Monte Faraut mt. 3046

Il monte Faraut è una montagna delle Alpi Cozie, situata nella parte più a monte dello spartiacque tra valle Varaita e valle Maira. Non esiste una vera e propria via normale, l’accesso alla vetta viene effettuato di norma risalendo un pendio detritico dalla colletta situata a SSO della vetta. Il più diretto è da Sant’Anna di Bellino passando per il Pian Ceiol e per la gola delle Barricate, da Sant’Anna di Bellino fino alle grange dell’Autaret da dove si risale in direzione SE, da Chiappera salendo al colle di Bellino e da Madonna delle Grazie risalendo il Vallone di Traversiera, che vado ora a descrivere.

🏁 Punto di partenza:  Madonna delle Grazie  mt. 1926

⚠️ Difficoltà:           E ,EE la cresta effettuata al ritorno

Sviluppo:             19,8 Km

📈 Dislivello:            1300 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 4 ore 55 min.

📅 Data escursione:       21/06/2011

🚥 Periodi consigliati:     Da Giugno a Ottobre

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Maira e Val Grana. Dopo un paio di rotonde, seguendo sempre i cartelli marroni indicanti le due valli, si procede poi sulla SP41, che poi confluisce nella SP422 e attraversa Caraglio, poi Dronero, Cartignano, San Damiano Macra, Prazzo e infine giunge ad Acceglio. Superato il paese si procede ancora fino a Villaro dove, a fine borgo, si svolta a destra seguendo una piccola indicazione in legno per Lausetto dove la strada diviene piuttosto stretta ma in buone condizioni. Superato il paesino di Lausetto la strada diventa a tratti sterrata ma ancora in discrete condizioni. In corrispondenza di un ponte si procede dritti seguendo il cartello indicante i sentieri T11 e T18. Si risale lentamente il vallone su sterrata costeggiando il torrente fino ad un ponte in legno. Qui ritorna l’asfalto e si sale ora più decisamente fino ad un successivo ponte, dove ritorna sterrata. Dopo qualche tornante si giunge al Grange di Varzio e successivamente alla chiesetta di Madonna delle Grazie, dove si trova il posto per qualche macchina.

Itinerario:

Da Madonna delle Grazie mt. 1926 si segue la sterrata con segnavia del Gta che procede in falsopiano o moderata salita fino a Grange Chiapusso, dove la sterrata svolta a sinistra attraversando un ponte sul Rio Mollasco. Ora la sterrata prende a salire con più decisione fino ad un tornante sulla destra, superato il quale si procede in costante ma non eccessivamente ripida salita. Dopo poco, in corrispondenza di un piccolo slargo, si abbandona il Gta, che piega a sinistra verso il Colle di Rui, e si procede ancora dritti sempre su sterrata, ora senza segnavia, in moderata salita potendo ammirare sulla sinistra alcuni bei scorci sulle pareti ti stampo dolomitico del Monte Cervet, per poi giungere al Grange Morletto mt. 2219, in 45 min. da Madonna delle Grazie. Si continua sempre su sterrata trascurando prima la sterrata a destra, che scende al vicino Gias Traversiera, e poi quella a sinistra, che risale fino ad un rilievo di roccia basaltica. La sterrata prende quota molto lentamente, in ambiente alpestre, sovrastata a sinistra dalle pareti del Monte Freide e costeggiando a destra il Rio Mollasco. Dopo circa 40 min. dal Grange Morletto e 1 ora 25 min. totali si abbandona la sterrata svoltando a sinistra sul T11 (indicazione molto sbiadita su un grosso masso) che su traccetta consente di tagliare un tratto in cui la sterrata piega decisamente verso destra. Inizialmente la traccia non è molto evidente su erba, ma dopo pochi metri si riallaccia ad una traccia decisamente più evidente. Questa sale ripida su pendio erboso e poi perde leggermente quota per attraversare un piccolo rio, dopo 10 min. dall’abbandono della sterrata, quindi ritorna a salire su distese prative, fino ad incrociare la sterrata, dopo altri 10 min. circa e 1 ora 45 min. totali. La si attraversa e si riprende la traccia sul lato opposto, che risale un ripido pendio erboso, sbucando nuovamente sulla sterrata, dopo altri 15 min. circa. Si piega quindi a destra e la si percorre fin quando compie un deciso tornante verso sinistra puntando verso il soprastante Rifugio Carmagnola, in altri 10 min. circa. In questo punto la si può abbandonare definitivamente procedendo dritti su una labile traccia con rari ometti (da evitare in caso di neve o scarsa visibilità), che taglia in diagonale un pendio di sfasciumi raggiungendo poi, in altri 10 min. e 2 ore 20 min. totali, il sentiero che collega la Colletta (posta sopra al Rifugio Carmagnola) con il Monte Faraut. Ora si piega a destra e si segue la traccia, che si mantiene pochi metri sotto il filo di cresta sul versante Sud puntando verso l’ormai imminente Monte Faraut. In breve si giunge in cresta e da questa si può ammirare il meraviglioso panorama verso Nord, con il Monviso in primo piano. Dopo un tratto in cresta si effettua un lungo traverso su sfasciumi che conduce, in 45 min. circa, ad intercettare la cresta Sud-Ovest. Qui si svolta a sinistra e la si risale fino alla vetta del Monte Faraut mt. 3046, in altri 10 min. e 3 ore 15 min. totali.

Panorama davvero eccezionale a Nord sul Monviso e tutti i suoi satelliti, ad Est su Bric Camosciera, Pelvo d’Elva, Rocca la Marchisa con alle spalle il Chersogno, a Sud sulle Marittime, Rocca la Meja e Oserot e Oronaye, a Sud-Ovest su Rocca Bianca, Sautron, Rocca Blancia, ad Ovest su Brec de Chambeyron, Tete de la Frema ed Aiguille de Chambeyron con davanti Freide, Albrage e Bellino, a Nord-Ovest Maniglia, Denti di Maniglia, Pointes Haute de Mary, le vette del Delfinato, Pic du Pelvat, Mongioia e Salza.

Per il ritorno o si effettua lo stesso percorso dell’andata, oppure si può seguire la cresta Sud-Ovest, chiamata Costa Traversiera, su labile traccia fra sfasciumi che procede senza particolari problemi fino ad un torrione, in 25 min. circa. Qui la traccia scompare e proseguire in cresta sembra complicato, pertanto bisogna piegare verso destra e su sfasciumi, effettuando qualche zig zag, puntare verso la sottostante valletta erbosa. Una volta raggiunta, si cerca di mantenersi tendenzialmente verso sinistra, andando a raggiungere poi una pietraia di grossi massi. Cercando il passaggio più comodo fra di essi si ritorna su distese prative cercando anche qui di puntare più o meno verso sinistra procedendo pressoché paralleli al corso d’acqua sottostante andando così a raggiungere, in altri 45 min. dal torrione e 4 ore 25 min. totali, la sterrata nei pressi del Grange Traversiera, in corrispondenza del ponte che permette di attraversare il rio. Si supera quindi il ponte ed in breve si perviene alla sterrata principale. Svoltando ora a sinistra la si segue fino a Madonna della Grazie, come per l’andata, in 30 min. circa e 4 ore 55 min. totali. Volendo, giunti al Grange Morletto, se si segue una traccia sulla destra, si arriva immediatamente a due piccoli laghetti, non particolarmente belli ma con piacevole visuale su Rocca la Meja.

Traccia GPS:      

Galleria fotografica:

Commenti:

Bella escursione, con l’unico neo di essere percorsa perlopiù su sterrata. Però, effettuata dalla Valle Traversiera, grazie alla sua esposizione quasi completamente a Sud, consente, in annate scarsamente nevose come questa, di raggiungere comodamente un 3000 senza quasi calpestare neve già a fine Giugno. Il Monte Faraut è decisamente una montagna panoramicissima, praticamente un balcone sul Monviso, ma sono bellissimi anche gli scorci sul Brec e l’Aiguille de Chambeyron e sui vicini Pelvo d’Elva e Rocca la Marchisa. In stagione inoltrata il Faraut è da considerarsi un 3000 facile facile, alla portata di qualsiasi escursionista. Sconsiglio però vivamente, ad escursionisti inesperti ed in presenza di neve o scarsa visibilità, il percorso da me eseguito al ritorno per cresta e la scorciatoia su labile traccia che consente di evitare il Rifugio Carmagnola, in tal caso è bene restare sui sentieri.

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