Cima Pisciadù mt. 2985

La Cima Pisciadù (detta anche Cima Pissadù) è una montagna delle Dolomiti facente parte del Gruppo del Sella.

🏁 Punto di partenza:   Passo Gardena mt. 2121

⚠️ Difficoltà:            EE  A Con attrezzatura da ferrata

Sviluppo:             

📈 Dislivello:           

⏱️ Tempi:                        Andata 2 ore 40 min. – Ritorno 1 ora 50 min. – Totale 4 ore 30 min.

📅 Data escursione:        16/08/2010

🚥 Periodi consigliati:      Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐

Itinerario:

Dal Passo Gardena, nei pressi nel Rifugio Frara, si segue il sentiero 666 che inizia subito in ripida salita fra i prati per 10 min. circa, poi spiana decisamente effettuando un traverso, al cospetto delle pareti del Sass dla Luesa, fra prati e roccette e infine su detriti fino all’imbocco della Val Setus, in altri 15 min. circa. Qui bisogna svoltare a destra (trascurando il sentiero a sinistra che conduce alla ferrata Tridentina) e, proseguendo sempre sul 666, ci si addentra nella Val Setus. Il sentiero diviene ora prende a salire l’ampio canalone su sfasciumi con continui tornanti quindi, dopo 30 min. circa, si giunge ad un primo breve tratto attrezzato con cavi metallici, superato il quale si procede con altri tornanti su sfasciumi, al cospetto di ripide pareti che scaricano sul sentiero una discreta quantità d’acqua, fino a giungere all’inizio della ferrata vera e propria, in altri 10 min. circa ed 1 ora 5 min. totali. Questa consente di superare in sicurezza un salto roccioso, risultando peraltro abbastanza semplice, senza tratti eccessivamente esposti ed in certi punti, a mio giudizio, anche superflua. In altri 20 min. (salvo traffico che spesso si forma nei periodi estivi) si arriva al termine della ferrata, su di un ripiano detritico a circa mt. 2600. Si trascura subito la deviazione su sentiero  677, e si continua a sinistra sul 666 che, in moderata discesa, conduce al Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù mt. 2587, in altri 5 min. ed 1 ora 30 min. totali. Ora si trascura il sentiero 676, che risale il Vallone del Pisciadù alla base delle pareti del Sass da Lec, del Sass dai Ciamorces e diretto alla Sella Pisciadù, e si scende invece verso il sottostante Lago Pisciadù. Dopo aver attraversato un ponticello che permette di raggiungere la sponda opposta si inizia ora a salire, sempre sul 666, costeggiando la base della Cima Pisciadù su roccette e sfasciumi fino ad bivio di tracce. Qui si può scegliere se andare a destra, con un semplice tratto attrezzato con cavi metallici che supera alcuni facili roccette, oppure a sinistra, risalendo un canalino con ripida traccia su sfasciumi (attenzione alla caduta di massi); vanno bene entrambi e si uniscono comunque poco sopra. Con ancora qualche tornantino su roccette si risale la Val de Tita approdando, in circa 40 min. dal Rifugio e 2ore 10 min. totali, alla Sella di Val de Tita mt. 2816. Fin qui è il percorso in comune con l’escursione effettuata qualche anno fa al Sass de Mezdi’. Qui un grosso masso funge da bivio, bisogna pertanto abbandonare il sentiero 666, che prosegue a destra e conduce al Rif. Boè, e svoltare invece a sinistra risalendo abbastanza agevolmente i gradoni rocciosi con frequenti zigzag, seguendo i frequenti segnavia , fino ad arrivare, in circa 30 min. e 2 ore 40 min. totali, in vetta alla Cima Pisciadù mt. 2985, dove è posta una grossa croce di metallo con libro di vetta.

Panorama io ne ho visto poco a causa delle nubi e si limitava ai sottostanti a picco Lago Pisciadù e Rifugio Pisciadù, sul Gruppo Puez-Odle, sulla Val Badia e a tratti sul Piz Boè.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata, in 25 min. alla Sella di Val de Tita, poi in 30 min. al Rifugio e da questo in altri 55 min. e 4 ore 30 min. totali al Passo Gardena.

Galleria fotografica:

Commenti:

Dopo anni che volevo raggiungerla, finalmente ci sono riuscito, malgrado il tempo non stupendo e la neve caduta nella notte trovata dal Rifugio Pisciadù fino alla vetta. Bella cima con panorama a picco sul sottostante Lago e Rifugio Pisciadù. Purtroppo con le nuvole che andavano e venivano non è che ho visto molto altro e, a causa del freddo intenso, non mi sono fermato un granché in vetta. Sempre meravigliosa la Val Setus, anche se è la quarta volta che la percorro, non mi stancherei mai di vederla. Ho notato che la ferrata negli ultimi anni è stata modificata: sono stati aggiunti dei tratti con frecce che regolano il senso di marcia e permettono di far si che, quando qualcuno sale, chi scende ha una via alternativa, giusto per evitare il congestionamento del tratto attrezzato (anni fa mi è capitato di trovare code chilometriche). Molto semplice e ben indicato il tratto dalla Sella di Val de Tita alla vetta. Gran bella escursione in ambiente severo, consigliatissima.

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