Monte Seguret mt. 2926 per la Via dei Torrioni

Il Monte Seguret è una montagna delle Alpi Cozie, dalla caratteristica forma piramidale, domina l’abitato di Oulx. La montagna è di notevole interesse geologico il monte rappresenta l’unico esempio di roccia dolomitica presente in Val Susa; sulle sue pendici si aprono diverse grotte e caverne. Qui propongo un anello con partenza dal Colletto Pramand passando per la “Via dei Torrioni” e discesa per la via normale verso il Colle Argentera raggiungendo poi i resti della caserma Vin Vert, quindi attraversando la galleria dei saraceni.

🏁 Punto di partenza: Colletto Pramand mt. 2087

⚠️ Difficoltà:          F la Via dei Torrioni, EE dalla fine della via al Colle Argentera E il resto

Sviluppo:           12 Km

📈 Dislivello:           950 Mt. circa

⏱️ Tempi:                   Giro ad anello totale 6 ore 05 min.

📅 Data escursione:      30/08/2019

🚥 Periodi consigliati:    Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Voltri, poi si svolta a destra su A26 fino ad Alessandria dove si svolta a destra in direzione di Torino sulla A21 che seguiremo superando Asti proprio fino a Torino. Qui si procede poi sulla Tangenziale Sud seguendo le indicazioni per Bardonecchia. Poi si procede sulla A32 che percorre la Val Susa e si esce a Susa. Usciti dall’autostrada si svolta a sinistra si seguono le indicazioni per Susa e Moncenisio su SS25 e dopo circa 1 km bisogna svoltare a sinistra su SS24. Bisogna procede su di essa superando Gravere, Chiomonte e trascurando poi la deviazione a sinistra per Exilles. Mantenendosi sempre su SS24 si superano alcuni gallerie quindi, dopo esser passati sotto al viadotto dell’ autostrada si trascura la deviazione per San Colombano e Deveys procedendo ancora dritti e dopo alcuni tornantini si raggiunge un bivio. Qui bisogna svoltare repentinamente a destra seguendo le indicazioni per Eclause e Pramand. Questa stradina,SP256 la strada militare Fenil-Pramand-Foens-Jafferau, e’ piuttosto stretta e sale ripida con numerosi tornanti poi, raggiunto un bivio si trascura la deviazione a destra e si continua dritti seguendo l’ indicazione per Pramand. In breve si superano le case di Fenils e si risale finché la strada, superate un gruppo di case, diviene sterrata. La sterrata è da seguire lungamente per circa 9 km, abbastanza ben percorribile con un po’ di attenzione anche con macchine normali (meglio indubbiamente percorrerla con fuoristrada) fino al raggiungimento del Colletto Pramand dove in uno slargo si può lasciare l’ auto.

Itinerario:

Dal Colletto Pramand mt. 2087 bisogna seguire subito la traccia che punta a Nord verso l’evidente zona dei torrioni. In breve la traccetta diviene evanescente per poi scomparire del tutto in corrispondenza dei primi alberi, ma mantenendo pressoché la stessa direzione si esce senza problemi dalla boscaglia e si risale sul ripido pendio erboso. Volendo, ma non è necessario, si può piegare leggermente verso destra fino a giungere ad una croce, intorno ai 2300 mt di quota, che permette di ammirare il panorama sottostante verso Oulx, in 40 min. circa, per poi riportarsi verso sinistra e raggiungere l’ingresso del canalone in ambiente molto suggestivo alla base di grossi torrioni, a 2450 mt. circa, dove inizia appunto la “Via dei Torrioni”, in altri 20 min. e un’ora totale. Il canale risulta sbarrato da una ripida paretina di roccia bianca calcarea che si supera con semplice arrampicata, tutti passaggi di I° e un unico passaggio di II°, oltre la quale il canale si apre. Qui ci si mantiene grossomodo nel centro del canale (ma non vi è una via obbligata per cui ognuno può scegliere dove sembra meglio) puntando poi gradualmente verso sinistra, fin quasi a raggiungere la base di una guglia. Piegando ora decisamente a sinistra si raggiunge uno spallone detritico in corrispondenza di una roccia a forma di becco ricurvo, oltre il quale appare un grosso torrione isolato, verso il quale bisogna puntare su comodo traverso di detriti (seguendo una traccia GPS scaricata dal web ho invece continuato a salire per poi effettuare un traverso su terreno ben poco amichevole con passaggi di II° totalmente evitabili, che sconsiglio vivamente). Raggiunto il pianoro alle pendici del torrione si piega a destra fra erba e roccette risalendo poi una semplice cengietta detritica che conduce ad un ripido pendio di erbetta e detriti. Risalito tale pendio si approda ad un esile terrazzino roccioso panoramico, in 55 mi. dall’inizio del canale e 1 ora 55 min. totali, dove appare una traccetta proveniente da Est, punto in cui si possono ammirare gli spettacolari torrioni e formazioni rocciose varie del versante orientale (volendo qui una traccetta molto esile e un po’ esposta permette di addentrarsi per qualche decina di metri per poi interrompersi bruscamente, potendo così averne una visuale leggermente migliore). La traccia va seguita in salita verso sinistra, poi dopo poco diviene evanescente in un tratto dove il pendio risulta maggiormente roccioso per poi riapparire più a monte seguendo più o meno il filo dell’ampia cresta, che di tanto in tanto offre qualche scorcio sui sottostanti torrioni e più a monte su una formazione rocciosa forellata con vicine guglie. Raggiunto poi i resti di quella che deve essere stata una vecchia croce di legno a mt. 2882, in altri 55 min. dal terrazzino, si continua ancora per cresta raggiungendo un’anticima a mt. 2911 contrassegnata dalla presenza di un minuscolo ometto di pietra, dalla quale è ben visibile la vetta, in ulteriori 5 min. circa. Procedendo ancora per cresta si giunge in ulteriori 5 min. e 3 ore totali in vetta al Monte Seguret mt. 2926.

Panorama a Nord Rognosa d’Etache, Cima del Vallonetto, a Nord-Est Nible`, Pointe Ferrand e Rocciamelone, a Est Orsiera e Punta Cristalliera, a Sud-Est Albergian, Ghinivert, Punta Rognosa e Bric Froid, a Sud Pic de la Font Sancte, Pic de Rochebrune e Chaberton, a Sud-Ovest Punta Clotesse, Aiguille d’Arbour, Sommet du Charra, Petit Pelvoux, Pointe Durand, Ailefroide, Pic Coolidge, Barre des Ecrins, Pic Bourcet, La Grande Ruine, Guglia Rossa e Pic Gaspard, a Ovest Le Grand Galibier, Monte Jafferau, Punta Gasparre, Punta Melchiorre, Punta Baldassarre, Rocca Bernauda, Thabor e Gran Bagna, a Nord-Ovest Tete Pierre Muret, Pointe de Paumont, Aiguille de Scolette, La Dent Parrachee.

Dalla vetta si scende seguendo la traccia contrassegnata ora da tacche bianche pressoché per filo di cresta poi, quando questa diviene meno percorribile, la traccia piega bruscamente a sinistra diventando piuttosto ripida. Finito questo tratto leggermente più scomodo il pendio digrada dolcemente fino al raggiungimento del Colle dell’Argentera mt. 2795, in 25 min. dalla vetta. Svoltando a destra la traccia perde quota conducendo alla ” Via Rusa” (io ho fatto una deviazione per andare a vederla, ne vale la pena, è un punto molto suggestivo e porta via solo 20 min. fra andare e tornare), mentre per eseguire l’anello bisogna piegare a sinistra. Il sentiero percorre un ghiaione in moderata discesa fino a raggiungimento di un ampio altipiano erboso adibito a pascolo che va percorso lungamente fino ai ruderi della Caserma Vin Vert mt. 2529, in 40 min. dal colletto e 4 ore 25 min. totali. Mantenendosi alla sinistra della caserma si intercetta una vecchia sterrata inerbita riportante segnavia , che va seguita per poche decine di metri per poi tagliarla più volte su traccetta che scende più decisamente fino ad intercettare la sterrata militare Fenil-Pramand-Foens-Jafferau, in 20 min. dalla caserma. Qui bisogna ora svoltare a sinistra raggiungendo in breve i ruderi di una caserma e da questa in moderata discesa fino all’ingresso della Galleria dei Saraceni, in altri 5 min. e 4 ore 50 min. totali. Da qui diparte sulla destra un sentierino che, passando in un contesto davvero spettacolare alle pendici delle mastodontiche Grotte dei Saraceni, evitava di dover percorrere la galleria per tornare al Colletto Pramand ma, purtroppo, qualche anno fa il sentierino è franato in un punto non aggirabile, pertanto impercorribile per ritornare al Colletto Pramand. Io ho comunque deciso di percorrere questo sentierino e fare una deviazione risalendo fino al punto più alto all’interno della Grotta dei Saraceni, cosa che sconsiglio ai meno esperti perché il fondo è ripido, sfasciumato, e nella parte alta anche fangoso. Dopo questa deviazione, che comporta circa 45 min. da aggiungere al giro, si ritorna alla Galleria dei Saraceni che è lunga poco meno di 900 metri con percorso a U all’interno della montagna, è totalmente priva di illuminazione (pertanto necessita dell’utilizzo di lampada frontale o torcia) e presenta vistose cadute d’acqua che hanno portato nel tempo alla formazione, come nelle grotte, di numerose concrezioni. Percorsa la galleria, in altri 10 min. e 5 ore 45 min. totali, si procede su sterrata che attraversa un’altra brevissima galleria di pochi metri scavata in uno sperone roccioso e quindi discende lungamente, sovrastata da torrioni e grotte nelle pareti, fino al Colletto Pramand, in altri 20 min. e 6 ore 5 min. totali chiudendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Spettacolare escursione in ambiente a tratti dolomitico. Molto bella e nel complesso semplice (se non si sbaglia come ho fatto io nella parte alta del canalone) la “Via dei Torrioni” che permette di attraversare un canalone dal sapore dolomitico sovrastati da graziosi torrioni. Bello anche il tratto in cresta per raggiungere la vetta del Monte Seguret che permette di ammirare numerosi torrioni e formazioni rocciose particolari nel tormentato versante orientale del monte. Meritava anche la deviazione per vedere la “Via Rusa”, tratto di sentiero molto esile situato in ambiente spettacolare ma che, purtroppo, devo segnalare essere franato in un paio di punti per cui impercorribile (almeno apparentemente). Piacevole anche la deviazione alla Grotta dei saraceni, davvero imponente….un po`meno piacevole, perlomeno per me che non amo posti chiusi, bui e umidi, percorrere la Galleria dei Saraceni, dove bisogna mettere in preventivo che ci si bagnerà. La galleria risulta l’unica via obbligata per chiudere l’anello in quanto il sentiero che dall’ingresso della galleria a monte conduce all’uscita della galleria a valle, passando alla base della Grotta dei Saraceni in ambiente molto suggestivo, purtroppo è franato irrimediabilmente negli ultimi metri e non si può assolutamente aggirare. Insomma una gran bella gita ricca di particolarità geologiche che mi sento di consigliare. Segnalo, anche se è abbastanza evidente, che la traccia GPS nella galleria ha perso il segnale pertanto ha tirato una linea dritta tra l’inizio e la fine, mentre la galleria compie un semicerchio all’interno della montagna.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *