Punta Martin mt. 1001

Punta Martin è una montagna dell’Appennino Ligure, ha forma di piramide rocciosa ed è posto sul versante sud-ovest del massiccio del monte Penello (o Pennello) del quale costituisce la massima elevazione. Domina le valli del rio Baiardetta e del rio Martin. Malgrado sia relativamente vicina al mare (meno di 7 km in linea d’aria) ha un aspetto alpestre, con i suoi fianchi rocciosi e dirupati. Qui propongo un interessante anello con partenza dall’Acquasanta che comprende anche un tratto del sentiero Frassati.

🏁 Punto di partenza:    Santuario Nostra Signora dell’Acquasanta mt. 167

⚠️ Difficoltà:             EE

Sviluppo:              11,6 Km

📈 Dislivello:              970 Mt. circa

⏱️ Tempi:                 Giro ad anello totale 4 ore 20 min.

📅 Data escursione:         22/11/2015

🚥 Periodi consigliati:       Autunno, Inverno e inizio Primavera, evitare i mesi caldi

🔎 Valutazione:            ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri. Usciti dall’autostrada si svolta a destra su via Prà (SS1) e la si segue per qualche centinaio di metri, quindi ad un incrocio si svolta a destra e poi subito a sinistra in Via Buffa seguendo l’indicazione per il Passo del Turchino, quindi bisogna seguire Via Lemerle e Via Ovada. Dopodiché bisogna svoltare a destra seguendo l’indicazione per Acquasanta procedendo appunto su Via Acquasanta, strada piuttosto stretta con di tanto in tanto qualche slargo, che va seguita fino al parcheggio antistante il Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, dove si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio antistante il Santuario mt. 167 circa bisogna subito portarsi a costeggiare il fianco sinistro del Santuario seguendo una stradina che oltre un abitato diventa sentierino. Questo, abbastanza evidente nella parte iniziale, diviene poi piuttosto labile e conduce in breve a raggiungere un terrapieno che sovrasta la ferrovia nei pressi della stazione dell’Acquasanta. Bisogna discenderlo piegando a sinistra e, dopo aver attraversato i binari prestando estrema attenzione, procedere per qualche decina di metri verso destra, dove inizia il sentiero . In realtà già da anni le ferrovie hanno vietato l’attraversamento dei binari sbarrando il sentiero con una rete metallica (che però deve essere stata rimossa perché io non l’ho trovata) e bisognerebbe invece dal Santuario procedere su asfalto raggiungendo poi Piano Pezzolo, ma è un percorso decisamente più lungo ed io ho preferito rischiare attraversando i binari. Il sentiero si addentra nella fitta boscaglia e con qualche tornantino ne fuoriesce in corrispondenza di una strada sterrata che bisogna seguire in moderata salita, seguendo ora  e  , fin quando questa termina, in corrispondenza di un’ultima casa, dopodiché si torna su sentiero. Ci si addentra nel vallone del Rio Baiardetta mantenendosi sempre piuttosto sopraelevati rispetto al rio e raggiungendo, dopo 25 min. dal Santuario, Gazeu mt. 290 dove una palina indica che per la normale a Punta Martin bisogna procedere dritti, mentre svoltando a destra si procede sul sentiero Frassati , che io ho deciso di seguire all’andata e di ritornare invece dalla normale. Svoltando appunto a destra il sentierino inizia ad inerpicarsi con qualche ripido tornantino per poi raggiungere comodamente, dopo 15 min. circa, Fontanin mt. 410, dove si può decidere se svoltare a destra sul F oppure procedere dritti sul F1, io ho seguito quest’ultima ipotesi. In moderata salita con tornantini che si alternano a tratti in falsopiano si approda a guadare il Rio Baiardetta, nelle vicinanze del Masso Ferrante mt. 452, che bisogna superare andando poi a guadare nuovamente il rio. Qui si incontra un altro bivio, dopo 10 min. da Fontanin, dove bisogna trascurare il sentiero Carlo Poggio a sinistra e piegare a destra seguendo sempre l’F1. Ora il percorso diventa più impegnativo, come riportato da palina, ed inizia a puntare verso la bastionata rocciosa soprastante. Con parecchi tornantini in ambiente roccioso ci si addentra fra la Cresta Settentrionale del Costolone Baiardetta ed il complesso del Pietralunga. Quindi, dopo 15 min. dal bivio, inizia un tratto attrezzato con cavi d’acciaio che permette di attraversare con maggiore sicurezza un tratto discretamente esposto e su esile cengietta. Dopo pochi metri si incontra subito una biforcazione, punto in cui piegando a sinistra, sempre con l’ausilio dei cavi, si può raggiungere con divagazione di pochi metri una terrazzina panoramica. Ritornati alla biforcazione l’F1 attraversa la citata cengietta (da percorrere con la massima attenzione, specie su fondo bagnato o ghiacciato), che termina dopo circa 150 metri, dove finiscono anche i cavi e si risale un breve canalino che rasenta la parete del Gran Diedro Gozzini, sbucando poi su crinale al Colletto superiore del Costolone Baiardetta mt. 705, in 15 min. dall’inizio dei cavi ed 1 ora 20 min. totali. Ora per andare a Punta Martin bisogna piegare a sinistra ma io ho voluto fare un paio di brevi divagazioni ossia al soprastante Monte Pietralunga (pochi metri sopra al Colle) e poi seguendo il sentiero che punta decisamente verso Sud-Ovest con segnavia , , e   ho raggiunto la Colla Fagaglia dove è sita una Cappelletta mt. 705 (le due deviazioni hanno comportato solo 10 min. in più al giro). Ritornati al colletto si segue il sentiero che punta ora decisamente verso Est ed in breve raggiunge il Colle Baiarda, crocevia di sentieri, dove bisogna trascurare quello a sinistra, il sentiero Carlo Poggio, quelli a destra e che conducono rispettivamente a Pra e all’Acquasanta, e procedere invece dritti sul  (anche se segnavia ne ho avvistati ben pochi). Il sentiero risale il pendio mantenendosi pressoché su crinale fra erbette e radi pini rasentando dapprima il Monte Cuccio, quindi con ulteriore ma meno ripida salita le pendici del Monte Fontanabuona mt. 966, che si può raggiungere con modesta deviazione piegando a sinistra poco prima della Baracca de Pria, in 35 min. dal colletto e 2 ore 10 min. totali. Ritornati sul sentiero, che ora si presenta sotto forma di una sterrata, con modesta risalita si raggiunge uno slargo, dal quale si può decidere se procedere ancora su sterrata oppure puntare direttamente verso il Bivacco Arnaldo Bellani, di recente ristrutturazione. Salendo di pochi metri sopra al Bivacco si raggiunge la sommità del Monte Penello mt. 995, in 15 min. dal Monte Fontanabuona e 2 ore 25 min. totali, dove è stato posto un pannello con rosa dei venti. Da questo si segue il sentiero che punta ad Ovest, costeggia dei ruderi e poi punta con qualche saliscendi verso la successiva elevazione, il Monte Piazza mt. 1000, con segnavia , anche se io non ne ho visti. Con ulteriori saliscendi si giunge alla base del cupolone di Punta Martin mt. 1001, alla quale si perviene con breve risalita, in 15 min. dal Monte Penello e 2 ore 40 min. totali.

Panorama a Nord Tobbio, Figne e Leco, a Nord-Est Ebro, Chiappo, Carmo, ad Est Penello, Aiona, Alpi Apuane e Monte di Portofino, a Sud la Corsica, a Sud-Ovest Alpi Liguri e Reixa, ad Ovest Bric del Dente, da Ovest a Nord-Ovest le Alpi Occidentali dal Monviso al Fisterrarhorn.

Dalla vetta si procede ora sul versante opposto seguendo il , che si districa fra le rocce della parte sommitale, da percorrere con un minimo di cautela in caso di fondo bagnato o ghiacciato. Superato il cupolone sommitale il sentiero prende a scendere con maggiore decisione alternando tratti erbosi ad altri più rocciosi più o meno fino a quota 500 mt. circa, dove il sentiero piega decisamente a sinistra e le roccette vengono via via sostituite dalla macchia mediterranea. Dopo qualche tornantino si raggiunge il Rio Baiardetta e lo si guada in corrispondenza di un piccolo ma grazioso laghetto, in 1 ora 15 min. dalla vetta e 3 ore 55 min. totali. Superato il guado il sentiero procede in falsopiano sovrastando il rio fino al raggiungimento di Gazeu e da qui come per l’andata tornando nuovamente, in 25 min. dal Rio Baiardetta e 4 ore 20 min. totali, all’Acquasanta chiudendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

A mio giudizio questo è indubbiamente uno dei più bei percorsi che si possono fare in Appennino Ligure, in molte parti del percorso si è a stretto contatto con la roccia ed i panorami, in giornate terse come quella che ho trovato io, sono da urlo. Il sentiero F1 è veramente bello e non consueto per l’Appennino ligure ma, come già citato nella descrizione, è da affrontare con la giusta concentrazione, aiutandosi con i cavi nei tratti più esposti….niente di difficile ma in caso di fondo ghiacciato (condizioni puntualmente trovate) può subentrare qualche problema in quanto la cengia è esile ed il tratto esposto. Bellissimo il panorama di vetta verso le Alpi come anche quello verso il mare dal crinale dal Pietralunga al Fontanabuona. Molto divertente, anche se anch’esso da affrontare con prudenza, il tratto immediatamente successivo alla vetta di Punta Martin. Insomma un percorso che mi sento di consigliare vivamente seppur a escursionisti esperti.

2 Risposte a “Punta Martin mt. 1001”

  1. Ciao! Anzitutto, complimenti per il tuo sito, che spulcio quasi settimanalmente. Adesso ne approfitto per farti una domanda.
    Ho fatto molti sentieri E e pochi EE (ad esempio il passo del bacio). Vorrei cominciare a fare più EE. Mi consiglieresti questo per cominciare? O, in alternativa, mi potresti dire qualche EE da poter fare a Genova e Provincia? Ti ringrazio!

    1. Ciao, grazie per i complimenti, fanno sempre piacere. Per quanto riguarda il tuo quesito diciamo che il tratto EE in questione è piuttosto breve ossia il tratto attrezzato con cavi metallici che porta al Colletto superiore del Costolone Baiardetta e la discesa su roccette dalla vetta. Bisogna avere un minimo di dimestichezza con tratti un po’esposti perché, come si evince dalle foto, in certi punti il sentiero è decisamente risicato, quindi non soffrire di vertigini e tenersi bene al cavo. Diciamo che basta sapersi muovere su fondo roccioso, niente di eccessivamente complicato. Basta fare un po’ di attenzione ed avere la responsabilità di fermarsi e tornare indietro se non ce la si sente di proseguire.

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