Sass de Mezdì mt. 2980

Il Sass de Mezdi`e` una montagna delle Dolomiti situata all’interno del gruppo del Sella. Qui propongo la salita partendo dal Passo Gardena attraverso la Val Setus.

🏁 Punto di partenza: Passo Gardena mt. 2121

⚠️ Difficoltà:         EEA con attrezzatura da ferrata

Sviluppo:           

📈 Dislivello             

⏱️ Tempi:              Andata 2 ore 40 min. – Ritorno 2 ore – Totale 4 ore 40 min.

📅 Data escursione:      24/08/2007

🚥 Periodi consigliati:    Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Itinerario:

Dal Passo Gardena, nei pressi nel Rifugio Frara, si segue il sentiero 666 che inizia subito in ripida salita fra i prati per 10 min. circa, poi spiana decisamente effettuando un traverso, al cospetto delle pareti del Sass dla Luesa, fra prati e roccette e infine su detriti fino all’imbocco della Val Setus, in altri 15 min. circa. Qui bisogna svoltare a destra (trascurando il sentiero a sinistra che conduce alla ferrata Tridentina) e, proseguendo sempre sul 666, ci si addentra nella Val Setus. Il sentiero diviene ora prende a salire l’ampio canalone su sfasciumi con continui tornanti quindi, dopo 30 min. circa, si giunge ad un primo breve tratto attrezzato con cavi metallici, superato il quale si procede con altri tornanti su sfasciumi, al cospetto di ripide pareti che scaricano sul sentiero una discreta quantità d’acqua, fino a giungere all’inizio della ferrata vera e propria, in altri 10 min. circa ed 1 ora 5 min. totali. Questa consente di superare in sicurezza un salto roccioso, risultando peraltro abbastanza semplice, senza tratti eccessivamente esposti ed in certi punti, a mio giudizio, anche superflua. In altri 20 min. (salvo traffico che spesso si forma nei periodi estivi) si arriva al termine della ferrata, su di un ripiano detritico a circa mt. 2600. Si trascura subito la deviazione su sentiero  677, e si continua a sinistra sul 666 che, in moderata discesa, conduce al Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù mt. 2587, in altri 5 min. ed 1 ora 30 min. totali. Ora si trascura il sentiero 676, che risale il Vallone del Pisciadù alla base delle pareti del Sass da Lec, del Sass dai Ciamorces e diretto alla Sella Pisciadù, e si scende invece verso il sottostante Lago Pisciadù. Dopo aver attraversato un ponticello che permette di raggiungere la sponda opposta si inizia ora a salire, sempre sul 666, costeggiando la base della Cima Pisciadù su roccette e sfasciumi fino ad bivio di tracce. Qui si può scegliere se andare a destra, con un semplice tratto attrezzato con cavi metallici che supera alcuni facili roccette, oppure a sinistra, risalendo un canalino con ripida traccia su sfasciumi (attenzione alla caduta di massi); vanno bene entrambi e si uniscono comunque poco sopra. Con ancora qualche tornantino su roccette si risale la Val de Tita approdando, in circa 40 min. dal Rifugio e 2ore 10 min. totali, alla Sella di Val de Tita mt. 2816, ripiano detritico dal quale diparte a sinistra una traccia che conduce alla Cima Pisciadù, mentre procedendo a destra si continua ancora sul 666. Si sale ora con ripidi tornantini attraversando un altro canalino roccioso, fino ad un successivo ripiano superiore, con bella visuale sulla Cima Pisciadù e sul sottostante, a strapiombo, Lago Pisciadù, in 20 min. dalla Sella di Val de Tita. Proseguendo, con un ultimo strappo in moderata salita si arriva, in 5 min. circa, ad una forcella, dalla quale si può godere di un bel panorama sul versante opposto del Gruppo del Sella, in particolare sul Piz Boè, Sass Pordoi, la Val di Lasties e l’Altopiano delle Mesules. Bisogna ora abbandona il sentiero 666 (che procede in discesa per allacciarsi al 649, poi sostituito dal 647, e che conduce al Rifugio Boè) e svoltare a sinistra, pressoché in piano, senza ne sentiero ne tracce, giungendo in breve (circa 5 min.) alla Cima del Sass de Mezdi’ mt. 2980, in 2 ore 40 min. totali. Ritorno sullo stesso percorso dell’andata in 2 ore circa.

Galleria fotografica:

 

Commenti:

Questo percorso è nato un po’ per caso, l’intenzione era quella di tornare per l’ennesima volta al Rifugio Pisciadù e poi magari proseguire ancora un po’. Giunti poi alla Sella di Val de Tita, non essendomi informato sul percorso per la Cima Pisciadù, si è optato per continuare su sentiero 666 per vedere un po’ il panorama del versante opposto. Giunti poi nel punto più alto la voglia di procedere verso il ben visibile Rifugio Boè e il Piz Boè era tanta ma il vento freddo e l’evolvere del tempo ci ha spinti a desistere e,  consultando la cartina, si è capito che la meta più vicina ed accessibile, era il Sass de Mezdì. Gita in ambiente spettacolare. La Val Setus già percorsa in almeno altre due circostanze è davvero meravigliosa, un enorme canalone in ambiente severo ma affascinante. La ferrata, seppur semplice perché quasi mai esposta, è bene effettuarla con la giusta attrezzatura. Molto bello anche il punto in cui è situato il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù’ con il suo vicino laghetto. Gita consigliabile, anche se avrei preferito salire alla Cima Pisciadu’, ma sarà per un’altra volta. Purtroppo speravo che il tempo almeno in questa gita potesse essere magnanimo e concederci un po’ di sole, invece già nelle ore centrali il cielo ha iniziato dapprima a velarsi per poi ricoprirsi di nuvole, ma almeno questa volta non ha piovuto. La visibilità era buona ma in caso di nebbia o scarsa visibilità evitare il breve tratto fuori sentiero per la vetta.

 

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