Cima della Maledia mt. 3061


La Cima della Maledia (Cime de la Malédie per i francesi) è una montagna delle Alpi Marittime, al confine tra Italia e Francia. La montagna si trova nell’alta valle Gesso di Entracque, sullo spartiacque alpino principale, ma la si può raggiungere, come vado ora a proporre, anche dalla Val Gordolasque con minor dislivello e sviluppo rispetto al versante italiano. Oltre il Lac de la Fous non esiste più sentiero segnato ma solo tracce e ometti per cui è bene effettuare tale percorso con navigatore e scaricare qui la traccia GPS.


🏁 Punto di partenza: Pont du Countet mt. 1690 circa

⚠️Difficoltà:          E fino al Lac de la Fous, tutto il resto EE, F il primo canale, F+ quello per la vetta

Sviluppo:           16 Km

📈 Dislivello:          1500 Mt. circa

⏱️ Tempi:             Andata 4 ore 35 min. – Ritorno 4 ore – Totale 8 ore 35 min.

📅 Data escursione:    19/08/2018

🚥 Periodi consigliati:  Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Ventimiglia, quindi si continua in territorio francese su E74 fino a Nizza (55). All’uscita dell’autostrada, dopo una rotonda si volge a destra andando ad attraversare la Trinitè e seguendo poi la D2204 che dopo un po’ di km conduce a L’Escarene. Ora bisogna seguire la D2566 superando Lucèram fino al Col Saint Roch e da questo su D73 fino a Saint Arnoux. Da qui su M73 fino a Lantosque, quindi su M2565 fino a Gordolon. Trascurata la deviazione a sinistra per Roquebilliere si procede dritti ancora per poco più di un km, per poi svoltare a destra e seguire le indicazioni per Belvéderè e una volta raggiunto ed attraversato il paese bisogna procedere su M171. che si inerpica ora piuttosto stretta nel Vallone raggiungendo dopo parecchi km il parcheggio al Pont du Countet, dove finisce la strada e si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio di Pont du Countet si procede subito fino ad una palina, dove bisogna trascurare la deviazione a destra verso la Valle delle Meraviglie e procedere dritti seguendo l’indicazione per il Refuge de Nice. Il sentiero, riportante , attraversa una palestra di roccia e sale in maniera moderata ma costante costeggiando il Torrente La Gordolasque fino ad un bivio, dopo 20 min. circa, dove vanno bene entrambi i sentieri in quanto si riuniscono più a monte. Io sono rimasto sul sentiero di sinistra che ora prende a salire con maggiore decisione effettuando qualche tornantino per poi puntare decisamente verso Nord, dove una bastionata, chiamata Mur des Italien, composta da rocce montonate attraversata da alcune graziose cascate sembra chiudere il vallone. Il sentiero aggira la bastionata sulla sinistra e con alcuni passaggi su facili roccette umide permette di raggiungerne la sommità oltre la quale il percorso spiana leggermente e si ricongiungono i due sentieri in corrispondenza di un ponte (al mio passaggio distrutto). Attraversata una semplice pietraia, dopo una modesta perdita di quota, si approda ad una piana in parte palustre, in un’ora dal bivio ed 1 ora 20 min. totali. La si attraversa fino alla fine, punto in cui si incontra un bivio dove bisogna trascurare la deviazione a sinistra per il Pas du Mt. Colomb e Madonne de Fenetre, per procedere invece a destra seguendo l’indicazione per il Refuge de Nice. Ora il sentiero torna a salire con moderazione riportando anche qualche segnavia del GR52, giungendo in breve a costeggiare il Lac de la Fous (diga) con ben visibile il Refuge de Nice che lo sovrasta, in 10 min. dalla piana ed 1 ora 30 min. totali. Quasi subito si trascura il sentiero principale per seguire una traccia che sale sulla sinistra priva di segnaletica e indicazioni (all’andata ho mancato il bivio per poi salire su pietraia ed intercettare la traccia più a monte). Questa risale con modesta pendenza il pendio inizialmente fra erba e roccette e poi su pietraia, per poi prendere a salire con maggiore decisione puntando verso la bastionata rocciosa sulla sinistra e rasentarla. Con ulteriore risalita si approda alle rocce montonate che sovrastano il Lac Long mt. 2556 (diga anche questa), in 1 ora dal Lac de la Fous e 2 ore 30 min. totali, andando ora a seguire gli ometti che ne percorrono la sponda occidentale. La traccia non sempre evidentissima compie alcuni saliscendi mantenendosi più o meno costantemente una cinquantina di metri circa sopra al lago. Giunti alla base di un canalino sulla sinistra si trascura una non evidentissima traccia che lo risale (penso conduca alla Cima Sud del Gelas) e si procede sulla traccia a destra che perde momentaneamente quota per tornare quasi subito a salire su pietraia di grossi massi. Ora bisogna andare a risalire la bastionata che chiude il lago seguendo gli ometti e cercando di esser fortunati ad azzeccare quelli che portano ad effettuare il percorso più semplice e logico (ce ne sono tanti e alcuni fanno compiere dei giri non del tutto logici; per chi utilizza il navigatore GPS la traccia più giusta registrata è quella fatta al ritorno). Puntando verso Nord-Est fra rocce montonate, radi prati e pietraie si approda alla base di un grosso guglione e da questo praticamente in piano fra grossi massi, seguendo sempre gli ometti, si giunge della base di un canalino, in 1 ora 30 min. dal Lac Long e 4 ore totali. In questa parte del percorso è bene munirsi di casco. Il canalino visto dal basso sembra complesso ma percorrendolo è abbastanza semplice, presenta solo un punto leggermente più ostico (II°) all’inizio del canale, ossia una placchetta inclinata di un paio di metri che volendo si può aggirare a destra o a sinistra superandola così abbastanza agevolmente. Oltre diventa ben camminabile, pur da effettuare con cautela specie in discesa onde evitare di sganciare pietre. Giunti alla sommità del canalino si approda al Passo della Maledia mt. 2927, in altri 10 min. circa. Attraversando in diagonale verso destra la conca detritica, che nel fondo di essa in alcuni periodi estivi ospita l’effimero Lagarot della Maledia (ahimè ne ho visto solo un accenno, ormai quasi asciutto), si giunge agevolmente alla base della bastionata rocciosa sommitale nel suo spigolo Nord, in 10 min. dal Passo e 4 ore 20 min. totali, oltre il quale precipita nel versante italiano potendo vedere il sottostante Rifugio Pagarì e quello che ne resta del Ghiacciaio della Maledia con un grazioso laghetto. Ci si sposta di pochi metri a destra, dove appare abbastanza evidente il canale da percorrere. Superato un facile ostacolo roccioso il canale piega decisamente a sinistra dapprima su facili roccette (I°) ed in breve conduce al punto più difficoltoso, un risalto di 4/5 metri (II°+). Questo ha appigli sia a destra che a sinistra per mani e piedi, però ho trovato più semplice aggirarlo sulla destra dove la roccia forma un piccolo gradino/cengietta. Oltre questo punto il canale diventa più semplice ma comunque ripido e malagevole per gli svariati massi instabili da verificare singolarmente e con ancora qualche punto dove utilizzare le mani (perlopiù I°, max. II°). Usciti dal tratto più ripido appare anche un’evidente traccia che con qualche zig-zag tende a puntare più verso destra fino a raggiungere la vetta della Cima della Maledia mt. 3061, in 15 min. dall’attacco del canalino e 4 ore 35 min. totali.

Panorama a Nord Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino e Rosa, a Nord-Est Carbonè, Bisalta, Frisson, Rocca dell’Abisso,Cime de l’Agnel, Marguareis e Mongioie, a Est Apuane, Bertrand, Missun, Saccarello, Cima Peyrabroc e Clapier, a Sud-Est Chameneye, Bego, Corsica, Gran Capelet, a Sud Cime du Diable, a Sud-Ovest Mont Colomb, a Ovest Cima Sud e Nord del Gelas, a Nord-Ovest Brocan, Baus, Nasta, Argentera, Matto, Chiapous, Asta, Oriol e Monviso.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata in 4 ore e 8 ore 35 min. totali.                 

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Spettacolare ma impegnativa gita effettuata in giornata. Si è pensato di percorrere la via normale francese per riuscire a limitare quantomeno il dislivello (almeno 400 metri in meno rispetto alla normale italiana). Bellissimo ambiente severo e selvaggio, vallone a me sconosciuto il Gordolasque. Come già descritto in precedenza fino al Lac de la Fous il sentiero è ben segnato e frequentato, mentre come si svolta per il Lac Long ci si immette in un altro ambiente, solo tracce con ometti senza alcuna segnalazione. Oltre il Lac Long il percorso è ancor di più evanescente. Se si intende effettuare il percorso da me descritto è bene comunque scaricarsi anche la traccia GPS, può essere d’aiuto. I due canalini non sono complicati anche se da percorrere con molta attenzione sia a salire che, volendo ancor più, a scendere. Entrambi hanno un solo punto veramente ostico che non presenta comunque esposizione ed entrambi volendo aggirabili leggermente, scegliendo il giusto punto di salita. Il problema principale è la caduta massi, munirsi di casco! Molto bello il panorama di vetta, come anche il Lac Long. Peccato solo non aver visto il Lagarot della Maledia, malgrado ciò resta una bellissima e adrenalinica gita.

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