Sasso della Croce (o Monte Cavallo o L’Ciaval) mt. 2907

Il Sasso di Santa Croce (Sas dla Crusc in ladino, Kreuzkofel in tedesco), è una montagna delle Dolomiti, nel gruppo delle Dolomiti Orientali di Badia e fa parte delle montagne dell’Alpe di Fanes piccola. La cima più conosciuta mediaticamente è il Monte Cavallo (ladino: L’Ciaval) il cui accesso alla montagna avviene dal passo di Santa Croce, raggiungibile dai rifugi Fanes e Lavarella da un versante, e dall’ospizio di Santa Croce percorrendo la via ferrata del Monte Cavallo come vado ora a descrivere.

🏁 Punto di partenza:  Arrivo seggiovia La Crusc mt. 2030 circa

⚠️ Difficoltà:          EE 

Sviluppo:            —–

📈 Dislivello:           900 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 1 ora 55 min. – Ritorno 1 ora 55 min. – Totale 3 ore 50 min.

📅 Data escursione:      19/08/2011

🚥 Periodi consigliati:    Da Luglio a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Itinerario:

Dall’uscita della seggiovia si segue la sterrata in salita che, con una breve rampa, conduce al Rifugio S. Croce mt. 2045, superato il quale si segue l’indicazione per L’Ciaval o Sasso della Croce, con segnavia 7, svoltando a destra e procedendo in moderata salita fra i pini mughi dirigendosi verso Sud. Dopo circa 15 min. si inizia a salire su sfasciumi, alla base della parete strapiombante, raggiungendo quindi, in altri 15 min. circa, un canalino detritico. Qui il sentiero piega decisamente a destra addentrandosi in esso e incontrando subito un primo tratto attrezzato con cavi metallici, che aiutano nel risalirlo. Superato il canalino si continua su facili roccette e poi su cengietta un po’esposta che conduce al secondo tratto attrezzato .Questo permette di superare un tratto non difficile ma leggermente ripido, terminato il quale si raggiunge una spalla e si superano alcune roccette con l’aiuto delle mani. Quindi si ritorna su comodo sentiero fino al terzo breve tratto attrezzato, superato il quale iniziano una serie di cenge esposte, in moderata pendenza, che finiscono in corrispondenza di un grosso ometto di pietre. In breve si ritorna su esile cengia, che si esaurisce in corrispondenza di un nuovo tratto attrezzato, questo sicuramente più utile, che permette di superare una paretina abbastanza ripida con l’ausilio di qualche staffa metallica. Raggiunta la sommità della paretina, in 35 min. dalle prime attrezzature, si ritorna a percorrere un’esile cengia esposta, ora attrezzata con cavo metallico, fino ad una spalla. Quindi nuovamente su cengia fin quando questa finisce ed il sentiero piega decisamente a sinistra, puntando verso la soprastante Forcella S. Croce. Le funi seguono la parete rocciosa di colore rossastro, in notevole pendenza, fin quando si perviene, in altri 20 min. ed 1 ora 25 min. totali, alla Forcella di S. Croce mt. 2609. Qui l’ambiente cambia radicalmente, apparendo quasi lunare, con dolce declivio verso l’Alpe di Fanes. Si svolta ora a sinistra seguendo il sentiero con segnavia  7B che si mantiene sempre alla destra e qualche metro sotto alla cresta strapiombante, tranne in alcuni punti dove ci si approda, offrendo uno strepitoso panorama (attenzione a non sporgersi troppo!). Su comodo sentiero si prende quota facilmente, giungendo alla base ghiaiosa della vetta. Qui, con ripidissimi tornantini, si raggiunge un bivio, in 25 min. dalla Forcella, dove bisogna trascurare la traccia che procede dritta verso Cima Dieci, e svoltare invece a sinistra, seguendo sempre i su evidente traccia che, con ulteriori ripidi tornantini, conduce a guadagnare la vetta del Sasso della Croce (o Monte Cavallo o L’Ciaval) mt. 2907, in 5 min. dal bivio ed 1 ora 55 min. totali.

Panorama a Nord-Est sui vicini Cima Dieci e Cima Nove, ad Est Croda Rossa e Cristallo, a Sud-Est le Tofane e il Piz La Varella, a Sud-Ovest Marmolada, Sella, Sassolungo e Sassongher, ad Ovest Altopiano della Gardenaccia, Puez e Odle e a Nord-Ovest il Sass Putia.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata fino al Rifugio S. Croce in 1 ora 10 min. e qui, sempre sul sentiero 7, si scende su ripida sterrata fino a raggiungere l’arrivo del primo troncone di seggiovia, in corrispondenza dei Rifugi Nagler e Lee, in altri 10 min. circa e 3 ore 15 min. totali (volendo, da quest’ultimo, merita di esser fatta una breve deviazione a sinistra sul  7A che, in 5 min. circa, conduce al bel Lago Lee, ed in altri 5 min. si ritorna al Rifugio). Ora si scende sempre su sterrata col  7, seguendo le indicazioni per Badia e S. Leonardo. Dopo poco si incontra un bivio con palina. Vanno bene entrambi i percorsi ma quello di destra, ossia la sterrata indicante ora segnavia 7A, compie un giro decisamente più lungo, quindi è bene piegare a sinistra e continuare a seguire il 7 che, su ripida mulattiera fra distese prative, scende fino ad intercettare una strada asfaltata, in circa 15 min. dal bivio. Qui si svolta a destra seguendo una staccionata in legno che procede verso alcune abitazioni, per poi piegare a sinistra ed oltrepassare un cancelletto. Scendendo nuovamente fra belle distese prative, si approda in prossimità delle prime case di S. Leonardo e da qui su asfalto si ritorna agli impianti, in altri 10 min. e 3 ore 50 min. totali.

Traccia GPS:      

Galleria fotografica:

Commenti:

Gran bella escursione, non particolarmente lunga e nemmeno faticosa ma in ambiente severo. Il tratto attrezzato in alcuni punti un po’ripidi è indubbiamente d’aiuto, anche se non indispensabile, mentre in altri è totalmente inutile, perlomeno nelle condizioni in cui io ho trovato il percorso. Ovviamente in caso di neve e ghiaccio il discorso cambia e diventa indispensabile anche l’attrezzatura da ferrata, anche se personalmente con neve o ghiaccio non farei questo percorso essendoci parecchie cenge esposte non attrezzate. Discreto il panorama di vetta, anche se il pezzo forte della gita è la visione a strapiombo che si può ammirare dalla cresta, prestando ovviamente la dovuta attenzione a non sporgersi troppo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *