La Punta di Laures è una montagna delle Alpi Graie , situata tra il Vallone delle Laures ed il Vallone di Grauson, in Valle d’Aosta. Si presenta con forma di piramide dal colore rossiccio e presenta tre creste. Qui vado a descrivere il percorso che da Gimillan conduce al Col di Laures e da questo per la Cresta Est fino alla vetta..
🏁 Punto di partenza: Gimillan mt. 1780
⚠️ Difficoltà: E allenati fino al Col di Laures, F+ dal Colle alla vetta con un passaggio PD+
⏩ Sviluppo: 23,6 Km
📈 Dislivello: 1700 Mt. circa
⏱️ Tempi: Andata 5 ore 10 min. – Ritorno 4 ore 10 min. – Totale 9 ore 20 min.
📅 Data escursione: 04/08/2024
🚥 Periodi consigliati: Da Luglio a Settembre
🔎 Valutazione: ⭐⭐⭐⭐
Accesso:
Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, quindi su A26 fino ad Aosta. Usciti dall’autostrada in corrispondenza della deviazione per l’autoporto (conviene uscire qui, vi è un risparmio di circa 15 euro rispetto a Saint Pierre) si procede in Corso Ivrea, poi Via Roma, Via Parigi, quindi si attraversa la Fraz. la Grenade, Fraz. Arensod, Fraz. St. Maurice a Sarre. Qui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Cogne raggiungendo in breve Aymavilles. Superato il borgo si inizia a risalire il vallone sull’SR47 raggiungendo Epinel, Cretaz e poi Cogne, ad inizio paese si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Gimillan, quindi, giunti ad una rotonda, si svolta ulteriormente a sinistra e si risale fino al paese di Gimillan. Ad inizio paese si può lasciare subito l’auto nei parcheggi delimitati sulla sinistra.
Itinerario:
Dal parcheggio si procede in salita su asfalto per circa 100 metri fino alle prime case sulla destra dove si incontra una palina, punto in cui si volge a destra imboccando la stradina in salita riportante segnavia 4, con indicazione Promenade Gimillan 270°. Questa, passando fra alcune graziose casette del paese, dopo aver superato un paio di zone gradinate con tronchi in legno su prato conduce ad intercettare il sent. 8 da seguire ora su sterrata in moderata salita sulla destra. Dopo circa 70 metri si perviene ad un bivio con palina, punto in cui bisogna abbandonare la sterrata e piegare a destra su sentierino, sempre l’8, con indicazioni per Grauson Desot e Passo Invergneux, in 10 min. dalla partenza. Sovrastando ora un ripiano erboso panoramico dove hanno sede un gruppo di piccole case (Tarabouc) inizia un lungo traverso a mezzacosta in moderata salita, poi, trascurate alcune deviazioni, si procede sempre sul 8 che perde circa 25 metri di quota fino a raggiungere il ponte di Ecloseur (Tchezeu ) mt. 1900, in altri 20 min. dal primo bivio. Attraversato il ponte il trascura subito la deviazione a destra sul 8D per Colonna, Montroz e Larsinaz, per procedere invece a sinistra in ripida salita sempre sull’8 che dapprima attraversa dei pascoli per poi entrare in un rado boschetto di abeti. Salendo alla destra del torrente, seguendo anche le indicazioni per il Rifugio Grauson e alcuni cartelli di variante che permettono di oltrepassare alcuni punti di sentiero deteriorato dalla recente alluvione, si raggiunge poi un nuovo bivio. Qui normalmente ci si sarebbe dovuti mantenere a destra sul 8 mentre a sinistra l’8F conduce alla vicina Cascata dell’Alpe Pila, ma sempre a causa della recente alluvione bisogna mantenersi a sinistra per 60 metri per poi deviare a destra e ritornare sull’8. Questo ora compie una serie di tornantini per aggirare la gola e sovrastare la cascata, quindi con ancora qualche tornante si entra in un bosco di abeti compiendo un lungo traverso sovrastando il rio. Terminato il bosco con breve risalita si raggiunge un ripiano erboso con croce a mt. 2290, dove il panorama a ritroso è caratterizzato dalla bella visuale sulla Grivola, in 50 min. dal ponte ed 1 ora 20 min. totali. Qui si trascura la deviazione a destra sull’8C per il Monte Creya ed il Lago Money e si continua dritti sull’8, che, in moderata discesa, attraversa una vasta zona prativa che termina in corrispondenza dell’Alpe Grauson vecchio (Grauson Desot penso), in 5 min. dalla croce, dove si trascura la deviazione a sinistra per il 8E, mantenendosi a destra andando a rasentare il torrente Grauson, che qui forma dei graziosi laghetti e cascatelle, per poi attraversarlo su ponte. Con modesta risalita si giunge ad incontrare un bivio in corrispondenza di una piccola passerella in legno, dove bisogna trascurare a destra l’8. che conduce al Passo Invergneux e si svolta a sinistra sull’8A, che conduce in svariate destinazioni tra le quali il recente Rifugio Grauson, i Laghi Lussert e Coronas e Grauson Dessus (fin qui il percorso è in comune con l’escursione effettuata alcuni anni fa alla Punta Tersiva), in altri 25 min. circa. Il sentiero con alcune ampie svolte su pendio erboso conduce nei pressi del Rifugio Grauson, raggiungibile con modesta deviazione di poco più di 100 metri a destra, proseguendo invece dritti in moderata salita si perviene poi a Grauson Superiore, dove si trascura a destra il sent. 8B per il Lago Coronas e il Col Saint-Marcel, e si procede ancora dritti sul 8A per i Laghi Lussert, in altri 20 min. e 2 ore 5 min. totali. Rimontati un paio di dossi erbosi adibiti a pascolo si perviene ad un ripiano acquitrinoso, al termine del quale si giunge al primo Lago Lussert mt. 2720, in altri 30 min. circa, dove si svolta a sinistra sul 8A e 102, che in ripida salita con numerose svolte porta alla sommità del dosso erboso, quindi in piano fino al secondo Lago Lussert a mt. 2800 (il più bello a mio giudizio), in ulteriori 20 min. circa. Volgendo ora a destra si sale in maniera abbastanza decisa fino al ripiano soprastante, sede del terzo Lago Laures mt. 2920, in altri 25 min. e 3 ore 20 min. totali. Senza scendervi, si continua seguendo il sentiero che alterna un paio di tratti su scomoda pietraia di grossi massi (numerose frecce gialle presenti) ad altrettanti tratti su ripida traccia di fine terriccio. Dopo circa 25 min. dal lago e 3 ore 45 min. totali si raggiunge il Col des Laures mt. 3035, dove si trascura il sent. 102 che scende verso i bei Laghi Laures, seguendo invece una vaga traccetta a sinistra fra erba e roccette puntando alla cresta rocciosa. All’andata ho rasentato una paretina rocciosa sulla sinistra per poi rimontare un canalino (passaggio di II°) e portarmi alla destra della cresta, al ritorno invece sono rimasto sul lato opposto, forse più comodo. Dopo circa 100 metri dal punto in cui ho scavalcato la cresta, si incontra un passaggio di arrampicata di II°+ su paretina di circa 2 metri sormontato da un ometto, appigliato ma scomodo, passaggio che si può evitare mantenendosi più a sinistra della cresta (fatto al ritorno). Oltrepassato questo punto la cresta appare inaccessibile (invece è accessibile, ma con passaggi alpinistici di III° un po’ delicati, che abbiamo affrontato al ritorno), per cui all’andata abbiamo deciso di evitare questo tratto perdendo qualche metro di quota per poi compiere un traversino scomodo che conduce ad un ripido canalino di terriccio e rocce piuttosto complesso e pericoloso in quanto privo di appigli e con precarietà degli appoggi, da risalire fino a ritornare in cresta in corrispondenza di un ometto. Oltrepassato questo punto, decisamente il tratto di più complesso della salita, si procede fra massi accatastati e brevi canalini di fine terriccio poco spostati dalla cresta, da affrontare comunque con concentrazione, ma tecnicamente più semplici. Si sbuca poi su filo di cresta, abbastanza ampia di massi accatastati alternati a tratti ben camminabili fino alla base del castello roccioso sommitale, dove ci si mantiene leggermente a destra della cresta dovendo poi rimontare una placchetta inclinata ma abbastanza ben appigliata. Una volta superata si procede con qualche tornantino fra placchette e gradoni giungendo poi ad un punto dove si può decidere se continuare dritti su roccette fino alla vetta oppure, come ho effettuato io, oltrepassando uno spigolo sulla sinistra che porta ad una cengietta al termine della quale si risale un breve ma ripido pendio di fini sfasciumi fino alla vetta di Punta di Laures mt. 3367 in 1 ora 25 min. dal colle e 5 ore 10 min. totali.
Panorama a Nord Mont Velan, Gran Combin, Punta Rossa dell’Emilius e Monte Emilus, Nord-Est Dent Blanc, Dent d’Herens, Cervino e Rosa, Testa Grigia, Corno Bianco, Grande Roise, a Est Mont Nery, Becca Torché, Monte Mars, Punta di Leppe, Mont Glacier, a Sud-Est Punta Tersiva, Rosa dei Banchi, Torre di Lavina, Monte Grauson, a Sud Torre del Gran San Pietro, Punta Garin, Gran Paradiso, a Sud-Ovest Grivola, La Grande Casse, Aiguille de la Gran Sassiere, Monte Valaisan, Mont Pourri,a Ovest Rutor, Aiguille de Trelatete, Tete Blanche, Rutor e Monte Bianco, a Nord-Ovest Grande Jorasses, Aiguille Verte e Mont Dolent.
Ritorno sullo stesso percorso dell’andata in 4 ore 10 min. e 9 ore 20 min. totali.
Galleria fotografica:
Grafici del percorso:
Commenti:
Prima parte fino ai laghi piuttosto monotona, poi da questi in su diviene decisamente più bella sia per i laghi stessi, dei quali il secondo a mio giudizio è il più bello, sia per i panorami che via via salendo si mostrano su laghi e catene montuose, oltre alla cresta, difficile ma bella.
Percorso semplice fino al Colle poi da questo alla vetta il discorso cambia….avevamo letto una relazione che indicava una salita F+, salita alpinistica che presentava alcuni tratti dove mettere le mani, senza particolari difficoltà tecniche. In realtà, forse a causa dei recenti eventi alluvionali, la situazione è ben diversa ed abbiamo dovuto constatare, come già citato in descrizione, che vi è un punto in particolar modo valutabile come PD+, che personalmente (e non solo io) ho trovato decisamente complesso. All’andata non sapendo dove passare abbiamo deciso di rimontare un canalino decisamente ripido e complicato specie per un saltino finale senza appigli, che non volevamo assolutamente effettuare in discesa…..al ritorno pertanto abbiamo deciso di cercare un passaggio sul versante opposto dove vi era una vaga traccetta su terreno ripidissimo, franoso, ed un po’ esposto che ci ha però portato ad un punto dove oltre non si poteva procedere. Quindi, tornati alla sommità del canalino, abbiamo deciso di proseguire per cresta seguendo una traccetta che portava in vista di un sottostante ometto, che però per raggiungerlo obbligava a dover discendere una lastra verticale di circa 3 metri staccata dalla parete con fessura di qualche decina di centimetri, non molto appigliata e con estrema difficoltà a reperire gli appigli, scarni, per i piedi, almeno un III°, forse anche qualcosina in più. Diciamo in vero che non vi era grande esposizione, in quanto al di sotto si sbucava su un terrazzino protetto, però il rischio di farsi male c’era abbastanza concretamente. Pertanto, ammesso che sia questo il vero passaggio da dover superare, conviene portarsi una corda per discesa in doppia, imbrago e discensore e tentare di scendere il canalino. Per dovere di cronaca esiste anche un ulteriore passaggio, che ha effettuato uno di noi, ma altrettanto difficile, seguendo la traccetta sul versante opposto al canalino che conduceva in piano ad un intaglio fra le rocce con sottostante salto di alcuni metri…per superarlo ha dovuto mettersi a cavalcioni su una lastra per riuscire a trovare un appoggio per i piedi poco avanti e poter quindi scendere al terrazzino sottostante.
In definitiva gita piacevole ma decisamente impegnativa per lunghezza e complessità dal colle in poi.