Pointe de la Mine mt. 2936


La Pointe de la Mine è una montagna poco conosciuta e che nemmeno risulta sulle mappe facente parte delle Alpi Cozie situata nella cresta che divide le Valli Guisane e Clarèe, nelle immediate vicinanze della più conosciuta Tete de la Cassille, in territorio francese. L’itinerario qui proposto si svolge in Val Clarèe, su sentiero segnato fino a poco prima del Col du Chardonnet Sud, dopodichè su tracce fino alla vetta. Per il ritorno si è optato per discendere un ripido canale di erba, roccette e sfasciumi andando a raggiungere i Lacs de la Casse Blanche e da questi poi su traccetta fino alla palude alla base della Crête de Queyrellin e poi fino a Fontcouverte passando per Saint Appolonie.

🏁 Punto di partenza: Fontcouverte mt. 1875 circa

⚠️ Difficoltà:          E da Fontcouverte al Col du Chardonnet Sud e dai Lacs de  la Casse Blanche a Fontcouverte, F dall’anticima alla vetta, EE dal Col du Chardonnet Sud alla vetta, F la deviazione alle guglie sopra alla palude e la risalita per cresta verso la vetta, F+ il canalino per i Lacs de la Casse Blanche

Sviluppo:           15,3 Km

📈 Dislivello:           1100 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 6 ore

📅 Data escursione:     05/09/2021

🚥 Periodi consigliati:   Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Bardonecchia. Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue a sinistra la strada D1T che risale verso il Colle della Scala e Nevache, trascurando a destra la strada che conduce a Les Grange de la Vallee Etroite. La strada prende a salire (prestare attenzione ad alcune cunette di scolo) e, dopo aver oltrepassato due brevi gallerie ravvicinate si prosegue lungo un pianoro che in breve conduce al Colle della Scala (Col de l’Échelle). Da questo si scende sempre su D1T con numerosi tornanti fino a sbucare su D994G nei pressi di Roubion, dove si svolta a destra ed in breve si perviene a Nevache, che bisogna superare e continuare su quella che ora diviene D301T. La strada si restringe notevolmente (in estate viene chiusa intorno alle 10 e si può salire con bus navetta) e risale per circa 6 km poi, in corrispondenza del Camping de Fontcouverte sulla sinistra, si volge a destra in un ampio parcheggio sottostante.

Itinerario:

Dal parcheggio bisogna attraversare la strada asfaltata e seguire la sterrata che passa a sinistra del campeggio quindi, dopo circa 100 metri, si perviene ad un bivio con palina dove si abbandona la sterrata a destra e si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il Refuge du Chardonnet e Col du Chardonnet. Il sentiero, riportante segnavia del GR, si addentra in un bosco di conifere e ne esce in corrispondenza degli Chalets di Laraux mt. 1969, oltre i quali prende a salire con maggiore decisione fino a rasentare il Ruisseau du Raisin che va attraversato poi su ponticello in legno trascurando precedentemente una traccetta che prosegue invece dritta. Usciti definitivamente dal bosco il sentiero rimonta un pendio erboso portandosi poi ad attraversare nuovamente il torrente e giungendo quindi, con ulteriore risalita, al Refuge Chardonnet mt. 2227 (fontanella) in 55 min. dalla partenza. Oltrepassato il rifugio si discende leggermente fino a raggiungere un ripiano erboso, punto in cui, volendo, è possibile fare una breve deviazione fuori sentiero piegando a destra per prati ed attraversando nuovamente il Ruisseau du Raisin su un traballante asse di legno giungendo dopo circa 100 metri al Lac Chardonnet mt. 2207, in altri 5 min. ed 1 ora totale. Dal Lago si torna a ritroso al sentiero segnato e lo si segue in salita pervenendo poi ad un bivio con palina a mt. 2260, in altri 10 min. circa, ove si trascura a sinistra la deviazione per il Col de Roche Noire e si svolta invece a destra seguendo le indicazioni per il Col du Chardonnet, andando così a guadare nuovamente il Ruisseau du Raisin. Il sentiero risale un dosso andando poi a rasentare il paludoso Lac Chatelard ed in breve conduce ad una vasta zona pianeggiante dove il Ruisseau du Chardonnet genera una zona paludosa alle pendici del Crête de Queyrellin, in altri 10 min. ed 1 ora 20 min. totali. Dopo meno di 250 metri sulla sinistra vi è una zona di grossi massi accatastati punto in cui, volendo, è possibile effettuare una deviazione andando a rimontare il soprastante ripido pendio alle pendici di due aguzze guglie, verso le quali bisogna puntare raggiungendone la base, oltre la quale ci si addentra nel ripido canalino di sfasciumi alla loro destra risalendolo fino a pervenire ad un terrazzino dal quale le si possono ammirare dall’alto (non ho traccia GPS di questa deviazione perché non ho portato il navigatore con me), la deviazione comporta almeno 30 min. fra salire e scendere con attenzione vista la ripidità del pendio. Ritornati sul sentiero lo si segue fedelmente andando a risalire il Vallon du Chardonnet su pendio erboso con pendenza costante (solo un breve tratto ripido) puntando all’evidente Col du Chardonnet ma senza raggiungerlo, in quanto 400 metri prima di esso conviene svoltare a destra seguendo una traccetta che contorna un dosso e permette di raggiungere i due Lacs de la Mine mt. 2640, in 55 min. e 2 ore 45 min. totali. Qui una traccetta aggira il lago superiore sulla sinistra andando poi a risalire un avvallamento erboso ed approdando così alla base della cresta rocciosa in corrispondenza di quello che dovrebbe essere il Col du Chardonnet Nord. Si procede perlopiù in cresta, aggirando poi sulla destra un modesto risalto di rocce, quindi la traccia se ne discosta puntando un po’più a destra, punto in cui ho deciso di abbandonare la traccia e continuare per filo di cresta per ammirare alcuni torrioni, cosa comunque evitabile, effettuando però alcuni passaggi alpinistici perlopiù semplici ma da non sottovalutare(I/II). La cresta termina poi sulla dorsale sommitale di erba e roccette dove si intercetta nuovamente la traccetta abbandonata in precedenza e che ora bisogna seguire andando a rimontare il castello erboso finale giungendo così la vetta della Pointe de la Mine mt. 2936, in 55 min. dai laghi e 3 ore 40 min. totali.

Il panorama l’ho visto solo parzialmente, ma se fosse stato terso si sarebbe visto a Nord Pic de Mouliniere, Pointe de Cerces, Tete de la Cassille, Aiulle de Peclet, Aiguille de Polset, Pic du Thabor, Monte Thabor, La Dent Parrachée, a Nord-Est Cime de la Planette, Rocca Bernauda, Aiuguille de Scolette, Punta Baldassarre e Punta Melchiorre, Rognosa d’Etache, Punta Sommeiller, Cima del Vallonetto e Monte Seguret, a Est Casse Blanche, Albergian, a Sud-Est Monviso, Pic de Rochebrune, Crête du Diable e Crête du Raisin, a Sud Pointe du Demi e Crête Chardonnet, Montagne des Agneaux, Ailefroide, a Sud-Ovest Barre des Ecrins, Roche Meane, Pic Gaspard e La Meije, a Ovest Roc Termier e La Grand Galibier, a Nod-Ovest Aiguilles d’Arves.

Per la discesa si può ritornare dallo stesso percorso oppure effettuare una variante di ricerca che permette di compiere un anello come vado ora a descrivere. Dalla vetta si discende per circa 80 metri incontrando sulla sinistra un evidente e ripido canalino erboso, io ho seguito questo canalino, ma in realtà procedendo ancora sulla dorsale per una cinquantina di metri esiste un secondo canalino di sfasciumi leggermente meno ripido di quello erboso e convergono comunque in uno stesso punto poche decine di metri più a valle, per cui vanno bene entrambi (pare però che il canalino di sfasciumi sia meno ostico). Una volta intrapreso il canalino erboso conviene mantenersi sul margine sinistro di esso sopra ad una crestina rocciosa (il pendio di erba era troppo ripido e scivoloso in quanto bagnato) che necessita però dell’uso delle mani (alcuni passaggi di II). Nel punto in cui convergono i due canalini conviene portarsi verso il margine sinistro su fondo di terriccio e pietrisco potendosi così aiutare con le mani in certi punti alle rocce, quindi su erba e pietre si fuoriesce dal canale e si discende il pendio detritico obliquando leggermente verso sinistra puntando al lago superiore de la Casse Blanche, che si raggiunge poi deviando bruscamente a sinistra su pietraia di grossi massi stabili fino a raggiungerne la sponda meridionale, in 50 min. dalla vetta. Da questo bisogna tornare a ritroso e discendere a vista verso il lago inferiore intercettando poi un’evidente traccia segnalata con frequenti ometti che discende il valloncello e porta a rasentare un paio di piccoli laghi e poi a rasentare le pendici della Casse Blanche andando infine a sbucare nella piana con palude già attraversata all’andata, in altri 45 min. e 5 ore 15 min. totali. Invece di ritornare verso il rifugio ed effettuare un percorso uguale all’andata si può optare per seguire un sentierino a sinistra che costeggia il Ruisseau du Chardonnet e che poi, dopo circa 450 metri, va guadato portandosi sulla sponda opposta scendendo sempre paralleli ad esso pervenendo a Saint Appolonie mt. 1995 (fontanella), in 35 min. circa. Ora bisogna seguire la carrareccia che rasenta alcune graziose baite isolate e si addentra nel bosco compiendo alcune svolte poi, giunti ad un ampio tornante che forma uno slargo, la si abbandona per seguire invece una traccetta a destra che si addentra nel bosco puntando verso Est e, parallelamente al Ruisseau du Chardonnet, conduce su asfalto in corrispondenza di un ponte. Svoltando ora a destra si segue l’asfalto per circa 80 metri giungendo così al parcheggio e chiudendo l’anello, in altri 10 min. e 6 ore totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Percorso ad anello piacevole, anche se a mio giudizio la Val Clarée sa offrire sicuramente di meglio….comunque vi sono alcuni spunti molto interessanti, come le due guglie aguzze sopra alla piana paludosa (alle quali con cautela merita di esser fatta la deviazione), i Lacs de la Casse Blanche ed in generale tutti i laghi/paludi. Indubbiamente anche il panorama deve essere di primordine ma la nuvolaglia arrivata nel corso della giornata ne ha precluso la visione. Escursione che se si esclude la deviazione alle guglie, il percorso in cresta verso la vetta e la discesa per canale verso i Lacs de la Casse Blanche è da considerarsi molto semplice, mentre queste divagazioni comportano un po’ di attenzione in più, specie la parte alta del canalino che non è proprio banale in quanto molto ripida e fra erba, rocce e detriti mobili. Quindi gita carina a questa vetta perlopiù sconosciuta, ma non a livello di altre fatte in zona.

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