Palon di Resy e Monte Rosso di Verra mt. 2675-3022

Il Palon di Resy e il Monte Rosso di Verra sono montagne delle Alpi Pennine, un eccezionale balcone panoramico sui ghiacciai di Verra e sulle cime del massiccio del Rosa che chiudono a nord la Val d’Ayas. Qui descrivo un percorso ad anello con partenza da Saint Jacques, che però mi sento di sconsigliare, specie ai meno esperti a causa del percorso di ricerca al ritorno.

🏁 Punto di partenza: Slargo poco prima di Saint Jacques a mt. 1680 circa

⚠️ Difficoltà:          E fino al Palon di Resy e dal 8 a Saint Jacques, EE per i laghi di Resy e per la pietraia del ritorno, F per il Monte Rosso

Sviluppo:            15 Km

📈 Dislivello:            1550 Mt. circa

⏱️ Tempi:                    Giro ad anello totale 8 ore 20 min.

📅 Data escursione:      14/09/2019

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, quindi su A26 fino a Santhia e A5 fino a Verres. Usciti dall’autostrada ad una rotonda si segue la seconda uscita in Via Caduti per la Libertà e, seguendo le indicazioni per la Val d’Ajas, si procede su SR45 che risale la valle superando i paesi di Challand Saint Victor, Challand Saint Anselme, Brusson, Periasc, quindi Champoluc. Questo va attraversato e superato proseguendo sempre su SR45 fino a Saint Jacques, dove però i parcheggi sono solo a disco orario di 2 ore. Pertanto prima di entrare in Saint Jacques ho lasciato l’auto in un minuscolo slargo a bordo strada all’altezza del bivio per Crocetta a mt. 1680 circa.

Itinerario:

Da Saint Jacques si procede su asfalto superando la graziosa chiesetta e raggiungendo subito la deviazione a destra sul Altavia n.1, per il Col Pinter, e sul  9 per Resy, sentiero che ora bisogna seguire. Passando fra le ultime case di Saint Jacques si giunge fin dove termina dell’asfalto, dove alcune paline indicano i Rifugi Ferraro e Rifugio delle guide di Frachey, e si procede ora su mulattiera che si addentra nel bosco e risale piuttosto ripida tagliando più volte una sterrata proveniente da Blanchard. Superata una fontana in breve si risale fino a rasentare una casa, Rejache, oltre la quale si esce momentaneamente dal bosco e il pendio diviene più ripido, iniziando a risalire con una serie di tornantini che portano a rasentare un altro gruppo di casette, Raccard. Superata l’ultima casa ci si addentra nuovamente nel bosco di conifere con ulteriori tornantini fino ad incrociare un altro sentiero, in 35 min. circa. Qui si trascura a sinistra il 8A per l’Alpe di Verra, e si svolta a destra ancora sul 9 seguendo l’indicazione per Resy e il Rifugio Ferraro. Si esce ora dal bosco e con breve risalita si perviene al piccolo borgo di Resy mt. 2046, in altri 5 min. circa, dove si trascura subito la deviazione a destra per il Rifugio Guide di Frachey per procedere ancora dritti giungendo in breve ad un bivio, dove bisogna qui trascurare la deviazione a sinistra sul 8B per il Pian di Verra Inferiore e svoltare a destra verso il Rifugio G.B. Ferraro mt. 2066. Passati davanti al rifugio si procede poi su sterrata che in breve conduce ad uno slargo dove si incontra un altro bivio, in ulteriori 5 min. circa, dove si trascura la deviazione a destra sul 13B per Sousson e Crest e l’Altavia n.1, procedendo invece dritti in salita su sterrata riportante segnavia 8C, 8D e 9 . Dopo circa 550 metri, in 10 min. e 55 min. totali, bisogna abbandonare la sterrata, ossia il 9 che continua verso il Colle Bettaforca, e svoltare a sinistra seguendo il sent. 8C, 8D su sentierino che si addentra in un boschetto di conifere. Questo sale piuttosto ripido puntando verso Nord-Ovest per poi uscire dal fitto del bosco e puntare verso Nord-Est offrendo via via qualche panorama verso il Gran Paradiso, le Cime Bianche e il Dent d’Herens. Si risale poi su ripido pendio erboso approdando ad un bivio, in altri 55 min. circa, dove bisogna trascurare a destra il 8D, che conduce ai laghi Resy, e procedere dritti sul 8C che con un’ultima rampa erbosa conduce in vetta al Palon di Resy mt. 2675, in altri 10 min. e 2 ore totali.

Panorama a Nord Breithorn Occidentale-Centrale-Orientale, Roccia Nera, Polluce, a Nord-Est Castore,Punta Perazzi, Felikhorn, Punta Felik, Monte Rosso di Verra, Piramide Vincent, a Est Punta Starling, Corno Grosso, a Sud-Est Monte Bettaforca, Rothorn, Testa Grigia, Corno Vitello, a Sud Corno Bussola, a Sud-Ovest Rosa dei Banchi, Glacier, Zerbion, Tersiva, Gran Paradiso, Grivola, Emilius, Becca di Nana, a Ovest Becca Trecare, Grand Tournalin, Roisetta, a Nord-Ovest Gran Combin, Pointe Sud, Bec Carre, Gran Sometta, Les Jumeaux, Dent d’Herens, Rocca di Verra.

Ora, se si vuole continuare l’escursione andando a raggiungere anche il Monte Rosso di Verra, si può tornare al bivio precedente e svoltare sul 8D oppure, come vado a descrivere, continuare mantenendosi sulla cresta sommitale, toccando anche due elevazioni di pochi metri più alte rispetto al punto con la croce, seguendo una traccetta a tratti evanescente su fondo erboso. Raggiunto il punto più alto si inizia a perdere quota puntando verso Nord-Est inizialmente su erbetta e poi su detriti intercettando quindi una traccetta piuttosto evidente con numerosi ometti, che conduce ad un primo laghetto su pietraia. Ora, puntando a Sud-Est, si viaggia a vista raggiungendo in breve un secondo lago, in 30 min. dal Palon e 2 ore 30 min. totali, del quale bisogna costeggiarne la sponda meridionale andando a raggiungere in breve un terzo piccolo ma grazioso laghetto. Risalita poi una placchetta inclinata, e svoltando a destra, si raggiunge un quarto lago, in altri 10 min. circa, dal quale svoltando decisamente a sinistra (Nord), si risale un pendio fra erba e roccette raggiungendo due piccoli laghetti ravvicinati. Con pochi metri di risalita si incontra il lago più grande sovrastato da un dosso erboso con grosso ometto di pietre (a sinistra vi sono un paio di laghetti di cui uno molto carino), in altri 5 min. e 2 ore 50 min. totali, dalla cui sponda meridionale si svolta a destra sovrastandolo poi di qualche metro, per andare quindi a guadarne il suo emissario. Ora si risale su pendio erboso poi, dopo circa 200 metri e altri 20 min. circa, bisogna svoltare a sinistra su una vasta cengia mista di erba e pietre quindi, seguendo i numerosi ometti, si procede su pietraia di grossi massi con alcuni semplici passaggi di I°. Raggiunta poi una zona erbosa si risale brevemente giungendo su un dosso (punto dal quale scenderemo al ritorno) dal quale si punta ancora nella stessa direzione, più o meno a Nord, portandosi verso il margine sinistro del monte e da qui si piega poi decisamente a destra risalendo fra pietroni e placche inclinate rossastre fino ad una fascia di placche un po`più articolate dove si usano le mani per procedere, ma comunque sempre piuttosto semplice e con tanti appigli, passaggi di I°. Seguendo sempre gli ometti si giunge in breve al punto più complesso della salita, in altri 40 min. e 3 ore 50 min. totali, ossia un camino roccioso di circa 10 metri che andrà risalito superando dei gradoni con alcuni passaggi di facile arrampicata di II°, ben appigliati e non esposti. Usciti dal camino appare l’ampio e facile pendio detritico finale, dove alcuni ometti segnalano il percorso migliore su ghiaione, finché il pendio spiana andando a raggiungere la vetta del Monte Rosso di Verra mt. 3022, in altri 30 min. e 4 ore 20 min. totali. Panorama praticamente identico a quello del Palon di Resy ma più ampio, con l’aggiunta a Nord-Est dei Liskamm e a Sud-Ovest la Testa del Rutor. Per il ritorno io ho optato per effettuare una sorta di anello andando a raggiungere il Pian di Verra Inferiore, percorso pero`che mi sento in dovere di sconsigliare ai meno esperti (e non solo) e in caso di scarsa visibilita`in quanto privo di segnaletica, su scomoda e ripida pietraia e dove si viaggia a vista; consiglio pertanto di ritornare sui propri passi ed effettuare il piu`logico e sicuro percorso dell’andata. Ad ogni modo vado a descrivere il percorso da me eseguito. Dalla vetta si ridiscende fino al dosso, in 40 min. circa, dal quale si continua piegando ora a destra andando a discendere un ripido canalone di ghiaia dove vi è una labile traccia, che va seguita pressoché fino al fondo di tale canale (io non l’ho fatto tagliando a destra, ma lo sconsiglio si ravana inutilmente), quindi, raggiunto il pianoro sottostante, si piega a destra su pietraia, puntando ad un colletto in alto a destra (Nord), risalendo un canalino di terriccio e roccette dove si avvistano anche alcuni ometti. Alla sommità del canalino bisogna effettuare un “passaggio del gatto” alla base di un grosso masso appoggiato, oltre il quale in breve si giunge ad un colletto a mt. 2624 alla base di una paretina rocciosa a sinistra, in altri 40 min. e 5 ore 40 min. totali. Da questo si scende comodamente per alcune decine di metri, poi il pendio diviene molto ripido su fini detriti e culmina in un esile canalino apparentemente verticale, al quale bisogna puntare e percorrere solo per la parte alta poi, nel punto in cui diviene troppo ripido e pericoloso, è bene svoltare a sinistra dove si discende su pietraia di massi un po`più grossi e con minore pendenza. Si discende quindi fino alla sottostante conca detritica per poi puntare perlopiù verso Ovest raggiungendo così un ripiano di erba e roccette a 2480 mt. dove si possono ammirare un paio di grossi torrioni/guglie, in 30 min. dal colletto e 6 ore 10 min. totali. Volgendo ora a sinistra, Nord-Ovest, fra grossi massi si perde ancora quota fino ad intercettare un ulteriore ripiano sottostante con alcuni larici, oltre il quale si discende fra roccette e rododendri fino ad un sottostante ripiano di grossi massi dove, obliquando ora a destra, si raggiunge una traccetta al margine del bosco di conifere. Qui si piega a destra discendendo su traccia evanescente e accidentata, fra larici e roccette per poco meno di 100 metri, fino ad intercettare il sentiero 8, che va ora seguito a sinistra in moderata discesa, in 55 min. dai torrioni e 7 ore 5 min. totali. Questo attraversa lungamente un bel bosco per uscirne in prossimità di un ponte, che bisogna attraversare giungendo così all’Alpe di Verra Inferiore mt. 2067, in altri 20 min. circa. Scendendo ora su sterrata in altri 10 min. circa si giunge ad un bivio in corrispondenza di un grosso masso, dove bisogna trascurare a sinistra il 8B, procedendo invece dritti ora sul 7 con indicazione per Fiery e Saint Jacques. La sterrata va seguita per poco piu`di 200 metri, poi la si abbandona svoltando a destra su sentierino sempre riportante segnavia 7 addentrandosi ora in un bosco di conifere. Trascurata poi la deviazione a destra per l’Alpe Vardaz si discende fino alla localita`Beau Bois, in altri 20 min. circa, dove vi è un grosso casermone presumibilmente un ex albergo, punto in cui si incontra un bivio. Qui si trascura a sinistra il sentiero 8A e ci si mantiene a destra sempre sul 7, che con modesta discesa conduce ad un bivio di sentieri nelle vicinanze di Fiery, punto in cui si svolta a sinistra seguendo ora il  6 con indicazione per Saint Jacques, in altri 5 min. e 8 ore totali. Dopo pochi metri (come effettuato qualche settimana fa nell’escursione alla Gran Sometta) si può seguire una traccia a destra, evidente ma priva di indicazioni, che taglia notevolmente il sentiero sbucando poi su strada lastricata e gradinata più valle, andando quindi ad attraversare un ponticello in legno oltre il quale, piegando a sinistra, si scende fino al ponte che conduce su asfalto. Ora si procede appunto in discesa su asfalto superando Blanchard e raggiungendo infine Saint Jacques concludendo così l’anello, in altri 20 min. e 8 ore 20 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Escursione molto bella a due vette estremamente panoramiche, con vista privilegiata sul massiccio del Rosa. Graziosi anche i Laghi di Resy, specie il più grande che ha delle belle tinte. Il percorso del ritorno invece, come già sottolineato nella descrizione, mi sento di sconsigliarlo vivamente, non aggiunge nulla e comporta una notevole perdita di tempo essendo privo di qualunque traccia su vasta pietraia. L’anello in questione è nato sul momento per l’insana idea di raggiungere anche il Lago Blu e ridiscendere a Saint Jacques passando poi per il Pian di Verra ma, dopo aver attraversato tutta la pietraia e raggiunto il sentiero 8, abbiamo dovuto constatare che non esiste alcun ponte che permetta di superare l’impetuoso Torrente di Verra, pertanto il Lago Blu diviene irraggiungibile se non scendendo all’Alpe di Verra per poi risalire (aggiungendo quindi altri 2km e più di 100 metri di dislivello)….quindi non ha senso e mi sento di sconsigliare vivamente di intraprendere il percorso da me effettuato al ritorno e ridiscendere per il sentiero dell’andata. Se invece si è talmente masochisti da voler tentare, devo comunque far presente che si viaggia a vista, per cui necessita di buona visibilità, senso dell’orientamento, dimestichezza su terreno scomodo e poco amichevole fra pietraie di massi medi e anche di grosse dimensioni non sempre stabili. La discesa per pietraia aggiunge solo l’avvistamento di un paio di graziosi torrioni/guglie e la vista più ravvicinata del Lago Blu…un po`poco per giustificare quel patimento.

 

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