Monte Tambura mt. 1890

Il Monte Tambura è una montagna delle Alpi Apuane, la seconda per altezza dopo il Monte Pisanino. Si trova fra il Monte Cavallo e la Penna di Sumbra. Qui propongo un bel percorso ad anello con partenza da Resceto , è comunque raggiungibile con minor dislivello partendo da Arnetola in Garfagnana (sent. 35) oppure da Campocatino (sent. 147). Nel percorso qui descritto si segue in parte la “Via Vandelli” che è un’opera di ingegneria stradale iniziata nel 1738 e completata nel 1751 che prende il nome dal suo progettista, Domenico Vandelli. Permetteva di mettere in comunicazione Modena con Massa, valicando Appennino e Apuane ma, dopo vari impedimenti come il clima rigido in inverno e la presenza sul percorso di briganti, la gente smise di transitarvi. L’abbandono della strada fece entrare in crisi Vandelli che per questa ragione si tolse la vita.

🏁 Punto di partenza:  Resceto mt. 485

⚠️ Difficoltà:           EE 

Sviluppo:            14,5 Km

📈 Dislivello:            1440 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 5 ore 45 min.

📅 Data escursione:       18/05/2014

🚥 Periodi consigliati:     Da Maggio a Novembre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A12 fino a Massa. Usciti dall’autostrada si svolta a destra e, ad un incrocio, si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per l’Aurelia. Si procede ora dritti per circa 1 km poi, ad una rotonda, si svolta a destra andando in breve ad attraversare il ponte sul fiume Frigido. Appena superato il ponte si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Resceto su SP5. Questa strada, a tratti un pochino stretta, supera alcuni borghi come Canevara e Gronda, quindi arriva a Resceto. Si procede sulla strada fino alla piazzetta a fine paese, dove si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Da Resceto mt. 485 si segue la strada asfaltata con segnavia 35 che dopo poco diventa sterrata fino ad uno slargo, limite per le auto, dopodiché diventa strada bianca, ed inizia la “Via Vandelli”. Procedendo in moderata salita si incontra, dopo 10 min. circa, la deviazione a sinistra per il 170, che conduce al Passo della Vettolina e che bisogna trascurare per procedere invece ancora dritti sul 35. Dopo poco si incontra un casottino chiamato Cà del Fondo mt. 627 e, dopo 15 min. dal precedente bivio, si raggiunge un successivo bivio. Qui bisogna tralasciare il 35, dal quale arriveremo al ritorno, e svoltare a sinistra sul 166. Questa è la “Lizza Magnani” che percorriamo solo per un breve tratto, ossia fino al successivo bivio, dopo altri 10 min. circa, dove bisogna svoltare a sinistra seguendo il 166 bis. Si procede ora su esile sentierino che si inerpica ripido fino a raggiungere un tratto in cresta, quindi piega a destra e con tratti alterni fra erba e roccette affioranti raggiunge la “Lizza Silvia”. Questa procede piuttosto ripida, ma la si abbandona quasi subito piegando a destra su sentiero che, con qualche zig-zag fra erba e roccette, conduce all’innesto con il sentiero 36, dopo altri 50 min. circa. ed 1 ora 25 min. totali. Lo si segue piegando ora a destra, raggiungendo così in breve un colletto erboso e poi, rasentando delle pareti rocciose si raggiunge, dopo altri 10 min. circa, un colletto nei pressi dei ruderi di una casa dei cavatori, dal quale appaiono i Monti Sagro e Contrario. Qui una mulattiera conduce alla vicina cava di Padulello, ma bisogna trascurarla e svoltare invece a destra puntando verso la costruzione ed una volta superatala piegare a sinistra giungendo così su di un’esile crestina rocciosa (dove bisogna prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi) che va seguita verso sinistra raggiungendo così il margine superiore della cava, dalla quale parte una strada marmifera. Bisogna appunto seguire la strada che conduce, in moderata ma costante salita e con qualche tornantino, al Passo della Focolaccia mt. 1650, nei pressi del quale sorge il Bivacco Aronte, in 45 min. dal colletto e 2 ore 20 totali. Dal Passo bisogna trascurare il sentiero 179, che conduce alla Foce di Cardeto, e piegare invece a destra seguendo il 148. Il sentiero, dopo un breve tratto in piano, prende a salire ed in breve raggiunge la cresta, in concomitanza della quale bisogna trascurare a sinistra la deviazione sul 177 per Campocatino. La cresta procede piuttosto ripida fino al raggiungimento di una elevazione, il Monte Crispo mt. 1834, superato il quale il sentiero si mantiene piuttosto esile (ma ben percorribile) ed in falsopiano fino alle pendici del monte, dove si impenna fino alla vetta appunto del Monte Tambura mt. 1890, in 45 min. dal Passo e 3 ore 5 min. totali.

Panorama a Nord sull’Alpe di Succiso, Casarola e La Nuda, a Nord-Est il Cusna, ad Est il Monte Cimone, a Sud-Est Pania Secca, Uomo Morto, Pania della Croce, Penna di Sumbra ,Fiocca e Corchia, a Sud Alto di Sella e Altissimo, ad Ovest Sagro, Grondilice e Cavallo e a Nord-Est il Pisanino.

Dalla vetta si discende sul versante opposto procedendo in cresta, piuttosto scoscesa e su terreno infido e sdrucciolevole, seguendo i segnavia 148 e fino al Passo della Tambura, che si raggiunge in 35 min. circa dalla vetta. Bisogna ora piegare a destra e procedere sul 35, che inizia ora a perdere quota con qualche ampio tornante, andando poi ad attraversare anche un tratto con rocce franate chiamato “Le Tecchiacce” mt. 1510, raggiungendo quindi in breve il bivio per il Rifugio Nello Conti mt. 1442, presso la “Finestra Vandelli”, dopo altri 20 min. dal Passo e 4 ore totali. La deviazione verso il Rifugio la consiglio vivamente, comporta solo 10 min. in più al percorso (fra andata e ritorno) ma merita veramente perché si percorre un tratto costellato da pinnacoli in ambiente dal sapore alpino. Dopo la “Finestra”, il percorso diventa un pochino più monotono, con lunga serie di tornanti e alternanza di tratti all’interno di un rado boschetto con altri in ambiente brullo, fin quando si approda ad un ponte in ferro sul Canale Pianone mt. 705. Superato il ponte si arriva in breve al bivio dell’andata col 166 e da qui come per l’andata fino a Resceto, in 1 ora 35 min. dalla “Finestra Vandelli” e 5 ore 45 min. totali, concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Indubbiamente il più bel percorso effettuato finora in Apuane, un bell’anello che consente di effettuare integralmente la cresta della Tambura. Molto belli, in particolar modo, il tratto del 166 bis, il Bivacco Aronte con alle sue spalle la bellissima Punta Carina, la cresta della Tambura ed il tratto dalla “Finestra Vandelli” al Rifugio Nello Conti, situato a dominare un canalone dall’aspetto alpino e costellato di pinnacoli. Un po’noioso invece il tratto dalla “Finestra” fino al ponte di ferro.

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