Anello AQ1

Questo anello permette di attraversare, nella parte bassa del percorso, l’acquedotto storico di Genova che è un’antica struttura architettonica situata nella val Bisagno, che ha garantito per secoli l’approvvigionamento idrico del comune di Genova. Questo ha inizio dal comune di Bargagli, nell’alta valle, e attraversa per intero i quartieri di Struppa, Molassana, Staglieno e Castelletto. Oggi l’acquedotto si configura come un percorso pedonale lungo circa ventotto chilometri conservando ancora intatti molti dei suoi tratti. Esiste anche un altro percorso, l’AQ2, che in seguito provvederò a percorrere e descrivere.

🏁 Punto di partenza:  Via Crosa dei Morchi mt. 42 circa

⚠️ Difficoltà:           E

Sviluppo:           

📈 Dislivello:            560 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 2 ore 50 min.

📅 Data escursione:       06/07/2014

🚥 Periodi consigliati:    Tardo Autunno, Inverno e inizio Primavera

🔎 Valutazione:          ⭐

Accesso:

Da Genova si segue la Val Bisagno procedendo su Via Lungo Bisagno Dalmazia fino ad un semaforo poche decine di metri prima del Centro Commerciale Coop-Upim, dove bisogna svoltare a sinistra ed attraversare un ponte che conduce in Via Piacenza. Allo stop svoltare poi a destra e procedere dritti su Via Piacenza, SS45, che in breve diviene Via Emilia. Procedere su di essa per qualche centinaio di metri, poi, appena è possibile, svoltare a sinistra andando ad intercettare nuovamente Via Piacenza. Quindi svoltare a sinistra e tornare a ritroso fino alla Chiesa di San Gottardo, nei pressi della quale cercare parcheggio.      

Itinerario:

Imboccata Via Crosa dei Morchi mt. 42 si procede su di essa, una creuza appunto, seguendo i segnavia AQ1, che, dapprima costeggiando dei grossi palazzoni e poi via via qualche piccola casetta, prende quota andando poi a costeggiare un lavatoio. Superato il lavatoio (qui spariscono momentaneamente i segnavia) si incontra un bivio di creuze, dove bisogna trascurare quella in piano a sinistra e mantenersi invece su quella di destra che prende a salire con maggiore decisione costeggiando le ultime case, per poi addentrarsi in una rada boscaglia. Dopo poco si intercetta l’antico acquedotto, punto in cui riappaiono i segnavia e dal quale arriveremo con il percorso di ritorno (è un bivio importante ma che è privo, anche qui, di palina). Svoltando a sinistra si segue fedelmente l’acquedotto, stando attenti in alcuni punti in cui mancano i lastroni di pietra, fino ad una scalinata che bisogna seguire in discesa andando a raggiungere un antico ponte sul Rio Trensasco, dopo 35 min. circa dall’inizio del percorso. Terminato il ponte si sbuca su asfalto (anche qui nessuna indicazione sulla direzione da prendere), dove bisogna piegare a sinistra per circa 200 metri e procedere su di esso, poi svoltare a destra ,tornando così a ripercorre l’antico acquedotto e costeggiando di tanto in tanto alcune casette. Dopo circa 10 min. dal ponte si incontra un cartello con indicazione per il “Forte Diamante”, bisogna pertanto svoltare a destra ed abbandonare l’acquedotto. Dopo pochi metri bisogna svoltare a sinistra (svolta non evidentissima) e procedere in ripida salita all’interno di un boschetto che, con qualche tornantino, conduce al Monte Croce di Pinasco mt. 263, dopo 10 min. dall’acquedotto e 55 min. totali. Il percorso segue ora il crinale fra arbusti e radi alberelli, in costante ma mai eccessivamente ripida salita, fin quando si sbuca sulla sterrata che da Righi conduce alla Baita del Diamante, dopo altri 30 min. circa. Attraversata la sterrata bisogna seguire il sentiero che riparte sul lato opposto, con indicazione per il Forte Diamante ed il Passo Giandino mt. 460, passo che si raggiunge agevolmente in 5 min. circa. Seguendo sempre l’indicazione per il Forte Diamante, con segnavia e , si procede su sentierino che si addentra di tanto in tanto in un rado boschetto fino ad uscirne in prossimità della Sella Ovest del Diamante mt. 555. Da qui, volendo, si può seguire l’ampio sentiero con segnavia che con numerosi tornanti conduce in breve al Forte Diamante. Io, essendoci già stato parecchie volte, ho evitato ed ho svoltato a destra su esile sentierino in piano che, dopo circa 10 min. conduce alla Sella Est del Diamante mt. 551. Dalla Sella il sentiero perde decisamente quota con innumerevoli zig-zag su scomodo fondo fra rocce e arbusti fino a raggiungere la Baita del Diamante mt. 389, al Valico di Trensasco, dopo altri 10 min. e 2 ore totali. Attraversato un breve tratto d’asfalto si incontra una palina che indica di seguire una strada asfaltata a sinistra con segnavia e , che bisogna percorrere per qualche centinaio di metri fino ad un bivio, dove abbandoniamo la strada contrassegnata dalla , che procede dritta e conduce alla Crociera di Pino, per piegare a destra sul solo . Il sentiero costeggia una casa e poi su crinale raggiunge, in 10 min. dal Valico di Trensasco, il Monte Bastia mt. 444. Il percorso volge ora verso Sud-Est seguendo il crinale che, dopo altri 5 min. circa, raggiunge il Monte Trensasco mt. 414 e quindi, sempre su crinale con tratti alternati brulli e boscosi, si giunge al boscoso Monte Pinasco mt. 313, dopo altri 15 min. e 2 ore 30 min. totali. Il sentiero prende ora a scendere con maggiore decisione con frequenti ripidi tornantini fin quando si sbuca sull’acquedotto, dopo 10 min. circa. Bisogna ora piegare a destra (anche qui nessuna indicazione) e procedere sull’acquedotto appunto per circa 250 metri, andando così a intercettare il bivio dell’andata. Da qui sullo stesso percorso dell’andata, in altri 10 min. e 2 ore 50 min. totali, giungendo al termine di Via Crosa dei Morchi e concludendo così l’anello.

Traccia GPS:      

Galleria fotografica:

Commenti:

Percorso che sinceramente non mi ha entusiasmato, anche se a dire il vero non era ne il periodo giusto ne il meteo adatto per percorrerlo. Ho trovato carenza di indicazioni in alcuni punti cruciali ad inizio percorso, che possono portare a sbagliare strada o comunque a far sorgere dubbi, mentre sui crinali (dove peraltro il percorso è abbastanza ovvio) e nella parte alta, abbondanza di segnavia ed indicazioni. A mio giudizio, dopo soli 4 anni dall’inaugurazione del percorso, ci sarebbe già bisogno di qualche intervento. Resta comunque interessante l’attraversamento di una parte dell’acquedotto per il suo valore storico…ma poco altro.

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