Cima Paganini mt. 3051

La Cima Paganini è una montagna delle Alpi Marittime, situata sulla dorsale secondaria che, distaccandosi dallo spartiacque alpino principale dalla Cima Ghiliè in direzione nord, raggiunge il monte Argentera. La vetta si trova in mezzo tra la Cima di Nasta e l’Argentera. Rimase senza nome fino al 1930, quando fu dedicata a Pio Paganini, ingegnere topografo dell’Istituto Geografico Militare. Qui descrivo la salita dal Remondino passando per il canalone che conduce al Colle di Nasta, percorso decisamente disagevole, mentre la via normale dal rifugio Remondino passa pero il Lago di Nasta, il Colle della Forchetta, taglia la base a Sud della Cima di Nasta su una cengia e scende a raggiungere il colle di Nasta, da dove si risale per cresta fino alla vetta. Questa molto probabilmente è la via più comoda.

🏁 Punto di partenza: Pian della Casa del Re mt. 1743

⚠️ Difficoltà:          EE le uniche difficoltà nel canalone che conduce al Colle di Nasta, il resto è E

Sviluppo:           

📈 Dislivello:           1300 mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 3 ore 10 min. – Ritorno 2 ore 35 min. – Totale 5 ore 45 min.

📅 Data escursione:     05/09/2009

🚥 Periodi consigliati:   Da Luglio a Settembre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a  Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la  SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo. Usciti dall’abitato si procede dritti sulla SP 22 che attraversa Valdieri quindi conduce, dopo qualche chilometro, ad una rotonda dove bisogna trascurare la deviazione a sinistra per Entracque e procedere dritti superando S.Anna di Valdieri fino a Teti Gaina. Qui diventa SP239 e inizia a salire più decisamente nell’ultimo tratto con qualche tornante fino a Terme di Valdieri. Superato il ponte si svolta a sinistra iniziando a salire su strada asfaltata (ma in certi punti un po’ sconnessa) nel Vallone della Valletta. Dopo qualche chilometro si arriva al Gias delle Mosche, dove finisce la strada asfaltata ed inizia lo sterrato. Si prosegue ancora per un tratto fra sterrato un po’ dissestato e asfalto ed in breve si giunge al Pian della Casa del Re dove si può lasciare l’auto a bordo strada o in qualche spiazzo.  

Itinerario:

Dal Pian della Casa del Re mt. 1743, bel pianoro erboso alla base di imponenti cime, si procede per un breve tratto su sterrata ed in circa 5 min. si arriva ad un bivio. Qui si svolta a sinistra su mulattiera (N11), abbandonando la sterrata, che procede a destra verso il Rifugio Regina Elena. La mulattiera procede in moderata salita fino ad incontrare un rio che forma delle piccole cascatelle. Qui il sentiero segnato con sbiadite si restringe diventando più tortuoso ed  inerpicandosi con frequenti tornantini, addentrandosi nel Vallone dell’Assedras e potendo già ammirare il Rifugio Remondino con dietro la Cima di Nasta. In circa 25 min. dal bivio si giunge ad un ponticello in legno e, dopo averlo superato, si arriva in breve ad un bivio dove bisogna trascurare la deviazione a destra per il Colle Est di Mercantour e procedere invece a sinistra, verso il Rifugio Remondino. Poi, attraversato un piccolo rio proveniente da una bella cascata, si rimonta il pendio con altri tornanti, per poi attraversare una pietraia composta da grossi massi fra gli ultimi radi larici. Ora con altri continui tornanti, seguendo sempre le , il sentiero prende quota fra erbette e grossi massi giungendo alla base della cupola rocciosa, dove sorge il Rifugio Remondino mt. 2430, che si raggiunge con un’ ultima serie di tornantini al margine di una vasta pietraia, in circa 50 min. dal bivio ed 1 ora 25 min. totali. Pochi metri prima del rifugio si stacca una traccia con segni rossi che attraversa il vallone detritico. Qui il percorso diventa decisamente disagevole, dovendo spesso saltare tra grossi massi accatastati, seguendo come riferimento sempre i ed i frequenti ometti. Dopo aver superato un tratto che risale un dosso erboso con qualche serpentina, ed un’altra serie di grossi massi accatastati che costeggiano la parete nord-ovest della Cima di Nasta, in 35 min. dal Rifugio, bisogna abbandonare la traccia con , che prosegue verso il Passo dei Detriti, e svoltare invece a destra verso il canalone che divide la Cima di Nasta dalla Cima Paganini e conduce al Colle di Nasta. Ora il percorso inizia ad essere decisamente più complicato, perché non vi è alcuna traccia (o meglio verso la metà del canale si trova una traccia con segni gialli ma è praticamente impercorribile perché su piccoli sfasciumi che invece di salire ti fanno scivolare all’indietro). Il primo tratto del canale si svolge su grossi sfasciumi tendenzialmente stabili, mentre verso la metà del canale, visto l’aumento della pendenza, massi anche di grosse dimensioni diventano instabili e pericolosi, perciò conviene salire lentamente e assicurarsi di mettere i piedi su massi stabili. Verso la parte superiore del canale, dove diminuisce leggermente la pendenza, i massi si presentano invece più stabili e si può anche seguire la traccia sulla parte sinistra che costeggia la parete della Cima Paganini, fino a giungere al Colle di Nasta mt. 2939, in altri 50 min. circa. Ora si seguono gli ometti svoltando a sinistra e si procede su traccia che si alterna a roccette senza particolari problemi che, in circa 20 min. dal Colle e 3 ore 10 min. totali, conduce alla Cima Paganini mt. 3051.

La vista e’ spettacolare sull’Argentera, Cima di Nasta, Baus, sul sottostante bacino del Chiotas, sul Gelas e sul versante occidentale con la Cima di Fremamorta e i suoi laghi.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata (attenzione al canalone che in discesa è ancora più pericoloso che in salita) in 1 ora 15 min. al Rifugio ed 1 ora 20 dal Rifugio al Pian della Casa del Re.

Galleria fotografica:

Commenti:

Bella escursione, un po’faticosa ma piacevole anche se poco gettonata in quanto meno blasonata rispetto alle vetta che la circondano…..comunque a mio giudizio merita di essere vista in quanto offre un’ottima visuale su Cima di Nasta e Argentera, senza contare che credo sia l’unica cima della zona a non presentare difficoltà di tipo alpinistico. Il dislivello è di circa 1300 metri, dei quali circa 500 su pietraia disagevole. SOPRATTUTTO LA RISALITA E LA DISCESA DEL CANALONE SONO DA CONSIDERARE LA PARTE PIU’ IMPEGNATIVA DEL PERCORSO, PRESTARE PERTANTO LA MASSIMA ATTENZIONE SE SI DECIDE DI EFFETTUARE QUESTO ITINERARIO. LA MAGGIOR PARTE DEI MASSI GROSSI, MEDI E PICCOLI SONO INSTABILI. Il canalone a mio giudizio è da risalire prevalentemente nella sua parte centrale dove i massi sembrano essere un po’ più grossi e stabili(ma ognuno scelga a propria discrezione dove ritiene opportuno salire, l’importante è scegliere accuratamente dove mettere i piedi). In certi punti per salire è stato necessario utilizzare le mani, andando a gattoni per distribuire meglio il peso. Evitare le tracce che si incontrano dopo la metà del percorso (perlomeno io le ho viste per la prima volta li, ma non mi è ben chiaro dove abbiano inizio), perché ho appurato che si faceva un passo in avanti e due indietro, mentre verso la fine del canale si possono utilizzare tranquillamente. Per quanto riguarda la discesa probabilmente è anche peggio (mettere in preventivo un paio di patte sul fondoschiena, come è successo a me). Al Rifugio mi è stato fatto presente che, perlomeno per la discesa, sarebbe stato opportuno passare dal Colle della Forchetta, cosa che in effetti avevo anche valutato avendo una cartina che dimostrava esserci quella possibilità, ma non avendo visto un vero e proprio sentiero, ho preferito non avventurarmi e ho ripercorso il canalone, ma non è stata una buona idea.

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