La Grande Tête mt. 396 anello da La Ciotat per Calanque de Figuerolles, Soubeyran e Pont Naturel de Terrevaine

La Grande Tête, è un modesto rilievo costiero alla sommità di una vertiginosa falesia e si trova nelle Alpi e Prealpi di Provenza. In questa escursione propongo un percorso ad anello (con deviazioni) che dal parcheggio di Le Mugel a La Ciotat raggiunge il Belvedere sul Bec de L’Aigle, il Calanque de Figuerolles, La Chapelle Notre Dame de la Garde, il Sémaphore Bec de L’Aigle, La Grande Tête, la Rocher de l’Eléphant, il Bau Rous ed il Pont Naturel de Terrevaine.

Dati tecnici:

🏁 Punto di partenza:  Parcheggio di Le Mugel a Le Ciotat mt. 14 circa

⚠️ Difficoltà:          EE il tratto tra la Chapelle ed il rudere (con un punto F ,canapone), la deviazione all’Elephant ed il breve tratto di salita al Pont Naturel, F l’ Impluvium, PD da Figuerolles a poco prima della Chapelle, E tutto il resto

Sviluppo:            18,6 Km

📈 Dislivello:            900 Mt. circa

⏱️ Tempi:                     Giro ad anello totale 6 ore 15 min. 

📅 Data escursione:      24/02/2024

🚥 Periodi consigliati:    Autunno, Inverno e inizio Primavera

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Ventimiglia, quindi si continua in territorio francese su A8 fino a Le Cannet des Maures, dove si volge a destra seguendo la A57 che conduce a Tolone, dove diviene A50 da seguire fino a La Ciotat (9). All’uscita dell’autostrada si perviene subito ad una rotatoria dove si prende la seconda uscita seguendo la D40B, poi ad una nuova rotatoria si prende la prima uscita, quindi ad una successiva rotatoria si segue la seconda uscita in D141 seguendo per Calanques Route des Cretes. Seguono alcune rotatorie ma bisogna proseguire dritti fino ad una successiva rotatoria con albero al centro, dove bisogna prendere la terza uscita, rimanendo sempre in D141. Ora si procede lungamente sulla strada principale, D141, trascurando le varie deviazioni fino a pervenire ad uno stop ove bisogna volgere a sinistra e seguire la strada in discesa, Avenue Marc Sangnier seguendo le indicazioni per La Garde Figuerolles. Giunti ad uno stop si volge a destra seguendo le indicazioni per Park Le Mugel in Avenue du Cardinal Maurin che conduce poi nella stretta Avenue du Mugel da seguire fino in fondo. Al fondo volge a sinistra e dopo circa 50 metri si svolta a sinistra raggiungendo l’ampio parcheggio de Le Mugel (in questo periodo dell’anno gratuito, vi sono colonnine non funzionanti ma in altre stagioni è a pagamento, non so da quando però).

Itinerario:

Dal parcheggio io ho optato per effettuare subito una deviazione all’anello per andare a vedere da vicino il Bec de L’Aigle e per fare ciò bisogna volgere a destra per circa 60 metri per piegare poi a sinistra nella stradina che discende (Chemin de la Calanque du Mugel) fino a rasentare la Plage Calanque du Grand Mugel e risalire brevemente verso l’ingresso de Le Parc du Mugel. Qui io ho optato per scartare il parco e seguire il sentiero che si mantiene sul filo del promontorio, in certi punti delimitato da staccionata in legno, andando poi a contornare l’Anse du Sec fino a raggiungere il bivio Belvedere/Impluvium, in 20 min. circa. A sinistra in pochi metri si approda al tondo belvedere in muratura sull’Anse du Sec alla base della parete del Bec de L’Aigle, mentre seguendo il sentiero per l’Impluvium dopo circa 100 metri si perviene alla piazzola alla base della ripida parete di puddinga, tagliata obliquamente da un piccolo canalino di scolo bianco in cemento e mattoni, l’Impluvium appunto. Seguendo alcuni si risale il suddetto canalino di scolo che aiuta come base per i piedi sul ripido e scomodo pendio, dove comunque è bene aiutarsi con le mani (F, I°) quindi, al termine del canale, si rimonta su traccetta a tratti un po’ labile, sempre contrassegnata da , che in breve porta ad attraversare un tratto fra alti arbusti per poi approdare al colletto al fianco della espostissima cresta di puddinga che volge a sinistra verso il Bec de l’Aigle, mentre procedendo ancora per qualche decina di metri a destra ne si può ammirare la parete Sud-Ovest frastagliata e verticale a picco sul mare, in altri 15 min. circa. Si torna a ritroso facendo ancor più attenzione in discesa sull’Impluvium, quindi tornati nei pressi del bivio si può piegare a sinistra seguendo un sentierino che in breve convoglia in una mulattiera delimitata da recinzione a canniccio, punto in cui si volge a sinistra per procedere su di essa per circa 50 metri. Qui piegando a destra si entra nel Parc du Mugel dovendolo attraversare verso Nord fino ad uscirne, ritornando così sul percorso dell’andata e terminando la deviazione, in altri 25 min. e 1 ora totale, ed ora inizia il percorso ad anello. Tornati in Avenue du Mugel la si risale per circa 600 metri deviando poi a sinistra su Avenue de Figuerolles, che va discesa fino ad un parcheggio, dal quale volgendo a destra su scalinata si approda alla bellissima spiaggia del Calanque de Figuerolles, chiusa dal particolare rilievo Le Capucin, dalla forma che può ricordare un picchio, in 15 min. circa. Qui ci sono due possibilità ossia risalire la spiaggia di qualche decina di metri intercettando poi un sentierino a sinistra oltre una recinzione oppure, soluzione che ho effettuato io, seguire un percorso alpinistico ma decisamente meritevole sulla soprastante scogliera di puddinga. Per effettuare ciò, al margine Ovest della spiaggia quasi in battigia, si rimonta una prima paretina di circa 10 metri ben appigliata (PD, III°), ma da affrontare con attenzione, specie i primi 4/5 metri verticali, quindi si approda su di un ripiano con tettoia di puddinga. Seguendo alcuni sporadici e sbiaditi si procede quindi a sinistra per circa 15 metri, dove si affronta una seconda asperità ossia una discesa di 2/3 metri (F+, II°) obliquando verso destra fino ad un sottostante canalino. Una volta raggiunto si intercetta una traccetta fra la rada vegetazione da seguire a sinistra approdando quasi subito alla terza asperità ossia una nuova paretina di circa 4 metri verticali, ma con meno appigli (o quantomeno meno comodi) della precedente (PD, III°), che confluisce in una piccola nicchia in parete. Ora la traccetta porta ad una cengia sotto ad una tettoia, al termine della quale vi è da affrontare una quarta ed ultima asperità ossia un traverso inclinato ben appigliato con un pochino di esposizione a sinistra (F, I°). Segue un traverso su cengia sotto un’alta tettoia che sbuca su di una selletta panoramica su Le Capucin, dove dei gradini in cemento permettono di raggiungere alcune panchine su di un belvedere, in altri 25 min. e 1 ora 40 min. totali. Una comoda traccia in traverso fra arbusti e cactus conduce ad una staccionata da oltrepassare approdando così nel piazzale antistante alla Chapelle de Notre Dame de la Garde, oltre la quale si perviene ad un piccolo ma grazioso arco naturale su crinale di puddinga. Dietro alla Chapelle una traccetta conduce alla sommità del dosso soprastante, mentre io per raggiungerla ho optato per rimontare il ripido pendio oltre l’arco naturale, in altri 15 min. circa. Ridiscesi alla Chapelle bisogna seguire il sentiero che volge a sinistra, contrassegnato da e , procedendo pressoché paralleli alla costa. Trascurate poi le svariate tracce che dipartono a destra, che conducono verso la strada asfaltata, il sentiero fra la boscaglia scende in una valletta portandosi alla base di alcune paretine di puddinga ocra, ove la traccia diviene più esile ed in un tratto anche attrezzata con canapone per superare un tratto piuttosto delicato in parete. Una volta superato questo punto il sentiero torna a farsi semplice ed esce via via dalla vegetazione passando nei pressi di alcuni punti panoramici a picco sul mare (brevi deviazioni a sinistra), per poi approdare ad un bivio tra il che scende a sinistra ed il che sale a destra, ove bisogna seguire quest’ultimo che si porta su crinale di bassi arbusti rasentando un rudere per poi confluire su asfalto, in altri 50 min. circa. Imboccato l’asfalto a sinistra dopo circa 60 metri si giunge ad un bivio di strade, dove bisogna seguire quella di destra in salita ancora su asfalto ma che in breve diviene sentiero, contrassegnato da , e che compie un lungo semicerchio verso sinistra raggiungendo infine il Sémaphore Bec de L’Aigle mt. 310, in altri 25 min. e 3 ore 10 min. totali. Qui bisogna imboccare la traccia a destra del faro, e seguire l’asfalto per circa 150 metri per poi piegare a sinistra su sentiero che segue il crinale delle falesie, prima in piano e poi in salita fino a raggiungere La Grande Tête mt. 396, in 25 min. dal semaforo, abbastanza irriconoscibile se non per un minuscolo ometto alla destra del sentiero. Proseguendo, seguendo sempre le , si discende in maniera piuttosto ripida fino al raggiungimento di un tornante della Route des Cretes ove vi è un parcheggio con parapetto di metallo in quanto a picco sulla falesia. In teoria per effettuare l’anello da questo punto bisognerebbe piegare a destra e seguire la strada asfaltata in discesa fino al successivo tornante, ma io ho optato per fare una deviazione decisamente meritevole alla Rocher de l’Eléphant. Per fare ciò dal parcheggio si prosegue sul sentierino al margine delle falesie che scende quasi a rasentare la strada nei pressi del particolare masso a “Fungo” oltre il quale dopo poco si approda al belvedere sulla Rocher de l’Eléphant al Col du Faucon, praticamente in corrispondenza di Cap Soubeyran, e già da qui la sottostante struttura è decisamente molto bella. Ma se si vuole avere una visuale davvero unica bisogna da ora seguire il sentierino con che si stacca a sinistra e discende in maniera piuttosto ripida fra i bassi arbusti raggiungendo la base della parete con vicino un torrioncino. Qui, in corrispondenza di uno slargo, bisogna ora abbandonare il sentiero, che continua verso le vicine Grotte des Emigrès, e seguire una esile traccetta fra gli arbusti che porta a rasentare il torrioncino e poi la base della parete, con piccola cavità. Rasentando ora la parete su ripida traccetta di detriti si giunge infine al foro, diciamo la ” bocca dell’elefante”, in 35 min. dalla Grande Tête e 4 ore 10 min. totali. Spostandosi ora orizzontalmente a sinistra ed allontanandosi di qualche decina di metri dalla parete si ha una visuale spettacolare dalla quale la struttura appare effettivamente simile ad un elefante con la sua proboscide. Tornati nuovamente al Col du Faucon bisogna ora tornare a ritroso e seguire la strada asfaltata in moderata salita per circa 600 metri, andando così ad intercettare un ampio sentiero che si stacca in un tornante. Questo va seguito per meno di 300 metri raggiungendo un colletto alla base di una cresta rocciosa, dove se si vuole andare a fare una deviazione verso il Bau Rous bisogna abbandonare il sentiero principale e seguire una traccetta a sinistra che segue appunto la cresta passando poi sulla sinistra e alla base del torrione che compone la sommità del Bau Rous, in altri 25 min. circa. Praticamente attaccato ad esso vi è un’elevazione, di pochi metri più bassa, che è facilmente raggiungibile e che alla cui base ha 3 aperture attraversabili. Continuando nella stessa direzione, nel punto in cui il sentiero piega decisamente a sinistra, bisogna volgere invece a destra seguendo una meno evidente traccia che in breve conduce al margine di un modesto canyon roccioso. Una sorta di gradino roccioso permette si scendere all’interno di tale canyon, punto in cui si incontra subito un primo arco naturale, piuttosto piccolo, e, procedendo nel canyon per circa 30 metri si giunge al termine di esso in corrispondenza di un secondo e decisamente più grande arco naturale, in ulteriori 10 min. e 4 ore 45 min. totali. Tornati al bivio si imbocca il sentiero (abbandonato in precedenza) principale a sinistra che ora digrada abbastanza velocemente fra pini e arbusti potendo poi ammirare dal basso il Bau Rous e il Pont Naturel de Terrevaine al quale ora ci accingiamo ad andare. Procedendo si passa a fianco ad una grotta con 3 fori, poi, pochi metri dopo, vi è una deviazione a destra che permette di risalire fino alla base della paretina rocciosa dove vi è un piccolo passaggio che permette di risalire di un paio di metri fino alla sommità della crestina rocciosa, la Crete de Terrevaine, piena di piccoli fori e archi. Ritornati al sentiero dopo 50 metri si svolta a destra su traccetta che porta  a rimontare un pendio di puddinga e conduce ad un bel arco naturale chiamato Pont Naturel de Terrevaine o Grande Arche, in 25 min. dall’arco del Bau Rous. Passati attraverso all’arco si discende di qualche metro sulla puddinga intercettando un sentiero che va seguito a sinistra e conduce ad intercettare il sentiero abbandonato in precedenza che poi diviene via via più ampio conducendo infine su asfalto nel Chemin des Jonquieres, che va ora seguito a sinistra in piano e moderati saliscendi raggiungendo così le prime case di La Ciotat, in altri 20 min. circa.  fino ad incrociare la Route des Cretes, che imbocchiamo verso sinistra, dove prende il nome di Avenue Camusso. Seguiamo quindi Avenue Marcel Camusso fino ad un incrocio, dove prendiamo a destra Avenue Billoux. Seguiamo la lunga Avenue fino ad incrociare Avenue Marc Sangnier, che imbocchiamo verso sinistra. Arriviamo quindi ad incrociare Avenue du Cardinal Maurin, che imbocchiamo verso destra, per immetterci quindi in Avenue de Figuerolles, che seguiamo brevemente, per imboccare quindi a sinistra l’Avenue du Mugel, con la quale torniamo sui nostri passi fino al parcheggio Ora si svolta a destra su il Chemin du Jonquet immettendosi poi nel Chemin de Fardeloup che compie un ampio tornante verso sinistra, al termine del quale bisogna imboccare un sentierino sulla destra che sbuca  in Avenue de la Fade. La si segue fino ad incrociare la Route des Cretes, che seguiamo verso sinistra diventando poi Avenue Camusso fino ad un nuovo incrocio, dove prendiamo a destra in Avenue Billoux. Questa va seguita lungamente fino ad incrociare Avenue Marc Sangnier, che imbocchiamo verso sinistra sbucando poi in Avenue Cardinal Maurin, dove si svolta a destra e al termine di questa a sinistra in Avenue du Mugel fino al fondo ritornando al parcheggio, in 45 min. e 6 ore 15 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Non sono uno che ama particolarmente le escursioni al mare ma devo dire che questa è davvero magnifica e permette di vedere numerose cose di notevole interesse. In realtà la meta di giornata doveva essere un’altra, nel Nizzardo, ma, constatato il cambiamento delle previsioni meteo durante il viaggio (pioggia e neve), abbiamo deciso di continuare ancora ad Ovest fino a La Ciotat ove le previsioni erano decisamente migliori….ed in effetti la giornata poi si è rivelata discreta. A livello di difficoltà, se ci si limita al normale anello escludendo le varie deviazione e la variante su scogliera a Figuerolles, si può definire come un percorso abbastanza semplice, però bisogna tenere presente che sono proprio le deviazioni che hanno reso il percorso molto più interessante. In particolare il tratto dalla spiaggia di Figuerolles alla Chapelle Notre Dame de la Garde non è per niente banale, un paio di punti abbastanza impegnativi di III°, diciamo PD ma un PD piuttosto semplice comunque al limite dell’F+ breve e non eccessivamente esposto, ma ad ogni modo da intraprendere solo se esperti e con dimestichezza con la roccia. Anche la deviazione sull’Impluvium, magari non del tutto necessaria ma a mio giudizio meritevole, è da affrontare con molta attenzione a causa della pendenza e del fondo di ciottoli piuttosto scivolosi. Del percorso ho gradito in particolar modo la deviazione alla Rocher de l’Eléphant, il Calanque de Figuerolles e il Pont Naturel de Terrevaine….un po’ meno i km finali su asfalto e il fatto che la vetta non è propriamente una vetta come la intendo io, malgrado ciò rimane comunque un percorso decisamente consigliato (magari a escursionisti esperti per le deviazioni).         

 

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