Tentativo di salita alla Rocca di Maraquaià mt. 2401

La Rocca di Maraquaià è una cima delle Alpi Liguri, vetta secondaria alle pendici della Cima Pian Ballaur che sovrasta la conca del Vallone delle Masche. Si trova grossomodo sullo spartiacque tra la Valle Ellero e la Val Tanaro. In questa escursione non sono riuscito a raggiungerla per numerosi motivi, fermandomi ad un centinaio di metri più in basso.

🏁 Punto di partenza: Carnino Inferiore mt. 1387

⚠️ Difficoltà:          E fino al Gias Saline, EE il resto 

Sviluppo:           13 Km

📈 Dislivello:           1400 mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 4 ore – Ritorno 3 ore – Totale 7 ore

📅 Data escursione:      08/05/2021

🚥 Periodi consigliati:   Da Giugno a Novembre, preferibilmente in assenza di neve

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Ceva. Poi da Ceva su SS28 fino a Ponte di Nava e da questo ci si mantiene a destra su SP154 che procede in direzione di Upega superando anche il paese di Viozene. Qualche chilometro dopo Viozene si svolta a destra seguendo le indicazioni per Carnino ed in breve si arriva a Carnino Inferiore, dove, in uno spiazzo all’inizio del paese si lascia l’auto.

Itinerario:

Da Carnino Inferiore mt. 1387 si segue il sentiero  e Gta A5, che si inerpica all’interno delle stradine del paese per poi entrare nel bosco. Con qualche tornante si prende quota sbucando poi su sterrata che va seguita a destra in salita e conduce poi a Tetti delle Donzelle, ove si trascura a destra la deviazione per il Rifugio Mongioie per svoltare invece a sinistra pervenendo dopo poco, in 20 min. circa dalla partenza, in prossimità del Rifugio Ciarlo Bossi mt. 1550, per il quale si trascurano due deviazioni a sinistra. Ora il percorso è caratterizzato dalla presenza di radi larici e abeti che vanno poi gradualmente a scomparire, permettendo di ammirare alla destra le pareti delle Rocche del Manco, quindi con salita costante si arriva nei pressi dell’imbocco della Gola delle Saline mt. 1780, che si raggiunge in altri 30 min. circa e 50 min. totali. Qui il sentiero si fa leggermente più ripido con qualche tornante che costeggia e si mantiene alla destra del torrente, che in questo tratto forma numerose cascatelle, quindi raggiunto il termine della gola si perviene ad un bivio non segnato, dove bisogna svoltare a sinistra ed attraversare il torrente (a destra credo conduca al Mongioie), in altri 10 min. circa. Superato il rio in pochi minuti si rasenta la piccola croce che ricorda una donna morta in una tempesta di neve nel 1883. Dopo ancora qualche tornante si approda, in 15 min. ed 1 ora 15 min. totali, sulle distese prative dove nelle vicinanze sorge il Gias delle Saline, punto in cui, pochi metri prima di raggiungere il gias, bisogna abbandonare il sentiero Gta A5 che conduce al Passo delle Saline e svoltare a sinistra in ripida salita seguendo un sentierino contrassegnato anch’esso da segnavia . Il sentiero dapprima molto evidente raggiunge un ampio pianoro erboso ove svanisce e si risale pertanto seguendo i frequenti segnavia provvidenzialmente posti su roccette. Superate faticosamente un paio di ripide chine erbose puntando sempre grossomodo verso Nord-Ovest, i segni attraversano un tratto fra erba e roccette potendo ammirare sulla sinistra la Gola delle Streghe, ossia un ripido canalone che si sviluppa alle pendici della rocciosa e verticale e tondeggiante propaggine meridionale delle Saline. Seguendo sempre i segnavia si perviene intorno ai 2200 metri di quota ad un modesto ripiano ove diparte un ampio canalone che bisogna risalire giungendo così ad un nuovo ripiano superiore. Qui bisogna mantenersi a sinistra puntando ad un’insellatura alla destra di una modesta elevazione, ossia il Colle degli Arpetti mt. 2375, in 1 ora 10 min. dal bivio e 2 ore 25 min. totali, dal quale si può scorgere la Cresta del Ferà con dietro Cima Missun e Monte Bertrand. La traccia volge ora verso Nord-Est districandosi fra erba e roccette e, seguendo ancora i segnavia , conduce nei pressi dello sbocco della Gola delle Streghe, in altri 20 min. circa. Qui terminano i segnavia e bisogna bruscamente sterzare a sinistra puntando perlopiù a Nord-Ovest in moderata salita superando alcuni modesti dossi per poi discendere fino all’insellatura fra la Cima Pian Ballaur a sinistra e Cima delle Saline a destra, che si raggiunge in altri 15 min. e 3 ore totali. Qui l’idea era di raggiungere la Rocca di Maraquaià discendendo verso il Vallone delle Masche e, superati i contrafforti settentrionali della Cima Pian Ballaur, svoltare a sinistra grossomodo a quota 2300 mt. (come da relazione trovata sul web) e risalire fino alla vetta. In effetti si è tentato di effettuare questo percorso ma sinceramente, nelle condizioni di forte innevamento che ancora persistono in zona, lo sconsiglio vivamente in quanto dopo aver disceso un paio di avvallamenti il percorso costringe ad effettuare un lungo ed insidioso traverso alle pendici delle verticali pareti Nord della Cima Pian Ballaur poi, giunti alla quota di 2300 metri dopo circa un’ora estenuante, non siamo riusciti a capire bene dove andare. Le alternative erano due ma poco allettanti ossia risalire una paretina rocciosa con passaggi di II apparentemente abbastanza ben appigliati ma con nessuna certezza che superata avrebbe condotto sui pendii che permettono di raggiungere la vetta, oppure risalire un ripidissimo canalone innevato più a monte. Vista l’ora tarda e l’avvento delle nebbie si è optato per abbandonare l’idea di raggiungere la vetta e tornare a ritroso sullo stesso percorso, in 3 ore e 7 ore totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Grossa delusione per uno come me ci tiene tanto ad avere come meta dell’escursione una vetta (del resto il nome del sito lo dimostra), ma in certe circostanze in cui vengono a mancare i giusti presupposti bisogna anche saper rinunciare, del resto negli anni può anche succedere….e stavolta purtroppo è successo. Delusione si insomma, ma nemmeno eccessiva in realtà perché questa escursione non mi allettava molto e l’ho intrapresa con poca enfasi e prevalentemente per accontentare un amico voglioso di raggiungere questa vetta poco conosciuta. Nell’idea iniziale il percorso doveva partire da Pian Marchisio ma, chieste informazioni sulle condizioni della strada al rifugista dell’Havis de Giorgio, e appurato che essa è interrotta da numerose slavine, si è allora optato per partire dal versante opposto, con magari meno neve ma molto più dislivello e numerosi saliscendi. Le varie perdite di tempo per i ripetuti inserimenti e rimozioni dei ramponi per superare lingue di neve e canalini innevati, i delicati traversi da affrontare con cautela e l’incertezza sul giusto percorso da effettuare verso la vetta hanno fatto arrivare un’ora piuttosto tarda, che unita alla nebbia in formazione e due amici che ci attendevano da un bel po’, mi ha costretto a malincuore a desistere. Tuttalpiù nelle condizioni attuali può essere più comodo discendere abbastanza agevolmente verso la Rocca di Maraquaià dalla Cima Pian Ballaur, cosa che pare essere fattibile, anche se non so quanto sia sensata. Pertanto, data la situazione attuale di ancora forte innevamento, sconsiglio vivamente di percorrere il Vallone delle Masche….visti anche alcuni distacchi di grosse cornici di neve dai pendii soprastanti, meglio pertanto aspettare ancora un po’. Dal Gias Saline in poi si seguono i segnavia , diciamo abbastanza frequenti, ma essendo posti su massi e quasi totalmente senza una vera e propria traccia, in caso di maltempo o nebbia (molto frequente in zona e trovata per tutto il ritorno) reperire il giusto percorso può risultare difficile con possibile perdita dell’orientamento, prestare pertanto molta attenzione e utilizzare possibilmente un navigatore gps.

 

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