Pointe de Mèane Martin mt. 3336

La Pointe de Mèan Martin è una montagna delle Alpi della Vanoise e del Grand Arc nelle Alpi Graie, in territorio francese. Domina i resti del Glacier des Fours ormai ridotto ai minimi termini, che va aggirato percorrendo una frastagliata cresta. Gli accessi a questa vetta sono due ossia dal Refuge du Fond des Fours o, come vado a descrivere ora, da Pont de la Neige.

🏁 Punto di partenza:   Pont de la Neige  mt. 2530

⚠️ Difficoltà:           F il tratto centrale della cresta, tutto il resto EE

Sviluppo:             18,4 Km

📈 Dislivello:            1430 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Andata 4 ora 30 min. – Ritorno 3 ora 10 min. – Totale 7 ore 40 min.

📅 Data escursione:       31/07/2022

🚥 Periodi consigliati:     Da Luglio a Settembre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria, dove si svolta nuovamente a destra in direzione di Torino sulla A21, che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud, seguendo le indicazioni per Bardonecchia, per poi continuare sulla A32 fino a Susa. Usciti dall’autostrada si seguono le indicazioni per il Colle del Moncenisio su SS25 che sale con numerosi tornanti e, una volta entrati in territorio francese, su D1006 in breve si raggiunge la diga del Lac du Mont Cenis e poi il Col du Mont Cenis dal quale si procede sempre su D1006 scendendo fino al paese di Lanslevillard. Qui si segue per un breve tratto la D115 che attraversa il paese, per poi immettersi nella D902 che percorre la Val d’Arc in direzione del Col d’Iseran, superando i paesi di Bessans e Bonnevat sur Arc. Oltrepassato quest’ultimo si svolta a sinistra e si prende quota con parecchi tornanti raggiungendo poi il Pont de la Neige che va oltrepassato trovando quasi subito alcuni spiazzi su ambo i lati della strada. 

Itinerario:

Dallo spiazzo di Pont de la Neige si imbocca il sentiero con palina indicante subito un bivio, ove si trascura il GR5 che a sinistra conduce a La Lenta e a destra al Col d’Iseran per procedere invece dritti seguendo le indicazioni per il Col de Fours e Refuge du Fond des Fours. Il sentiero prende a salire il pendio erboso mantenendosi alla sinistra del Ruisseau des Illards (aciutto al mio passaggio) ed andando poi in seguito ad aggirare sulla destra un particolare affioramento calcareo. Ora su roccette si oltrepassano un paio di modesti dossi giungendo poi ad un bivio con ometto senza indicazioni a 2812 mt. circa, punto in cui si trascura il sentiero di destra che conduce al Col de Fours e ci si mantiene su quello di sinistra che, rimontando un dosso di sfasciumi, conduce ad un colletto senza nome a mt. 2850, fra un rilievo anch’esso senza nome a destra e l’Ouille de Trétètes a sinistra, in 55 min. dalla partenza. Bisogna seguire la traccia di sentiero che discende per circa 80 metri fino ad approdare, in altri 10 min. circa, ad un grazioso laghetto a mt. 2767. Seguendo una traccia con ometti che ne rasenta la sponda orientale si torna ben presto a salire sui detriti della morena che, puntando grossomodo sempre verso Sud-Ovest, conduce nella conca alle pendici della Pointe de Bézin Sud. Qui si volge decisamente a destra rasentando i rimasugli dell’antico ghiacciaio, ormai ridotto ad un paio di chiazze di nevaio, puntando poi all’evidente Col de Bézin mt. 2941, in 35 min. dal lago e 1 ora 40 min. totali, dal quale si possono ammirare La Gran Motte e la Gran Casse ed il Mont Pourri. Trascurata la traccia di sinistra, che dovrebbe condurre alla Pointe de Bézin Sud, si discende ora senza alcuna traccia ne ometti nella pietraia sottostante, viaggiando pertanto a vista e puntando perlopiù verso Ovest. Perdendo quota si riesce in breve a scorgere sulla sinistra la meta di giornata, la Pointe de Mèan Martin ,che domina un vasto anfiteatro glaciale con alcuni graziosi laghi alla sua base. Bisogna discendere finché si approda ad una conca (sede probabilmente in primavera di un torrentello) dalla quale piegando leggermente a destra ci si porta a rimontare un modesto dossetto erboso per poi svoltare nuovamente a destra e discendere nel versante opposto. Puntando ora a Sud-Ovest, cercando di perdere minor quota possibile, si attraversa lungamente una pietraia potendo scorgere alla nostra destra il Monte Bianco e l’Aiguille de la Grande Sassiere. In questo tratto si riesce a reperire qualche sporadico ometto, ad ogni modo, mantenendo grossomodo la stessa direzione, si perviene a guadare il rio che discende dal bel lago glaciale alla base della Pointe Mèan Martin ed una volta guadato si può scegliere se seguire l’evidente e ripido sentiero con grossi ometti di pietra proveniente dal Refuge du Fond des Fours o se mantenersi leggermente più a sinistra senza traccia alcuna smorzando però la salita con qualche zigzag, andando comunque poi ad intercettare il sentiero più a monte. Ora sull’evidente sentiero si risale fino a raggiungere un colletto con grosso ometto di pietre, in 1 ora 10 min. dal Col de Bézin, punto in cui appaiono sulla destra una serie di graziosi laghi disseminati su di un ampio altopiano. Il sentiero, puntando ad Ovest, si mantiene evidente e ben segnalato con ometti e lo si segue per circa 250 metri poi, a quota 2935 mt. circa, nel punto in cui torna a scendere (conduce al Col de la Rocheure), bisogna piegare a sinistra, Sud, e procedere senza traccia in moderata ma costante salita che supera alcuni dossi di detriti. In breve appaiono dapprima alcuni ometti e poi una traccia via via più evidente che si mantiene a destra di alcune balze rocciose. Dopo un breve ma ripido strappo si perviene, in altri 35 min. circa, all’inizio della cresta che nella prima parte va aggirata alla destra di alcuni spuntoni e affioramenti di roccia chiara, quindi ci si porta sul filo di esile e scomoda cresta, che presenta anche alcuni brevi e modesti salti (I grado max), per poi raggiungere il punto a mio avviso più complesso, ossia la discesa di un breve ma ripido ed esposto canalino di fini e friabili detriti (5 metri al max) da affrontare con cautela e piede fermo, al termine del quale si piega a sinistra su esile cengia, anch’essa di fini detriti. Oltrepassato questo punto il percorso torna ad essere semplice e ben camminabile e conduce alla destra del cupolone sommitale. Seguendo ora i numerosi massi impilati sul pendio detritico, si raggiunge comodamente la cresta sommitale ed infine la vetta della Pointe de Mèane Martin mt. 3336, in 1 ora 5 min. dall’inizio della cresta e 4 ore 30 min. totali.

Panorama a Nord Monte Bianco e Aiguille de la Grande Sassiere, La Tsanteleina e Punta Calabre, a Nord-Est Cervino, Grivola, Breithorn, Pointe de Muntet, Grand Aiguille Rousse, Gran Paradiso, Levanne, a Est Signal de Mèan Martin con dietro Punta Francesetti, Uja di Ciamarella, L’Albaron e la Bessanese, a Sud-Est Pointe de Charbonnel e Rocciamelone, a Sud Pointe de Ronce e Punta Niblè, a Sud-Ovest Pointes du Chatelard, in lontananza gli Ecrins (Pointe Durand, Mont Pelvoux, Pic Sans Nom e l’Ailefroide), Grand Roc Noir, a Ovest Dome de l’Arpont, La Grand Casse e La Grand Motte, a Nord-Ovest Sommet de Bellecote e Mont Pourri.

Discesa sullo stesso percorso dell’andata o volendo, come ho fatto io, si può effettuare una modesta variante che vado ora a descrivere. Ritornati al colletto con grosso ometto si continua ancora su sentiero per qualche tornantino poi, nel punto in cui spiana leggermente, lo si abbandona piegando a destra senza traccia puntando al lago glaciale alla base delle pareti della meta raggiunta (Sud-Est). Una volta raggiunto il lago, in 1 ora 25 min. dalla vetta, si guada il rio e, puntando ora ad Est, si rasentano altri piccoli laghetti ed arrivati all’ultimo di questi bisogna iniziare ad obliquare verso sinistra, Nord-Est, cercando di prendere quota gradualmente sui detriti alla base della Pointe de Bézin Sud fino a raggiungere nuovamente il Col de Bézin, in altri 50 min. circa. Ora sullo stesso percorso dell’andata in altri 55 min. e 7 ore 40 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:


Commenti:

Il viaggio è davvero lungo, ma la zona è estremamente interessante nonché selvaggia e merita indubbiamente di essere vista. Dato che la quota di partenza è già notevole si può pensare che il dislivello totale possa essere abbordabile invece, a causa di almeno un paio di significativi saliscendi da fare sia all’andata che al ritorno, il dislivello risulta di tutto rispetto. Al ritorno in realtà ho cercato di ridurlo facendo il giro dei laghi alla base della Pointe Mèan Martin evitando di perdere ulteriormente quota e andando a tagliare le pendici della Pointe de Bézin Sud con un lungo traverso obliquo. Ho scoperto troppo tardi che al ritorno, poco dopo aver terminato la cresta e dove iniziano alcune balze rocciose, avremmo potuto deviare a destra e discendere direttamente al lago glaciale seguendo degli ometti su pendio detritico abbreviando così notevolmente lo sviluppo e le tempistiche. Contesto molto selvaggio, ricco di graziosi laghi e panorami spettacolari. Percorso nel complesso abbastanza semplice se si esclude il tratto che dal Col de Bézin raggiunge il guado, dove non ci sono difficoltà vere e proprie ma si viaggia a vista e non esiste assolutamente nulla se si escludono un paio di ometti sporadici incontrati per caso (con buona visibilità non ci sono problemi ma in caso contrario è bene essere provvisti di traccia GPS) e, soprattutto, il tratto centrale della cresta dove si incontrano un paio di punti in cui si percorre il filo piuttosto esile e con alcuni modesti saltini, dove bisogna prestare molta attenzione, e poi la discesa del ripido canalino su fini detriti che è da affrontare con estrema cautela (al ritorno a salire non ci sono grossi problemi). Questo tratto in presenza di neve o ghiaccio è da intraprendere con la giusta attrezzatura (piccozza e ramponi), e soprattutto solo da persone esperte.

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