Pizzo d’Ormea mt. 2476

Il Pizzo d’Ormea è una montagna delle Alpi Liguri dalla caratteristica forma conica, si trova su una dorsale che, partendo in prossimità di Ormea, si sviluppa verso occidente fino alla vetta. Da questa la dorsale prosegue nella stessa direzione verso il Monte Mongioie. Qui propongo un percorso ad anello che mi sento però in dovere di sconsigliare vista la disavventura occorsami. Il percorso sarebbe anche interessante se non fosse che dal Passo della Valletta a Borello un sentiero vero e proprio non esista (malgrado la palina ad inizio percorso lo indicasse con segnavia biancorosso).

🏁 Punto di partenza:   Borello mt. 938 circa

⚠️ Difficoltà:            EE allenati per il sentiero d’andata, come citato sotto nella descrizione il resto del percorso si può considerare E dalla Colla del Pizzo alla Colla dei Termini (EE per i tratti fuori sentiero per le due vette) ,EE perchè senza traccia e su traccia non ben evidente dalla Colla dei Termini fino al Passo della Valletta, fra il Passo della Valletta e Borello non mi esprimo.

⏩ 📈 Sviluppo e Dislivello: 20,1 Km per 1700 Mt. se si effettuata il percorso a/r, 27,3 km per 1800 Mt. se si effettua l’anello

⏱️ Tempi:           -Andata 4 ore 30 min./Ritorno probabilmente intorno alle 3 ore, totale 7 ore 30 min.                                      -Mentre il giro ad anello fatto è di 7 ore  50 min. fino al Passo Valletta, oltre a queste ci avrò impiegato almeno altre 2 ore per ritornare a Borello ma se avessi trovato il sentiero giusto indubbiamente di meno

📅 Data escursione:        11/10/2015

🚥 Periodi consigliati:      Tutto l’anno

🔎 Valutazione:           ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a  Savona poi su A6 fino a Niella Tanaro. Usciti dall’autostrada bisogna seguire a sinistra la SP60, quindi su SP360 superando Torre e Corsagliola. Procedendo sempre sulla strada principale, che dopo Corsaglia diventa SP232, si attraversa anche Bossea e, giunti a Camperi, in corrispondenza di un tornante, bisogna abbandonare l’asfalto e procedere su buona sterrata per poco più di 1 km, fino ad uno slargo in corrispondenza di un ponte a sinistra, dove, in un piccolo spiazzo si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dallo spiazzo si incontra subito un bivio in corrispondenza del ponte, dove bisogna trascurare la sterrata a sinistra, che attraversa il ponte con indicazione per il Passo della Valletta, e procedere dritti sul A12 seguendo invece l’indicazione per l’Alpe Raschera e Alpe Zucco. La sterrata segue il corso del torrente con moderata pendenza fino al raggiungimento del Ponte Murao mt. 977, dopo 10 min. circa, quindi si trascura la sterrata riportante segnavia E01, che procede a destra verso Alpe Raschera e Stalla Buorch, e si attraversa il ponte. Una volta attraversato si volge a sinistra ed in piano o moderata pendenza si approda in altri 15 min. alla Località Stalla Rossa, superata la quale, dopo qualche centinaio di metri, si perviene ad un ampio spiazzo in corrispondenza di un ponte, oltre tale punto il transito alle auto non autorizzate è vietato. La sterrata ora si impenna all’interno di un rado boschetto e rimane ripida fino ad un bivio in corrispondenza di un tornante. Qui bisogna trascurare la sterrata a destra sul E17 con indicazione per l’Alpe Zucco e mantenersi su quella di sinistra sull’A16 , in altri 10 min. e 35 min. totali. In breve la sterrata esce dal bosco, rasenta il Rio Corsaglia ed appare davanti a noi il vallone da risalire. Dopo circa 30 min. dal bivio si approda al Gias Traversa mt. 1364, dove la sterrata, ora E6 , compie un ampio tornante sulla destra, quindi un successivo sulla sinistra, dopodiché effettua un lungo traverso fra pietraie ed i primi sporadici larici. Dopo altri 30 min. dal Gias ed 1 ora 35 min. totali si raggiunge un ponte che permette di attraversare il rio, che in questo punto forma delle graziose cascatelle. Superato il ponte si può decidere se restare su sterrata, che compie qualche ampio tornante, oppure svoltare a destra e seguire una scorciatoia su traccia a tratti un po’ tortuosa ma abbastanza ben segnata con segnavia che, con una serie di tornantini fra rododendri ed arbusti, conduce al pianoro pascolivo dove ha sede il Gias Sambiet e che dopo poco si ricongiunge comunque alla sterrata più o meno nel punto in cui questa termina e diventa sentiero. In breve il sentiero porta nelle vicinanze di una cascata per poi aggirarla sulla sinistra risalendone il costone roccioso ed approdare ad un guado sul Rio Corsaglia che la genera, da affrontare con attenzione, in 35 min. dal ponte. Oltre il guado si attraversa un ripiano erboso, quindi con breve risalita fra erbette e rocce montonate si giunge, in altri 30 min. e 2 ore 40 min. totali, alla Sella Revelli mt. 2000, ampio ripiano erboso e acquitrinoso racchiuso da mirabili pareti a formare un anfiteatro. Bisogna qui trascurare il E1 a destra, che conduce al Bivacco Cavarero, e piegare a sinistra ancora sul E6, con indicazione per la Colla del Pizzo, seguendo ora una traccia a tratti piuttosto labile con sbiadite (o del tutto inesistenti in questo tratto) che conduce al fondo del pianoro e porta a discendere fino ad un sottostante ripiano seguendo più o meno il corso del Rio Revelli. Giunti nel pianoro bisogna attraversarlo , guadare il rio e, seguendo le ora più frequenti  , risalire il pendio inizialmente prativo e brullo. Quindi con ripetuti tornantini fra distese di rododendri si raggiunge un ripido canalino che si risale con ulteriori ripetuti tornanti fra arbusti e roccette fino ad approdare alla Colla del Pizzo mt. 2202, spartiacque Corsaglia-Armella, in un’ora dalla Sella Revelli e 3 ore 40 min. totali. Bisogna ora piegare a destra, trascurando il sentiero che scende dritto verso il sottostante Lago del Pizzo e quello a sinistra che conduce alla Colla dei Termini, e, senza alcuna indicazione, seguire la traccia con segnavia che si mantiene poco sotto il filo di cresta nel versante Armella e punta all’ormai evidente Pizzo d’Ormea. Ora con numerosi tornantini si risale il pendio per poi piegare con decisione a destra tagliando in diagonale il versante Nord-Ovest del cupolone del Pizzo. Qui conviene abbandonare il sentiero segnato e piegare a sinistra seguendo una vaga traccia con ometti che, procedendo ripida con molti tornantini ed attraversando una modesta pietraia, permette di tagliare notevolmente risparmiando tempo e sviluppo approdando poi sullo spartiacque Corsaglia-Tanaro. Da questo punto si piega a sinistra e, risalendo per filo di cresta, si giunge in vetta al Pizzo d’Ormea mt. 2476, in 50 min. dalla Colla e 4 ore 30 min. totali.

Panorama a Nord Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino e Rosa, a Ovest Conoia, Rotondo, Revelli, Mongioie, a Nord-Ovest Mondolè e Monviso.

Per il ritorno si ridiscende fino alla Colla e qui è consigliabile rifare lo stesso percorso d’andata (cosa che io purtroppo non ho fatto) presumibilmente in 3 ore.

Tuttavia è possibile effettuare un percorso ad anello che però mi sento di sconsigliare vivamente, perlomeno nel senso in cui l’ho effettuato io, visto che pur essendo attrezzato con GPS, cartina e anche una discreta esperienza sono riuscito a perdermi in un bosco, rischiando di passarci la notte. Malgrado ciò vado a descrivere il percorso effettuato:

Dalla Colla bisogna seguire il sentiero A18 , che, dopo il primo avvallamento tagliato sul versante Armella praticamente in piano, è possibile abbandonarlo per seguire una traccia che procede sul filo di crinale e che poi tende un po’ a perdersi fra roccette e rododendri nella parte superiore del crinale fino alla Cima Ruscarina mt. 2257, in un’ora dal Pizzo. Da questa si perde quota sempre più o meno su crinale senza una vera e propria traccia fino al raggiungimento del sentiero precedentemente abbandonato. Lo si segue puntando verso Nord-Est fino alle pendici della Cima Ferrarine, dove, abbandonando nuovamente il sentiero e risalendo senza traccia, ma con percorso piuttosto evidente su pendio erboso, si raggiunge, in altri 30 min. e 6 ore totali, la vetta fortificata da muretti in pietra della Cima Ferrarine mt. 2249. Anche qui si scende senza traccia puntando verso Sud-Est fino al nuovo riallaccio col sentiero A18. Questo, in piano o moderata discesa, conduce in circa 50 min. alla Colla dei Termini, dove si abbandona il sentiero e si trascura la sterrata per procedere dritti per prati senza alcuna traccia puntando verso Nord in direzione della Cima Ciuaiera. Dopo circa cinquanta metri bisogna però piegare verso sinistra andando ad intercettare una evidente traccia che taglia il pendio a mezzacosta verso Nord-Ovest fino ad un colletto. Una volta svalicato, la traccia, inizialmente non molto evidente, punta decisamente verso Nord-Est raggiungendo in breve un successivo intaglio, dal quale, ora seguendo alcune tacche colorate e sporadiche frecce, bisogna piegare a destra e perdere decisamente quota. Con svariati tornantini ed effettuando poi un ampio giro che passa alla base delle pareti meridionali della Cima Ciuaiera si giunge ad un pianoro erboso, chiamato I Lamazzi, contraddistinto dalla presenta di numerosi graziosi laghi, dei quali il più grande dalla forma particolare a cuore. Bisogna quindi attraversare il ripiano e, puntando verso Nord-Ovest e costeggiando la sponda meridionale del lago a cuore, risalire fino alla sommità del dosso che è il Passo della Valletta mt. 1838, in 1 ora dalla Colla dei Termini e 7 ore 50 min. totali. Ora procedere con una descrizione del percorso mi risulta piuttosto difficile in quanto l’unica traccia degna di tale nome che ho avvistato è quella che porta al sottostante Alpe Zottazzi ma da qui, non ho più notizie del sentiero che riporta a Borello e non sono nemmeno sicuro che bisognasse passare dall’Alpe a dire il vero. Io ho seguito una pseudo traccia con dei nastri di nylon legati ai rami di alcuni alberi (anch’essi difficili da seguire, tanto più con la nebbia) fin quando anche questi si sono esauriti all’interno di un bosco in un punto in cui esso diventa piuttosto scosceso ed intricato. Qui non è rimasta altra soluzione che discendere il ripido bosco dapprima verso Ovest e poi verso Nord, cercando di trovare i punti meno disagevoli, fino all’avvistamento di una radura, che, una volta raggiunta e attraversata, ha consentito di intercettare una carrareccia, seguita la quale in piano o moderata discesa per circa 2km è sfociata a sua volta nella giusta carrareccia, confermata dalla palina indicatrice. Questa, l’A12, va seguita per altri 2 km fra tratti aperti e bosco fino al ponte di inizio percorso.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Se non fosse stato per questa brutta disavventura, che fortunatamente si è risolta nel migliore dei modi, sarebbe stato un percorso decisamente più bello e vario rispetto alla classica salita da Chionea o da Quarzina. Ma visto quel che è accaduto direi che se si vuole effettuare un percorso alternativo a quelli appena citati è sicuramente meglio ripetere il sentiero fatto all’andata anche per il ritorno oppure, se proprio si vuole tentare di effettuare l’anello da Borello, come citavo già nella descrizione, è conveniente tentarlo nel senso opposto a come l’ho fatto io. Probabilmente (ma non ne ho assolutamente certezza), fatto in senso opposto, quindi al mattino e non in tardo pomeriggio con l’imbrunire alle porte, anche perdendo il sentiero vi sarebbe stato più tempo per cercarlo. Presumo che il giusto sentiero, al Passo della Valletta, andasse ricercato più a destra, ossia alle pendici del Monte Baussetti ma certezze non ne ho. Rimane il fatto che le segnalazioni in questa zona latitano decisamente ed una palina al passo avrebbe indubbiamente aiutato a comprendere meglio dove potesse passare questo sentiero.

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