Roche Pertuse (Rocca di Thures) mt. 2686

La Roche Pertuse (Rocca di Thures) è una montagna delle Alpi Cozie, situata ad ovest del Colle della Scala tra la Valle Stretta e la Valle della Clarée. In questa escursione propongo un percorso con salita dal Lago di Thures fino in vetta e poi per cresta fino al Col de l’Etroit du Vallon ed infine su distese prative nuovamente fino al lago.

🏁 Punto di partenza:  Les Grange de la Vallee Etroite  mt. 1784

⚠️ Difficoltà:          E fino al Lago di Thures, EE il resto

Sviluppo:            12,5 Km

📈 Dislivello:           950 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 5 ore 45 min. 

📅 Data escursione:     29/07/2021

🚥 Periodi consigliati:   Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre tutta la Val Susa e si esce a Bardonecchia. Usciti dall’autostrada si entra in paese e si procede verso Melezet e Pian del Colle. Si oltrepassa il confine di stato e si segue la strada a destra trascurando a sinistra la strada che procede verso il Colle della Scala e Nevache. La strada in discrete condizioni presenta però alcune cunette piuttosto profonde dove prestare attenzione e percorrere praticamente a passo d’uomo. Questa risale la valle fino ad arrivare al parcheggio nei pressi del Grange de la Vallee Etroite, prima del cartello di divieto di transito, dove bisogna lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio di Les Grange de la Vallee Etroite mt. 1784 si segue la strada che in breve conduce ad un gruppo di case, con indicazione per il vicino Rif. I Re Magi. Qui si piega a sinistra e dopo pochi metri si trascura la deviazione a destra per il Lago Verde continuando invece dritti sul GR5 e GR57, con indicazione per il Col de Thures, che quasi subito conduce al vicino Rif. 3° Alpini, in circa 5 min. dalla partenza. Si risale ora su ampio sentiero, fra belle distese prative, puntando verso il soprastante bosco. Dopo circa 5 min. si svolta a sinistra andando a guadare un modesto rio, che scende dalla Comba di Miglia, superato il quale il sentiero si restringe visibilmente e ci si addentra in un bel bosco di larici e abeti, che di tanto in tanto si apre mostrando bellissimi scorci verso il Monte Thabor ed i vicini Re Magi. Con frequenti, ma ampi e mai ripidi, tornanti (che volendo si possono tagliare invece su ripide scorciatoie) si risale il pendio boscoso giungendo poi, in circa 40 min. dal rio, ad un bel pianoro erboso, sede dei ruderi di un antico Gias. Superato il pianoro si ritorna momentaneamente all’interno del bosco, per uscirne nuovamente dopo altri 5 min. circa, approdando in un altro ripiano erboso. Con una ripida rampa si svalica raggiungendo, in altri 10 min. ed 1 ora 5 min. totali, il bel Lago di Thures (o Lac Chavillon) mt. 2190, nei pressi dell’omonimo Colle. Qui bisogna piegare a destra e seguire una traccetta che rimonta il pendio erboso (io in realtà non l’ho seguita risalendo invece per prati) da abbandonare comunque dopo circa 500 metri deviando a sinistra, raggiungendo così in breve su distese prative il Lac Bellety mt. 2296, che ha la particolarità di avere un piccolo laghetto adiacente (parzialmente secco al mio passaggio), in altri 15 min. circa. Ora senza traccia alcuna si risale il soprastante pendio erboso puntando perlopiù verso Sud-Ovest pervenendo poi ad una zona prativa meno inclinata alla base dei pendii detritici dove si intercetta momentaneamente una vaga traccetta che conduce ad un primo modesto colatoio detritico. Dopo averlo attraversato si punta sempre a sinistra senza traccia su sfasciumi portandosi ad attraversare un secondo colatoio, cercando il miglior punto dove attraversarlo, per poi puntare ad una zona erbosa alla destra di una parete rocciosa ed iniziare la ripida salita su erbette. Anche qui senza via obbligata bisogna cercare il miglior punto dove salire puntando comunque perlopiù verso Ovest. L’erba si esaurisce qualche decina di metri al di sotto di una selletta alla quale puntare risalendo poi su roccette e fini detriti raggiungendo poi questa selletta a mt. 2674, in 1 ora 5 min. dal Lac Bellety, dove alla sinistra appare evidente la croce di legno sulla vicina  Roche Pertuse. Per raggiungerla bisogna procedere a sinistra seguendo grossomodo il filo di cresta detritica giungendo facilmente in vetta alla Roche Pertuse (Rocca di Thures) mt. 2686, in altri 5 min. e 2 ore 30 min. totali.

Panorama a Nord Thabor, Cheval Blanc, Serous, Aiguille de Polset, Roche Bernaude, Re Magi (Pointe Balthazar, Pointe Melchior e Pointe Gaspard), a Nord-Est Aiguille de Scolette, Pierre Minieu, Rognosa d’Etiache, Punta Sommeiller, Cima del Vallonetto, Seguret, a Est Guglia Rossa, Albergian, Sommet du Charra, Rocher de Barabbas, Sommet du Guiau, Chaberton, a Sud-Est Monviso, Pic de Rochebrune, Brec e Aiguille de Chambeyron, a Sud la Gardiole e la Grand Area, a Sud-Ovest Mont Pelvoux, L’Ailefroide, Pic Lory e la Dome de Neige des Ecrins, Pic de Neige Cordier, La Grand Ruine, Pic Bourcet, Pic Gaspard e la Meije e Tete de la Cassille.

Dalla vetta merita di essere fatta una breve deviazione, ossia continuare sul crinale opposto e discendere di pochi metri portandosi poi alla base di una modesta paretina rocciosa, alla destra della quale si può ammirare una parete forata che dà appunto il nome alla vetta precedentemente salita. Si discende ancora mantenendosi su traccetta di fini sfasciumi alla base della paretina rocciosa passando poi al fianco di un particolare torrioncino oltre il quale si discende ripidamente su infido ghiaietto raggiungendo così un nuovo colletto, dal quale con breve risalita si approda sulla piatta e terrosa vetta della Crete de la Charmette mt. 2677, in altri 15 min. e 2 ore 45 min. totali. Si ritorna alla Roche Pertuse e si ridiscende fino alla selletta, poi, rimanendo sul versante della Valle Stretta, bisogna effettuare un traverso qualche metro sotto ad una parete rocciosa per poi seguire una cengietta che conduce in cresta, da seguire ora più o meno fedelmente fin quando questa arriva ad un salto, in 30 min. dalla Charmette. Qui bisogna deviare a destra e discendere un canalino di circa una decina di metri oltre il quale si ritorna a procedere comodamente in cresta fino ad una nuova interruzione formata da roccette accatastate da aggirare pochi metri sotto sulla destra. Dopo poco si giunge ad un nuovo sbarramento in corrispondenza di un particolare torrioncino giallo, punto in cui, anche in questo caso, si aggira a destra su esile e ripida traccetta di fini sfasciumi (prestando molta attenzione) passando fra la parete rocciosa e il torrioncino per poi rasentare la base della parete e da qui discendere il pendio di detriti che conduce senza più problemi al Col de l’Etroit du Vallon mt. 2492, in altri 45 min. e 4 ore totali. Qui bisogna ora piegare a destra e discendere seguendo una labile traccetta su distese prative che in breve però tende a perdersi (o perlomeno io l’ho persa) ma con buona visibilità non vi sono grossi problemi sull’altipiano erboso e basta puntare verso Est, ossia verso il Col di Thures. All’altezza del Riou des Thures si intercetta poi la traccetta che discende al Lago di Thures e una volta raggiunto, in 50 min. dal colle, si segue il percorso dell’andata fino al parcheggio, in altri 55 min. e 5 ore 45 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

La Valle Stretta (Vallee Etroite) è davvero un luogo incantevole, e me lo dimostra ogni volta che ci torno, ricca di particolarità geologiche e con panorami meravigliosi sia sul percorso che dalle vette. Il percorso fino al Lago di Thures lo avevo già effettuato anni fa per salire alla Guglia Rossa, mentre la risalita alla Roche Pertuse è stata una piacevole novità. In particolar modo la parete forata fra la Roche Pertuse e la Crete de Charmette e i vicini torrioni sono davvero molto belli, come anche i torrioncini trovati in cresta. Come al solito in questa zona vi è molta confusione sul reale posizionamento delle vette, ed anche in questo caso c’è chi sostiene che la vera vetta non sia quella con la croce bensì un’elevazione più a Nord….può darsi, ad ogni modo effettuando questo percorso si è sicuri che la vetta la si effettua. Diciamo che forse per il periodo si poteva però osare di più vista la quota relativamente bassa.

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