Cima della Sueur (Sommet du Guiau) mt. 2654

La Cima della Sueur o Sommet du Guiau è una montagna delle Alpi Cozie situata al confine tra Francia e Italia, e nello specifico tra la Val Clarèe e la Val Susa, vicina alla più conosciuta ma più bassa Rocher de Barabbas. Vetta poco conosciuta per gli escursionisti e maggiormente frequentata per la pratica dello scialpinismo. Date le condizioni dei sentieri per raggiungerla e l’assenza di segnalazioni sarebbe bene, se si vuole eseguire questo percorso, utilizzare un navigatore e scaricare qui la traccia GPS.

🏁 Punto di partenza: Strada per il Colle della Scala a  mt. 1779 circa

⚠️ Difficoltà:          E fino all’abbandono del sent. , EE tutto il resto anche se il sentiero “alto”, il tratto a Sud della Rocher de Barabbas, la salita alla Sommet de Guia e la discesa del canalone non sono alpinistiche ma da affrontare solo se escursionisti espertissimi e con dimestichezza al ravanaggio.

Sviluppo:            13,4 Km

📈 Dislivello:            1200 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 6 ore 50 min.

📅 Data escursione:      04/07/2019

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre tutta la Val Susa e si esce a Bardonecchia. Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue a sinistra la strada che procede verso il Colle della Scala e Nevache, trascurando a destra la strada che conduce a Les Grange de la Vallee Etroite. La strada prende a salire (prestare attenzione ad alcune cunette di scolo) e, dopo aver oltrepassato due brevi gallerie ravvicinate, si parcheggia nel primo spiazzo a bordo strada circa 300 metri dopo le gallerie, nei pressi del quale inizia il sentiero.

Itinerario:

Dallo spiazzo si torna brevemente a ritroso su asfalto fino a incontrare il sentiero sulla destra, segnalato con segnavia . Questo prende a salire con numerosi tornanti all’interno del bel bosco misto di abeti e larici che di tanto in tanto offre qualche scorcio sulla Guglia Rossa e più in alto anche sul Thabor. Superati i 2000 metri il bosco diviene via via più rado arrivando poi sull’ampia cresta caratterizzata nel versante nord-est da particolari fenomeni erosivi, in 1 ora circa dalla partenza. Raggiunto un bunker, in altri 5 min. circa, si perde leggermente quota potendo quasi subito incontrare, alla sinistra del sentiero, un primo fenomeno di erosione, ossia un arco naturale dentro il quale, con prudenza, si può scendere brevemente entrandovi (giunti sul fondo, in corrispondenza dell’apertura, si vi è un altro piccolo ma scenografico arco naturale). Tornati sul sentiero, dopo neanche 100 metri, prestando molta attenzione si può scendere il ripido ed instabile pendio su fondo di detriti, sfasciumi e terriccio che in una ventina di metri conduce ad un secondo arco naturale, in 15 min. dal primo, e volendo, pochi metri più in alto nella parete rocciosa, si può accedere ad un foro dal quale si sovrasta una grossa caverna (dentro la quale si può entrare su cengia per vederla meglio, cosa che mi sento di sconsigliare in quanto molto pericoloso). Tornati sul sentiero, in 10 min. dal secondo arco (ma tenere presente che non conto le lunghe perdite di tempo per foto e ricerche del miglior percorso),  si giunge poi con breve risalita al Colletto del Gui mt. 2250, sovrastato da alcune scenografiche guglie, in altri 5 min. e 1 ora 35 min. totali, dal quale si scende per circa una sessantina di metri giungendo poi ad un bivio. Qui, in 10 min. dal colle, si trascura a destra il sentiero segnato con una x biancorossa ( in realtà starebbe ad indicare la chiusura del sentiero, ed in seguito ho capito il perché) ossia il sentiero “alto” che passa al di sopra della Tour Jaune de Barabbas, per mantenersi invece a sinistra in falsopiano continuando sul sentiero principale, quello “basso” e che vi passa al di sotto. Dopo circa un centinaio di metri, in altri 5 min. e 1 ora 50 min. totali, si incontra un bivio indicato da palina, dove si trascura il sentiero che si stacca a sinistra per il Pian del Colle, 710A , e si continua a procedere dritti, ora sul 710A , seguendo l’indicazione per il Col des Acles. Il sentiero dopo un tratto fra gli ultimi radi larici e distese prative si porta alle pendici della Tour Jaune de Barabbas, in un tratto caratterizzato dalla presenza di paretine rocciose calcaree. Incontrata subito una modesta grotta alla destra del sentiero si procede dritti ancora per qualche decina di metri poi, ad un evidente bivio di tracce non segnalato, volendo evitare il sentiero “basso” che superato un colletto inizia a perdere ulteriormente quota, bisogna abbandonare il sentiero e piegare a destra seguendo la traccetta che risale raggiungendo in breve la Grotta di Notre Dame du Midi, in altri 15 min. 2 ore 5 min. totali. La traccia poi con qualche zig-zag risale fino ad un colletto nei pressi di un torrione, quindi piega leggermente a destra portandosi alla base della Tour Jaune de Barabbas puntando verso Sud-Ovest e, una volta rasentata, la si aggira mantenendola a sinistra costeggiando un altro gruppo di torrioni e guglie sulla destra. Con breve e ripida risalita si sbuca sul sentiero “alto” in corrispondenza di un ometto, in altri 20 min. e 2 ore 25 min. totali, che va seguito ora a sinistra su questa traccetta priva di segnaletica che va a tagliare le pendici Nord e Ovest della Rocher de Barabbas. Questo sentiero “alto” purtroppo desta in condizioni pessime, trattandosi di un traverso su esile traccia,  a tratti inesistente, su ripido pendio sfasciumato ed instabile, che va intrapreso con la giusta concentrazione, piede fermo e ponderando ogni singolo passo. Inoltre in alcuni colatoi la traccia è stata anche spazzata via e bisogna pertanto superarli studiando bene dove passare. Dopo una serie di colatoi il sentiero torna ad essere evidente e ben percorribile raggiungendo poi un bunker, in altri 30 min. circa, dove per raggiungere il sentiero “basso” bisogna seguire la traccia a sinistra in discesa, mentre io, per evitare di perdere quota, ho seguito la traccia a destra in moderata salita che in breve adduce ad un’ampia pietraia. Questa va attraversata mantenendosi verso Sud pressoché in piano o moderata discesa fino ad intercettare, in corrispondenza di alcuni ometti, il sentiero che va seguito verso destra. Anch’esso purtroppo non è in buone condizioni, infrascato e disastrato da alcuni colatoi che l’hanno profondamente eroso e deturpato, senza contare che attraversarli non è molto semplice, soprattutto risalire dal greto per ritornare sul sentiero. Dopo alcuni colatoi il sentiero, che ha aggirato a Sud la Rocher de Barabbas, punta verso un ampio canale (qui avremmo dovuto intercettare il sentiero proveniente da Plampinet, ma di sentiero non ve ne è traccia alcuna), e, una volta raggiunto, la traccia diventa molto evidente e in buone condizioni, risalendo con numerosi tornantini il ripido pendio fino al raggiungimento del Pas Des Rousses mt. 2506, in 1 ora 15 min. dal bunker e 4 ore 10 min. totali. L’idea iniziale era di effettuare la salita sia della vicina Rocher de Barabbas che della Cima della Sueur ma, dopo aver salito quest’ultima il meteo è peggiorato repentinamente e mi ha costretto a tralasciare la Rocher de Barabbas. Al passo pertanto bisogna svoltare a sinistra su traccia che si mantiene sul filo di cresta con alcuni saliscendi fino ad un colletto oltre il quale la traccia si fa meno evidente e risale il breve ma ripido pendio di sfasciumi per poi compiere un traverso un po`delicato perché esposto e su traccia parzialmente franata. Oltre il traverso il sentiero punta verso la cresta Sud, che va risalita brevemente verso destra fino a raggiungere la Cima della Seueur (Sommet du Guiau) mt. 2654, in 25 min. dal passo e 4 ore 35 min. totali.

Panorama a Nord-Est Aiguille de Scolette, Dents d’Ambin, Punta Sommeiller, a Est Rocher de Barabbas, Sommet de Charra, a Sud-Est Chaberton, Pic de Rochebrune, a Sud Pic de la Font Sancte, a Sud-Ovest Ailefroide, Barre des Ecrins, Pic Bourcet, Grande Ruine, a Ovest Pic Gaspard, Tete de la Cassille, Pointe des Cerces, a Nord-Ovest Pic du Lac Blanc, Thabor, Serous, Guglia Rossa, Pointe Balthazar, Gaspard e Melchior, Roche de Bernaud.

Ritornati al Pas des Rousses, in 20 min. circa, per evitare di effettuare il pessimo e lungo percorso effettuato all’andata, ho optato per scendere il ripido canalone giallo/rossastro in corrispondenza di un grosso ometto e seguendo una traccetta evidente che con un traverso ne taglia la parte alta. Raggiunta grossomodo la base di un torrione la traccia sparisce e bisogna discendere alla bene meglio (e prestando molta attenzione, evitare inoltre in presenza di neve o ghiaccio se non attrezzati) il canalone di sfasciumi fino ad intercettare il sentiero “alto” e da questo in discesa fino al vicino bivio dell’andata (alto/basso), in 30 min. dal passo. Quindi come per l’andata fino allo spiazzo in 1 ora 25 min. dal bivio e 6 ore 50 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Meravigliosa escursione in ambiente unico, fra torrioni, guglie, archi naturali e panorami strepitosi. Unica pecca è che un vero e proprio sentiero che giunge sulle vette non esiste o meglio una volta sarà anche esistito ma adesso versa in condizioni pietose. Pertanto chi intendesse effettuare il percorso da me eseguito tenga in considerazione che è tutt’altro che semplice, non tanto per le difficoltà tecniche, che non ve ne sono, ma più che altro per le condizioni del sentiero. Difatti è stato abbastanza estenuante sia il tratto del sentiero “alto” (sentiero chiuso), che il tratto che taglia il versante Sud della Rocher de Barabbas, dove numerosi colatoi hanno spazzato via il sentiero. Peccato poi per il meteo che sembrava stesse volgendo al peggio e che dopo il primo scroscio di pioggia mi ha fatto desistere al salire la Rocher de Barabbas, iniziale meta di giornata. Infatti il pensiero di discendere il canalone sotto un acquazzone o un temporale non mi allettava per niente e ho preferito scendere al più presto….giunto al termine del canalone ovviamente il cielo si è aperto e mi è rimasto un forte rammarico. Malgrado questa mancanza rimane ugualmente una spettacolare escursione, che mi sento di consigliare solo agli escursionisti più esperti e temerari, mentre per gli altri può bastare limitarsi fino alla base della Tour Jaune de Barabbas, che definirei comunque già un bel percorso.

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