Punta Martin è una montagna dell’Appennino Ligure, ha forma di piramide rocciosa ed è posto sul versante sud-ovest del massiccio del monte Penello (o Pennello) del quale costituisce la massima elevazione. Domina le valli del rio Baiardetta e del rio Martin. Malgrado sia relativamente vicina al mare (meno di 7 km in linea d’aria) ha un aspetto alpestre, con i suoi fianchi rocciosi e dirupati. Qui propongo un interessante anello con partenza dalla Colla di Praglia e deviazione al Lago du Manzù risalendo poi dall’opposto versante.
🏁 Punto di partenza: Colla di Prà mt. 869
⚠️ Difficoltà: E
⏩ Sviluppo: 17,1 Km
📈 Dislivello: 650 Mt. circa
⏱️ Tempi: Giro ad anello totale 5 ore 30 min.
📅 Data escursione: 12/05/2024
🚥 Periodi consigliati: Autunno, Inverno e Primavera, evitare i mesi caldi
🔎 Valutazione: ⭐⭐⭐⭐
Accesso:
Da Genova in autostrada A7 fino a Bolzaneto. Alla rotatoria seguire la SP35 fino a Pontedecimo. Arrivati a Pontedecimo, ad un semaforo svoltare a sinistra su SP5 che attraversa Campomorone e poi Ceranesi. Alla fine dell’abitato svoltare a sinistra sul ponte e poi a destra su SP4. Questa inizia a salire costantemente con parecchi tornanti superando alcuni paesini tra cui San Martino di Paravanico. Proseguire ancora quindi, arrivati in vista del Monte Pesucco (monticello pochi metri sopra la strada, con grossa croce sulla cima), si procede fino oltrepassando un successivo tornante con ampio parcheggio, la curva del mulo. Superati un paio di tornanti, al termine di un rettilineo, la Colla di Praglia, si stacca sulla sinistra una stradina che bisogna imboccare. Dopo circa 300 metri, in corrispondenza della stazione del metanodotto, si può lasciare l’auto nello spiazzo o nei pochi posti a bordo strada (è possibile continuare ancora per circa 500 metri fino ad un ampio parcheggio prima di una sbarra, però facendo l’anello non è conveniente).
Itinerario:
Dalla Colla di Praglia mt. 869 si segue la strada inizialmente asfaltata che poi diviene in breve sterrata con segnavia (Alta Via dei Monti Liguri), e ed in piano o moderata discesa, nel bosco che via via diviene più rado, porta a raggiungere dapprima uno slargo con ampio parcheggio sulla sinistra e con moderata discesa alla selletta della Colla del Canile mt. 851. Qui si trascura a destra la stradina sterrata (Via Monte Pennello) e si continua dritti, ora solo su , andando a superare una sbarra metallica per poi tagliare in piano le pendici ad Est del Monte Sejeu, quindi con moderata risalita fra rilassanti distese prative si attraversa la selletta tra il Sejeu e il Proratado fino a giungere alla Colla del Proratado mt. 881, in 25 min. dalla partenza. Qui bisogna trascurare a sinistra la sterrata che scende verso Lencisa e taglia le pendici del Monte Propratado, piegando invece a sinistra seguendo le indicazioni per Punta Martin. La sterrata, riportante sempre segnavia , sale moderatamente fra erba e roccette raggiungendo un’insellatura dove si incontra un bivio con palina indicatrice per il Bric dell’Orologio, in altri 10 min. circa. Volendo effettuare questa deviazione (secondo me meritevole) bisogna appunto piegare a destra seguendo una traccetta segnalata con evidenti ometti di pietre, che porta a raggiungere la sommità di un primo dosso, quindi con modesti saliscendi per crinale conduce alla panoramica cima del Bric dell’Orologio mt. 941, dove sono state poste tre panchine intorno alla piramide di pietre che sorregge la piccola croce ed una campana, in 5 min. dal bivio. Tornati alla sterrata, in altri 5 min. circa, si continua in piano sovrastando la conca che divide il Bric dell’Orologio dal Monte Foscallo, poi si sale moderatamente fino ad un ampio ripiano erboso. Con un qualche saliscendi si contorna ad Ovest la cima del Monte Foscallo (che volendo si può raggiungere con modesta deviazione a destra per prati), quindi si perde moderatamente quota fino a raggiungere il Colle Gandolfi mt. 936, in altri 35 min. e 1 ora 20 min. totali. Qui si abbandona momentaneamente l’Alta Via che scende verso destra e conduce al Passo del Turchino (scenderemo da qui dopo per raggiungere il Lago du Manzù), si trascura a sinistra il sent. per Pegli ed il per San Carlo di Cese, proseguendo invece ancora dritti su sterrata con indicazione per Punta Martin su e . Superato il primo tornante si può decidere se trascurare la sterrata e deviare a sinistra su sentierino con i due segnavia, che permette di raggiungere velocemente il Bivacco G.B. Zucchelli e da questo con risalita di pochi metri fino alla vetta del Monte Penello mt. 995, in 10 min. dal colle. Seguendo ora una traccia che va a rasentare dei ruderi si intercetta il sentiero abbandonato in precedenza con , al quale in breve si aggiungono i sent. e provenienti da Prà e Pegli. In moderata discesa tagliando le pendici del Monte Piazza si perviene, fra distese prative e radi pini, alla base del cupolone roccioso sommitale di Punta Martin, dal quale con alcuni tornantini fra terra e roccette si approda facilmente in vetta a Punta Martin mt. 1001, in altri 20 min. e 1 ora 50 min. totali.
Panorama a Nord Tobbio, Figne e Leco, a Nord-Est Ebro, Chiappo, Carmo, ad Est Penello, Aiona, Alpi Apuane e Monte di Portofino, a Sud la Corsica, a Sud-Ovest Alpi Liguri e Reixa, ad Ovest Bric del Dente, da Ovest a Nord-Ovest le Alpi Occidentali dal Monviso al Fisterrarhorn.
Tornati a ritroso sullo stesso percorso, ma evitando la vetta del Monte Penello, si ritorna al Colle Gandolfi, in 25 min. circa, dal quale si volge a sinistra seguendo l’ e su ampio sentierino che in falsopiano arriva ad un pianoro con palina dell’alta via, punto in cui sulla destra si stacca una traccetta evidente senza indicazioni da trascurare (va bene ugualmente, è parallelo all’AV). Il sentiero inizia ora a scendere con maggior decisione addentrandosi in un boschetto e rasentando una casella di pietra a mt. 862, in 15 min. dal colle e 2 ore 30 min. totali. Si continua nel bosco per poi uscirne all’altezza di una bella selletta erbosa a 810 mt. circa, crocevia di sentieri, in 10 min. dalla casella. Trascurato a sinistra il sent. , un cartello in legno indica per il Laghetto del Manzu di svoltare a destra seguendo il sentiero con segnavia , in realtà nel prato sottostante non ho visto alcun sentiero infatti ho proseguito ancora dritto per circa 50 metri per poi deviare a destra seguendo una traccetta. Il sentiero, a tratti evanescente fra erba e pini, punta grossomodo verso Nord, andando poi a guadare il Rio del Pizzo, oltre il quale ci si addentra in un fitto bosco misto. La traccia e i segnavia in alcuni tratti non sono evidenti e si fatica a trovare il giusto percorso, diciamo che perlopiù bisogna puntare verso Nord-Est. Superati alcuni ruderi la traccia, sempre non evidentissima, tende a portarsi gradualmente fuori dal fitto del bosco discendendo poi fino a raggiungere il bel Lago du Manzù mt. 686, in 45 min. dal bivio e 3 ore 25 min. totali, laghetto formatosi lungo il corso del Torrente Stura. Io qui ho effettuato una modesta deviazione (non necessaria) andando a raggiungere il salto della cascata, per fare ciò bisogna attraversare l’emissario del lago e costeggiare la riva sinistra andando poi a risalire su vaga traccetta il ripido pendio di erba e terriccio, fin quando una traccetta si stacca sulla destra e porta ad oltrepassare la barra rocciosa che sovrasta il lago. Una volta svalicato si discende ripidamente su roccette fino al raggiungimento del salto della cascata. Tornati a ritroso fino all’emissario (la deviazione comporta 10 min. circa) si continua sull’evidente sentiero che ora inizia a salire in maniera costante ma mai eccessivamente ripida e per i primi 200 metri si mantiene parallelo al corso del rio, poi con con qualche svolta si addentra nel bosco. Superato un rudere il sentiero prende a salire con maggiore decisione verso Ovest fino ad uno spigolo, punto in cui fuoriesce dal bosco e piega decisamente a destra puntando ora a Nord. Dopo circa 650 metri fra radi pini e distese erbose si sbuca su di una sterrata, in 45 min. dal lago, che va ora seguita sulla sinistra per circa 700 metri sbucando su una nuova sterrata, dopo altri 15 min. circa. Bisogna ora imboccarla a destra in moderata salita per 650 metri giungendo ad una sbarra, oltre la quale, dopo altri 200 metri circa, si perviene all’asfalto della Strada Provinciale Capanne di Marcarolo-Praglia, in altri 20 min. e 4 ore 55 min. totali. L’asfalto va seguito ora a destra in moderata discesa raggiungendo così, dopo circa 1 km, i Piani di Praglia. Continuando sempre seguendo la strada, che qui riporta i segnavia e , pressoché in piano o moderata salita si giunge alla Colla di Praglia, punto in cui, in corrispondenza di un cartello stradale, si stacca sulla destra una traccetta che conduce in breve al parcheggio, concludendo così l’anello in altri 35 min. e 5 ore 30 min. totali.
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Galleria fotografica:
Grafici del percorso:
Commenti:
Davvero un bel percorso che non fa rimpiangere molti percorsi sulle Alpi e che si può effettuare a pochi passi dalla città. Il solo percorso dalla Colla di Praglia fino al Monte Penello è davvero elementare, non presenta nessuna difficoltà ed è una passeggiata su sterrata piacevole e adatta davvero a tutti; la salita a Punta Martin è anch’essa molto semplice ma meno comoda essendo su sentiero….la discesa al Lago del Manzù invece, pur non presentando alcuna difficoltà tecnica, risulta su sentiero a tratti un po’ evanescente e può far sorgere problemi di orientamento (io pur avendo la traccia gps in certi punti ho faticato a trovarlo). Quindi diciamo che nel complesso è un percorso abbastanza semplice, ma compiendo l’anello diviene anche abbastanza lungo quindi adatto forse ad escursionisti con un po’ di esperienza.