Cadières de Brandis e Anticima Sud Tête de la Barre de la Sapée mt. 1610

I Cadières de Brandis sono una formazione rocciosa calcarea sulla cresta che dalla Sommet de Pré Chauvin digrada verso il paese di Castellane, si trova nelle Alpi e Prealpi di Provenza. In questa escursione propongo un percorso di esplorazione con discesa al “canyon” alle pendici dei Cadières, ed il tentativo di salita alla Tête de la Barre de la Sapée (fallito), con anello dal Col de Lequès.

🏁 Punto di partenza: Col de Lequès mt. 1148 circa

⚠️ Difficoltà:          EE l’esplorazione del canyon alle pendici dei Cadières ed il tentativo di salita alla Tête de la Barre de la Sapée (con alcuni punti sicuramente F con passaggi di I° e II° non esposti), E tutto il resto su sentiero segnato.

Sviluppo:            11,1 Km

📈 Dislivello:            650 Mt. circa

⏱️ Tempi:                     Giro ad anello (con deviazioni) totale 5 ore 20 min.

📅 Data escursione:      28/10/2023

🚥 Periodi consigliati:    Da Aprile a Giugno a da Settembre a Novembre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Ventimiglia, quindi si continua in territorio francese su A8 fino a Vence Cagne sur Mer (48). All’uscita dell’autostrada si perviene ad una rotatoria ove si segue la seconda uscita con indicazioni per Vence su M336 che va seguita lungamente fino ad una nuova rotatoria dove si trascura la prima uscita a destra per Vence e si prende la seconda con indicazioni per St. Paul de Vence, ora su D436. Dopo qualche km, ad una nuova rotonda, si trascura a destra la D536 per Vence St. Paul e si prende la seconda uscita, sempre su D436, con indicazione per Grasse che prende ora a salire con moderazione fino a sbucare sulla D6 che va seguita a destra. Questa gradualmente si addentra nell’entroterra divenendo via via più stretta e tortuosa pervenendo poi ad un bivio, dove bisogna mantenersi a destra, sempre su D6 con indicazione per Gréolièr, e trascurare quella di sinistra per Grasse, la D7. Dopo numerosi km di rettilinei e curve si perviene ad uno stop, punto in cui bisogna attraversare la D2210 e riprendere la D6 sul lato opposto seguendo sempre le indicazioni per Gréolièr. La strada prende a salire percorrendo la Gola del Gorges du Loup passando poi all’interno di alcune caratteristiche gallerie scavate nella roccia. Raggiunta poi la Località Cascades du Loup l’ambiente diviene meno roccioso e si procede più agevolmente giungendo ad un ponte in pietra ove diviene D3. Dopo alcuni km si perviene ad una rotonda, dove si prende la seconda uscita, ora D2 con indicazione per Gréolières, che con scorrevole salita conduce appunto al paese di Gréolières. Da questo, ad una successiva rotatoria, si procede dritti sempre su D2 che ora sale con maggiore decisione effettuando alcuni tornanti, andando poi a percorrere un tratto roccioso passando all’interno di alcuni archi naturali e giungendo poi al Pas de Tous Vent. Qui l’ambiente cambia nuovamente ed in breve si attraversa lungamente un vasto altipiano erboso fino al paesino di Malamaire dove ad uno stop bisogna deviare a sinistra andando ora a seguire la D2211 con indicazione per Castellane, strada che conduce poi ad una grossa rotonda dove bisogna seguire la prima uscita a destra su D6085 che in breve diviene D4085. La strada alterna numerosi saliscendi fra boschi e praterie andando a raggiungere poi La Garde, ed infine dopo lunghi rettilinei a Castellane. Entrati nel paese, ad una rotonda, si imbocca la prima uscita sempre su D4085 che si addentra nel paese ed una volta usciti da esso ad una nuova rotonda si segue la seconda uscita. Dopo un primo lungo rettilineo la strada prende a salire e con alcune svolte raggiunge il Col de Lequès dove, oltrepassato Le Bistrot du Col, svoltando a destra vi è un ampio parcheggio in cui lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio del Col de Lequès si trascura subito il sentiero per Le Foundue andando ad attraversare la D4085 ed imboccando subito la sterrata che rasenta un antico Hotel seguendo le indicazioni per Le Passages, Villard Brandis e Castellane. La sterrata costeggia delle recinzioni, poi perde quota fino ad uno slargo quindi torna a salire moderatamente fino a pervenire ad un bivio di sterrate a Les Passages mt. 1155. Qui si trascura quella di destra (dalla quale arriveremo al ritorno) con indicazione per La Bonne Font e Taulanne su GR406, e ci si mantiene su quella di sinistra, seguendo le indicazioni per Les Combes e Castellane GR406 e , che prende a salire con moderazione all’interno di un bosco di pini silvestri puntando a Sud Est. Dopo circa 25 min. si perviene ad un nuovo bivio, a Les Combes mt. 1240, dove si trascura a sinistra la deviazione per Castellane e si procede dritti seguendo le indicazioni per la Crete de Colle Bernaiche. Dopo aver trascurato una sterrata a sinistra con sbarra metallica, in 350 metri circa si giunge ad un tornante della sterrata dove si può effettuare un taglio procedendo dritti su ampio sentiero delimitato da arbusti che in salita decisa, in ulteriori 500 metri circa, convoglia più a monte nuovamente nella sterrata nei pressi della Crete de Colle Bernaiche mt. 1390. Qui si trascura il sentiero a sinistra che scende a Villar Brandis e ci si mantiene sulla sterrata con indicazione per La Bonne Font e Col de Lequès, che in breve conduce ad alcune antenne a mt. 1424, in altri 20 min. e 45 min. totali, punto in cui termina la sterrata e si possono già ammirare i Cadières de Brandis. Ora si procede su esile sentierino, sempre contrassegnato con , che dapprima con un traverso puntando perlopiù ad Ovest e poi con qualche tornantino fra arbusti e roccette permette di raggiungere una piccola radura. Dalla radura si continua con alcuni saliscendi in un bosco di pini, che di tanto in tanto offre qualche scorcio a destra sulla Tête de la Barre de la Sapée, per poi uscirne in una più ampia radura al termine della quale si incontra un bivio di sentieri. Si trascura ora quello di destra in discesa (che seguiremo dopo per tentare la salita alla Tête de la Barre de la Sapée) e si svolta invece sul sentiero di sinistra che in ripida salita conduce ad un terrazzino panoramico sulle pareti dei Cadières de Brandis a mt. 1544, in altri 45 min. e 1 ora 30 min. totali.

Ora inizia la prima parte esplorativa del percorso:

Canyon alla base dei Cadières de Brandis

Per raggiungere il fondo del “canyon”, non avendo alcuna notizia in merito, abbiamo dato un’occhiata da questo punto e abbiamo valutato che fosse fattibile...infatti è una possibile via di accesso. Dopo aver disceso per pochi metri bisogna superare un modesto saltino di un metro circa (I°), poi si procede su ripido pendio di detriti e massi accatastati (I°) andando poi a rasentare una paretina fino a pervenire in breve, ed in maniera abbastanza agevole, al fondo del pendio. Qui bisogna volgere a destra e puntando grossomodo verso le pareti, sempre spostandosi fra un masso e l’altro ma senza particolari difficoltà, si giunge al miglior punto di vista sulla spettacolare finestra di roccia con affianco un enorme torrione scenografico, in 15 min. dal terrazzino. Tornando poi a ritroso, senza risalire al terrazzino, si punta ad Est e spostandosi sempre fra un masso e l’altro, si perviene ad una zona contraddistinta dalla presenza di qualche albero, oltre il quale segue un tratto fra le alte pareti a destra ed una bastionata a sinistra. Bisogna ora piegare a sinistra e discendere di alcuni metri fra grossi massi, superando un passaggio leggermente scomodo (II°), ed una volta superato si volge poi a destra verso un pino alla base di un particolare torrioncino sulla sinistra. Poi con ancora alcuni semplici passaggi su massi (I°) si raggiunge il termine del “canyon”, potendo ancora ammirare le soprastanti pareti ed alcuni torrioni. Qui bisogna seguire una evidente traccetta a sinistra piuttosto ripida su fini detriti che conduce ad alcuni modesti risalti rocciosi (I°), e permette di giungere all’uscita dal “canyon”, in 25 min. dalla finestra. Ora una traccetta, che contorna il margine terrazzato offrendo ancora notevoli scorci sulle pareti e su altri torrioni, conduce comodamente al terrazzino dal quale siamo discesi, in altri 5 min. e 2 ore 15 min. totali. Merita poi una leggera deviazione procedendo sempre su traccetta per circa 60 metri verso Ovest fino ad approdare ad un terrazzino fessurato al margine estremo, con sottostante salto vertiginoso (prestare molta attenzione!).

Dal terrazzino si torna al bivio in radura e da qui si prende il sentiero con a sinistra in discesa. Io, volendo tentare di salire alla Tête de la Barre de la Sapée, dopo meno di 200 metri ho abbandonato tale sentiero a quota 1481 mt. circa in corrispondenza di una pietraia sulla destra, in 5 min. dal terrazzino.  

Qui inizia la seconda parte esplorativa del percorso:

Tentativo di salita alla Tête de la Barre de la Sapée

Non avendo alcuna informazione in merito e non sapendo nemmeno se potesse essere questo il versante di risalita per giungere alla vetta abbiamo optato per intraprendere il tentativo di salita dalla pietraia, che perlomeno assicura poca vegetazione. Risalita la prima modesta pietraia sulla sommità di essa si può già capire grossomodo il percorso da seguire. Dopo alcuni brevi saliscendi fra rocce e pini si arriva alla base della vasta pietraia, di massi perlopiù stabili, puntando ad un particolare torrione al centro di essa. Dopo aver raggiunto la base di questo torrione, che sembra avere un ometto sulla sommità, si può decidere se aggirarlo sulla destra o sulla sinistra, sono percorribili entrambi (I°), ed una volta superato si volge gradualmente a sinistra puntando verso la base delle pareti che sorreggono la cresta. Qui una ripida traccetta/smottamento di terriccio aiuta a procedere giungendo poi ad una placca inclinata da rimontare facendo un minimo di attenzione (II°), quindi superando ancora alcuni massi accatastati (I°), si perviene al margine della cresta (che sulla sinistra precipita in modo verticale) potendo ora ammirare sulla destra un torrione ricurvo. Da questo punto è apparso evidente che si poteva procedere ancora in cresta per un pochino, poi però questa si impennava divenendo verticale ed anche esile…per cui da questo lato di sicuro non vi era una via di salita escursionistica. A questo punto la decisione è stata quella di rinunciare a tentare la vetta optando per puntare ad un cumulo di massi a destra della parete più alta. Per raggiungerla bisogna discendere di alcuni metri alla destra della cresta portandosi al centro della conca che divide la parete più alta (Tête de la Barre de la Sapée) con una sorta di cresta rocciosa che presenta nella parte iniziale alcuni torrioni. Procedendo verso il fondo della conca, oltrepassando alcuni massi con alcune voragini sottostanti (prestare molta attenzione!), si raggiunge una sorta di forcella ove piegando a destra si riesce a raggiungere la sommità della cresta rocciosa, che abbiamo ribattezzato Anticima Sud della Tête de la Barre de la Sapée mt.1610, anche qui passando di masso in masso con alcune voragini sottostanti e alcuni passaggi un po’ tecnici ed esposti negli ultimi metri (II°), in 1 ora 5 min. dall’inizio della salita e 3 ore 25 min. totali. Ritorno sullo stesso percorso fino ad intercettare nuovamente il sentiero con , in circa 1 ora.

Ora il sentiero perde velocemente quota andando a discendere una modesta pietraia per poi raggiungere un tratto attrezzato con cavo metallico, che adduce ad un caratteristico passaggio all’interno di una grossa roccia appoggiata a mt. 1440 circa, in altri 5 min. e 4 ore 30 min. totali. Oltrepassato questo punto si rasenta una sorta di trincea naturale per poi addentrarsi in un bosco misto di latifoglie e conifere. Il sentiero perde quota in maniera piuttosto ripida e conduce ad un bivio, dove si trascura il sentiero in piano a destra con una evidente posta su un albero, andando invece a piegare decisamente a sinistra digradando poi fino a raggiungere un nuovo bivio a La Bonne Font mt. 1210, in altri 30 min. circa, dove si trascura la sterrata a sinistra che conduce a Taulanne e si volge invece a destra, ora su sterrata inerbita seguendo l’indicazione per il Col de Lequès. Dopo circa 850 metri si perviene al bivio dell’andata a Les Passages (terminando di fatto l’anello), e da qui si ritorna, in altri 20 min. e 5 ore 20 min. totali, al parcheggio del Col de Lequès. 

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Chi mi conosce sa quanto io ci tenga a raggiungere almeno una vetta per ogni gita (del resto il nome del sito la dice lunga), per cui non essere arrivati alla meta prefissata di norma mi avrebbe reso tutt’altro che soddisfatto, specie dopo tutta la strada fatta per raggiungere il punto di partenza. Ma il luogo è talmente incredibile che malgrado l’amarezza, soltanto minimamente mitigata con il raggiungimento della “pseudo anticima”, non si è fatta stranamente sentire. Del resto quando si vogliono fare percorsi di esplorazione, praticamente senza avere informazioni al riguardo e solo ipotesi dovute ad un precedente sopralluogo, è possibile che qualcosa vada storto. Perlomeno la discesa all’interno del “canyon” è riuscita, ed avere una visuale diversa da quella della precedente escursione in zona ,oltre al fatto di osservare le pareti con un meteo decisamente migliore, è stato veramente remunerativo. Davvero bello infatti poter ammirare la “finestra” da vicino, essere alla base di questi alti torrioni ed attraversare il caotico fondo del “canyon” fatto di massi accatastati. Anche la salita della pietraia nel tentativo di raggiungere la Tête de la Barre de la Sapée ha offerto alcuni scorci notevoli su particolari torrioni. Come scritto in descrizione probabilmente non era questo il giusto versante per la salita alla vetta, o forse non esiste proprio un vero punto di salita escursionistico…certo è che dal punto in cui siamo arrivati in cresta pensare di salire sembrava chiaramente impossibile, l’unica opportunità poteva essere quella di continuare oltre la forcella, ancora su pietraia, e vedere se, aggirando la parete nel suo versante Est, ci potesse essere un accesso agevole, cosa però che dubito fortemente. Per quanto riguarda le difficoltà a mio giudizio la parte su sentieri (l’anello senza deviazioni) è decisamente semplice, un tranquillo E, mentre la parte esplorativa, seppur non presenti eccessive difficoltà tecniche, si svolge totalmente fuori sentiero senza alcuna traccia perlopiù su pietraie, in ambiente quindi severo…bisogna spesso aiutarsi con le mani per passare da un masso all’altro, di norma passaggi abbastanza semplici di I°, al massimo qualcosa sul II°, ma niente di eccessivamente complesso, quindi diciamo che si può valutare come un EE con alcuni passaggi sicuramente F. Uniche accortezze sono effettuare queste deviazioni con buona visibilità e prestare attenzione a dove si mettono i piedi nelle pietraie, alcuni massi accatastati non sono perfettamente assestati ed altri lo sono ma hanno delle voragini al di sotto (specie nei pressi dell’anticima), all’interno delle quali è bene non caderci. Per quanto riguarda invece le tempistiche bisogna dire che il normale anello sarebbe piuttosto agevole, con grossomodo 500 metri di dislivello per meno di 10 km di sviluppo, quindi eseguibile probabilmente in meno di 3 ore, mentre con le esplorazioni i tempi si allungano notevolmente….di cammino effettivo abbiamo impiegato 5 ore 20 min. circa, ma in realtà con le numerose foto, gli errori di percorso, lo studio del punto più agevole dove passare e valutazioni in genere, abbiamo impiegato almeno 7 ore. Quindi, in buona sostanza, peccato per la vetta, ma il posto è talmente bello e particolare che vale da solo il viaggio per raggiungerlo. 

 

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