Piz Boè mt. 3152

Il Piz Boè è una montagna delle Dolomiti, la vetta più alta del Gruppo del Sella, uno dei 3000 più semplici delle Dolomiti, posta al confine delle province di Trento, Bolzano e Belluno. Qui propongo il percorso più breve possibile utilizzando la funivia che dal passo Pordoi arriva al rifugio Maria, è però possibile raggiungerla anche dal Passo Gardena passando per il rifugio Pisciadù, da Colfosco attraverso la Val di Mesdì, dalla val Lasties partendo dal rifugio Monti Pallidi e da Corvara passando per il Rifugio Franz Kostner e la ferrata del Vallon.


🏁 Punto di partenza:  Rif. Maria al Sass Pordoi mt. 2950 raggiunto con funivia dal Sass pordoi

⚠️ Difficoltà:           EEE il tratto tra Forcella dai Ciamorces e il Piz da Lech Dlace’ (Cresta Strenta)

Sviluppo:             

📈 Dislivello:           

⏱️ Tempi:                        Giro semplice 2 ore 05 min. con deviazioni (Punta Soel 15 min. + Piz da Lech Dlace’1 ora + Col Turond 15 min. = 1 ora 30 min.) totale 3 ore 35 min.

📅 Data escursione:       19/08/2010

🚥 Periodi consigliati:     Da Luglio a Settembre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐

Itinerario:

Con la funivia fino al Rifugio Maria, all’interno della stazione d’arrivo sulla vetta del Sass Pordoi mt. 2950. Qui, uscendo, ci si ritrova su di una balconata dall’incredibile panorama su parecchi gruppi dolomitici: Marmolada, Catinaccio, Latemar, Sassolungo, Sorapiss, Antelao, Pelmo e Civetta. Si scende seguendo i segnavia 627 su sfasciumi e facili roccette fino alla Forcella Pordoi, dove sorge il Rifugio Forcella Pordoi mt. 2829, in 10 min. circa. Trascurata la deviazione a destra, che scende al Passo Pordoi, si procede dritti in falsopiano, sempre sul 627, tagliando la base delle sfasciumose pareti della Cima Forcia e del Sass de Forcia. Dopo circa 5 min. si giunge ad un bivio, dove bisogna abbandonare il 627, che svolta a sinistra verso il Rifugio Boè (arriveremo da qui al ritorno), e si piega a destra seguendo il 638, che sale con qualche tornante su facili roccette raggiungendo poi, in 10 min. circa, un ripiano alla base del pendio detritico che conduce in vetta alla Punta di Soel mt. 2945. Questa si può raggiungere facilmente su sfasciumi, con deviazione di circa 10 min. a salire e 5 min. a scendere, potendo così tornare ad ammirare uno splendido panorama sui gruppi dolomitici. Ritornati sul 638, si procede in piano per altri 10 min. circa, poi si inizia a risalire il ripido pendio detritico che condurrà in vetta al Piz Boè. Dopo qualche tornante si incontra un breve tratto attrezzato con funi metalliche, che aiuta a superare un risalto roccioso, e si conclude in 10 min. circa. Poi in altri 15 min. di continui ripidi tornanti tra sfasciumi e roccette gradinate, con un breve tratto attrezzato (meno utile del precedente), si giunge in vetta al Piz Boè mt. 3152, in circa 1 ora (esclusa la deviazione alla Punta di Soel). Qui sorge il piccolo Rifugio Capanna Piz Fassa, con affianco una croce metallica, una piccola statua raffigurante una madonnina ed un meno piacevole, nonché enorme ed invasivo, ripetitore televisivo. Il panorama è pressoché lo stesso del Sass Pordoi, ossia meraviglioso. Si scende ora sul versante opposto, seguendo ancora il  638, ed in 5 min. si arriva alla Forcella dai Ciamorces mt. 3110. Qui volendo si può fare un’altra divagazione verso il Piz da Lech Dlace’, ossia abbandonare il 638 per seguire il  672 che percorre la Cresta Strenta. Se si effettua questa deviazione, dopo un primo tratto in cresta, si scende con qualche fune metallica in un tratto in leggera esposizione, poi, giunti al Passo del Lech Dlace’ mt. 2984, si risale su detriti fino alla modesta vetta del Piz da Lech Dlace’ mt. 3009, in circa 30 min. dalla Forcella dai Ciamorces. In questo tratto, nella sottostante conca alla nostra destra, si può ammirare il Lech Dlace’ (Lago Gelato). Ritornati in 30 min. alla Forcella si svolta a destra per proseguire sul 638, che ora in ripida discesa su terriccio rossastro conduce, in 5 min. circa, all’imbocco di un canalino roccioso, che si percorre con l’ausilio di funi metalliche. Terminato il canalino si scende con qualche tornante su sfasciumi raggiungendo, in altri 10 min. circa, il ripiano dove ha sede il Rifugio Boè mt. 2871, posto su di una ampia sella detritica dove confluiscono la Val de Mezdi’ e la Val Lasties. Si torna ora a seguire il 627 che, volendo fare un’ altra breve deviazione, si può abbandonare quasi subito per svoltare a destra su labili tracce su sfasciumi e roccette gradinate, raggiungendo in circa 10 min. la vetta tondeggiante del Col Turond mt. 2927. Discesa in 5 min. a riallacciare il 627, che procede in piano o moderata discesa alla base della parete Ovest del Piz Boè. Con qualche breve tratto attrezzato con funi metalliche si arriva a ricongiungersi al bivio di inizio percorso col 638 e da qui, come per l’andata, dritti sempre sul 627 fino al Sass Pordoi, in circa 45 min. dal Rifugio Boè.

Galleria fotografica:

Commenti:

Avendo usufruito della funivia, ed avendo così risparmiato un bel po’di tempo e fatica per raggiungere la Forcella Pordoi, ed essendo il giro ad anello piuttosto breve, ho allungato il percorso con alcune deviazioni sopra descritte. La vetta del Piz Boè, con l’ utilizzo della funivia, diventa molto facile da raggiungere e proprio per questo motivo il percorso è piuttosto frequentato….anche troppo. Sicuramente molto meno frequentato il tratto della Cresta Strenta fino al Piz da Lech Dlace’. I tratti attrezzati trovati lungo il percorso possono essere utili forse in caso di neve o ghiaccio, ma nelle condizioni che ho trovato io sono decisamente superflui; ma vista la varietà di personaggi che frequentano il percorso, capisco perché sono stati posti. Sulla cima stona decisamente la presenza del grosso ripetitore televisivo, un vero e proprio pugno in un occhio. Il panorama dal Sass Pordoi e dal Piz Boè è davvero meraviglioso, pertanto è bene andarci in una bella giornata per poterselo godere. Purtroppo, malgrado sia riuscito a trovare una stupenda giornata, il Lech Dlace’ non sono riuscito ad ammirarlo a causa di una fitta nebbia che lo ricopriva. Oltre alle deviazioni da me descritte verso le varie elevazioni del gruppo, merita sicuramente, giunti al Sass Pordoi, la deviazione alla croce di vetta, che offre la visione del vicino arco naturale, all’interno del quale si può vedere, a strapiombo, il Passo Pordoi.

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