuare la deviazione al Buco di Viso. Per il Buco di Viso bisogna seguire il V16 che in ripida salire conduce ad un bivio. A sinistra si procede fino al Colle delle Traversette mentre a destra si raggiunge il vicino ingresso del Buco di Viso. Questo traforo, il più antico delle Alpi datato 1480 d.C. e costruito per mettere in comunicazione l’Italia con la Francia evitando così ai mercanti il passaggio dal pericoloso Colle delle Traversette, è lungo una sessantina di metri e necessita per percorrerlo di pila frontale, prevalentemente per i pochi metri della parte centrale. All’uscita dal Buco, in territorio francese, bisogna piegare a sinistra seguendo la ripida traccia che con qualche tornantino su sfasciumi conduce al Colle delle Traversette mt. 2950. Da questo si ridiscende in territorio italiano su traccia ripida che con qualche zig-zag, attraversando un paio di tratti un po’esposti dove è bene prestare attenzione (e comunque da evitare in presenza di neve) riconduce dapprima al bivio per il Buco e quindi alla casermetta. Per compiere quest’anello io ho impiegato circa 20 min. trascurando le soste per prendere e riporre i materiali, ma direi che è più opportuno ipotizzarne 30/40. Dalla casermetta si ritorna sullo stesso percorso dell’andata in 1 ora 5 min. e 4 ore 5 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Breve e semplice gita che permette di ammirare un bel panorama ma soprattutto l’imponenza del “Re di Pietra”, il Monviso, vero protagonista di giornata che monopolizza l’attenzione. Il percorso, ad essere sincero, non mi ha entusiasmato più di tanto, è piuttosto monotono. Le nuvole basse arrivate già da metà mattinata hanno reso indubbiamente particolare l’ambiente, con le cime più alte (fra tutti il Monviso) che fuoriuscivano come delle isole, però hanno precluso la vista dei bei laghi Fiorenza, Lausetto, Superiore e Chiaretto. L’anello del Buco di Viso permette di allungare leggermente questa gita che altrimenti sarebbe un po’ troppo breve anche se, a mio modesto giudizio, aggiunge poco. Volendo, una volta ritornati al parcheggio, si può seguire la sterrata con segnavia V13 che conduce in pochi minuti alle sorgenti del Po.

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