Pania della Croce ,Uomo morto e Pania Secca mt. 1859-1677-1711

La Pania della Croce è una montagna delle Alpi Apuane, la quarta per altitudine e la più alta del Gruppo delle Panie. È tra le vette apuane più famose e per le sue linee eleganti e la posizione dominante viene spesso chiamata “La Regina delle Apuane”. Il nome Pania deriva da “Pietrapana”, come veniva chiamata un tempo, che deriva a sua volta da “Petrae Apuanae” ovvero monti degli Apuani, un’antica popolazione ligure che per nove secoli ha abitato questa zona. Qui propongo un percorso ad anello con attraversamento della Vetricia (tratto fuori sentiero)e raggiungimento anche della Pania Secca e Uomo Morto.

🏁 Punto di partenza:  Piglionico mt. 1152

⚠️ Difficoltà:           E il normale percorso, EE la visita alla Vetricia e all’Abisso Revel

Sviluppo:             13,4 km

📈 Dislivello:            1080 mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 5 ore 25 min.

📅 Data escursione:       27/10/2010

🚥 Periodi consigliati:     Da Settembre a Novembre e da Aprile a Giugno

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A12 fino a Massa. Usciti si svolta a destra su SP3 in Via Massa Avenza, poi Via Marina Vecchia, Viale Roma, Via Mura Nord. Quindi ci si immette su SP4 che inizia a salire in Via dei Colli, superando poi i paesi di Altagnana e Antona fino ad arrivare al Passo del Vestito. Qui si attraversa la galleria e su SP13 si scende ad Arni. Poi, dopo poco più di un km, si svolta a sinistra e si procede per parecchi km superando Isola Santa per giungere a Castelnuovo in Garfagnana. Da qui si procede verso Monterpopoli e dopo circa 1,5 km si svolta a destra seguendo le indicazioni per Molazzana su SP43 fino a Montaltissimo. Superato il paese si svolta ancora a destra, seguendo sempre le indicazioni per Molazzana. Poi si trascura una deviazione a destra per Eglio e Sassi e si procede dritto, con indicazione per il Rifugio Rossi e l’Alpe si Sant’Antonio. Infine si trascura a destra la deviazione per l’Alpe S. Antonio e si procede per Piglionico. Terminato l’asfalto si procede per un breve tratto su sterrata che conduce ad una cappelletta, nei pressi della quale si lascia l’auto.

Itinerario:

Dalla Cappelletta di Piglionico si procede su sterrata seguendo il segnavia 7, trascurando subito una deviazione a destra ossia il sent. 138 per Mosceta – Rif. Del Freo. Quasi subito termina la sterrata e ci si inoltra in una rada faggeta. Dopo circa 5 min. si trascura un’altra deviazione a destra, il sentiero 127, e si continua dritti sempre sul  7, che ora inizia a salire moderatamente addentrandosi in una bella faggeta, ora più fitta. Dopo aver superato i ruderi di una costruzione, si prende quota con parecchi tornanti fino ad arrivare ad un pannello descrittivo sull’Altopiano della Vetricia, in altri 30 min. circa. Qui per poter vedere i vari fenomeni carsici della zona bisogna abbandonare il sentiero  n° 7, e la descrizione diventa un po’ più complessa, in quanto non esiste alcun sentiero. Si svolta a destra (ovest), seguendo una labile traccia che conduce quasi subito ad un piccolo ripiano roccioso completamente fessurato. Ora seguendo degli ometti si scende ad un più vasto ripiano sottostante, anch’esso molto fessurato. Puntando poi più o meno verso Sud si risale leggermente all’interno del bosco riallacciandosi ad una traccia con qualche segno arancione, ed alcuni nastri biancorossi legati agli alberi. Questa traccia conduce all’Abisso Revel, allora la seguiamo svoltando a destra puntando ora ad un soprastante ripiano, seguendo anche qualche ometto. Giunti al ripiano, in circa 20 min. dall’abbandono del sentiero n° 7, si attraversa un piccola pietraia alla base di una paretina rocciosa, per poi svoltare decisamente a sinistra risalendo un breve canalino erboso che conduce nei pressi dell’Abisso Revel, in altri 10 min. circa ed 1 ora 5 min. totali. Questo è una spaccatura piuttosto evidente profonda circa 316 metri. La si aggira sulla destra e, puntando verso Sud-Ovest, si risale standoci il più possibile distanti. Ora, seguendo i rari ometti e saltellando tra un crepaccio e l’altro, si arriva, in 10 min. circa, in vista dell’Altopiano della Vetricia .Qui si incontra indubbiamente qualche ometto in più e la si può percorrere, stando sempre molto attenti a dove si mettono i piedi, senza via obbligata, scegliendo quindi se scendere o restare in quota (esistono in entrambi i casi evidenti ometti che indicano dove passare). Scendendo si può osservare una grossa spaccatura simile ad un canyon, per poi passare affianco ad un altro Abisso profondo, ma non come il Revel, in altri 20 min. dall’inizio della Vetricia. Gli ometti puntano decisamente verso una conca prativa, dove termina la Vetricia, poco sotto l’inizio del bosco. Raggiunta la conca prativa, in circa 25 min. dal secondo Abisso e 2 ore totali, si risalgono i prati senza alcuna traccia puntando verso Sud, andando così ad allacciarsi, in 10 min. circa, al soprastante sentiero 139, che seguiamo svoltando a sinistra (a destra si scende nella Borra di Canala). Si sale su piccoli detriti, fino ad arrivare, in 5 min. circa, alla Focetta del Puntone mt. 1611. Qui per andare alla Pania della Croce bisogna svoltare a destra seguendo il sentiero 7 e 126, che conduce alla Foce di Mosceta. Dopo poco, ad un bivio con palina indicatrice, si svolta nuovamente a destra sul solo 126, abbandonando il 7 che procede verso Foce di Valli, e iniziando così a risalire il ripido canalone, che conduce, con frequenti tornantini, al Callare della Pania, in 30 min. circa. Piegando a sinistra si abbandona il sentiero 126 e si segue l’indicazione per la vetta della Pania, con segnavia , che pressoché sul filo di cresta (ma esistono anche un sentiero a destra e uno a sinistra della cresta che si congiungono poco prima della cima) conduce, in poco più di 5 min. e 2 ore 40 min. totali, in vetta alla Pania della Croce mt. 1859, dove è posta un’enorme croce di vetta.

Panorama a Nord su Altissimo, Sagro, Penna di Sumbra, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura e Pisanino ad Est sulla Garfagnana e l’Appennino Tosco-Emiliano nonché i vicini Uomo Morto e Pania Secca, a Sud su Forato, Procinto, Croce e con un po’ di fortuna sull’Isola d’Elba e ad Ovest su Massa e sul Corchia.

Si ritorna a ritroso sullo stesso percorso, in 30 min. circa, nuovamente alla Focetta del Puntone e si procede ora dritti sul 7 giungendo, in 5 min. circa, al Rifugio E. Rossi mt. 1609. Svoltando ora a destra su traccia in ripida salita su pendio erboso si sbuca in breve ad un’insellatura fra il “naso” ed il “mento” dell’Uomo Morto e piegando ulteriormente a destra su crinale erboso si arriva agevolmente, in circa 10 min. dal Rifugio Rossi e 3 ore 25 min. totali, in vetta all’Uomo Morto mt. 1677. Ridiscesi in 5 min. al Rifugio Rossi, si svolta a destra seguendo sempre il sent. 7 che in moderata discesa conduce, in altri 5 min. circa, ad un bivio con palina indicante la svolta per la Pania Secca. Qui si abbandona il 7 e si svolta a destra seguendo una traccia che dapprima su prati e poi su pietraia con evidenti ometti conduce alla base della Pania Secca. Quindi si risale su ripido pendio detritico con frequenti tornantini su traccia a tratti poco visibile, giungendo in vetta alla Pania Secca mt. 1711, in circa 35 min. dal bivio e 4 ore 10 min. totali. Il panorama è simile a quello della Pania della Croce, ma decisamente molto meno bello sulle Apuane settentrionali. Ridiscesi sullo stesso percorso a riallacciarsi col sent. 7, in 30 min. circa, lo si segue svoltando a destra ed entrando dopo poco in un bel bosco di faggi giungendo poi, in 20 min. circa, al punto in cui all’andata avevamo abbandonato il sentiero principale. Da qui come per l’andata, in altri 25 min. e 5 ore 25 min. totali, alla Cappelletta di Piglionico.

Galleria fotografica:

Commenti:

La Pania della Croce , “la Regina delle Apuane”, è una bella montagna, molto panoramica e discretamente facile da raggiungere, senza particolari difficoltà. La gita, già bella per le sole vette, è stata impreziosita con la visita all’ Altopiano della Vetricia, insieme a persone che hanno già effettuato una visita guidata e seguendo più o meno una traccia GPS. Però, visto che per visitarla non esiste un vero e proprio sentiero, non è da escludere che si possa perdere l’orientamento. Pertanto sarebbe opportuno effettuare questa parte di percorso con persone che conoscono il luogo o in visite guidate, tanto più se in presenza di scarsa visibilità. Per chi volesse percorrere comunque il percorso descritto, è bene ricordare di prestare la massima attenzione a dove si mettono i piedi quando si passa fra le varie fessure, soprattutto in vicinanza dei due Abissi (attenzione a non sporgersi troppo). L’Altopiano della Vetricia è comunque un posto davvero affascinante e particolare, caratterizzato da rocce fessurate e disposte come tanti cubetti sovrapposti. Bellissimo il panorama dalla Pania della Croce, un po’ meno dalla Pania Secca. La deviazione all’ Uomo Morto, sinceramente aggiunge poco a questa escursione.

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