Pizzo del Rovale mt. 2456 anello con Laghi del Paione e Variola

Il Pizzo del Rovale è una montagna delle Alpi Lepontine, situata nella Valle del Bognanco. Qui propongo un percorso ad anello con partenza dal Rifugio San Bernardo con deviazione ai bellissimi Laghi del Paione.

🏁 Punto di partenza:   Rifugio San Bernardo mt. 1624

⚠️ Difficoltà:           EE dai Laghi Variola al canalino sotto alla vetta e sempre dai laghi all’Alpe Variola, F il tratto finale, E tutto il resto

Sviluppo:             20,3 Km

📈 Dislivello:            1300 Mt. circa

⏱️ Tempi:                Giro ad anello totale 8 ore 10 min.

📅 Data escursione:       13/06/2021

🚥 Periodi consigliati:     Da Giugno a Novembre

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, quindi su A26 per Gravellona Toce proprio fino a quest’ultimo. Usciti dall’autostrada si procede su superstrada, SS33, fino all’uscita di Domodossola, dove, raggiunta una rotatoria, si svolta a destra su SP166 e la si segue per 2,6 km ossia fino ad una seconda rotatoria. Si prende la terza uscita in Via Gentinetta e ed una nuova rotatoria si imbocca la terza uscita in Via Generale Dalla Chiesa, la SP68, che va seguita lungamente superando altre due rotatorie, divenendo poi Via G. Di Vittorio. Usciti da Domodossola ci si mantiene su SP68 che inizia a risalire la Val Bognanco superando il paese di Bognanco, quindi la Loc. Bacinasco e la Fraz. San Lorenzo, divenendo Strada Comunale per San Bernardo. Questa prende a salire piuttosto ripida con numerosissimi tornantini fino a raggiungere il Rifugio San Bernardo, nei pressi del quale vi sono ampi parcheggi.

Itinerario:

Dal parcheggio antistante il Rifugio San Bernardo mt. 1624 si torna a ritroso per poche decine di metri poi, oltrepassato il rifugio, si devia a sinistra seguendo una traccetta nel bosco di conifere che discende fino ad innestarsi sulla sterrata che bisogna ora seguire verso sinistra. In moderata discesa, con tratti alternati di sterrato e asfalto, si perviene, dopo circa 850 metri, ad un ponte sul Rio Rasiga che va superato incontrando subito un bivio non segnato. Bisogna ora abbandonare la strada e svoltare a sinistra seguendo un ripido sentierino, contrassegnato da segnavia , che all’interno di un fitto bosco di abeti permette di tagliare un lungo tratto di sterrata contraddistinta da numerosi tornantini sbucandovi a monte in prossimità del Rifugio Il Dosso mt. 1740 in 25 min. circa. Superato il rifugio una ripida rampa conduce ad un bivio dove si trascura a sinistra il D08 per l’Alpe di Monscera e si svolta a destra sul D10 con indicazione per Alpe Paione e Laghi Paione. In breve la sterrata rasenta le poche case dell’Alpe Paione mt. 1780, oltre la quale si perviene ad un nuovo bivio, punto in cui si trascura la sterrata che discende verso Casariola e si svolta a sinistra su sentierino seguendo le indicazioni per i Laghi del Paione. Questo sentierino, contrassegnato sempre da segnavia , procede in falsopiano fra i larici per poi impennarsi in maniera decisa uscendo gradualmente dal bosco andando poi a raggiungere, in 40 min. ed 1 ora 5 min. totali, il Lago Paione Inferiore mt. 2002. Attraversato un ponticello in legno sul suo emissario si risale il dosso soprastante giungendo ad un bivio, punto in cui se si vuole andare a vedere gli altri due laghi del Paione occorre svoltare a sinistra sempre sul D10 e trascurare momentaneamente il sentiero di destra con indicazione per i Laghi Variola. Il sentiero volge verso una cascata per poi risalire in maniera piuttosto decisa al fianco di una bastionata rocciosa  effettuando numerosi tornantini e raggiungendo così il ripiano soprastante sede del Lago del Paione Mediano mt. 2137, in altri 20 min. circa. Ora ne si costeggia la sponda orientale per poi salire fra erba e massi portandosi verso le pendici rocciose occidentali del Pizzo Giezza per giungere poi alla base di una graziosa cascata. Con qualche tornantino si perviene poi ad un guado oltre il quale con un modesto traverso si conquista la sommità della balza rocciosa che sbarra la strada al bel Lago del Paione Superiore mt. 2270, in 20 min. dal mediano e 1 ora 45 min. totali. Qui è possibile, nonché meritevole, effettuare il giro completo del lago che offre insenature e scorci davvero belli, ciò comporta almeno 25 min. per effettuarlo. Si torna a ritroso fino al bivio sopra al Lago Inferiore, in altri 40 min. e 2 ore 50 min. totali, e da questo si volge a sinistra seguendo il sentierino per i Laghi Variola, inizialmente un po’evanescente e che si perde fra i prati e che poi conduce ad un bivio di tracce altrettanto poco evidente segnalato da un piccolo ometto di pietre. Visto che il sentiero con segnavia prende a scendere a destra, io qui ho voluto evitare di perdere quota ed ho svoltato a sinistra seguendo una traccetta non molto evidente che risale il pendio soprastante per poi procedere in piano compiendo un traverso, punto in cui la traccia si perde nuovamente, ma basta discendere di pochi metri e si intercetta nuovamente il sentiero con segnavia ora ben evidente (tutto sommato alla fine conviene rimanere su sentiero segnato). Compiendo ora un traverso in moderata salita fra i moncherini di un lariceto alle propaggini meridionali del Pizzo Giezza si punta decisamente verso Est giungendo ad un’insellatura con un bivio indicato da palina, in altri 35 min. circa, punto in cui si trascura a destra il sentiero per l’Alpe Dorca per svoltare invece a sinistra seguendo l’indicazione per i Laghi Variola. Dopo aver compiuto un semicerchio verso destra con salita costante si perviene ad un colletto con grosso ometto di pietre, dove bisogna discendere a destra una piccola valletta erbosa seguendo il corso del modesto rio che la solca. Una volta guadato si effettua un lungo traverso verso Nord-Est con ripetuti saliscendi superando alcuni rii che discendono da altrettante cascate finché, superato un dossetto, si perviene ai primi Laghi Variola mt. 2116, in altri 45 min. e 4 ore 10 min. totali. Superati i primi piccoli e paludosi laghetti si continua per circa 350 metri seguendo una traccetta con gli ultimi segnavia fino a pervenire ad un bivio individuabile per un grosso ometto, punto in cui si trascura la traccia di destra che punta decisamente a Est e si continua dritti con qualche saliscendi fino a sovrastare un lago un po’ più grande e lungo. Procedendo perlopiù verso Nord-Ovest in moderata salita si raggiunge poi il tondeggiante e più alto (e forse anche il più grande) dei Laghi Variola mt. 2195, in 25 min. dai primi, che va aggirato sulla destra risalendo fino ad un dosso con grosso ometto, oltre il quale, procedendo grossomodo verso Nord, bisogna attraversare una pietraia puntando all’evidente vetta. Cercando di seguire alcuni sporadici ometti su ripida pietraia di grossi massi perlopiù stabili ci si dirige in direzione dello spigolo destro della montagna prendendo come punto di riferimento un particolare torrioncino. Poco prima di raggiungerlo si può scegliere che via intraprendere in quanto pare che si possa raggiungere la vetta sia andando a destra che dirigendosi a sinistra: a destra, pressoché in corrispondenza del torrioncino sembra che vi sia da superare una placca rocciosa attrezzata con cavo metallico oltre la quale si risale verso la vetta su roccette gradinate, mentre io ho seguito una traccia gps in mio possesso ed ho svoltato a sinistra andando a risalire un ripido canalino di pietre fino in corrispondenza della parete rocciosa, in 45 min. dal lago rotondo. Qui vi è un canalino che diparte a destra, da trascurare, uno abbastanza verticale in un piccolo intaglio nella parete rocciosa, anch’esso da trascurare, e si svolta invece a sinistra andando a percorrere una esile ed esposta cengietta erbosa (all’inizio della quale vi è un piccolo ometto di pietre) che in piano taglia orizzontalmente la parete su traccetta (prestare molta attenzione ed evitare di effettuarla specie in presenza di neve, ghiaccio o terreno bagnato) poi, dopo circa 60 metri, la si abbandona seguendo una traccetta che svolta a destra e conduce in breve ad un piccolo e stretto passaggio su fondo terroso con un saltino di roccia di poco più di un metro da superare con l’ausilio delle mani (F, II°). Dopodiché non vi sono più grosse difficoltà e si rimonta inizialmente un pendio erboso e poi su roccette gradinate puntando all’evidente croce giungendo così in vetta al Pizzo del Rovale mt. 2456, in altri 15 min. e 5 ore 35 min. totali.

Panorama a Nord Grosses Wannenhorn, Helsenhorn, Cervandone, Pizzo Diei e Monte Cistella, a Nord-Est Monte Giove e Basodino, a Est il Piz Bernina e Monte Disgrazia, Pizzo dei Tre Signori e Grignone, a Sud-Ovest pizzo Montalto, Punta Grober, Punta Gnifetti, Punta Zumstein, Punta Dufour, ed il vicino Pizzo Giezza, a Ovest Weissmies, Lagginhorn, Fletschhorn, a Nord-Ovest Breithorn, Monte Leone, Nesthorn e Bortelhorn.

Si ridiscende fino al lago rotondo e da questo al lago lungo che va rasentato nella sua sponda settentrionale al termine della quale si discende fino a rasentare un nuovo laghetto, dove per accorciare di almeno un km il percorso che compie un giro piuttosto ampio, ho optato per piegare a destra e guadare il suo piccolo emissario. Si procede ora su un costoncino erboso puntando ad Est seguendo alcuni ometti per circa 200 metri, poi conviene abbandonarli e svoltare a destra discendendo una dorsale rocciosa che porta ad attraversare un rio, superato il quale una traccetta in breve conduce ad intercettare il sentiero con segnavia del D99 proveniente dal Passo Variola, da seguire ora a destra in discesa. Questo porta in breve all’Alpe Variola mt. 1990, in 1 ora 5 min. dalla vetta e 6 ore 40 min. totali, quindi discende su distesa prativa andando poi a raggiunge un ponticello in legno. Ora il sentiero, sempre il D99, compie un lungo traverso a Sud-Ovest perlopiù in piano fra prati ed i primi larici fino ad approdare all’Alpe Dorca mt. 1874, in altri 25 min. circa, grazioso gruppo di casette ove si può reperire anche una fonte di acqua. Seguendo le indicazioni per l’Alpe Casariola e San Bernardo, sempre sul D99, si inizia ora a perdere quota lentamente fra boschi di larici e distese prative fino a giungere appunto all’Alpe Casariola mt. 1722, in 25 min. dall’Alpe Dorca e 7 ore 30 min. totali, dove si trascura a sinistra il sentiero per l’Alpe Lavazzori di Sotto e si svolta a destra sul Gta D08 per l’Alpe Paione e San Bernardo. In breve si perviene al guado del rio che discende dai Laghi Piaone formando alcune graziose cascate, oltre il quale si perviene ad un bivio dove si trascura il sentiero a destra in salita che conduce al Rifugio Il Dosso e si procede invece dritti sul D08 con indicazione per San Bernardo. Ci si addentra ora in un fitto e rigoglioso bosco col sentiero che, contrassegnato sempre da , in falsopiano porta a rasentare dei ruderi e poi con qualche saliscendi conduce ad un nuovo bivio, dove si trascura a destra il sentiero che porta anch’esso al Rifugio il Dosso e ci si mantiene a sinistra verso il Rifugio San Bernardo. Quindi il sentiero diviene mulattiera ed in ripida discesa conduce su asfalto in corrispondenza di un tornante, in altri 25 min. circa, punto in cui ci si mantiene a sinistra in discesa giungendo dopo circa 100 metri al bivio di inizio percorso. Ora come per l’andata fino al parcheggio in altri 15 min. e 8 ore 10 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Alle volte se non si conosce bene un posto si può partire prevenuti, perlomeno a me alle volte capita, lo ammetto, quando vengo catapultato al di fuori della mia confort zone ed inizio a temere il rischio di fare flop….invece questa si è dimostrata una meravigliosa escursione in una zona delle Alpi che conosco ben poco, che non è particolarmente gettonata ne turistica, ma che è riuscita a colpirmi per la bellezza dei luoghi. Ambienti molto belli, con i Laghi del Paione che sono uno più bello dell’altro e la cima del Pizzo del Rovale molto particolare (con alcuni torrioni degni di nota) ed estremamente panoramica. Carini anche i Laghi Variola, un paio in special modo, anche se non sono di certo la parte più interessante del percorso. Giro ad anello piuttosto lungo ma non particolarmente difficile, infatti le asperità si riscontrano solo nella cengia erbosa poco sotto alla vetta, dove bisogna prestare un po’ di attenzione in quanto esile ed esposta, e giusto qualche problema di orientamento che può insorgere in caso di scarsa visibilità dal lago tondo fino alla vetta e da questa all’Alpe Variola in quanto non esiste più alcuna traccia ma solo alcuni ometti piuttosto sporadici e si viaggia a vista. Come citavo nella descrizione esistono due possibilità per arrivare in vetta io ho optato per andare a sinistra mentre altre relazioni indicano di andare a destra verso un torrioncino e risalire una placca con l’ausilio di un cavo metallico. Direi che scegliere l’una o l’altra dovrebbe essere abbastanza indifferente. Giro consigliatissimo, specie con la deviazione ai Laghi del Paione che comporta circa 300 metri di dislivello in più ma che sono sicuramente una delle cose più belle da vedere, per cui a mio giudizio ne vale sicuramente la pena.

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