Punta Chenal mt. 3208 e giro dei laghi

La Punta Chenal è una montagna delle Alpi Graie, che si trova sullo spartiacque fra il Vallone di La Thuile e la Valgrisenche, in Valle d’Aosta. Vetta non molto conosciuta e priva di sentiero per raggiungerla, ma dal bel panorama. Qui propongo un percorso con partenza da La Joux passando per le Cascate del Rutor, che sono tra le più spettacolari della Valle d’Aosta, il Rifugio Deffeyes e la salita alla Punta Chenal, quindi discesa in parte fuori sentiero compiendo un anello per ammirare numerosi laghi.


🏁 Punto di partenza: La Joux mt. 1596 circa

⚠️ Difficoltà:          E dalla partenza fino all’abbandono del sentiero e dal Lago dei Seracchi al parcheggio (escluso un solo passaggio su placca F), EE dall’abbandono del sent. 3 alla base del canalone e dal nuovo abbandono al Lago dei Seracchi, F la salita e la discesa da Punta Chenal e alcuni punti nel tratto dal ponte tibetano al Lago dei Seracchi.

Sviluppo:            23,6 Km

📈 Dislivello:            1700 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 9 ore 30 min.

📅 Data escursione:       29/08/2021

🚥 Periodi consigliati:     Da Giugno a Settembre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, quindi su A26 fino a Santhia`e A5 fino a Morgex. Usciti dall’autostrada si procede a sinistra su SS26 seguendo le indicazioni per La Thuile e Courmayeur quindi, raggiunto il paese di Pre Saint Didier, bisogna svoltare a sinistra e attraversarlo. Usciti dal paese si procede sempre su SS26 che con numerosi tornanti prende quota, quindi prosegue in moderata salita fino a La Thuile. Si attraversa il paese procedendo sulla strada principale (Via Marcello Colomb) per circa 150 metri poi, prima che la strada curvi a destra, si svolta a sinistra in salita. Trascurata quasi subito una deviazione a sinistra si procede dritti per la Fraz. Bathieu su SR39, poi si attraversa la Fraz. Villaret giungendo ad una rotonda, dove si tralascia la deviazione a sinistra per il Colle San Carlo e ci si mantiene a destra seguendo l’indicazione per Le Joux. Terminata la frazione si incontra un bivio, in corrispondenza della Loc. Pera Cara`, dove ci si mantiene sulla strada di destra raggiungendo in breve una successiva deviazione dove invece si svolta a sinistra. La strada ora si restringe e, trascurate alcune deviazioni sulla destra, procede dritta costeggiando il torrente fino ad attraversarlo su ponte. Oltre il ponte si svolta a sinistra e la strada prende a salire con numerosi tornanti all’interno del bosco di conifere fino a raggiungere un pannello in legno indicante Le Joux. La strada ora perde quota moderatamente per circa 200 metri e, al termine della discesa, a destra in corrispondenza della fermata del bus vi è un ampio parcheggio su due piani dove si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio si procede brevemente su asfalto fino al termine di esso giungendo così al ponticello in corrispondenza del quale una palina indica di attraversarlo sul sentiero 3 e l ’Alta Via n. 2, trascurando a destra il sent. 19, il sentiero del centocinquantenario. Il sentiero procede in moderata salita e, dopo aver compiuto una curva a destra, procede in direzione Sud per circa 250 metri per poi attraversare un ponticello in legno ed incontrare quasi subito un bivio. Al bivio si trascura a sinistra la deviazione sul 3B per Promise e si procede a destra sempre sul 3 seguendo le indicazioni per le cascate. Ora il sentiero prende a salire con maggiore decisione all’interno del bosco di conifere mantenendosi perlopiù parallelo al Torrente Rutor approdando poi ad un belvedere sulla prima cascata. Con breve risalita si perviene ad un bivio dove bisogna mantenersi a sinistra seguendo le indicazioni per la seconda e terza cascata, mentre se si vuole fare una breve deviazione ed andare ad ammirare la prima cascata sul ponte in legno che la attraversa bisogna piegare a destra. Si inizia a salire in maniera abbastanza decisa fino alla Baita Lo Parcet, punto in cui si esce momentaneamente dal bosco e si possono già avvistare le altre due cascate. Il sentiero attraversa ora un pianoro procedendo in moderata salita quindi rientra all’interno del bosco, che consente comunque di ammirare il Monte Bianco e Le Grande Jorasses, e raggiunge poi un successivo bivio in corrispondenza di un ponte in legno. Qui si trascura la deviazione a destra sul ponte per il sentiero del centocinquantenario e si continua dritti seguendo l’indicazione per la 2a e 3a cascata continuando per circa 300 metri paralleli al corso del torrente. Quindi iniziano una serie di tornantini che conducono ad un bivio su cippo di pietra, dove per ammirare la seconda cascata bisogna svoltare a destra raggiungendo dopo circa 40 metri il belvedere sul salto. Ritornati al bivio si segue a sinistra il sentiero 3 e Alta Via n. 2 con indicazione per il Rifugio Deffeyes e con modesta risalita si giunge ad un altro bivio con relativo cippo di pietre. Qui si trascura la deviazione a destra con indicazione per la 3a cascata (che si raggiunge dopo circa 100 metri in moderata salita su gradoni di pietre fino ad un ponte metallico, il Pont Abbè Chanoux) e ci si mantiene a sinistra seguendo le indicazioni per il Rifugio Deffeyes. Fin qui era la stesso percorso effettuato lo scorso anno per Les Dents Rouge. Ora il sentiero si inerpica con numerose svolte nel bosco, che diviene via via più rado, raggiungendo poi, in 1 ora 20 min. dalla partenza, un bivio dove bisogna trascurare a destra il sentiero con indicazione per il sentiero 8 e 8a  per il Col Tachuy, sentiero dal quale arriveremo al ritorno chiudendo qui l’anello, e si procede invece dritti seguendo ancora l’Alta Via n. 2. Questo in breve fuoriesce dal bosco e perviene ad uno spigolo ove si svolta decisamente a destra in moderata discesa pervenendo, in altri 15 min. circa, ad un ponticello in legno (Ponte Serg. Giulio Guedoz) che permette di superare l’emissario di un vicino laghetto sovrastato a destra da una malga. Il sentiero rasenta una malga e rimonta il pendio con numerosi tornantini giungendo poi ad un bivio dove si trascura a sinistra il sentiero 15 per Plan Plaz e si continua a destra sempre sul 2 raggiungendo poi un poggio panoramico dove appare la Testa del Rutor ed il suo ghiacciaio. Ora il sentiero perde moderatamente quota approdando in breve al Rifugio Deffeyes mt. 2500, in 45 dal ponte e 2 ore 20 min. totali, dal quale si può ammirare il sottostante Lago Inferiore del Rutor. Davanti al rifugio si abbandona a sinistra il sentiero dell’Alta Via n. 2 per Promod e si imbocca invece il sentiero 3 con indicazione per il Colle di Planaval che digrada leggermente per poi compiere un traverso a mezzacosta potendo ammirare a destra il bel Lago Inferiore del Rutor. In moderata salita fra erba e roccette si procede puntando grossomodo verso Est andando a rasentare il Lago Verde (con un piccolo laghetto attiguo e potendo ammirare anche il successivo ed allineato Lago Grigio), oltre il quale si inizia a salire con maggior decisione in ambiente prevalentemente roccioso portandosi a rasentare il piccolo Lago nella Roccia. Ora con qualche tornantino si prende quota giungendo poi ad uno spallone panoramico che domina i seracchi finali del Ghiacciaio del Rutor, che generano il Lago Superiore del Rutor, in altri 40 min. e 3 ore totali. Qui il sentiero va seguito a sinistra compiendo così un lungo traverso in falsopiano che taglia le pendici della Pointes des Invergneures, poi, oltrepassato un dossetto roccioso, a circa 2700 metri di quota bisogna abbandonare il sentiero, che procede dritto verso il Colle di Planaval, per deviare invece a sinistra senza traccia ed addentrarsi in una valletta di erba e roccette, in altri 20 min. circa. Seguendo ora alcuni ometti e puntando perlopiù verso destra (a Nord-Est) si rimonta il ripido pendio raggiungendone la sommità su ampio ripiano ove giacciono alcuni laghetti (dei quali uno in particolar modo è degno di nota per dimensioni e tinta) e dove appare evidente la meta, la Punta Chenal, in altri 20 min. e 3 ore 40 min. totali. Dal lago, mantenendo sempre la stessa direzione, si attraversa il ripiano per poi tornare a salire continuando a seguire gli ometti che conducono dopo circa 400 metri ad una sorta di bivio nei pressi di una placca liscia inclinata a circa 2920 metri, punto in cui gli ometti continuano ben visibili a sinistra ma in realtà sarebbe stato opportuno piegare a destra ed attraversare quel che rimane di un’antico ghiacciaio (dal quale arriveremo al ritorno). Seguendo gli ometti visibili si rimonta un colatoio quindi svaniscono e, dopo aver superato una fascia rocciosa, si perviene alla base di un ampio e ripido canalone di grossi massi accatastati che continua fin quasi in vetta. Io ho optato per risalire tale canalone cercando i punti meno malagevoli e soprattutto assicurandomi bene che i massi fossero stabili in quanto di tanto in tanto qualcuno di essi non lo era. Raggiunti poi i 3100 metri di quota conviene abbandonare il canalone, che tende a stringersi e risulta chiuso da un nevaio, per piegare a sinistra raggiungendo così uno spallone detritico che bisogna ora risalire sempre su massi accatastati qui meglio assestati fino alla sommità, dalla quale la vetta risulta vicina ed evidente. Per raggiungerla basta discendere di pochi metri fino ad un intaglio ove si intercetta un semplice passaggio che, svoltando leggermente a sinistra, conduce facilmente in vetta alla Punta Chenal mt. 3208, in 1 ora 20 min. dal ripiano e 5 ore totali.

Panorama a Nord Grande Jorasses, Mont Dolent, Grande Rochere e Grand Golliat, a Nord-Est Becca Bianca e Becca Noire, Dent Blanche, Dent d’Herens, Cervino, Rimpfishhorn, Rosa e Testa Grigia, a Est Monte Emilius, Tersiva, Grivola, a Sud-Est Gran Paradiso, Ciarforon, Grande Rousse, a Sud Doravidi, Flambeau, Testa del Rutor, Becca du Lac, a Sud-Ovest Petit e Grand Assaly, a Nord-Ovest Aiguille des Glaciers, Aiguille de Trelatete e Monte Bianco.

Per la discesa, onde evitare di ripercorrere il canalone, si è optato per discendere dal versante Ovest (che ad occhio appariva decisamente più amichevole). Si discende su roccette accatastate molto meglio assestate puntando ad una sottostante conca fra la Punta Chenal e l’anticima ed una volta raggiunta si volge decisamente a destra su pendio meno inclinato fra massi e residui nevai. Poi a circa 3130 metri si intercettano i primi frequenti ometti che vanno ora fedelmente seguiti iniziando una ripida discesa, a tratti attrezzata anche con canaponi e fettucce ( inutili in queste condizioni ma a inizio stagione o con terreno bagnato sicuramente più utili), che conduce al bivio di ometti a 2920 metri. Da qui come per l’andata si ritorna al sentiero, in 1 ora 15 min. dalla vetta, ma, dopo circa 300 metri, ho deciso di abbandonarlo per piegare a sinistra e discendere un ripido pendio erboso che conduce, dopo altri 500 metri, alla base del meraviglioso seracco finale del Ghiacciaio del Rutor. Da qui seguendo una traccetta che procede parallela al torrente generato dal ghiacciaio si giunge in breve sulle sponde del Lago Superiore del Rutor mt. 2584, in altri 20 min. e 6 ore35 min. totali, che bisogna contornare ora a destra sulla sua sponda settentrionale fin quando questo termina. Si procede seguendo una vaga e a tratti inesistente traccetta che punta perlopiù verso Sud-Ovest e conduce ad una piana alluvionale dove si intercetta un sentiero ben evidente che volge verso sinistra e porta a percorrerne il suo sbarramento fino ad un paio di poco sicuri ponti tibetani che attraversano l’impetuoso torrente, assolutamente da evitare, in altri 25 min. circa. Infatti bisogna qui piegare a destra seguendo un sentiero che procede inizialmente parallelo al corso del torrente che qui forma delle fragorose cascate e poi gradualmente volge più a destra divenendo via via più scomodo e tortuoso fra rocce montonate con grossi salti da discendere con molta attenzione. Con alcune serpentine e nuovi salti su rocce montonate ci si porta nuovamente nelle vicinanze del torrente giungendo poi al Lago dei Seracchi mt. 2387, in 20 min. e 7 ore 20 min. totali. Contornandone la sponda orientale si procede poi su dossi erbosi puntando verso Nord-Ovest fino a guadare un modesto rio, oltre il quale si intercetta il sentiero segnato con e frecce gialle che a destra conduce al Rifugio Deffeyes e che invece va seguito a sinistra in discesa. Questo, dopo circa 150 metri, conduce ad un bivio con palina nei pressi di una particolare fascia rocciosa biancastra e arrotondata, ove bisogna trascurare a sinistra il sentiero che conduce ai Laghi di Bella Comba e Col Tachuy e piegare invece a destra seguendo le indicazioni per Le Joux. Il sentiero in breve si porta a sovrastare il Torrente Rutor su cengie mantenendocisi sempre parallelo ad esso per poi giungere alla sommità di una bastionata, punto in cui, seguendo una freccia verso destra, si discende una paretina di rocce montonate con salto di qualche metro, dove bisogna prestare un po’ di attenzione. Superato questo punto il sentiero discende abbastanza comodamente fino alla sottostante piana che bisogna attraversare raggiungendo poi una minuscola palina che indica di piegare a destra in moderata salita. Il sentiero discende poi fino in prossimità di un ponte in legno alla nostra sinistra da trascurare mantenendosi invece a destra su sentierino che fra i primi radi alberi conduce al bivio 2/8 e 8a già incontrato all’andata, in 55 min. dal Lago dei Seracchi, punto in cui si chiude effettivamente l’anello. Ora sul percorso dell’andata in 1 ora 15 min. e 9 ore 30 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Dopo la meravigliosa escursione dell’anno scorso al Les Dents Rouge e la Laghi di Bella Comba mi ero ripromesso di tornare per vedere questa spettacolare parte di Valle d’Aosta nella speranza di trovare un percorso ugualmente bello. In realtà questo di oggi è forse ancor più bello e affascinante fra laghi dalle tinte ognuna diversa dall’altra e impreziositi dalla presenza del meraviglioso Ghiacciaio del Rutor in un ambiente dal sapore andino, probabilmente una delle gite più belle mai fatte finora. Senza contare che io, avendole già viste più volte, non ho voluto perdere tempo per ammirare le cascate del Rutor, ma sono anch’esse una meraviglia da non perdere. Il percorso è molto lungo e faticoso, praticamente due gite in una, dove la Punta Chenal non è di certo il pezzo forte, ma che può essere comunque piacevole seppur faccia penare non poco. Come descritto in precedenza è bastato seguire un paio di ometti forvianti per perdere il più giusto e logico percorso, anche se debbo dire che anche il canalone non è che sia così orrido e si risale abbastanza agevolmente seppur facendo la dovuta attenzione ai massi mobili e aiutandosi di tanto in tanto con le mani. È comunque meglio attenersi al giusto percorso effettuato al ritorno, ben segnato con frequenti ometti e attrezzato in alcuni punti più ripidi. In conclusione un percorso imperdibile che per i meno ardimentosi si può anche limitare al solo giro dei laghi che non lascerà comunque delusi escludendo la salita alla Punta Chenal che comporta una notevole perdita di tempo e fatica.

 

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