Monte Ramaceto mt. 1345

Il monte Ramaceto è una montagna dell’Appennino ligure che domina le valli Fontanabuona, Sturla e Aveto. Qui propongo un anello che permette di attraversare la Cresta del Liciorno, la cresta sommitale che attraversa la parete che digrada verso la Val Chichero.

🏁 Punto di partenza:  Ventarola mt. 845

⚠️ Difficoltà:           E

Sviluppo:            16,5 Km

📈 Dislivello:            800 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 4 ore 55 min.

📅 Data escursione:      12/03/20167

🚥 Periodi consigliati:    Tardo Autunno, Inverno e Primavera. Evitare i mesi caldi.

🔎 Valutazione:          ⭐⭐⭐

 

Accesso:

Da Genova seguire la SS45 che procede in direzione di Bargagli e, dopo aver superato il paese, si continua superando la galleria della Scoffera per poi, dopo qualche km, svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torriglia. Superate le gallerie si trascura la svolta a destra che porta al paese di Torriglia e si continua a procedere sulla SS45. Giunti a Montebruno, dopo qualche centinaio di metri, si svolta a destra su ponte seguendo le indicazioni per Barbagelata. Si procede ora per circa 8 km sulla strettina SP56 che sale con numerosi tornanti superando la frazione Costafinale fino a giungere a Barbagelata. Si continua ancora su SP56 che dopo un tratto rettilineo scende con alcuni tornanti al Passo della Scoglina, dove bisogna svoltare a sinistra verso Rezzoaglio. Da qui procedere dritti per diversi km su SP56 superando anche Priosa e ad uno stop svoltare a destra, quindi dopo qualche centinaio di metri nuovamente a destra seguendo le indicazioni per Ventarola, che si raggiunge dopo circa 2 km potendo lasciare l’auto nell’ampio parcheggio ad inizio paese.

Itinerario:

Dal parcheggio si procede su asfalto per circa 200 metri fino ad addentrarsi fra le prime case del paese dove si possono scorgere i primi segnavia e si costeggia il Rifugio Ventarola. In breve si esce dal paesino pervenendo quasi subito ad un ponticello sul Torrente Ventarola, che io ho attraversato seguendo il segnavia (consiglio invece di piegare a destra prima del ponte seguendo i ) procedendo quindi in falsopiano inizialmente fra belle distese prative e poi rasentando il Torrente Ramaceto fino al raggiungimento di un successivo ponte. Qui vi è un bivio non segnato dove bisogna trascurare il ponte a sinistra sul (dal quale arriveremo al ritorno) e svoltare invece a destra, poi dopo pochi metri nuovamente a destra tornando momentaneamente a ritroso, in circa 10 min. dalla partenza. Questa mulattiera compie un semicerchio verso sinistra fin quando giunge ad intercettare il rio, che bisogna guadare prestando attenzione a non finire in acqua visto che le pietre sono viscide e l’acqua non bassissima (proprio perché non è comodissimo questo guado è consigliabile seguire il sentiero ). Giunti sull’altra sponda si incontra il sentiero  che bisogna seguire piegando a sinistra. Con qualche modesto saliscendi si raggiunge nuovamente un guado, decisamente più semplice, e dopo poche decine di metri un successivo guado che permette di ritornare sulla sponda settentrionale del rio. In breve si giunge a Cian del Nelo mt. 889, in altri 30 min. circa, dove si incontra un bivio. Se si vuole raggiungere più direttamente la vetta bisogna mantenersi a sinistra sul A6 e , mentre se si vuole eseguire un giro più ampio, come vado ora a descrivere, bisogna piegare a destra seguendo ancora i . Il sentiero prende a salire con maggiore decisione all’interno di un bel bosco di faggi sovrastando il rio che in questo punto forma delle graziose cascatelle per poi raggiungere, in altri 20 min. e 1 ora totale, i ruderi dei Casoni d’Arena mt. 1017. Oltre i Casoni si incontra l’, che bisogna ora seguire a sinistra in moderata salita, quindi, con qualche modesto saliscendi, si aggira a Est le pendici del Monte Roncazi, dove per la prima volta nella gita si può godere di qualche panorama verso Ovest. Con tratti in discesa alternati ad altri in falsopiano si raggiunge agevolmente un bivio, in 30 min. dai Casoni, che permette, con breve deviazione su traccia di 5 min. circa (ed altri 5 min. per scendere), di raggiungere la vetta del Monte Rondanara mt. 1048 (non un granché ad essere sincero essendo parzialmente boscoso). Oltre il bivio il sentiero procede all’interno di un bosco misto di conifere e faggi fino al raggiungimento del Passo di Ventarola Nord mt. 996, in 10 min. dal bivio ed 1 ora 50 min. totali, dove bisogna trascurare le deviazioni a destra e a sinistra e procedere dritti sempre sull’, che ora esce dal bosco e prende a salire con maggiore decisione. Dopo circa 25 min. si approda al Passo di Ventarola Sud mt. 1050, dove bisogna trascurare il sentiero che procede dritto in discesa e piegare a sinistra, poi, dopo pochi metri, abbandonare l’evidente traccia a sinistra per seguire quella che sale ripida più a destra e che conduce, in 20 min. e 2 ore 35 min. totali, al pianoro erboso denominato Bocca di Feia, dove bisogna trascurare le deviazioni a destra e a sinistra per procedere invece dritti sempre sull’. Questo sentiero risale il pendio erboso con pendenza costante ma moderata e che solo nell’ultimo tratto diviene leggermente più ripido fino al raggiungimento della Cappelletta posta sulla vetta del Monte Ramaceto Ovest mt. 1320, in 25 min. dalla Bocca di Feia e 3 ore totali.

Panorama a Nord su Gifarco, Roccabruna, Montarlone e Oramala, a Nord-Est l’Aiona, a Est Gottero, Zatta, Alpi Apuane, Porcile, a Sud-Ovest il Monte di Portofino, a Ovest le Alpi Liguri, Marittime e Cozie e a Nord-Ovest il vicino Monte Caucaso, la catena dell’Antola, Carmo e Alfeo.

Ora bisogna procedere verso Est con i segnavia dell’, che seguono più o meno fedelmente il filo della Cresta del Liciorno con modesti saliscendi raggiungendo poi, dopo 15 min. circa, la vera e propria vetta del Monte Ramaceto mt. 1345, non particolarmente bella perché boscosa e riconoscibile giusto per un cippo di mattoni e cemento con segnale trigonometrico. Ora in moderata discesa, sempre per filo di cresta, si giunge al Fo’ de Driun, in altri 25 min. circa, dove si abbandona la Cresta del Liciorno per piegare a sinistra puntando decisamente verso Nord all’interno del bosco di faggi in moderata ma costante discesa fino ad intercettare una sterrata. Questa va seguita in discesa e permette di approdare al Passo della Crocetta mt. 927, slargo dove convogliano alcune sterrate, in 35 min. dal Fo’ di Driun e 4 ore 15 min. totali. Qui si può scegliere se andare a sinistra raggiungendo così il Quadrivio della Crocetta, oppure allungare ulteriormente l’anello procedendo quindi dritti, come vado ora a descrivere. Seguendo la sterrata in moderata salita, sempre sull’, si raggiunge agevolmente in 5 min. un paio di casette (Case Cima d’Acero mt. 949) contornate da pascoli. Bisogna insinuarsi fra le due case ed il sentiero, ora contornato da staccionate su ambo i lati, discende fino al raggiungimento del Passo della Colletta mt. 924, in 10 min. dal Passo Crocetta. Qui si trascura l’, che continua dritta verso il Passo della Forcella, e si piega a sinistra su traccia priva di segnalazioni. Questa, a tratti non molto evidente, porta a costeggiare un piccolo rio che poi va guadato, dopodiché diviene decisamente più evidente ed ampio, per poi attraversare un bella distesa prativa che, una volta superata, permette di intercettare il sentiero , in altri 10 min. circa. Piegando a destra si attraversa subito il Rio Ramaceto che quindi si costeggia per poi riattraversarlo su ponte giungendo al bivio iniziale. Da qui come per l’andata, in 20 min. dall’incontro col e 4 ore 55 min. totali, si ritorna al parcheggio chiudendo l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Semplice ma gradevole anello che si snoda prevalentemente fra belle distese boschive e che pertanto offre qualche panorama solo raramente e perlopiù dalla Cresta del Liciorno. Bello soprattutto il percorso in cresta che permette di ammirare le stratificazioni di arenaria del versante Sud che si getta verso il pianoro di Chichero. Il dislivello modesto con salita piuttosto graduale senza particolari strappi si presta ad essere percorsa anche dai meno esperti. Come scritto nella descrizione io ho erroneamente mancato la deviazione iniziale sul sentiero 2 quadrati pieni gialli in corrispondenza del ponte ad inizio percorso, rimediando col percorso descritto che va a riallacciarsi più a monte, ma è preferibile evitare anche perché il guado è tutt’altro che agevole ed è molto più logico mantenersi fin da subito sul 2 quadrati pieni gialli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *