Pointe de la Rochachille mt. 2797


La Pointe de la Rochachille è una montagna delle Alpi Cozie facente parte della Savoia, interamente in territorio francese, situata sulla cresta montuosa che dall’Aiguille Noire raggiunge il Monte Thabor. Vetta indubbiamente secondaria e meno blasonata rispetto alle relativamente vicine Pointe des Cerces e del Monte Thabor, ma dal panorama comunque interessante, con percorso per raggiungerla da inventare non esistendo sentieri segnati ma solo vaghe tracce. Qui propongo un percorso ad anello che permette di raggiungere anche il Pain de Sucre Nord. Utile la traccia GPS.


🏁 Punto di partenza: Chalets de Laval mt. 2030 circa

⚠️ Difficoltà:          T fino all’abbandono del sent., EE dall’abbandono del sent. fino al Col de la Plagnette, dal Lac Clarèe al colletto del Pain de Sucre e dal colletto al sentiero tacca gialla, F dal colletto alla vetta Nord del Pain de Sucre, E dal Col de la Plagnette al Lac Clarèe e dal sent. tacca gialla al parcheggio

Sviluppo:           16 Km

📈Dislivello:           1050 Mt. circa

⏱️ Tempi:                   Giro ad anello totale 7 ore 15 min.

📅 Data escursione:     10/10/2021

🚥 Periodi consigliati:  Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove bisogna volgere a destra in direzione di Torino sulla A21, che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Bardonecchia. Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue a sinistra la strada D1T che procede verso il Colle della Scala e Nevache, trascurando a destra la strada che conduce a Les Grange de la Vallee Etroite. La strada prende a salire (prestare attenzione ad alcune cuneette di scolo) e, dopo aver oltrepassato due brevi gallerie ravvicinate, porta ad attraversare un lungo pianoro che in breve conduce al Colle della Scala (Col de l’Échelle). Da questo si scende sempre su D1T con numerosi tornanti fino a sbucare su D994G nei pressi di Roubion, dove si svolta a destra ed in breve si perviene a Nevache, che bisogna superare e procedere su quella che ora diviene D301T. La strada si restringe notevolmente (in estate viene chiusa intorno alle 10 e si può salire con bus navetta) e risale per qualche km fin quando termina, nei pressi degli Chalets de Laval, in corrispondenza di un ampio parcheggio.

Itinerario:

Dal parcheggio a circa 2030 mt. si procede su sterrata per un centinaio di metri incontrando subito un bivio, dove bisogna trascurare la sterrata di sinistra con indicazione per il Lac des Béraudes (dalla quale arriveremo al ritorno) e seguire quella di destra, che conduce al Refuge des Drayères. Si procede su di essa, contrassegnata da segnavia del GRP trascurando poi la deviazione a destra per i Laghi Laramon e Serpent, giungendo dopo circa un chilometro ad un bivio, dove si trascura il sentiero di destra che conduce al Lac Long e ci si mantiene sulla sterrata che continua a sinistra verso il Refuge des Drayères. Con moderata ma costante salita la sterrata conduce al Pont de Pierre mt. 2167, punto in cui si trascura a destra la deviazione per il Col des Muandes e Monte Thabor e ci si mantiene ancora su sterrata, ora contrassegnata da  segnavia e , andando ad attraversare il ponticello e pervenendo in breve al Refuge des Drayères mt. 2180, in 50 min. dalla partenza. Oltrepassato il rifugio la sterrata diviene sentiero e si procede costeggiando il Torrente La Clarèe per circa 750 metri poi, in corrispondenza di un piccolo rio affluente a destra, bisogna abbandonare il sentiero segnato e seguire una traccetta, a tratti un po’ labile, che prende a salire il pendio parallelamente al piccolo rio alla sua sinistra. Dopo circa 500 metri, pressoché in corrispondenza di un minuscolo ripiano nelle vicinanze della convergenza di due rii, bisogna abbandonare la traccetta ed iniziare ad obliquare verso sinistra fra prati e roccette cercando di prendere quota puntando verso le pareti rocciose soprastanti. Si oltrepassa poi un intaglio ove discende un modesto rio, punto in cui si intercetta una labile traccettina che punta a sinistra e conduce a due graziose pozze d’acqua poste in un punto panoramico sulla valle, in 1 ora dal rifugio e 1 ora 50 min. totali. Da queste diparte una soprastante traccetta che torna a ritroso salendo con moderazione, e puntando verso Nord-Ovest, permette così di raggiungere il crinale in corrispondenza di un bel lago senza nome a quota 2618 mt. circa racchiuso in una conca rocciosa, in altri 15 min. circa. Da questo, procedendo ora per crinale verso Nord, si risale un successivo dosso di erba e roccette potendo già ammirare la meta di giornata, la Pointe de la Rochachille. Oltrepassato il dosso appare il grazioso Lac Biron mt. 2650, in altri 10 min. e 2 ore 5 min. totali, del quale bisogna costeggiarne la sponda destra approdando poi ad una soprastante piana che va attraversata puntando senza traccia alcuna al colletto roccioso alla sinistra della Pointe de la Rochachille. Risalito un semplice pendio erboso si perviene in prossimità di alcune roccette striate ed in breve al suddetto colletto, dal quale piegando verso destra si risale, seguendo ora una labile traccetta, il ripido pendio di detriti che conduce sulla crestina sommitale. Piegando ora a sinistra su filo di cresta si giunge in breve in vetta alla Pointe de la Rochachille mt. 2797, in 30 min. dal Lac Biron e 2 ore 35 min. totali.

Panorama a Nord Monte Bianco, Aiguille de Peclet e Aiguille de Polset, a Nord-Est Roche Noire, Roche Chateau, Pic du Thabor, Monte Thabor, a Est Rocca Bernauda, Punta Baldassarre, Pointe de Nevache, a Sud-Est Pic du Lac Blanc, Monviso e Pic de Rochebrune, a Sud Main de Crepin, Tete de la Cassille, Pain de Sucre, Pointe du Riou Blanc, Pointe des Cerces, Pointe des Banchet, Mont Pelvoux, Aiguille du Pelvoux, Ailefroide, Barre des Ecrins, a Sud-Ovest Roche Meane, Le Grand Galibier, la Meije, l’Aiguille Noire, a Ovest Aiguille du Goleon, Aiguille d’Arves.

Per il ritorno si può tornare a ritroso sullo stesso percorso oppure si può effettuare un anello che vado ora a descrivere. Dalla vetta si ridiscende fino al colletto e da questo alle roccette striate, punto in cui si svolta a destra seguendo una traccetta che passa alla base di alcuni modesti torrioni pervenendo così in breve ad una selletta erbosa quindi si compie un traverso inizialmente semplice e poi leggermente più delicato fino al raggiungimento di uno spigolo. Qui la traccia svolta bruscamente a destra e risalendo conduce alla soprastante cresta che va seguita lungamente, non sempre sul filo anzi più spesso un po’a ridosso (in qualche punto la traccia si perde e costringe a dover studiare un passaggio accessibile), fino a pervenire al Col de l’Aiguille Noire mt. 2677 posto alla base appunto della strapiombante parete Est dell’Aiguille Noire, in 1 ora 5 min. dalla vetta. Qui si segue ora una traccia ben più evidente che taglia le pendici orientali della montagna compiendo un lungo traverso su comoda pietraia e, puntando dapprima verso Sud e poi verso Ovest, conduce in moderata discesa al Col de la Plagnette mt. 2525, in 40 min. e 4 ore 20 min. totali. Si discende o su sentiero o a vista per prati fino al Lac Rond mt. 2455 e da questo ci si mantiene a sinistra su sentiero riportante segnavia , che ora attraversa una pietraia biancastra, digradando fino al Lac Clarèe mt. 2431, in altri 30 min. circa. Qui si può scegliere se continuare sul sentiero segnato e tornare comodamente al parcheggio oppure effettuare una variante che io ho effettuato come vado a descrivere. Dal lago si intercetta una traccetta fra erba e roccette che punta verso Sud-Est, o meglio verso l’evidente Pain de Sucre. La traccia dopo aver superato qualche dossetto punta verso le pareti rocciose e, prima di raggiungerle devia leggermente a destra portandosi al colletto terroso alla destra della montagna nei pressi di un bel pinnacolo, in altri 35 min. circa. Qui ho fatto una leggera deviazione superando il pinnacolo e seguendo una traccetta che risale il ripidissimo pendio erboso sbucando su di una selletta di detriti e pinnacoli fra la vetta Nord a sinistra e la vetta Sud, la principale, a destra. Io ho raggiunto senza grossi problemi la vicina vetta del Pain de Sucre Nord mt. 2636, in 5 min. dal pinnacolo e 5 ore 30 min. totali, e poi ho effettuato un sondaggio per vedere se era fattibile raggiungere anche la vetta principale, cosa che in effetti sembra possibile percorrendo una cengietta nel versante Est ma non avendo una corda per fare sicurezza, perlomeno in discesa vista l’esposizione, non ci è sembrato il caso di azzardare il tentativo anche se mancavano ben pochi metri. Ritornati al colletto con pinnacolo bisogna discendere il vallone opposto su pendio erboso con vaga traccetta che conduce poi ad una pietraia che va attraversata obliquando verso sinistra (qualche ometto) sbucando poi in una conca erbosa. Seguendo ora una traccetta che punta grossomodo verso Sud, traccia che di tanto in tanto svanisce per poi tornare evidente poco più avanti, si tagliano le pendici della Main de Crepein fra erba e pietraie compiendo un lungo traverso fino ad intercettare il sentiero segnato con che da Laval conduce al Lac des Béraudes, in 1 ora 15 min. dal colletto. Qui si svolta a sinistra e lo si segue fedelmente fino al parcheggio chiudendo così l’anello in altri 30 min. e 7 ore 15 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Escursione davvero bella e non poteva essere altrimenti visto che si sviluppa in Val Clarèe. Molto belli tutti i laghi e laghetti, come anche il panorama di vetta, la visione ravvicinata delle pareti dell’ Aiguille Noire, e decisamente spettacolare la deviazione al Pain de Sucre che con i suoi pinnacoli e torrioni ha reso la gita ancora più interessante. Insomma la Val Clarèe è una garanzia di successo. Difficoltà tecniche in questa escursione direi che non ce ne sono, ma per buona parte si effettua su tracce non segnate che di tanto in tanto scompaiono, quindi occorre buona visibilità (che vista la spettacolarità degli ambienti sarebbe consigliata) e soprattutto la traccia GPS che qui potete scaricare.

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