Roc del Boucher mt. 3285


La Roc del Boucher è una montagna delle Alpi Cozie, si trova in alta Val Susa, sullo spartiacque che separa la Valle Argentera dalla Val Thures. Il nome significa letteralmente dal francese “Roccia del Macellaio”, anche se nelle vecchie carte era definito come Roc del Balmas. Il versante meridionale, quello della via normale, si presenta erboso e detritico e con una pendenza uniforme, mentre le altre parti della montagna sono rocciose e a tratti strapiombanti.

🏁 Punto di partenza: Grange Thures Inf. spiazzo antecedente il Ponte dou Turà mt. 1950 circa

⚠️ Difficoltà:         EE

Sviluppo:           12Km

📈Dislivello:           1350 Mt. circa

⏱️ Tempi:                  Andata 4 ore 15 min. – Ritorno 3 ore – Totale 7 ore 15 min.

📅 Data escursione:    18/10/2020

🚥 Periodi consigliati:  Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a  Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si piega a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Oulx Est. Usciti dall’autostrada si procede su SS24 seguendo le indicazioni per Claviere, costeggiando Oulx ed andando poi a raggiungere Cesana Torinese. Qui ad una rotonda si trascura a destra la strada per Claviere e Monginevro e si volge a sinistra seguendo le indicazioni per Sestriere. Ad una successiva rotonda si procede dritti su SP215 seguendo le indicazioni per Bousson e Sauze di Cesana trascurando a sinistra la deviazione per Sestriere. Si procede su di essa trascurando poi una nuova deviazione a sinistra per Sestriere e costeggiando lungamente il torrente fino a Bousson. Trascurata subito una deviazione a destra per il Lago Nero, si continua ancora dritti per circa 150 metri incontrando poi un bivio a destra. Qui bisogna abbandonare la SP215 e svoltare a destra seguendo l’indicazione per Thures su stradina che inizia subito a salire all’interno di un bosco. Questa stretta strada conduce in circa due chilometri a Thures ma, prima di raggiungerlo, bisogna svoltare a destra in piano su sterrata in discrete condizioni che conduce a Rhuilles. All’altezza della chiesa la strada svolta a sinistra in salita, unico tratto dove richiede un minimo di attenzione a causa del fondo un po’ sconnesso,  per poi riprendere in piano sul fondo della Val Thures. Poi la strada prende quota con alcuni stretti tornanti su fondo cementato superando così una gola ed andando infine a raggiungere i ruderi del Grange Thures Inferiore. Si può proseguire ancora per un centinaio di metri fino al Ponte dou Turà dove in alcuni spiazzi a bordo strada si può lasciare l’auto (oltre vi è il divieto di transito).

Itinerario:

Dallo spiazzo a mt. 1950 circa si oltrepassa subito il Ponte dou Turà e si procede su sterrata riportante segnavia 618 fra distese prative e lariceto per circa 1,5 chilometri, raggiungendo così le Grange Thures Superiore, che vanno superati continuando su sterrata per un centinaio di metri, ossia fin dove si incontra un’evidente palina nelle vicinanze dei ricoveri della 74a Batteria, in 35 min. circa. Qui seguendo le indicazioni per la Roc del Boucher e Punta Ciatagnera bisogna abbandonare la sterrata, che conduce al Colle Ramiere, e svoltare appunto a sinistra. Si discende un pendio prativo seguendo una labile traccia che conduce verso il sottostante Torrente Thuras da attraversare su passerella di grossi tronchi d’albero allineati, il Ponte Ciatagnera (io all’andata l’ho mancato ed ho guadato il rio poco più a monte). Superata la passerella bisogna svoltare decisamente a destra fra i larici e proseguire in direzione Sud-Est pressochè paralleli al corso del rio per circa 500 metri su pianoro erboso, per poi deviare bruscamente a sinistra in corrispondenza di un masso con ometto di pietre andando così a risalire uno spallone erboso, in altri 15 min. e 50 min. totali. Si costeggia ora un piccolo rigagnolo, Rio Ciatagnera, e mantenendolo a destra si intercetta una traccetta che con numerose svolte risale la ripida china erbosa addentrandosi nel Vallone del Rio Ciatagnera puntando grossomodo verso Nord-Est risalendo numerose balze erbose con pendenza che va via via aumentando fino a quota 2400 mt. circa, punto in cui si procede invece puntando verso Nord. La traccia diviene poi a tratti evanescente ma con buona visibilità non vi sono grossi problemi, basta infatti risalire il pendio preferendo i tratti erbosi a quelli in pietraia e puntando alla già ben visibile vetta. Superato poi un masso solitario e corrugato in breve si oltrepassa il Rio Ecafa, intorno ai 2750 metri di quota, e ci si mantiene tendenzialmente verso sinistra iniziando ad effettuare numerosi tornantini su vaga traccetta con qualche ometto fra erba e detriti. La traccia risale piuttosto ripida puntando sempre verso Nord, con l’erba che gradualmente viene sostituita dagli sfasciumi. Intorno ai 3000 metri di quota la traccia diviene un po’ più evidente (avvistato anche un unico sbiaditissimo segnavia ) e conduce in breve alla base dell’ampio crestone S-O, in 2 ore 40 min. dalla svolta e 3 ore 30 min. totali. Seguendo ora gli ometti, pietre verticali e vaghe traccette, si volge a destra mantenendosi sempre poco sotto il filo di cresta sul versante meridionale (anche perché quello settentrionale è a tratti verticale). Le tracce conducono poi alla base del cupolone sommitale, dove si compie un traverso obliquando verso destra fin quando si perviene sulla verticale del dosso, che è l’anticima. Si sale abbastanza ripidamente fino alla piccola croce con vicino un altrettanto piccolo ometto di pietre poste sull’anticima (di un metro più bassa della principale), in altri 40 min. circa, mentre per raggiungere la vicina vetta bisogna qui piegare a destra e portarsi in breve alla base delle roccette sommitali. Rimontando ora un breve caminetto di un paio di metri composto da roccette e detriti si perviene sul filo di cresta e da qui svoltando a destra in breve in vetta alla Roc del Boucher mt. 3285, in 5 min. dall’anticima e 4 ore 15 min. totali.

Panorama a Nord Aiguille de Scolette, La Dent Parrachée, Rognosa d’Etiache, Monte Bianco, a Nord-Est Gran Paradiso, Rosa, Punta Rognosa e Monte Platasse, a Est Monte Appenna e Barifreddo, a Sud-Est Bric Froid, Punta Ciatagnera, Meidassa, Granero, Monviso, L’Asti e Crete de la Taillante, a Sud Salza, Mongioia, Punta Merciantaira, a Sud-Ovest Pic de Rochebrune, a Ovest Ailefroide, Pelvoux, Pointe Durand, Pic Coolidge, Barre des Ecrins, Pic Gaspard e La Meije, a Nord-Ovest Aiguilles d’Arves, Chaberton, Thabor e Rocca Bernauda.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata in 3 ore e 7 ore 15 min. totali.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Diciamo che il percorso non è proprio imperdibile, con una prima parte su sterrata, impreziosita però in questo periodo dai larici con tinte autunnali, e poi con la monotona risalita del versante Sud-Ovest della montagna fra prati e pietraie. Dalla cresta in poi, grazie all’ampio panorama, la gita diviene indubbiamente più interessante offrendo ottimi scorci. Data l’esposizione a Sud-Ovest questo percorso consente di raggiungere anche in autunno inoltrato questa vetta dalla quota ragguardevole senza quasi calpestare neve, privo poi di alcuna difficoltà tecnica, eccezion fatta per la quasi totale assenza di sentieri. Infatti, come descritto, una volta abbandonata la sterrata si viaggia abbastanza a vista cercando di seguire le tracce che di tanto in tanto appaiono….non che ci siano grossi problemi in quanto il percorso è abbastanza ovvio e le possibilità molteplici, ma in caso di scarsa visibilità non vi sono punti di riferimento. Per questo motivo può essere utile scaricare qui la traccia GPS.

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