Punta Melchiorre (Pointe Melchior) mt. 2952

La Punta Melchiorre (Pointe Melchior) è una montagna delle Alpi Cozie, facente parte della Catena Bernauda-Pierre Menue-Ambin, situata sul confine franco-italiano, tra la Valle Stretta e la Valle della Rho. È la montagna centrale del Gruppo dei Re Magi, la seconda elevazione per altitudine (più bassa della Pointe Balthazar e più alta della Pointe Gaspard). Qui descrivo la salita dalla Valle Stretta, su vaghe tracce, a tratti inesistenti, viaggiando perlopiù a vista. Utile utilizzare un navigatore e scaricare qui la traccia GPS.

🏁 Punto di partenza: Alpeggio Comunale di Valle Stretta mt. 1710 circa

⚠️ Difficoltà:          F+ 

Sviluppo:           10 Km

📈 Dislivello:           1250 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 4 ore – Ritorno 3 ore 10 min. – Totale 7 ore 10 min.

📅 Data escursione:     29/07/2019

🚥 Periodi consigliati:   Da fine Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre tutta la Val Susa e si esce a Bardonecchia . Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue la strada a destra trascurando a sinistra la strada che procede verso il Colle della Scala e Nevache. La strada presenta alcune cunette piuttosto profonde dove prestare attenzione e percorrere praticamente a passo d’uomo. Questa risale la valle fino ad arrivare all’Alpeggio Comunale di Valle Stretta (un paio di tornanti prima del Grange) oltre il quale si può lasciare l’auto in uno spiazzo a sinistra (max. 3 auto).

Itinerario:

Dallo spiazzo nei pressi dell’Alpeggio Comunale di Valle Stretta a mt. 1710 si attraversa la strada incontrando un ponticello in legno, che permette di attraversare il Ruisseau de la Valle Etroite, oltre il quale si intercetta un ampio sentiero. Questo va seguito svoltando a sinistra in moderata salita seguendo l’indicazione per il Grange de la Valle Etroite procedendo paralleli al rio. Dopo 5 min. e 250 mt. circa, all’altezza di un grosso ometto di pietre, bisogna abbandonare tale sentiero e svoltare a destra su traccetta che si addentra nel bosco di conifere. Questa traccetta risale con numerosi tornantini il pendio di ghiaioni fino a rasentare le pareti rocciose, in corrispondenza dell’imbocco dell’ampio canalone alla sinistra delle propaggini della Punta Gasparre. Qui si abbandona la traccia all’altezza di un ometto, svoltando a sinistra e risalendo il colatoio su pietre di varie dimensioni e massi perlopiù stabili superando alcuni passi di I° ed un punto dove alcuni grossi massi chiudono il passaggio costringendo ad effettuare un passaggio di II°. Superato questo punto il pendio diviene estremamente ripido dove per la salita mi è sembrato meglio rasentare le pareti sulla sinistra per poi seguire un breve tratto erboso, mentre in discesa ho optato per restare perlopiù nel centro del canale. Superato questo tratto appare sulla sinistra un arco naturale, in 50 min. dall’abbandono del sentiero, ossia il Passo della Gallina mt. 1940, attraverso il quale bisogna passare per uscire dal canale reperendo poi una labile traccia. Questa, tagliando un pendio di erba e sfasciumi, permette di raggiungere quasi subito un particolare torrione alto un paio di metri simile ad un grosso ometto, in altri 5 min. e 1 ora totale, oltre il quale una vaga traccetta attraversa un breve canalino di sfasciumi sbarrato da una paretina ove bisogna portarsi verso destra, in corrispondenza di alcuni pini, pervenendo su un piccolo ripiano, dove vi è il punto chiave del percorso, in altri 10 min. circa. Qui infatti alcune relazioni parlavano di una cengietta molto esposta sulla destra, ma, una volta adocchiata, a me è sembrata impercorribile (probabilmente nel tempo deve essere franata); in alternativa sulla sinistra vi è una paretina di circa 5 metri, II°, che ha soprattutto il vantaggio di esser priva di esposizione presentando inoltre alcuni gradini per i piedi e numerosi appigli per le mani, compresi alcuni minuscoli pini (io ovviamente ho optato per quest’ultima ipotesi). Superata la paretina ci si mantiene sulla sinistra passando affianco ad un piccolo pino, quindi una traccetta risale fino ad uno sbarramento roccioso, ove bisogna compiere un traverso su esile traccetta che permette di aggirare così le rocce e di raggiungere un colletto contrassegnato da un ometto. Ora si risale il ripido pendio di fini detriti raggiungendo una risorgiva fra le rocce, in altri 20 min. e 1 ora 30 min. totali, punto in cui, evitando di risalire le basse roccette umide, bisogna piegare a sinistra intercettando una traccetta su sfasciumi che permette di raggiungere il pianoro superiore nei pressi di un solitario e grosso pino, in altri 5 min. circa. Qui la traccia svanisce, e ci si addentra con percorso libero nel Vallon Froid, una immensa pietraia di massi di medie dimensioni piuttosto stabili che va risalito prevalentemente nella sua parte centrale. Dopo un primo tratto in costante ma moderata salita segue un tratto in cui il pendio si impenna ed è preferibile portarsi nel punto in cui forma una sorta di canalino, superato il quale la pendenza diminuisce ed appare una traccetta che in falsopiano conduce al di fuori della pietraia. Conviene ora risalire uno spallone di erba e roccette che permette di raggiungere un pendio di sfasciumi. Questo va attraversato puntando ad un pinnacolo isolato che bisogna sovrastare su traccetta giungendo così in breve al Colle del Pissat mt. 2770, alla sinistra della Punta Ippolito e caratterizzato dalla presenza di alcuni particolari affioramenti rocciosi dal colore rossastro, in 1 ora 45 min. dal pino e 3 ore 20 min. totali. Qui si piega a sinistra (Nord-Ovest) procedendo in cresta e rasentando sulla sinistra un roccione grigiastro, pervenendo in breve alla sbarramento roccioso. A prima vista sembra insormontabile, ma avvicinandosi appare evidente una traccia che attraversa una cengietta inclinata sulla destra ( portandosi nel versante della valle della Rho), oltre la quale segue un ripido canalino detritico, con facili passaggi di I°,  (prestare molta attenzione soprattutto in discesa). Superato il canalino si approda su un minuscolo terrazzino dove diparte sulla sinistra un altro caminetto piuttosto ripido ma ben appigliato e privo di esposizione con passaggi di II°. Una volta terminato si sbuca alla sommità di un ampio canale detritico, dove piegando a sinistra lo si risale per pochi metri approdando su di un pianoro di erba e detriti in corrispondenza di un paio di ometti, in 25 min. dal Colle. Ora, senza più difficoltà, bisogna risalire il semplice pendio di detriti biancastri puntando più o meno in diagonale a sinistra, verso Nord-Ovest, raggiungendo così il pianoro che precede le roccette di vetta accatastate della Punta Melchiorre mt. 2952 (nodo di confine n°33), che si raggiunge con facile salita di pochi metri, in altri 15 min. e 4 ore totali.

Panorama a Nord Monte de Gebroulaz, Dome de Polset, Pointe de l’Echelle, Le Dent Parrachee, La Grande Motte, Aiguille de la Grande Sassiere, a Nord-Est Aiguille de Scolette, Dents d’Ambin, Mont d’Ambin, Rognosa d’Etache, Pointe Nible e Punta Sommeiller, a Est Seguret, Albergian, Ghinivert, a Sud-Est Monviso, Chaberton, Punta 4 Sorelle, Rocher de Barabbas, Sommet du Guiau, Pic de Rochebrune, Pointe Gaspard, a Sud-Ovest Le Petit Pelvoux, Pointe Durand, Pic Sans Nom, Ailefroide, Montagne des Agneaux, Pic Coolidge, Barre des Ecrins, Pic de Neige Cordier, Roche d’Alvau, Pic Bourcet, La Grande Ruine, Pic Gaspard, Tete de la Cassille, Doigt de Dieu e la Meje, a Ovest Pointe des Cerces, La Grande Galibier, Aiguille du Goleon e Aiguilles d’Arves, a Nord-Ovest Punta Baldassarre, Rocca Bernauda, Cime de Planette e Gran Bagna.

Discesa sullo stesso percorso dell’andata in 3 ore 10 min. dalla vetta e 7 ore 10 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Spettacolare escursione in ambiente selvaggio su percorso totalmente privo di sentieri, solo qualche traccetta perlopiù labile. Il percorso, seppur non presenti eccessive difficoltà tecniche, se si esclude un paio di passaggi di II° comunque abbastanza semplici e privi di esposizione, si effettua su terreno estremamente insidioso. Soprattutto nella parte iniziale fino all’imbocco del Vallon Froid, dove la ripidità, il fondo sdrucciolevole (il casco può essere utile) e in certi punti anche l’esposizione, rendono il tutto più complicato, specie in discesa. Spettacolare l’arco naturale attraverso il quale bisogna passare, gli svariati torrioni e pinnacoli e indubbiamente anche il panorama. Insomma una gran bella escursione, per amatori, poco frequentata e con modeste informazioni in merito. Opportuno pertanto utilizzare un navigatore e scaricarsi la traccia GPS.

 

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