Forte Monteratti mt. 560 anello da Marassi

Il Forte Monteratti o Forte Ratti (560 s.l.m.) è una caserma militare di Genova edificata tra il 1831 e il 1842 dal Governo Sabaudo per difendere, per l’appunto, il rilievo “Monte Ratti” che è un monte dell’Appennino Ligure. Oggi il complesso è in totale abbandono e presenta molti punti pericolanti: per questo, pur essendo liberamente accessibile, è pericoloso addentrarsi all’interno della struttura. Qui propongo un anello dal quartiere di Marassi, con salita seguendo il percorso F.I.E. rombo rosso vuoto, con discesa alla ex cava passando per i Camaldoli, Pianderlino ed il Santuario di Nostra Signora del Monte.

🏁 Punto di partenza: Genova Corso Sardegna mt. 30

⚠️ Difficoltà:          E

Sviluppo            13,1 km

📈 Dislivello:           720 mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 3 ore 5 min.

📅 Data escursione:     08/01/2020

🚥 Periodi consigliati:   Autunno, Inverno e inizio Primavera

🔎 Valutazione:         ⭐

Accesso:

Da Genova dirigersi verso Marassi, giunti poi in Corso Sardegna, nella parte alta prima che questa divenga Via Fereggiano, cercare parcheggio.

Itinerario:

Dalla parte alta di Corso Sardegna mt. 30 bisogna dirigersi verso Nord fino al termine di essa in Piazza Galileo Ferraris ove si devia a sinistra in moderata salita su Via Marassi, strada che sbuca in Via Bertuccioni. Qui bisogna svoltare a destra e salire per pochi metri, ossia in corrispondenza della Chiesa Parrocchiale Santa Margherita di Marassi, in Piazza Rosmini, dove inizia il percorso riportante il segnavia , con indicazione per il Monte Fasce. Si risale quindi Via del Camoscio in ripida salita fin quando la strada termina per procedere ora su scalinata che confluisce in Viale Bracelli. Bisogna attraversare la strada (facendo attenzione visto che non vi è attraversamento pedonale ed è in corrispondenza di una curva cieca) intercettando i segnavia sul lato opposto ed andando ora a risalire una stradina in salita, Salita dell’Aquila, che in breve diviene creuza gradinata rasentando alcune palazzine fino a sbucare in corrispondenza di un parco giochi annesso ad una scuola. Proseguendo la salita si sbuca su strada asfaltata, in Via Fratelli Cervi, che bisogna attraversare incontrando subito sul lato opposto l’inizio del sentiero vero e proprio in corrispondenza di una palina indicatrice in legno, in 20 min. circa dalla partenza. Con alcuni tornantini fra rado boschetto e arbusti si sbuca dopo circa 300 metri fra alcune casette per poi procedere in piano su asfalto giungendo in breve ad un incrocio, dove bisogna seguire la stradina asfaltata di destra in salita. Questa in breve termina ritornando sentierino per un breve ma ripido tratto su pendio erboso che costeggia delle recinzioni andando così a sbucare nuovamente su asfalto, dovendo qui scavalcare il guardrail, in corrispondenza del Forte Quezzi mt. 267. Ora bisogna seguire la strada asfaltata a destra (oppure salire sul crinale soprastante, va bene anch’esso, procedono paralleli), Via delle Rocche, in piano fino ad un ultimo condominio, quindi in moderata salita si perviene alla Torre Quezzi mt. 300 circa, in altri 20 min. e 40 min. totali. Il procede su asfalto ma, volendo, è possibile seguire una traccetta per crinale riportante segnavia che in discesa conduce allo spiazzo antistante la Cappella dei Cacciatori mt. 260 (vanno bene entrambe le soluzioni) dove termina l’asfalto, in altri 10 min. circa. Si trascura sia la sterrata alle nostre spalle, sia quella che procede a sinistra in discesa e conduce a Sant’Eusebio, e si procede invece dritti rasentando la Cappelletta ora su sentiero. Dopo pochi metri si incontra un bivio di tracce ove si trascura a sinistra una evidente traccia con che procede in moderata ma costante salita puntando verso il crinale raggiungendo poi Monte Longone, per mantenersi invece a destra sempre sul in falsopiano rasentando una recinzione. Questa mulattiera prende quota lentamente conducendo poi ad un bivio, in altri 20 min. circa, punto in cui bisogna abbandonare la mulattiera che procede dritta e svoltare invece a sinistra seguendo ancora il . Questo sale ora piuttosto ripido su fondo tortuoso e malagevole, (dopo periodi piovosi anche piuttosto scivoloso) compiendo alcuni tornantini che permettono di raggiungere un’insellatura. Qui confluisce da sinistra il sentiero di crinale proveniente da Monte Longone, mentre bisogna ora piegare a destra, ancora sul . In breve si distacca a sinistra una traccetta evidente ma da trascurare mantenendosi invece a destra sul sentiero che ora in ripida salita via via più tortuosa si addentra nel fitto del bosco. Giunti a quota 480 mt. il sentiero piega a sinistra ed aggira il forte, per cui, volendolo raggiungere, bisogna abbandonare il sentiero per seguire la traccia riportante segnavia che procede piuttosto ripida effettuando numerosissimi tornantini finché si perviene allo spigolo Nord-Ovest delle cinta murarie del Forte, dove la traccia si biforca, in altri 10 min. circa. Seguendo quella di destra, che si mantiene piuttosto esile ed infrascata rasentando le mura, ci conduce infine all’ingresso del Forte Monteratti mt. 560, in altri 5 min. e 1 ora 35 min. totali. Volendo è possibile visitarne l’interno stando comunque abbastanza attenti visto che in certi punti risulta pericolante. Ora o si ritorna dallo stesso percorso oppure è possibile effettuare un anello come vado ora a descrivere. Dall’ingresso del forte ci si mantiene sulla strada sterrata che scende pressoché su crinale poi, dopo aver superato un tornante verso destra, la si abbandona svoltando a sinistra su traccia piuttosto ripida che discende il pendio puntando verso Ovest fra erba e bassi arbusti fino a sbucare in uno slargo dove dipartono numerose tracce, in 20 min. dal forte. Qui se si svolta a destra si torna al bivio dell’andata dove si è abbandonato la mulattiera, mentre io, per effettuare un anello completo, ho svoltato a sinistra andando a seguire la traccia che in piano fra arbusti e rada boscaglia conduce in 10 min. e 2 ore 05 min. totali ai margini della ex Cava dell’Italcementi. Io qui ho fatto una modesta deviazione, entrando all’interno della cava da un’interruzione delle recinzioni scendendo fino alla parte centrale ove nell’occasione ho trovato un effimero laghetto (formatosi dopo le numerosissime piogge di questo periodo). Tornato alla recinzione si procede verso il termine della cava che è sbarrata da un cancello, da oltrepassare continuando poi su sterrata in falsopiano o moderata discesa, trascurando dapprima a sinistra alcune deviazioni su traccia per il soprastante Forte Richelieu e poi un paio di sterrate sempre a sinistra che discendono anch’esse dal forte. La sterrata diviene poi strada cementata ed in notevole pendenza conduce, in 35 min. dalla cava, ai Camaldoli mt. 302 in corrispondenza dell’ingresso del Piccolo Cottolengo di don Orione e del capolinea del bus n° 67. Giunti a questo punto bisogna seguire la strada asfaltata, Via Berghini, che con numerosi tornanti conduce in circa 1,5 km a Pianderlino, ampio spiazzo a mt. 175. Qui bisogna abbandonare Via Berghini, attraversando il piazzale seguendo poi la strada asfaltata, Via Pianderlino, che in moderata salita conduce nei pressi di una grossa antenna a mt. 200, punto oltre il quale si torna a scendere sempre su asfalto fin quando questo termina in corrispondenza di una casa. Ora si discende una creuza andando poi a rasentare le cinta murarie del cimitero e del bosco dei Frati finché questa si esaurisce nei pressi del Santuario di Nostra Signora del Monte, in altri 25 min. circa. Si discende ora una scalinata che conduce in breve ad una creuza rotabile, Via dell’Oratorio, inizialmente in piano e poi in ripida discesa. Quindi su asfalto in Salita dell’Orso fino al suo termine andando quindi ad attraversare la strada e discendere una lunga e ripida scalinata di mattoni che conduce all’inizio del percorso, in Corso Sardegna, in altri 10 min. e 3 ore 5 min. totali, chiudendo così l’anello. 

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Essendo svanita in extremis una ciaspolata in Alpi Liguri e, visto il bel tempo dopo tante giornate piovose, pur di non restare a casa ho pensato di effettuare questa semplice escursione “cittadina” partendo praticamente da casa. Non di certo una gita memorabile, senza contare che l’ho già effettuata più volte senza ma mai relazionarla, però è servita da allenamento per gite future. Classica gita che comunque non può mancare ad un escursionista genovese, ideale quando si vuole fare una bella sgambata senza spostarsi tanto.

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