Cima del Vallonetto e Monte Seguret mt. 3217-2926

La Cima del Vallonetto è una montagna delle Alpi Cozie, situata in Valle Susa, nel Gruppo d’Ambin. La montagna si trova fuori dallo spartiacque principale tra la Francia e l’Italia in quanto è collocata a sud della Punta Sommeiller ed è da questa separata dalla Punta Galambra, ed è inoltre situata alla testata della cresta che divide la Val di Susa dalla Valfredda. La Cima del Vallonetto, come anche il Monte Seguret ed in generale tutta la zona, è di notevole interesse geologico in quanto presenta torrioni, archi naturali, grotte e caverne. Qui propongo un anello con partenza dal Colletto Pramand passando per la “Via dei Torrioni” poi salita dal Colle Argentera per la Cresta Sud e discesa verso i resti della caserma Vin Vert passando per i Laghi del Vallonetto, per poi attraversare la galleria dei saraceni.

🏁 Punto di partenza: Colletto Pramand mt. 2087

⚠️ Difficoltà:          F la Via dei Torrioni e un paio di passaggi sulla Cresta Sud del Vallonetto, EE dalla partenza all’inizio della Via dei Torrioni, dalla fine della via al Colle Argentera e dal Colle alla Cima del Vallonetto, E il resto

Sviluppo:           13,9 Km

📈 Dislivello:           1300 Mt. circa

⏱️ Tempi:                   Giro ad anello totale 7 ore 20 min.

📅 Data escursione:      17/07/2021

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Susa. Usciti dall’autostrada si svolta a sinistra si seguono le indicazioni per Susa e Moncenisio su SS25 e dopo circa 1 km bisogna svoltare a sinistra su SS24. Bisogna procede su di essa superando Gravere, Chiomonte e trascurando poi la deviazione a sinistra per Exilles. Mantenendosi sempre su SS24 si superano alcuni gallerie quindi, dopo esser passati sotto al viadotto dell’ autostrada si trascura la deviazione per San Colombano e Deveys procedendo ancora dritti e dopo alcuni tornantini si raggiunge un bivio. Qui bisogna svoltare repentinamente a destra seguendo le indicazioni per Eclause e Pramand. Questa stradina, SP256 la strada militare Fenil-Pramand-Foens-Jafferau, è piuttosto stretta e sale ripida con numerosi tornanti poi, raggiunto un bivio si trascura la deviazione a destra e si continua dritti seguendo l’indicazione per Pramand. In breve si superano le case di Fenils e si risale finché la strada, superate un gruppo di case, diviene sterrata. La sterrata è da seguire lungamente per circa 9 km, abbastanza ben percorribile con un po’ di attenzione anche con macchine normali (meglio indubbiamente percorrerla con fuoristrada) fino al raggiungimento del Colletto Pramand dove in uno slargo si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal Colletto Pramand mt. 2087 bisogna seguire subito la traccia che punta a Nord verso l’evidente zona dei torrioni. In breve la traccetta diviene evanescente per poi scomparire del tutto in corrispondenza dei primi alberi, ma mantenendo pressoché la stessa direzione si esce senza problemi dalla boscaglia e si risale sul ripido pendio erboso. Volendo, ma non è necessario, si può piegare leggermente verso destra fino a giungere ad una croce, intorno ai 2300 mt di quota, che permette di ammirare il panorama sottostante verso Oulx per poi riportarsi verso sinistra e raggiungere l’ingresso del canalone in ambiente molto suggestivo alla base di grossi torrioni, a 2450 mt. circa, dove inizia appunto la “Via dei Torrioni”, in 50 min. circa. Il canale risulta sbarrato da una ripida paretina di roccia bianca calcarea che si supera con semplice arrampicata, tutti passaggi di I° e un unico passaggio di II°, oltre la quale il canale si apre. Ora bisogna cercare di portarsi gradualmente verso la parte sinistra del canale in una zona di erba e roccette puntando alle pendici di un torrione ed una volta raggiunto bisogna contornarne le pareti su traccetta fin quando si perviene ad un colletto su spallone detritico, dove di fatto termina il canale, in altri 20 min. e 1 ora 10 min. totali. Qui la traccia diviene evidente e compie un traverso su detriti puntando alla base di un grosso torrione isolato, quindi, una volta raggiunto e superato, si traversa in piano fra prati e roccette finché la traccia porta ad attraversare un colatoio divenendo esile ed esposta, per cui si è preferito abbandonarla e risalire più direttamente il pendio piegando a destra per la massima pendenza. Con pendenza via via meno accentuata e puntando perlopiù verso destra su detriti si perviene in prossimità di un esile terrazzino roccioso panoramico, in altri 25 min. circa, dove appare una traccetta proveniente da Est, punto in cui si possono ammirare gli spettacolari torrioni e le svariate formazioni rocciose del versante orientale (volendo qui una traccetta molto esile e parecchio esposta permette di addentrarsi per qualche decina di metri per poi interrompersi bruscamente, concedendo così una visuale leggermente migliore sui torrioni, prestare però molta attenzione). La traccia va seguita in salita verso sinistra, poi, dopo poco, diviene evanescente in un tratto dove il pendio risulta maggiormente roccioso per poi riapparire più a monte seguendo più o meno il filo dell’ampia cresta, che di tanto in tanto offre qualche scorcio sui sottostanti torrioni e più a monte su una formazione rocciosa forellata con vicine guglie. Raggiunta poi una grossa croce di legno a mt. 2887, in altri 40 min. dal terrazzino, si continua ancora per cresta raggiungendo un’anticima a mt. 2911 contrassegnata dalla presenza di un minuscolo ometto di pietra, in 5 min. circa, dalla quale è ben visibile la vetta. Procedendo ancora per cresta si giunge in ulteriori 5 min. e 2 ore 25 min. totali in vetta al Monte Seguret mt. 2926. Dalla Cima del Vallonetto si scende seguendo la traccia contrassegnata ora da tacche bianche pressoché per filo di cresta poi, quando essa diviene meno percorribile, la traccia piega bruscamente a sinistra diventando piuttosto ripida ed attraversando un tratto di rocce scure. Finito questo tratto leggermente più scomodo il pendio digrada dolcemente fino al raggiungimento del Colle dell’Argentera mt. 2795, in 30 min. dalla vetta. Trascurato sia il sentiero a destra che perde quota conducendo alla “Via Rusa”, sia quello a sinistra che conduce ai ruderi della Caserma Vin Vert, si procede invece dritti andando a risalire il soprastante dosso detritico ed iniziando così la risalita della lunga Cresta Sud della Cima del Vallonetto. Raggiunta la sommità del primo dosso su vaga traccetta si perviene ad un primo risalto roccioso che si aggira risalendo un ripido ed instabile, ma fortunatamente breve, canalino di sfasciumi oltre il quale si torna a procedere su comoda e poco inclinata traccetta che porta in breve ad un nuovo sbarramento roccioso. La traccia porta alla base delle pareti aggirandole sulla destra ed una volta superato un pinnacolo biancastro lo si costeggia risalendo il ripido pendio erboso fino alla sommità, ove si ritorna in cresta. La traccia qui svanisce ma basta seguire il filo di facile ed ampia cresta cresta di detriti e si perviene al terzo sbarramento roccioso, punto in cui si svolta decisamente a sinistra risalendo un ripido canalino di fini detriti che termina su roccette, dove bisogna aiutarsi con le mani per oltrepassarle (II°) sbucando inaspettatamente su di un pianoro prativo. La cresta raggiunge in breve una piccola croce metallica e poi porta al quarto sbarramento roccioso che si supera mantenendosi a sinistra ed andando ad attraversare un semplice intaglio roccioso che adduce ad un ripido canalino di detriti, in 30 min. dal colle, che si supera anch’esso in maniera piuttosto agevole. La cresta torna a farsi piuttosto semplice e poco inclinata su detriti dalle numerose tonalità di colori. Aggirato poi sulla destra un castello di roccette accatastate si procede per filo di ampia cresta fino in prossimità di una elevazione di detriti biancastri, senza raggiungerla ma deviando bensì a sinistra su poco marcata traccetta che si mantiene poco sotto alla cresta. Si perde moderatamente quota fino ad un’insellatura che per raggiungerla bisogna discendere un gradino di poco più di un metro, in 35 min. dall’intaglio e 4 ore totali, oltre il quale si torna a salire su scure pietre accatastate fino a quota 3050 mt. circa, punto in cui si è optato per abbandonare la cresta, che punta ripida ad una serie di torrioni e comporta qualche semplice passaggio di arrampicata, per piegare invece a sinistra e compiere un traverso su ghiaione di circa 200 metri su detriti a tratti un po’mobili fino ad intercettare il sentiero segnato con segnavia , in altri 35 min. circa. Questo va seguito svoltando a destra ed in ripida e costante salita conduce, in 25 min. e 5 ore totali, in corrispondenza del grazioso Bivacco Ginafranco Joannas oltre il quale, aggirandolo a sinistra in pochi metri si raggiunge il masso che costituisce la risicata vetta della Cima del Vallonetto mt. 3217.

Panorama a Nord Rognosa d’Etache, Grande Casse, Punta Sommeiller, a Nord-Est Mont d’Ambin, Pointe de Charbonnel, Nible`, Pointe Ferrand e Rocciamelone, a Est Orsiera e Punta Cristalliera, a Sud-Est Albergian, Ghinivert, Monviso, Punta Rognosa e Bric Froid, a Sud Pic de la Font Sancte, Pic de Rochebrune e Chaberton, a Sud-Ovest Punta Clotesse, Aiguille d’Arbour, Sommet du Charra, Petit Pelvoux, Pointe Durand, Ailefroide, Pic Coolidge, Barre des Ecrins, Pic Bourcet, La Grande Ruine, Guglia Rossa e Pic Gaspard, a Ovest Le Grand Galibier, Punta Gasparre, Punta Melchiorre, Punta Baldassarre, Rocca Bernauda, a Nord-Ovest Tete Pierre Muret, Pointe de Paumont, Aiguille de Scolette, La Dent Parrachee.

Ridiscesi al punto in cui si è intercettato il sentiero segnato si continua in ripida discesa su di esso poi, quando questo tende a mantenersi più a destra nei pressi della cresta, l’ho abbandonato per seguire una traccetta sulla sinistra che punta al primo Lago del Vallonetto mt. 2865, in 40 min. circa. Piegando ora a destra si discende in un impluvio a ridosso della cresta e si perviene in 5 min. al secondo piccolo Lago del Vallonetto mt. 2847, dal quale si discende mantenendosi sul filo di uno spallone di erba e detriti che digrada verso la conca sede del terzo e ultimo Lago del Vallonetto mt. 2705 in altri 15 min. e 6 ore totali. Ora si può piegare a destra e seguire il vicino sentiero segnato che arriva direttamente alla Caserma Vin Vert, oppure, come ho fatto io, si può tranquillamente viaggiare a vista sulle distese prative puntando comunque perlopiù a Sud andando ad intercettare il sentiero che conduce alla Caserma Vin Vert mt. 2536, in 25 min. dal terzo lago. Da questa si discende seguendo il sentiero che digrada alla sua sinistra intercettando una vecchia sterrata inerbita riportante segnavia  717, che va seguita per poche decine di metri per poi tagliarla più volte su traccetta che scende più decisamente fino ad intercettare la sterrata militare Fenil-Pramand-Foens-Jafferau, in 25 min. dalla caserma. Qui bisogna svoltare a sinistra raggiungendo in breve i ruderi di una caserma e da questa in moderata discesa fino all’ingresso della Galleria dei Saraceni. Da qui diparte sulla destra un sentierino che, passando in un contesto davvero spettacolare alle pendici delle mastodontiche Grotte dei Saraceni, evitava di dover percorrere la galleria per tornare al Colletto Pramand ma, purtroppo, qualche anno fa il sentierino è franato in un punto non aggirabile, pertanto impercorribile per ritornare al Colletto Pramand. Si percorre pertanto la Galleria dei Saraceni che è lunga poco meno di 900 metri con percorso a U all’interno della montagna, ed è totalmente priva di illuminazione (pertanto necessita dell’utilizzo di lampada frontale o torcia) presentando vistose cadute d’acqua che hanno portato nel tempo alla formazione, come nelle grotte, di numerose concrezioni. Percorsa la galleria, in altri 10 min. e 7 ore totali, si procede su sterrata che attraversa un’altra brevissima galleria di pochi metri scavata in uno sperone roccioso e quindi discende lungamente, sovrastata da torrioni e grotte nelle pareti, fino al Colletto Pramand, in altri 20 min. e 7 ore 20 min. totali chiudendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Spettacolare escursione in ambiente selvaggio e a tratti dolomitico. Anche se buona parte del percorso l’ho già effettuato un paio di anni fa nell’anello del Monte Seguret, essendo la zona estremamente bella, è stato comunque un piacere ripercorrerlo e inglobarlo in un giro più ampio che comprende anche la Cima del Vallonetto salendola per la Cresta Sud. Non avevamo molte notizie in merito a questa cresta e pertanto non sapevamo quali difficoltà avremmo potuto affrontare, abbiamo così potuto constatare essere attraversata da una traccetta con poche e modeste asperità, quindi direi nel complesso può ritenersi abbastanza semplice. Sempre bella e nel complesso semplice, anche se da affrontare con la giusta concentrazione, la “Via dei Torrioni” che permette di attraversare un canalone dal sapore dolomitico sovrastati da graziosi torrioni, come anche il tratto in cresta per raggiungere la vetta del Monte Seguret che permette di ammirare numerosi torrioni e formazioni rocciose particolari nel tormentato versante orientale del monte. Il ritorno diciamo che a mio gusto è risultato un po’ meno interessante in quanto i laghi non sono straordinari e dover ripercorrere la Galleria dei Saraceni, per me che non amo posti chiusi, bui e umidi, non mi ha fatto impazzire di gioia (mettere in preventivo che ci si bagnerà). La galleria risulta l’unica via obbligata per chiudere l’anello in quanto il sentiero che dall’ingresso della galleria a monte conduce all’uscita della galleria a valle, passando alla base della Grotta dei Saraceni in ambiente molto suggestivo, purtroppo è franato irrimediabilmente negli ultimi metri e non si può assolutamente aggirare. Bella gita insomma, che amplia quella precedentemente fatta. Segnalo, anche se è abbastanza evidente, che la traccia GPS nella galleria ha perso il segnale pertanto ha tirato una linea dritta tra l’inizio e la fine, mentre la galleria compie un semicerchio all’interno della montagna.

 

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