Sass Rigais mt. 3025

Il Sass Rigais è una montagna delle Dolomiti nel gruppo delle Odle all’interno del Parco naturale Puez-Odle. Per accedere alla vetta esistono due vie ferrate che partono dal lato sud e dal lato est della montagna: la via ferrata Sass Rigais, che ho percorso in toto effettuando una sorta di anello.

🏁 Punto di partenza:   Rifugio Col Raiser mt. 2106

⚠️ Difficoltà:            EEA con attrezzatura da ferrata

Sviluppo:              13,5 Km

📈 Dislivello:             1000 Mt. circa

⏱️ Tempi:                       Andata 2 ore 45 min. – Ritorno 3 ore – Totale 5 ore 45 min.

📅 Data escursione:        17/08/2011

🚥 Periodi consigliati:      Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐

Itinerario:

Dal Rifugio Col Raiser mt. 2106, raggiunto con cabinovia da Santa Cristina, si piega subito a destra seguendo il sentiero 4 con segnavia , che, in moderata discesa fra pini mughi e larici, raggiunge in 15 min. il Rifugio Firenze mt. 2037. Qui si svolta a sinistra sul sentiero 13, seguendo le indicazioni per il Sass Rigais, costeggiando un abbeveratoio per poi risalire fra belle distese prative incontrando poi, in altri 20 min. circa, un bivio. Si trascura la deviazione a sinistra per la Malga Pieralongia e ci si mantiene a destra, sempre sul 13, approdando così in breve ad un ampio ripiano erboso con palina. Con una breve risalita su traccia si guadagna la sommità del ripiano, chiamato Plan de Ciautier mt. 2263, in corrispondenza della palina che indica il bivio fra la ferrata della cresta Sud (che percorreremo al ritorno) e quella Est, in altri 15 min. dal precedente bivio e 50 min. totali. Seguiamo le indicazioni per la ferrata Est su sentiero che costeggia le pareti del Sass Rigais, procedendo in diagonale con moderata pendenza su comodi sfasciumi fino all’imbocco della Val Salieres, ampio vallone detritico. Qui il sentiero volge decisamente a sinistra addentrandosi in detto vallone e risalendolo ora con frequenti tornantini su traccia riportante segnavia fino a raggiungerne la sommità, in corrispondenza dell’intaglio fra Sass Rigais e la Gran Furcheta ossia la Forcella Salieres, in altri 45 min. circa. Si svolta a sinistra ed in breve si raggiungono delle roccette gradinate che, per superarle, richiedono in alcuni punti l’aiuto delle mani, I° max. Con ulteriori tornantini su crestina ghiaiosa si raggiunge un colletto, dove inizia la ferrata Est, in altri 25 min. circa e 2 ore totali. La parte iniziale risulta priva di difficoltà e prende facilmente quota terminando dopo poco. Quindi, su esile sentierino non attrezzato, si scende leggermente verso un canalino, dove si ritrovano i cavi. Inizia quindi il secondo tratto ferrato ed è subito verticale dovendo risalire in diagonale con l’aiuto di pioli e staffe metalliche. Superato questo punto, il più difficile dell’intero percorso, la ferrata torna ad essere abbastanza semplice, risalendo fino ad uno spigolo, svoltato il quale bisogna superare una sottostante voragine effettuando una spaccata. Si prosegue poi fino ad un piccolo ripiano detritico, dove finiscono i cavi per riprendere poco dopo, all’interno di un canalone, al termine del quale si rimonta ,con frequenti tornantini seguendo i , un’ ampia dorsale di ghiaie e roccette. Infine si raggiunge una breve cengia attrezzata con cavi che conduce facilmente in vetta al Sass Rigais mt. 3025, in 45 min. dall’inizio della ferrata e 2 ore 45 min. totali.

Panorama (purtroppo io ne ho visto piuttosto poco, o perlomeno l’ho visto a tratti) a Nord-Ovest sulla Val di Funes, a Nord-Est su Sass Putia e sulla vicina Gran Furcheta, ad Est sui monti della Val Badia (tra i quali Puez, Piz Duleda e Sassongher), a Sud su Sella, Marmolada, Sassolungo e Sassopiatto, a Sud-Ovest sul vicino Gran Fermeda.

Per la discesa o si ricompie lo stesso percorso, oppure, come vado ora a descrivere, si può seguire la ferrata per la cresta Sud. Dalla croce ci si dirige verso Sud, seguendo subito un cavo, in ripida discesa a tratti esposta ma comunque piuttosto semplice, alternando tratti in cresta con altri fra cenge e saltini di roccia, con attrezzature discontinue. Dopo circa 45 min. terminano i cavi, ma conviene non levare l’attrezzatura da ferrata in quanto sembra finita definitivamente e invece riprende dopo poco. In breve si arriva, seguendo sempre i e gli ometti, al bivio con la Forcella di Mesdì a destra (freccia e scritta rossa su roccia), che va trascurata piegando invece a sinistra in ripida discesa percorrendo ora un sentiero che presenta un tratto scomodo di roccette gradinate, fin dove queste terminano ed inizia un tratto di comoda traccia fra le erbette. Dopo circa 25 min. dal termine della ferrata si ritorna in ambiente roccioso all’interno di un canalone, dove riappaiono i cavi. Si attraversano un paio di ponticelli costituiti da semplici assi di legno, quindi segue un breve tratto su cengia esposta ed infine con un breve saltino, si raggiunge un grosso masso incastonato nella parete che forma una nicchia, dove finisce definitivamente la ferrata, in altri 35 min. circa e 4 ora 30 min. totali. Ora si percorre un tratto in discesa su ghiaia incontrando quasi subito un bivio. Qui bisogna trascurare il sentiero 29, che sale a destra su traccia, per seguire invece il sentiero con segnavia , anch’esso 29, che in ripida discesa su ghiaione con frequenti tornantini conduce, in 10 min. circa, al bivio dell’andata al Plan de Ciautier. Da qui si ridiscende come per l’andata al Rifugio Firenze, in altri 20 min. circa e 5 ore totali, e da questo si segue il sent. 1 e 3 con indicazione per Santa Cristina. Ora su sterrata in costante discesa, trascurata poi una deviazione a sinistra sul 17 verso il Rifugio Stevia, si raggiunge un grazioso laghetto, il Lac de Blej, in corrispondenza del quale si incontra un bivio, in altri 15 min. circa. Si trascura qui la deviazione a sinistra sul 3, con indicazione per il Rifugio Juac, e si procede a destra sul 1 che, in altri 5 min. circa, raggiunge il Rifugio Sangon situato in posizione incantevole fra bellissime distese prative. La sterrata si fa ora più ripida e diventa poi strada asfaltata nei pressi degli impianti per il Col Raiser, in altri 25 min. e 5 ore 45 min. totali.

Traccia GPS:      

Galleria fotografica:

Commenti:

Gran bella escursione alla vetta più alta del gruppo delle Odle. La ferrata Est, quella dell’andata, è sicuramente più impegnativa ma molto più breve rispetto a quella del ritorno, la ferrata Sud. Quest’ultima è semplice ma leggermente monotona nonché interminabile. Le roccette poi tra i due tratti ferrati sono decisamente devastanti per le ginocchia. Quindi ho preferito di sicuro la parte iniziale del percorso. Il panorama purtroppo non ho potuto apprezzarlo a causa dei banchi di nebbia risaliti dalla Val Gardena, che han fatto capolino proprio nel periodo in cui ero in vetta e che solo di tanto in tanto lasciavano intravedere qualcosa. Bello comunque il panorama a strapiombo sulla Val di Funes e gli scorci sui vicini Gran Furcheta e Gran Fermeda. Percorso in ambiente decisamente dolomitico, davvero spettacolare!

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