Pointe du Bonhomme mt. 2701


La Pointe du Bonhomme è una montagna delle Alpi Cozie facente parte delle Dolomiti di Valle Stretta, situata appunto fra la Valle Stretta e il Vallone del Torrente du Vallon, totalmente in territorio francese. L’itinerario qui proposto attraversa appunto il selvaggio vallone del Torrente du Vallon e per buona parte si svolge senza sentieri o tracce procedendo a vista. Zona ingiustamente poco conosciuta ma estremamente bella che presenta molte particolarità geologiche.

🏁 Punto di partenza: Nevache, Saint Benoit mt. 1654 circa

⚠️ Difficoltà:         E dalla partenza all’abbandono del sentiero, EE tutto il resto tranne F+ il tratto dal colletto a destra della vetta senza nome fino al colletto 2682 e F da questo fino alla Pointe du Bonhomme

Sviluppo:           17,3 Km

📈 Dislivello:           1200 Mt. circa (se si evita la deviazione al colletto fotografico 1100 circa)

⏱️ Tempi:              Andata 3 ore 35 min. + 25 min. per colletto fotografico (evitabile) – Ritorno 2 ore 15 min. + 25 min. per colletto fotografico (evitabile) – Totale 6 ore 40 min.

📅 Data escursione:     23/07/2019

🚥 Periodi consigliati:   Da fine Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Bardonecchia. Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue a sinistra la strada che procede verso il Colle della Scala e Nevache, trascurando a destra la strada che conduce a Les Grange de la Vallee Etroite. La strada prende a salire (prestare attenzione ad alcune cuneette di scolo) e dopo aver oltrepassato due brevi gallerie ravvicinate si risale brevemente con qualche tornante quindi, dopo un tratto in falsopiano, si raggiunge il Colle della Scala (Col des Echelle). Oltrepassato il colle si discende fino ad intercettare la D994G, che va seguita verso destra raggiungendo in breve Nevache, che bisogna attraversare e superare. Dopo poco più di un chilometro, in Loc. Saint Benoit, si può lasciare l’auto in un piccolo spiazzo a bordo strada sulla sinistra (4/5 macchine max.), pochi metri prima dell’inizio del sentiero che invece è sulla destra.

Itinerario:

Dallo spiazzo si attraversa la strada e risalendo su asfalto di pochi metri si incontra subito sulla destra il sentiero con balise riportante “Sant Benoit” a 1654 mt. con indicazioni per il Col du Vallon con segnavia GRP, sentiero che andiamo ora a seguire. Questo entra in un rado boschetto risalendo con numerosi tornanti incontrando poi una fonte, e, con ulteriore risalita, si giunge ad un bivio dove si trascura una deviazione sulla sinistra (x biancorossa). Usciti poi dal bosco si procede per un lungo tratto parallelamente al Torrent du Vallon in falsopiano o moderata salita, potendo ammirare sulla destra le pareti delle Dolomiti di Valle Stretta, per poi risalire in maniera un po`più ripida in prossimità della Chapelle Saint-Michel, in 1 ora dalla partenza. Superata la Chapelle si procede in moderata ma costante salita, ammirando al fondo del vallone la Tour du Vallon, superando poi un grange sulla destra (Chalet du Vallon) oltre il quale, in maniera più decisa, si risale costeggiando il Ravin du Chatelard. In un punto in cui il sentiero sembra biforcarsi e una di queste tracce andare verso il rio, a 2270 mt. circa, bisogna abbandonarlo e deviare a destra guadando così il Ravin du Chatelard, in altri 25 min. circa. Ora su prati senza una vera e propria traccia si procede in diagonale verso Nord praticamente in piano, dominati dalle pareti della Rocca Riondi, fino ad intercettare un sentierino riportante segnavia , che bisogna seguire piegando a sinistra. Questo, dopo un tratto fra belle distese prative, procede costeggiando parallelamente il Torrent du Vallon. Il sentiero volge poi a destra, mentre noi procediamo dritti andando a guadare il torrente subito dopo ad alcune piccole cascatelle, in ulteriori 25 min. circa, continuando d’ora in avanti senza alcuna traccia. Si procede ora su pianoro prativo puntando ad una pietraia che lo chiude, quindi, una volta raggiunta, si piega leggermente a sinistra evitandola per poi proseguire su belle distese prative piegando moderatamente a destra e giungendo in breve ad un minuscolo ma grazioso laghetto dal colore lattiginoso, in altri 10 min. e 2 ore totali. Questo è situato in un contesto molto scenografico in una conca prativa sovrastata da alcuni grossi calanchi e da vette di stampo dolomitico ossia le Tours du Vallon, la Pointe du Bonhomme e la Rocca Piana. Superato il laghetto si procede su prati puntando più o meno verso Nord-Est intercettando un masso solitario, oltre il quale si procede pressoché nella stessa direzione attraversando ora un vasta pietraia puntando ad un colletto a Sud della Pointe du Bonhomme, definito su alcune mappe Colletto quota 2682 (mentre alcune altre mappe erroneamente, credo, lo definiscono il Pas du Bonhomme, che invece a me risulta essere a Nord della Pointe du Bonhomme), sovrastato da un grosso torrione situato alla destra della cima e alla sinistra di un’altra vetta di stampo dolomitico. La pietraia è composta perlopiù da massi di grosse e medie dimensioni abbastanza stabili, per cui permette di raggiungere senza grosse difficoltà le vicinanze del colletto. Poco sotto di esso, in 40 min. dal laghetto, si intercetta una traccetta che taglia orizzontalmente il pendio detritico passando alle pendici rocciose della vetta senza nome alla destra della Pointe du Bonhomme, che, volendo (io l’ho fatto ma non è per nulla necessario e lo sconsiglio ai meno esperti), si può raggiungere seguendo tale traccetta. Seguita pertanto a destra questa tracceta ne rasenta le pareti e una volta superate le contorna piegando a sinistra e si rimonta faticosamente con qualche tornantino su fondo di piccoli sfasciumi a tratti instabili fino ad un colletto di lastroni inclinati, panoramico e di stampo dolomitico alla destra della vetta senza nome e alla sinistra della Rocca Piana, in altri 10 min. e 2 ore 50 min. totali. Ora la salita si fa impegnativa dovendo utilizzare le mani (prestando attenzione alla qualità dell’appiglio, che spesso rimane in mano), superando alcuni passaggi in certi punti anche esposti (II°) un po`per cresta e per cengiette cercando la via più semplice raggiungendo quindi la sommità della vetta senza nome, in 10 min. dal colletto e 3 ore totali. Per la discesa si punta invece al colletto a quota 2682, ma anche qui è tutt’altro che semplice in quanto dopo un tratto su esile ma comoda e breve cengia poco inclinata si perviene in cresta che apparentemente sembra precipitare senza possibilità di passaggio invece, piegando leggermente verso sinistra, è percorribile, facendo però molta attenzione ad ogni singolo passo (proseguire verso destra sembra decisamente più invitante, su pendio ben camminabile, ma porterebbe ad un punto al di sotto della cresta chiuso da placche inclinate lisce). Il primo tratto di cresta infatti è esile ed esposto su ambo i lati e adduce ad un terrazzino di erba e roccette, oltre il quale prosegue la seconda parte di cresta ugualmente o ancor più esile ed esposta. Terminata la discesa bisogna poi intraprendere una crestina orizzontale, mantenendosi ovviamente sul versante Ovest (quello Est è una placca liscia) un pochino esposta ma con parecchi spuntoni a cui appigliarsi facendo attenzione alla qualità della roccia. Terminata la crestina si approda al colletto a quota 2682 (a me però risulta sia a quota 2655 mt.), in altri 20 min. circa, dal quale bisogna seguire una traccetta che su cengia inclinata un po`esposta sulla destra e poi con breve ma semplice arrampicata su roccette (I°) conduce alla base del gendarme, oltre il quale un’altra cengietta sempre molto esposta porta ad aggirare la vetta, proseguendo così nel versante orientale del monte, decisamente più amichevole. Superato un modesto risalto (I°) la traccetta prosegue piuttosto semplice compiendo un traverso in diagonale che conduce poi sull’ampio crinale ed in breve in vetta alla Pointe du Bonhomme mt. 2701, in 15 min. dal colletto e 3 ore 35 min. totali.

Panorama a Nord Le Cheval Blanc, Le Grand Seru, Aiguille de Polset, Monte Bianco e Pointe de l’Echelle, a Nord-Est Rocca Bernauda, Pointe Balthazar, Melchior e Gaspard, Rognosa d’Etiache, Punta Sommeiller e Punta Quattro Sorelle, a Est Monte Orsiera e Albergian, Bric Ghinivert, a Sud-Est Rocher du Charra, Guglia Rossa, Rocher de Barabbas, Sommet du Guiau, Pointe des Grands Becs, Chaberton, Grand Glaiza, Monviso e Pic de Rochebrune a Sud le vicine dolomiti di Valle Stretta, a Ovest Pic du Lac Blanc, a Nord-Ovest Rocher Blanc e Tour du Vallon.

Ora si scende brevemente in direzione opposta, su comodo e poco inclinato pendio terroso fino al Pas du Bonhomme mt. 2686, ampia insellatura fra la Tours du Vallon e la Pointe du Bonhomme. Da qui si potrebbe eseguire il ritorno ma io ho effettuato una deviazione non necessaria per andare a vedere se fosse possibile proseguire fino Pas de la Cavale e salire alla Pointe de l’Enfourant. Ho infatti disceso per una cinquantina di metri fino alla base di una pietraia e poi risalita una valletta erbosa fino ad un colletto, in 25 min. circa, constatando invece che raggiungere il Pas de la Cavale da qui è impossibile, e risulta essere solo un buon punto fotografico per immortalare la Pointe de l’Enfourant. Ritornati al Pas du Bonhomme, in 25 min. e 4 ore 25 min. totali, si discende senza traccia alcuna il ripido pendio detritico puntando verso Ovest e prendendo come punto di riferimento un paio di guglie su ghiaione alla base della Tour du Vallon. Raggiunta la base della guglia più in basso si intercetta una vaga traccetta che piega inizialmente a destra e poi bruscamente a sinistra andando adesso a discendere con maggiore pendenza su pietraia fino a ritornare su distese prative. Mantenendo sempre grossomodo la stessa direzione (Ovest) si intercetta il sentiero con segnavia in corrispondenza di un grazioso laghetto azzurro all’interno di una dolina mt. 2554, in 30 min. dal passo. Ora si segue il sentiero in discesa per circa un centinaio di metri poi, volendo, si può deviare a destra per prati in moderata discesa puntando ad un laghetto paludoso ma dalle graziose tinte, in altri 5 min. e 5 ore totali, quindi, o si ritorna al sentiero o, come ho fatto io, si continua per prati verso Sud raggiungendo un altro piccolo laghetto dal colore rosso per poi guadare il Ravin de Saume Longue e procedere parallelamente ad esso sulla sponda occidentale fino ad intercettare nuovamente il . Questo bisogna pertanto seguirlo in discesa raggiungendo il punto in cui lo si è abbandonato all’andata e da qui sullo stesso percorso fino al parcheggio in 1 ore 40 min. dal lago paludoso e 6 ore 40 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Meravigliosa escursione nelle dolomiti di Valle Stretta, zona ingiustamente poco conosciuta, confermata dalla carenza di sentieri e di notizie sulle svariate vette di zona, confusione o addirittura mancanza di nomi a vette e passi, etc..che invece offre degli scorci davvero unici e meriterebbe maggior considerazione. La deviazione alla vetta senza nome alla destra (Sud) della Pointe du Bonhomme, aggiunge solo una visuale più ravvicinata della bella Rocca Piana e un pochino di adrenalina per i suoi passaggi alpinistici, ma poco altro…per cui esorto i meno esperti ad evitare tale deviazione. Da evitare anche quella al colletto erboso oltre il Pas du Bonhomme, in quanto consente soltanto una visuale più ravvicinata alla Pointe de l’Enfourant, ma aggiunge 100 metri di dislivello e 50 min. di tempo. Per chi volesse evitare completamente passaggi alpinistici dal laghetto lattiginoso è opportuno che punti subito verso il Pas du Bonhomme, anche se si perderebbe quantomeno la visuale ravvicinata del torrione e del gendarme a destra della Pointe du Bonhomme. In definitiva molto bella tutta la zona ma in particolar modo ho apprezzato i due laghetti su fondo terroso (quello lattiginoso e quello azzurro), il laghetto paludoso, i torrioni e gendarmi della Pointe du Bonhomme e le belle visuali sui Tours du Vallon e Rocca Piana. Anche il panorama, malgrado l’altitudine non ragguardevole, mi ha sorpreso, piuttosto ampio. Evitare i tratti fuori sentiero in caso di scarsa visibilità`.

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