Monte Monega mt. 1882

Il Monte Monega è una montagna delle Alpi Liguri, che si trova alla convergenza di tre vallate: la Valle Argentina (a ovest), la breve vallata della Giara di Rezzo (sud-est) e il solco principale della valle Arroscia (nord-est). Il monte Monega può essere raggiunto per sentieri e strade forestali dal Colle del Garezzo (a nord-ovest della montagna) o dal Passo della Teglia, come descritto qui. Si presenta come un’elevazione quasi totalmente erbosa, in quanto nel passato è stata disboscata per adibirla al pascolo. Qui propongo un percorso ad anello con all’andata il crinale quasi integrale, che permette di toccare tutti i rilievi della costiera, e al ritorno la sterrata, con un taglio su tracce per evitarne un lungo pezzo.

🏁 Punto di partenza: Passo della Teglia mt. 1398

⚠️ Difficoltà:         Tutto E escluso la salita al Carmo dell’Omo e il ritorno fino al P.so Mezzaluna, EE 

Sviluppo            15,4 km

📈 Dislivello:           900 mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 5 ore 35 min.

📅 Data escursione:     02/06/2019

🚥 Periodi consigliati:  Tutto l’anno, ma in Primavera con le fioriture è il periodo ideale

🔎 Valutazione:        ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova a Albenga sull’A10, quindi all’uscita dall’autostrada bisogna imboccare la rotonda e procedere a sinistra seguendo l’indicazione per Garessio su SP582. Ad una successiva rotonda bisogna seguire la terza uscita con indicazione per Pieve di Teco su Aurelia Bis e, dopo alcune gallerie, si svolta a destra sempre per Pieve di Teco. Discesa una rampa si svolta a sinistra su SP453, che va seguita lungamente superando Ortovero, Pogli, Ponterotto, Vessalico e Muzio. Oltre il paese, al termine di una curva a semicerchio e subito dopo un ponticello, bisogna svoltare a sinistra seguendo l’indicazione per Rezzo su SP18. Questa stretta strada va seguita fino al paese e, una volta superato, procedere dritti su SP17 malgrado il divieto di transito. La strada si presenta piuttosto stretta e in alcuni punti franata o con massi che la ingombrano, ma comunque percorribile seppur prestando molta attenzione. Dopo circa 9 km si perviene ad uno slargo con bivio, dove bisogna trascurare la strada a sinistra per San Bernardo di Conio e svoltare invece a destra, sempre su SP17 e sempre con divieto di transito. Questa, anche qui leggermente dissestata, dopo circa 4,5 km conduce al Passo della Teglia, dove, pochi metri prima di giungervi, bisogna lasciare l’auto in un piccolo spiazzo alla partenza del sentiero (2 o 3 posti max.).

Itinerario:

Dal Passo della Teglia mt. 1398 si imbocca la sterrata con indicazione per il Passo della Mezzaluna, ma la si abbandona subito piegando a sinistra seguendo una traccetta che conduce su crinale, che va ora seguito in direzione Nord-Ovest raggiungendo subito la prima elevazione di giornata, il poco pronunciato Monte Pizzo mt. 1434. Dopo circa 300 metri la traccia si avvicina notevolmente al sentiero segnato sulla destra, mentre la traccetta che continuiamo a seguire in questo punto si distacca dal crinale verso sinistra tagliando in moderata discesa il versante ovest del Carmo dell’Omo, che si può faticosamente raggiungere una volta giunti alle sue pendici piegando a destra e risalendo senza traccia su la dorsale di erba per la massima pendenza. Giunti in 40 min. circa sul Carmo dell’Omo mt. 1515, vetta dal versante Orientale completamente boscoso e spoglio nel versante Occidentale, si procede per crinale verso Nord-Ovest seguendo una traccetta che in ripida discesa al limitare del bosco di faggi conduce ad un colletto erboso fra il Carmo dell’Omo e il Carmo di Brocchi ( sovrastando così il Sotto di San Lorenzo, antico luogo di culto, dal quale passeremo al ritorno), dove si possono ammirare alcuni menhir, in altri 30 min. e 1 ora 10 min. totali. Si riprende ora a salire sempre su traccia che in costante e ripida salita permette di raggiungere il Carmo di Brocchi mt. 1610, in 25 min. dal menhir e 1 ora 35 min. totali. Il sentiero segue il filo di crinale dapprima rasentando il bordo di una parete che precipita quasi verticalmente per circa un centinaio di metri, poi su distesa prativa, quindi, allontanandosi leggermente dal crinale, su roccette di una modesta pietraia. Tornati su crinale erboso si risale moderatamente fino a raggiungere la vetta del poco appariscente Monte Arborea mt. 1549, dal quale si ridiscende inizialmente fra roccette e erba, poi su vasta distesa prativa fino a raggiungere il Passo della Mezzaluna mt. 1441, in 30 min. dal Carmo di Brocchi e 2 ore 5 min. totali. Da qui si trascurano le varie sterrate e si procede dritti risalendo il ripido crinale erboso su vaga traccia fino alla sommità di questo dosso, ossia la Cima di Donzella mt. 1640, in altri 25 min. circa. Oltre la vetta si continua su crinale erboso in moderata discesa, quindi si ritorna a salire brevemente fino a raggiungere la sommità del Monte Bussana mt. 1701, in altri 25 min. circa, e dopo un breve tratto in piano anche il Poggio Buoi di Raxin mt. 1700. Si perde ora un po`di quota fino al Passo di Monega mt. 1655 oltre il quale si torna a salire in maniera piuttosto costante ma non eccessivamente ripida fino a pervenire in vetta all’anonimo Poggio d’Alpette mt. 1775 e al vicino Rocca dell’Agnello mt. 1791 divisi da un breve tratto di crinale erboso in falsopiano. Bisogna ora proseguire discendendo di poche decine di metri fino alle pendici del Monte Monega, dal quale si procede sempre seguendo una traccetta su ripidissimo crinale erboso fino a raggiungere il Monte Monega mt. 1882, in 45 min. dal Bussana e 3 ore 40 min. totali.

Panorama a Nord Mongioie, Conoia, Pizzo d’Ormea, a Nord-Est Antoroto, Armetta, Galero, Appennino Ligure, a Est in lontananza le Apuane, a Sud-Est nelle giornate terse la Corsica, a Sud il Monte Ceppo, a Sud-Ovest Toraggio, Pietravecchia, Cima di Marta, a Ovest Cime du Diable, Bego, Grande Capelet, Chamineye, Lusiere, Clapier, a Nord-Ovest Saccarello, Frontè, Marguareis e Saline.

Per il ritorno dalla vetta si segue la traccia che segue il crinale in direzione Est e, fra ampie distese prative, conduce ad intercettare la sterrata al Passo Pian del Latte mt. 1758, in 20 min. dal Monega e 4 ore totali. Ora si svolta a destra seguendo la sterrata indicante segnavia 325  che taglia in moderata discesa il fianco Est del Monte Monega procedendo verso Sud-Ovest e che io ho seguito per poco più di un chilometro fino ad un tornante, oltre il quale la sterrata perde molta quota. Qui io ho optato per seguire una traccia in piano che procede su distese prative mantenendosi qualche decina di metri sopra alla sterrata, evitando così ulteriori saliscendi ma da evitare in caso di scarsa visibilità in quanto dopo un po`tende a perdersi e, pur riuscendo costantemente a ritrovarne un’altra che procede parallelamente ma qualche metro più in basso, con carenza di visibilità possono sorgere problemi di orientamento. La traccia comunque taglia orizzontalmente il versante Est delle vette toccate all’andata e permette di raggiungere il Passo della Mezzaluna in 1 ora dal Passo Pian del Latte e 5 ore totali. Qui, in corrispondenza del pannello illustrativo in legno, si procede dritti su sterrata che, riportante segnavia , si addentra subito all’interno di una pineta che in breve diviene faggeta per poi uscirne, dopo qualche modesto saliscendi, in corrispondenza del Sotto di San Lorenzo mt. 1379, in 15 min. dal Mezzaluna, dove, volendo, con breve deviazione di pochi metri addentrandosi nella conca si perviene all’altarino sacrificale con coppello. Ritornati sul sentiero sempre all’interno della faggeta con ulteriori saliscendi si ritorna al Passo della Teglia, chiudendo così l’anello, in altri 20 min. da San Lorenzo e 5 ore 35 min. totali.        

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Bello il percorso di crinale, che consente una scorpacciata di vette, meno interessante invece la sterrata del ritorno, in parte comunque evitata. Panorama non eclatante che si limita ad alcune vette delle Marittime dal Bego alla Rocca dell’Abisso e alle vette della Val Tanaro dal Marguareis al Pizzo d’Ormea. Molto belle invece le fioriture fra genziane, violette, orchidee selvatiche e narcisi. Insomma una gita carina e rilassante ma c’è sicuramente di meglio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *