Ferrata degli Artisti con Bric Agnellino mt. 1335

La Ferrata degli Artisti è collocata sulla Costa dei Balzi Rossi, nella valle del Maremola, costituisce la cresta Est del Bric Agnellino nelle Alpi Liguri. La cresta si sviluppa per più di 600 metri di dislivello, su di essa il tratto attrezzato risulta di circa 1500mt di cavo metallico. Questo la rende una ferrata abbastanza semplice dal punto di vista tecnico vista la sovrabbondanza di strutture (pioli molto ravvicinati che non affaticano mai gambe o braccia ed in stato di ottima manutenzione). La difficoltà è data dalla lunghezza, infatti dopo il ponte tibetano si può erroneamente pensare di essere arrivati mentre la vetta è ancora lontana, e dall’esposizione di alcuni tratti che trasmettono forte adrenalina e richiedono assenza di vertigini. Per tanto può considerare una ferrata di media difficoltà se affrontata in autunno e primavera con assenza di neve o ghiaccio e condizioni meteo stabili, ma da evitare comunque nei periodi più caldi. La bellezza del tracciato, l’importanza geologica e morfologica di questa cresta, ed il panorama che pian piano si apre agli occhi durante la salita, nonché l’adrenalina che offre valgono sicuramente la fatica di effettuarla.

🏁 Punto di partenza: Sterrata dopo Isallo mt. 655

⚠️ Difficoltà:          EEA la ferrata, E il resto  

Sviluppo:            12,3 km

📈 Dislivello:                1000 mt.

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 6 ore 30 min.

📅 Data escursione:      07/03/2021

🚥 Periodi consigliati:    Autunno e Primavera

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Finale Ligure poi ad una rotonda si svolta a destra sulla SS490 per il Colle del Melogno. Superato il paese di Gorra si prende la deviazione per Magliolo. Da qui si devia dietro la Chiesa dei Santi Costa e Damiano seguendo la strada asfaltata
fino a fondo valle raggiungendo così la località Isallo. Trascurata la diramazione a sinistra, si segue la segnaletica ben evidente per la via ferrata, salendo a destra su strada sempre asfaltata ma con ripetuti tornanti, fino a raggiungere la Fraz. Cà dell’Erscio dove la strada si fa sterrata, punto in cui sulla destra vi è un piccolo slargo dove volendo si può lasciare l’auto, max. 2 macchine, cosa consigliata se si ha auto “normali”. Se si vuole proseguire ancora la sterrata, piuttosto mal messa, procede effettuando qualche curva e raggiunge dopo circa 350 metri un ampio spiazzo. Anche qui si può lasciare l’auto oppure procedere ancora per circa 1 km di sterrata magari meno brutta come fondo ma con dei canali di scolo davvero profondi (da non affrontare assolutamente con auto basse) fino ad un piccolo slargo in corrispondenza di un grosso masso e dell’inizio della ferrata, max. 2 auto.

Itinerario:

Dallo spiazzo si piega a destra, dove si stacca il ripido sentiero che sale nel bosco riportante . Dopo una breve salita si raggiungono i primi inutili cavi metallici per superare un tratto di facili placchette rocciose e proseguendo su ampie lastronate si raggiunge la base delle rocce dei Balzi Rossi, a 675 mt. dove inizia la vera e propria ferrata, in 25 min. circa. La ferrata parte subito con un bella parete verticale rossastra, a tratti strapiombante, comunque facilmente superabile grazie al gran numero di staffe molto ravvicinate (condizione che si presenta per l’intera ferrata). Superata la parete, probabilmente il punto più difficile di tutta la ferrata, si traversa a destra in esposizione per aggirare un primo spigolo e giungere ad un tratto di roccette più facili. Si continua a seguire il sentiero, con cavi ora piuttosto inutili, raggiungendo così una forcella alla base di un torrione dal quale si risale la parete sullo spigolo verticale fino al terrazzo soprastante. Da qui inizia una lunga serie di brevi salti verticali alternati a tratti più semplici su roccette, tutto costantemente attrezzato, fino a giungere alla base di un più evidente torrione dove incontriamo la prima via di fuga, che si stacca sulla sinistra. Lo si aggira sulla destra per poi risalirne un breve canalino roccioso incassato che conduce ad una forcellina, dalla quale si risale una parete verticale oltre la quale si susseguono nuovi tratti aerei che portano in cresta, sulla cui sommità appare poco sotto il famoso ponte tibetano, che da qui fa abbastanza impressione. Discesi alla selletta sottostante si perviene ad un bivio dove se si svolta a destra, sempre attrezzato con cavi, un sentierino fra erba e detriti aggira il canalone e conduce sul versante opposto dove termina il ponte, mentre andando a sinistra si procede su cengia molto esposta, anche questa attrezzata, che raggiunge in breve l’attacco del ponte. Io ho optato per quest’ultima ipotesi ed ho attraversato il ponte sospeso sulla gola alta circa una cinquantina di metri, per una lunghezza di circa 40 metri, ovviamente assicurato ad un terzo cavo d’acciaio superiore. Terminato poi l’adrenalinico ponte si risale di pochi metri per piegare a sinistra e giungere così ad un nuovo punto un po’impegnativo, ossia un traverso su pioli sospesi nel vuoto che conduce ad un aereo spigolo, sempre molto esposto, che sovrasta un canalone e che termina su di un terrazzino soprastante. Superati alcuni salti via via meno esposti si giunge in prossimità di un pianoro dove su di un’ampia parete si può ammirare il dipinto dell’artista Mario Nebiolo (da qui il nome della ferrata), parete che va risalita al fianco destro dell’affresco. In breve si perviene al terzo ed ultimo bivio dove a sinistra discende la seconda via di fuga, mentre proseguendo a destra si risale la verticale parete oltre la quale si superano le ultime facili paretine che portano infine ad uno spallone, dove terminano definitivamente i cavi, dopo circa 3 ore dall’attacco, prese con molta calma. Questo spallone di erba e roccette, una volta risalito, conduce in breve in cresta e da qui piegando leggermente a sinistra, seguendo alcuni , si risale sul dosso roccioso della Cresta dei Balzi Rossi mt. 1309. La traccia punta grossomodo verso Sud-Ovest e si addentra in un rado boschetto conducendo dapprima alla Sella Nord del Monte Agnellino, punto in cui si trascura a sinistra il sentiero di discesa e si procede dritti seguendo le indicazioni per il Monte Agnellino, e poi si giunge alle pendici Nord, dove bisogna svoltare a sinistra. In ripida salita all’interno di una faggeta seguendo i segnavia dell’ si giunge infine sulla vetta del Bric Agnellino mt. 1335, in 15 min. dalla fine della ferrata e 3 ore 40 min. totali. Si scende ora dal crinale erboso opposto, sempre in direzione Sud-Ovest seguendo i segnavia dell’ della variante che attraversa il Sentiero Balcone dei Balzi Rossi su crinale a tratti panoramico alternato ad altri nel bosco misto di faggi e abeti argentati. Si discende fin quando la variante termina intercettando una sterrata in Loc. Ruvoire, che va seguita a sinistra sull’ con indicazione per il Giogo di Giustenice, in 35 min. circa. Dopo altri 400 metri si confluisce su di un’altra sterrata in corrispondenza di una curva, che va ora seguita a sinistra in moderata salita per circa 200 metri, per poi abbandonarla deviando a destra seguendo un sentierino in discesa riportante segnavia , in altri 10 min. e 4 ore 25 min. totali. Dopo un tratto in discesa ed un breve tratto in salita si giunge in 10 min. ad un’ampia selletta prativa panoramica, con visuale sul Bric Agnellino e la cresta effettuata con la ferrata, il Carmo di Loano e la costa con Loano e Ceriale. Il sentiero taglia ora in falsopiano le pendici meridionali di un’elevazione per poi discendere ed incontrare un non molto evidente bivio con una traccia a destra che conduce al Monte Aguzzo, da trascurare. Con numerosi tornanti all’interno del bosco si perde quota intercettando poi a 843 mt. circa, in altri 40 min. e 5 ore 15 min. totali, il sentiero delle Terre Alte con segnavia che va ora seguito in falsopiano a sinistra. Questo procede verso Nord-Ovest nella boscaglia attraversata poi da una modesta pietraia quindi, superato uno spigolo dove si svolta bruscamente a sinistra (Ovest), il sentiero diviene decisamente esposto sulla destra e protetto con recinzione. Si discende con moderazione sempre all’interno del fitto bosco fino a raggiungere un grazioso laghetto alimentato da una bella cascata a mt. 702,formati dal Rio Slige, in 40 min. e 5 ore 55 min. totali. Qui io ho fatto una modesta ma scomoda deviazione per esplorare alcuni laghetti multicolore sottostanti, indubbiamente molto graziosi. Dal laghetto si risale poi ad un bivio dove bisogna stare attenti a non sbagliarsi in quanto la traccia evidente continua dritta ma va trascurata, mentre il compie uno stretto tornantino a destra e continua in ripida salita. Ripresi quasi un’ottantina di metri di dislivello dal laghetto si torna poi a procedere in moderata discesa, ora verso Nord, fino a sbucare su una sterrata in corrispondenza di uno slargo, sterrata che va seguita in discesa fino all’attacco della ferrata, in 35 min. dal laghetto e 6 ore 30 min. totali. 

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Anni e anni a dirmi che dovevo assolutamente effettuare questa bella ferrata nella mia regione, ma questa idea veniva sempre accantonata. Approfittando delle limitazioni attuali, che impediscono di uscire dalla regione, si sono venute a creare le condizioni ottimali per effettuarla. Devo dire che è proprio una bella ferrata, di media difficoltà, nel senso che non comporta particolare impegno fisico ma è decisamente lunga, sviluppandosi per circa 600 metri di dislivello, ed esposta ma estremamente attrezzata….forse anche troppo, volendo dirla tutta. Proprio per questo motivo può essere effettuata anche da persone che non hanno grande confidenza con le ferrate, a condizione che non si soffra di vertigini, in quanto buona parte del percorso si effettua su pareti verticali, a volte aggettanti. I tratti più complessi direi che sono quello iniziale (un banco di prova per i neofiti), poi indubbiamente anche il ponte tibetano (che io ho fatto ma che volendo è evitabile), ed il successivo traverso sul vuoto, il resto si presenta con molti tratti in parete con media esposizione alternati ad altri camminabili con cavi a volte superflui. Per il ritorno esiste un percorso di discesa, inizialmente attrezzato con cavi (per cui se si decide per effettuare questo percorso conviene tenere l’imbragatura) e poi lungamente nel bosco che sbuca sulla sterrata poche centinaia di metri a monte dell’attacco…io invece ho optato per effettuare un percorso ben più ampio e vario raggiungendo il Bric Agnellino per poi seguire il sentiero balcone verso il Giogo di Giustenice e prima di questo seguire un sentiero che conduce al sentiero Terre Alte. In questo c’è stata la piacevole scoperta dei laghetti multicolore con cascate. Quindi concludendo, un gran bel percorso con tanti spunti d’interesse.

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